Il tris di Nole, i dubbi di Rafa, l'ora di Sinner (Bertolucci). Le tre sfide di Alcaraz per conquistare Parigi (Azzolini). Wimbledon azzerato, il tennis è nel caos (Giammò). Trevisan, colpo a Rabat. Primo torneo in carriera (La Gazzetta dello Sport)

Rassegna stampa

Il tris di Nole, i dubbi di Rafa, l’ora di Sinner (Bertolucci). Le tre sfide di Alcaraz per conquistare Parigi (Azzolini). Wimbledon azzerato, il tennis è nel caos (Giammò). Trevisan, colpo a Rabat. Primo torneo in carriera (La Gazzetta dello Sport)

La rassegna stampa di domenica 22 maggio 2022

Pubblicato

il

Il tris di Nole, i dubbi di Rafa, l’ora di Sinner (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)

Dopo il sesto trionfo a Roma, Novak Djokovic è il grande favorito del torneo?

Il successo di Roma ci ha restituito un Djokovic vicino al livello dell’anno scorso dopo le note vicissitudini di inizio stagione. In particolare, ha sorpreso la rapidità con cui Nole è riuscito a recuperare una condizione atletica ideale nonostante le poche partite messe nel serbatoio in questi primi cinque mesi dell’anno. Ovvio che vada considerato favorito, anche se dalla sua parte di tabellone sono stati inseriti i rivali più tremendi, Nadal e Alcaraz. Sono i due spagnoli, assieme a Tsitsipas, gli sfidanti del numero uno più accreditati. Il margine stavolta però è molto ristretto rispetto alle edizioni in cui il favorito era praticamente già designato alla vigilia. Perciò questa edizione potrebbe risultare la più aperta e incerta degli ultimi 15 anni.

Quante possibilità ha Rafal Nadal di vincere il 14° titolo?

Fino all’inizio di marzo, non si accettavano scommesse sul 14° successo di Nadal al Roland Garros: reduce da tre tornei vinti sul cemento, tra cui il 21° Slam conquistato in Australia, era normale immaginarlo ancor più dominante sull’amata terra rossa. E invece ci si sono messi i soliti infortuni a complicargli i piani: prima la costola fratturata nel vento di Indian Wells, poi il riacutizzarsi del cronico dolore al piede sinistro. A Roma, Rafa si è congedato dal torneo con molta preoccupazione. ma le immagini che poi sono arrivate dagli allenamenti di Parigi e le sue dichiarazioni confortanti lasciano immaginare un recupero lampo. Se il guaio al piede sinistro fosse gestibile, nessuno vorrebbe affrontare il Nadal rodato e agguerrito della seconda settimana.

Carlos Alcaraz è pronto per vincere un torneo dello Slam?

Se il metro di giudizio è il bilancio degli ultimi due mesi, in cui Carlitos ha messo insieme due Masters 1000 (a Miami e a Madrid) nonché un torneo ricco di tradizione come Barcellona, la risposta non può che essere affermativa. II giovane spagnolo è esploso con la forza dirompente del predestinato con un gioco senza punti deboli e una condizione atletica debordante: sa trovare la soluzione giusta per ogni situazione calda del match, è cresciuto molto al servizio, la palla corta e le discese a rete non rappresentano mai scelte estemporanee ma fanno parte di un canovaccio tecnico consolidato in cui si vede la grande mano di coach Ferrero. Ma adesso per lui arriva il test più complicato, che implica la capacità di gestire la pressione di un grande torneo sulle due settimane, e con le partite tre su cinque, non più dalla posizione di outsider, ma da quella di favorito in ogni match, a parte forse un paio di avversari. E tra l’altro su una superficie, la terra, che prolunga scambi e fatica. […]

Quali ambizioni può coltivare Jannik Sinner?

