Wimbledon: tra tattica ed emotività, cosa devono fare Djokovic e Kyrgios per vincere la finale

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Wimbledon: tra tattica ed emotività, cosa devono fare Djokovic e Kyrgios per vincere la finale

Per l’australiano è facile dire che sarà fondamentale una buona percentuale con la prima palla. Nole, sicuro di poterti permettere un’altra falsa partenza?

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Novak Djokovic – Wimbledon 2022 (foto via Twitter @rolandgarros)
Novak Djokovic – Wimbledon 2022 (foto via Twitter @rolandgarros)
 

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L’ultimo atto di questa edizione di Wimbledon vedrà affrontarsi oggi pomeriggio Novak Djokovic e Nick Kyrgios. Il serbo giocherà la finale numero 32 nei majors (20-11 il suo bilancio) e, qualora dovesse aggiudicarsi il trofeo, non solo diventerebbe solamente il quinto giocatore nell’era Open a vincere un titolo dello slam per quattro volte di fila, ma raggiungerebbe Pete Sampras e William Renshaw come vittorie ai Championships a quota sette.

Si è parlato relativamente poco di questa statistica: il serbo vincendo domani arriverebbe a una sola vittoria di distanza da quel Roger Federer che tanto fu osannato dopo le vittorie del 2012 e del 2017. Insomma Djokovic si ritroverebbe con ottime chances di diventare nei prossimi anni il giocatore con più titoli nella storia di Wimbledon. Dall’altra parte della rete troverà Nick Kyrgios che a ventisette anni giocherà la sua prima finale slam. Negli ultimi giorni si è parlato tanto dell’ottimo torneo giocato dall’australiano. Ma è davvero una sorpresa trovare Kyrgios in finale sui prati di Church Road? I maggiori dubbi su Nick riguardavano la sua tenuta mentale nell’arco di due settimane. Infatti prima di questo torneo aveva raggiunto solamente due quarti di finale in ventotto slam disputati in carriera (Wimbledon 2014 e Australian Open 2015).

Ha più volte affermato di essere una persona e un giocatore completamente diverso rispetto a sei, sette anni fa. Ma anche il tennis in questo periodo è cambiato. Nel 2014 sui prati londinesi si dovette arrendere ai quarti a Milos Raonic e qualora avesse battuto il canadese ci sarebbero stati Federer e Djokovic da sconfiggere. In questa edizione l’australiano ha sconfitto Jubb, Krajinovic, Tsitsipas, Nakashima, Garin prima di approfittare del ritiro di Nadal. Un tabellone tutt’altro che impossibile per l’australiano. Tornando a Djokovic, era il chiaro favorito della parte alta nel tabellone ma ha raggiunto l’ultimo atto senza brillare. A dire il vero dopo l’operazione al gomito del 2018 Djokovic pur vincendo ben otto slam negli ultimi quattro anni è sembrato lontano dal livello del 2011 e 2015. Si ha la sensazione in particolare  che la sua palla sia più lenta di quanto non fosse in passato. Un aspetto interessante riguarda le partenze lente del serbo che si trova ormai spesso a dover recuperare da due parziali di svantaggio. È accaduto negli ultimi due anni con Musetti, Sinner, Tsitsipas, match in cui si è potuto permettere di giocare sottotono per due set senza rischiare mai veramente di perdere la partita. Che questa giovane generazione non lo spaventi abbastanza? Kyrgios è uno di quei pochissimi giocatori contro cui però Djokovic non si può permettere di partire con un deficit di due set. I precedenti vedono in vantaggio Kyrgios per due a zero ma entrambe le partite si sono giocate nella primavera del 2017 ad Acapulco e Indian Wells quando Djokovic stava vivendo uno dei periodi più complicati della sua carriera. Nel prossimo paragrafo cerchiamo di analizzare gli aspetti tattici più interessanti del match partendo dalla prospettiva di Kyrgios e da cosa deve fare per diventare il primo australiano a vincere Wimbledon dai tempi di Lleyton Hewitt nel 2002.

