Al Challenger di Verona sono tre gli italiani che accedono ai quarti di finale

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Al Challenger di Verona sono tre gli italiani che accedono ai quarti di finale

Molto bene anche Luciano Darderi in Romania: gli aggiornamenti dal circuito cadetto

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Al Challenger 80 di Verona Francesco Maestrelli conferma il suo straordinario momento di forma e per la seconda volta consecutiva raggiunge i quarti di finale in un torneo Challenger. Il pisano, proveniente dalle qualificazioni, ha vinto due derby al calor bianco, prima con Gianluca Mager e poi con Riccardo Bonadio che sicuramente sperava di festeggiare meglio il suo 29esimo compleanno che cadeva proprio il giorno prima del match. Il friulano è partito benissimo, mettendo in cassaforte il primo set e conquistando due palle break sul 4-4 del secondo. Ma qui Maestrelli ha evidenziato ancora una volta le sue doti di fighter riuscendo a salvarsi con l’aiuto del servizio. Nel tie-break il pisano accusa un altro momento di difficoltà, ma, sotto 2-5, ne esce brillantemente per poi andare a dominare il terzo parziale e a vincere col punteggio di 3-6 7-6(6) 6-2 dopo oltre due ore e mezza di lotta. Nei quarti troverà Flavio Cobolli che è uscito vincitore nell’altro derby con Andrea Pellegrino col punteggio di 7-5 1-6 6-2. Maestrelli cercherà di migliorare il risultato della scorsa settimana a Todi quando, anche a causa di un doppio turno massacrante, si era fermato proprio nei quarti. In ogni caso l’ennesimo nuovo best ranking al n.308 ATP è cosa fatta. Cobolliproverà invece a riprendere la sua scalata ai vertici che, dopo la vittoria di marzo al Challenger di Zara, ha avuto qualche battuta d’arresto. Dopo il match abbiamo sentito Maestrelli. ‘Partita molto complicata perché so che Riccardo, anche se non lo avevo mai affrontato prima, è un giocatore ti fa sudare dal primo all’ultimo punto. I momenti decisivi sono stati evidentemente le due palle break annullate sul 4-4 e il recupero da 2-5 nel tie-break. Poi sto giocando tanto ed è parecchio tempo che sono fuori casa, quindi in certi momenti un po’ di stanchezza si fa sentire. Però è tutta benzina che metto nel serbatoio, tutta esperienza che con le vittorie diventa consapevolezza. Con Flavio l’unico precedente risale ai campionati italiani under 13, quindi direi che non siamo più gli stessi giocatori (ride, ndr).’

Molto bravo anche Marco Cecchinato che supera nell’ordine l’argentino Thiago Agustin Tirante (n.170 ATP) e un RaulBrancaccio (6-3 1-6 6-2) reduce dalla bella vittoria contro il kazako Dmitry Popko. L’incrocio con lo slovacco Filip Horanskyci dirà se il tennista siciliano sta finalmente uscendo dal tunnel di questo suo orribile 2022. Speriamo in ogni caso che non valga la regola del ‘non c’è due senza tre’ perché le due ultime vittime del kazako sono state italiane: Vavassori e Agamenone. In serata si è completato il tabellone con il rampante Mattia Bellucci che ha dato invano l’assalto all’esperto Pedro Cachin, testa di serie n.1 e fresco vincitore del torneo di Todi. Il 6-3 6-4 a favore dell’argentino non è una bocciatura per il 21enne di Busto Arsizio, ma solo un incentivo ad insistere ancor di più, i numeri non gli mancano. 

Luciano Darderi è andato a cercare (e trovare) gloria al Challenger 100 di Iasi (città rumena ai confini con la Moldavia) dove ha esordito battendo il padrone di casa Nicolae Frunza(n.579 ATP), per poi dedicarsi all’ostacolo grosso, il 19enne ceco Dalibor Svrcina (n.172 ATP) che, ormai da un paio d’anni, è atteso al definitivo salto di qualità. Dovrà però rimandare almeno di un’altra settimana perché l’italo-argentino non aveva nessuna intenzione di lasciargli strada. Il punteggio 5-7 7-5 7-6(6) ci racconta bene della battaglia che si è combattuta sul campo centrale di Iasi. Con Luciano che sul 4-4 del secondo set ha annullato una pericolosissima palla break per poi chiudere al primo set point. Nel terzo invece ha sprecato qualcosa quando è andato a battere sul 5-3 senza riuscire a concretizzare due match point per poi annullarne uno nel tie-break decisivo. Ora lo aspetta un altro ceco, quel Jiri Lehecka (n.70 ATP) che, di un solo anno più anziano del connazionale, il salto di qualità lo ha già fatto, eccome. 