L’assenza forzata di Berrettini, che rivedremo per la stagione sull’erba, coagula tutte le attenzioni su Jannik, che a Roma ha mostrato buoni progressi e al Roland Garros raggiunse già i quarti due anni fa. Gli serve ancora tempo per assimilare definitivamente i dettami tecnici del nuovo coach Vagnozzi, ma sarà Interessate capire come l’altoatesino reagirà alle eventuali difficoltà improvvise, che sulla terra possono maturare contro qualsiasi avversario: un paio di vittorie «sporche», se dovesse presentarsi il rischio, sarebbero un eccellente viatico in una zona di tabellone non troppo ostica. Musetti sfortunato trova subito Tsitsipas; gli altri Italiani devono per adesso vivere alla giornata.

La Swiatek imbattibile degli ultimi mesi può perdere al Roland Garros?

Dopo anni in cui il Roland Garros maschile limitava il pronostico a un paio di protagonisti mentre quello femminile era aperto almeno a una decina di aspiranti regine, quest’anno la situazione si è ribaltata. Il torneo, Infatti, inizia sotto il segno della polacca Swiatek, già campionessa parigina nel 2020 e reduce da un filotto di successi (cinque tornei di fila e 28 partite) che, salvo cataclismi, la rendono inavvicinabile. Il ritiro della Barty e la conseguente ascesa al numero uno, anziché stressarla, le hanno dato una consapevolezza feroce nei suoi mezzi tecnici già notevolissimi. Certo, la Krejcikova che difende il titolo è sempre da tenere d’occhio, ma la rivale più pericolosa sarà la fantasiosa Jabeur vincitrice a Madrid.

Le tre sfide di Alcaraz per conquistare Parigi (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Nei sogni ricorrenti di Carlitos c’è un ragazzino che vince a Parigi. Ovviamente quel ragazzo è lui, Alcaraz, che da quando ha posto sotto assedio il tennis, da un lato vincendo allo stesso ritmo del Nadal 2005, quello degli esordi, dall’altro imprigionandolo nell’attesa di scoprire fin dove riuscirà a spingersi, c’è chi si è affrettato a correggere in Alcatraz. Tennis di massima sicurezza. Che poi è quello che gli consiglia Juan Carlos Ferrero, coach, mentore e fratello maggiore, che fu numero uno nel 2003. «Se non conoscessi bene i suoi genitori, direi che è figlio tuo», disse JCF a Nadal, quando gli portò il bimbetto dodicenne. Alcaraz ama Nadal, ma giura di trarre ispirazione da Federer. «Il mio dritto è quello che più si avvicina al suo», dice Carlitos. E infatti, i suoi colpi non sono “lame rotanti” come quelli di Rafa, né transitano 50 centimetri sopra la rete. La sfiorano piuttosto, proprio come ha sempre fatto Federer. Alcaraz intanto, vince ovunque. Parigi, il mondiale su terra rossa, attende risposte… Se Carlitos dovesse vincerlo, ripeterebbe il percorso di Rafa diciannovenne. Due ‘1000 vinti; quindi la prima affermazione al Roland Garros. Diventato numero sei del mondo, lo spagnolo ha davanti a sé tre sfide. Una con Djokovic, che la vittoria romana ha rilanciato, l’altra con Nadal per il primato spagnolo, l’ultima con Sinner, per il titolo di “più forte” tra i teenagers. Il torneo ha posto i due spagnoli e Djokovic dalla stessa parte. Nole troverà prima Rafa (quarti) poi Alcaraz (semifinale) e sarà come immergersi nel tritatutto. Sinner è dall’altra parte, dove si sta più comodi. Debutterà domani o dopo contro Bjorn Fratangelo, statunitense figlio di italiani. […]

Wimbledon azzerato, il tennis è nel caos (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