Kyrgios: il servizio è un’arma fondamentale

Il servizio di Kyrgios è semplicemente uno dei migliori del circuito. Fluidità di movimento eccezionale, riesce a raggiungere ottime velocità sia con la prima sia con la seconda commettendo pochissimi doppi falli considerando che spesso la sua seconda viaggia oltre i 180 km orari. Domenica contro Djokovic sarà comunque fondamentale mantenere un’alta percentuale di prime, nel corso del torneo non è mai sceso sotto il 67% di prime palle in campo. Dall’altra parte della rete però c’è uno dei migliori ribattitori di sempre quindi per Nick sarà molto importante essere veloce in uscita dal servizio per provare a comandare il gioco con il dritto. Uno dei giocatori che l’australiano ha sempre sofferto maggiormente in carriera è stato Murray perché lo scozzese grazie alla sua capacità di anticipare la risposta riusciva a neutralizzare immediatamente il colpo più pericoloso di Kyrgios. Murray ai tempi d’oro si faceva perfino preferire rispetto a Djokovic per la capacità di entrare con i piedi dentro in campo in risposta, ma l’elasticità del serbo gli permette di ribattere da qualunque posizione. Anche se siamo sull’erba sarà interessante per Kyrgios cercare di usare talvolta il top spin sul rovescio di Nole per fargli cercare di colpire la palla sopra le spalle dove il serbo si trova meno a suo agio.

La diagonale più favorevole a Djokovic in apparenza è quella del rovescio ma riguardando alcuni highlights della loro sfida di Indian Wells del 2017 è interessante vedere come Kyrgios in quell’occasione abbia spesso cercato di “addormentare” spesso la palla con il rovescio presentando a Djokovic una palla senza peso e piú difficile da spingere. D’altronde le capacità di counterpuncher di Nole le conosciamo tutti. Di conseguenza il punto debole di Kyrgios sulle altre superfici, sull’erba potrebbe diventare una chiave importante grazie anche al movimento breve e secco dell’australiano che permette alla palla di schizzare sui prati. Non dovrà farsi prendere dalla fretta Nick ma qualora dovesse riuscire a cambiare in lungolinea in maniera efficace le sue chance aumenterebbero. Negli slam Nole si sta ancora sognando i lungolinea di rovescio di Wawrinka. Infine Kyrgios non ha uno slice particolarmente efficace ma Djokovic ha dimostrato in passato di soffrire maggiormente questo colpo rispetto a Federer o Nadal.

Djokovic: obiettivo imporre il suo ritmo nel palleggio

Innanzitutto Djokovic dovrà entrare in campo immediatamente centrato perché Kyrgios è un avversario ben più temibile di Sinner e Norrie sui prati. Partendo dal servizio Nole ha perso undici volte la battuta in sei partite, una media di quasi due turni di servizio a match. L’unico match nel quale ha vinto ogni game alla battuta è stato al secondo turno con Kokkinakis.

Sarà importante per Nole variare al servizio. Qualora serva la prima piatta a velocità elevate è meglio cercare il dritto di Kyrgios che, a causa dell’ampio movimento ha meno tempo per rispondere, mentre sul rovescio dell’australiano una prima più lenta in kick potrebbe portare buoni risultati. Durante la finale del Roland Garros del 2021 contro Tsitsipas Nole si è trovato spesso a servire la prima di servizio attorno ai 170 km orari mettendo il greco nella posizione di dover aggredire la palla.  Ma in generale la cosa più importante sarà imporre il proprio ritmo. Così come per Nick sarebbe importante riuscire a cambiare in lungolinea con il rovescio, la stessa cosa vale per Nole con il dritto. La diagonale di destra è quella su cui Kyrgios punterà maggiormente e Nole dovrà puntare proprio sul lungolinea portando Nick sulla difensiva con il rovescio sapendo che non è in grado di colpire in spaccata senza perdere campo  come Nole.

A parte tutti gli aspetti tattici sarà una partita in cui l’aspetto emotivo farà la differenza. Kyrgios per anni si è calato perfettamente nella parte del ribelle che gioca pochi mesi all’anno, non ama particolarmente il tennis ma quando si impegna può battere i migliori o anche solo quei giocatori che a differenza sua si allenano otto ore al giorno mettendo il tennis al primo posto. Era forse un meccanismo di difesa il suo? È più facile non impegnarsi e non mettersi alla prova che trovarsi in finale a Wimbledon e dover dimostrare se effettivamente sei così forte. Appuntamento a oggi, alle ore 14 londinesi.

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