 

Meno fortuna ha avuto il sanremese Matteo Arnaldi che è stato fermato all’esordio dallo spagnolo Nikolas Sanchez Izquierdo col punteggio di 6-2 6-3. 

Si giocava anche al Challenger 80 di Amersfoort, cittadina nei pressi di Utrecht (terra battuta) dove Stefano Travaglia (sesta testa di serie) ha confermato che questa non è proprio la sua stagione. L’ha battuto il promettente 18enne francese Arthur Filscon un inequivocabile 6-4 6-2.

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Il Challenger di Vicenza si conclude con la vittoria di Francisco Comesana

Il 22enne argentino, dopo aver battuto in semifinale il nostro Passaro, supera in rimonta lo spagnolo Llamas Ruiz per il 3° titolo stagionale. Gakhov vince a Troisdorf

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Francisco Comesana - Instagram

Perso in semifinale Francesco Passaro, prima testa di serie e ultimo italiano in gara, il Challenger 75 di Vicenza (terra battuta) si è concluso con una finale in tono minore tra lo spagnolo Pablo Llamas Ruiz (n.223 ATP) e l’argentino Francisco Comesana. Ha vinto quest’ultimo, davanti a spalti comunque gremiti, col punteggio di 3-6 6-2 6-2. Per il 22enne con la faccia da bambino è il terzo successo a livello Challenger dopo la straordinaria doppietta (Corrientes e Buenos Aires) dello scorso giugno. Con i 75 punti incamerati in terra veneta Francisco migliora il proprio best alla posizione n.190 ATP. Un solo posto dietro di lui si colloca lo sconfitto di giornata che migliora a sua volta il proprio record. Oltre ad aver migliorato il suo miglior risultato nel circuito Challenger, dove poteva già vantare tre semifinali, a Murcia in aprile e due volte nel 2022 a Maspalomas e Valencia.

Giusto per la cronaca si giocava anche a Troisdorf in Renania-Westfalia (Challenger 75, terra battuta) dove ha vinto il russo Ivan Andreevich Gakhov, battendo in finale il portoghese Frederico Ferreira Silva col punteggio di 6-2 5-7 6-3. Forse vi ricorderete del 26enne moscovita che a Montecarlo superò le qualificazioni e il primo turno per poi arrendersi davanti al suo idolo indiscusso Novak Djokovic. E ricorderete anche come il ragazzo si lamentasse di non avere nemmeno uno sponsor tecnico per l’abbigliamento, tanto che le magliette gliele regalava il suo amico Rublev. Adesso vediamo che gioca griffato, quindi supponiamo che almeno questo problema l’abbia risolto. Intanto mette in bacheca il secondo Challenger in carriera dopo Girona (aprile 2023) e frantuma il proprio best salendo al n.144 ATP.

Il terzo torneo della settimana si giocava sul cemento di Little Rock, in Arkansas, e la finale è stata questione tra due outsider assoluti come l’estone Mark Lajal e il kazako Beibit Zhukayev (n.325 ATP). Ha vinto il 20enne estone, originario di Tallinn, col punteggio di 6-4 7-5. Questo suo primo successo Challenger gli vale ovviamente il nuovo best ranking alla posizione n.229, di gran lunga il miglior giocatore del suo paese, visto che gli unici suoi connazionali in top 1000, Kristjan Tamm e Daniil Glinka sono rispettivamente 631 e 707.

 

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Al Challenger di Vicenza è stata la giornata di Luca Nardi

Il tennista azzurro vince una sfida drammatica contro Dalibor Svrcina davanti a un pubblico numerosissimo ed entusiasta.

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Luca Nardi - Roma 2023 (foto Francesca Micheli, Ubitennis)
Luca Nardi - Roma 2023 (foto Francesca Micheli, Ubitennis)

La partita di Luca Nardi contro il ceco Dalibro Svrcina è stata una sorta di viaggio agli inferi con il tennista pesarese che ha avuto tutto il tempo di scavare dentro di sé alla ricerca dei propri fantasmi che poi è fortunatamente riuscito ad esorcizzare. Conoscete tutti il non ancora 20enne talento marchigiano, con la sua classe cristallina che si manifesta in una facilità di tocco che non ha eguali. La pallina esce dal suo piatto corde con una fluidità che spesso annichilisce l’avversario, purtroppo alternata a momenti di assenza che portano a svarioni inaspettati. E’ stata un po’ la storia del match di secondo turno contro Dalibor Svrcina, di un anno più grande di lui. Quanto a talento e facilità di tocco non è che il ragazzo ceco sia molto da meno, e anche quanto a distrazioni ha dato vita a una bella gara con l’azzurro. Se poi aggiungiamo che entrambi hanno avuto dei grossi problemi fisici con ripetuti interventi del fisioterapista (due volte per Nardi e una per Svrcina) avrete il quadro di come sia stata drammatica la partita che ha visto Nardi partire lento, perdere il primo set e manifestare fastidio alla coscia sinistra già abbondantemente fasciata. E anche la faccia tradiva un certo disagio, almeno fino a quando un ragazzo, che passava in motorino sulla strada adiacente, non urlava a squarciagola “Forza Nardi!!!”, strappandogli un sorriso. Poi, per quei capovolgimenti di fronte che solo il tennis sa offrire, cambiava improvvisamente lo scenario con l’italiano che cominciava a sbagliare molto meno, passando il testimone all’avversario. Il numerosissimo pubblico si rianimava e sospingeva Nardi a vincere un secondo combattutissimo set e un terzo in cui Svrcina aveva ormai alzato bandiera bianca. Così Nardi col punteggio di 3-6 7-6(5) 6-2 poteva alzare le braccia al cielo dopo quasi tre ore di lotta e consegnarsi ai selfie e alla firma degli autografi.

Nei quarti gli toccherà lo spagnolo Pabro Llamas Ruiz (n.22 ATP) che ha eliminato in rimonta uno Stefano Travaglia (4-6 6-1 6-2) troppo impegnato a lamentarsi delle condizioni del campo e a battibeccare con il giudice arbitro per concedere la necessaria concentrazione a un match che si stava complicando. Male anche Franco Agamenone che spreca molto contro l’argentino Roman Andres Burruchagae e finisce per arrendersi 7-6(3) 6-2. A fine partita Franco era piuttosto sconsolato e si lamentava della sua stagione che fin qui gli ha riservato ben poche soddisfazioni. E toccandosi la testa ci diceva che il problema era tutto lì dentro. Come per tutti gli atleti, del resto, sempre alla ricerca di quella convinzione di sé così difficile da trovare e tanto facile da perdere. Adesso si giocherà l’ultima fiche sulla terra del Challenger di Perugia e poi preparerà la stagione sull’erba. Oltre a cercare un nuovo mental coach dopo la separazione da Mirta Iglesias.

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Al Challenger di Skopje è il momento di Valkusz

In un torneo di livello abbastanza modesto, vince l’ungherese Mate Valkusz che rompe così il ghiaccio

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Mate Valkusz vince a Skopje - (foto via Instagram)

Mentre il mondo del tennis si sta apprestando a celebrare il rito del Roland Garros, il circuito Challenger ha lasciato ai suoi migliori protagonisti una settimana off per poter competere nelle qualificazioni dello Slam parigino (a proposito complimenti a Cobolli, Zeppieri e Vavassori che hanno guadagnato un posto nel main draw). Così è rimasto in calendario il solo Challenger 75 di Skopje (Macedonia del Nord, terra battuta) dove le seconde linee hanno sgomitato per conquistarsi un posto al sole. C’è riuscito l’ungherese Mate Valkusz che in finale ha avuto la meglio sull’argentino Francisco Comesana col punteggio di 6-3 6-4, in un match a senso unico che non ha toccato le due ore di gioco. Buon torneo per il quasi 25enne nativo di Budapest che ha un po’ faticato nei primi turni, costretto al terzo sia da Paulson che da Nagal, per poi ingranare le marce alte e volare verso il suo primo successo a livello Challenger. In precedenza era già arrivato due volte in finale, nel 2018 a Cordenons (battuto da Paolo Lorenzi) e un mese fa a Ostrava dove aveva dovuto arrendersi a Zdenek Kolar. Con questo successo Valkusz migliora il proprio best alla posizione n.225 ATP, quarto miglior ungherese in classifica. Comesana ha invece mancato l’appuntamento con la terza vittoria Challenger, dopo le due ottenute nel 2022 (Corrientes e Buenos Aires).

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