Né l’ATP né la WTA e né tantomeno Wimbledon avevano previsto conseguenze come quelle che da ieri si sono innescate all’annuncio da parte dei due sindacati di non assegnare alcun punto valido per i ranking per lo Slam londinese. Ma gli indizi dei giorni scorsi lasciavano presagire una conclusione come quella a cui si è assistito. Così come le note in calce recate nei due comunicati – la decisione dell’ ATP prima, la risposta dell’All England Club – lasciano ora spazio a ulteriori negoziati in cui le parti proveranno a raggiungere una sintesi che al momento sembra ancora lontana. Politica, interessi, soldi, monarchia, tradizione, paure: tutto tranne il tennis. La cui posizione, a ventiquattr’ore dall’annuncio, è tutt’altro che univoca e allineata a quanto deciso dai suoi vertici. Discriminare un atleta in base a una colpa collettiva è un precedente che l’ATP si è premurata di sanzionare onde evitare che altre discriminazioni, un domani, possano minare uno dei suoi principi fondanti. Il problema è che nel tentativo di voler fare giustizia venendo incontro al tennisti russi e bielorussi messi al bando da Wimbledon, la risposta dell’ATP a conti fatti si è rivelata una mossa capace di scontentare un po’ tutti, le cui conseguenze si riverbereranno in un ranking che poco avrà a che fare – al termine dello Slam inglese – con meriti e demeriti maturati sul campo, e che si presenterà molto più simile a una fotografia in cui i vari interpreti si troveranno a scontare fortune, sfortune, colpe e scelte maturate dodici mesi fa. Novak Djokovic, non avrà modo di difendere i 2000 punti conquistati 12 mesi fa a Church Road. Punti che puntualmente gli verranno sottratti al termine del torneo favorendo – indovinate un po’ – quel Daniil Medvedev che potrebbe virtualmente ritrovarsi nuovo leader del ranking. Sottolineava, l’ATP nella sua nota, che l’esclusione di russi e bielorussi andasse a minare l’integrità del sistema di assegnazione dei punti del ranking. La soluzione offerta, nel tentativo di offrire solidarietà a pochi, ha finito invece col far impazzire tutta la maionese alterando equilibri e gerarchie che al 10 luglio non troveranno più alcun riscontro nella classifica. Alcaraz e Sinner, che l’anno scorso offrirono una fugace apparizione a Wimbledon, quest’anno pur non conquistando alcun punto vedranno salvi i rispettivi ranking. Matteo Berrettini, che invece lì colse la prima finale della storia del tennis azzurro, si vedrà privato di ben 1200 punti che finiranno col farlo precipitare nel ranking complicando di molto il suo prosieguo di stagione. […]

Trevisan, colpo a Rabat. Primo torneo in carriera (La Gazzetta dello Sport)

La sognava da una vita, una giornata così, dopo aver sfiorato il baratro ed essere risalita con il coraggio di una leonessa. A Rabat, la fiorentina Martina Trevisan, 28 anni, diventa la 20′ giocatrice italiana a sollevare un trofeo Wta nell’Era Open, regalando al nostro tennis femminile il successo numero 76 sul circuito. E, per una volta, il tempo scorre all’indietro, a quando erano le donne a portare in alto il tricolore: si tratta infatti del primo torneo dell’anno conquistato da un’azzurra, uomini compresi. In finale, la nuova numero 59 del mondo (best ranking da domani) concede appena tre game all’americana Liu. 92 Wta, pure lei all’esordio in una partita per il titolo, imponendosi per 6-2 6-1: una sfida equilibrata fino alla metà del primo set, quando il ritmo imposto da Martina, corroborato da un rovescio lungolinea praticamente imprendibile, diventa insostenibile. La fiorentina abbandonò improvvisamente il tennis nel 2009, travolta dalle aspettative, e conobbe la depressione e l’anoressia. Uscitane con grande forza di volontà, nel febbraio del 2014 annunciò il ritorno, ispirato dagli incoraggiamenti dei bambini che seguivano i suoi corsi di maestra di tennis: «Dedico questa vittoria a papà Claudio, purtroppo questa settimana non ha potuto vedermi ma sarà orgoglioso di me, noi Trevisan siamo una famiglia di guerrieri». Non è mai troppo tardi per volare.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement