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Challenger Ortisei: Nardi, Zeppieri e Cobolli provano a raccogliere il testimone da Seppi. Ai quarti pure Vavassori
A Lima Cecchinato e Agamenone perdono al secondo turno, a Brest si fermano presto Arnaldi e Mager

Al Challenger 80 di Ortisei (cemento indoor), con ben 12 italiani presenti in tabellone, si è celebrato il passo d’addio di Andreas Seppi che a 38 anni ha deciso di appendere la racchetta al chiodo. E l’ha fatto davanti alla sua gente che si è assiepata sugli spalti dell’impianto gardenese per tributargli l’omaggio che la Federazione non è stata in grado di garantirgli con una wild card a Firenze o Napoli. Andreas è uscito di scena in punta di piedi, esattamente nel modo in cui ha condotto la sua esemplare carriera che l’ha visto arrivare fino alla 18esima posizione ATP e scrivere pagine indimenticabili, tutte contrassegnate da grande professionalità e umana simpatia. Il tedesco Yannick Hanfmann (n.154 ATP) l’ha rimontato 5-7 6-3 6-4 per poi unirsi all’ovazione finale per Andreas.
A raccoglierne idealmente il testimone sono stati i giovani Luca Nardi, Giulio Zeppieri e Flavio Cobolli che sono approdati ai quarti senza lasciare per strada un solo set. Adesso per il pesarese c’è lo slovacco Lukas Klein (n.163 ATP), tennista che raramente finisce sotto i riflettori ma che nessuno ha mai piacere d’incontrare. Zeppo se la vedrà con il davisman croato Borna Gojo (n.182 ATP), e sarà un bel banco di prova. Cobolli trova ad aspettarlo il 37enne ceco Lukas Rosol (n.218 ATP) che frugherà in magazzino per vedere se gli è rimasto qualcuno di quei colpi che nel 2014 lo issarono fino al n.26 della classifica mondiale.
A far compagnia ai nostri teenager ci sarà Andrea Vavassori che a 27 anni sta vivendo la miglior stagione della sua carriera e che qui sul veloce indoor va a nozze. All’esordio ha battuto in rimonta il forte magiaro Fabian Marozsan (3-6 6-1 6-3) che si presentava come n.176 ATP e ottava testa di serie del torneo. Più facile il turno successivo contro il malcapitato qualificato austriaco Sandro Kopp che ha sperimentato il gioco spumeggiante dell’azzurro, condito per l’occasione da ben 17 aces.
Un’ultima annotazione per Mattia Bellucci che con le pile scariche, come ci aveva confessato nell’intervista coach Fabio Chiappini, ha provato a lottare con il francese Antoine Escoffier (n.217 ATP), per poi cedere 7-6(3) 6-4.
Al Club Tennis ‘Las Terrazas Miraflores’ di Lima (Challenger 80 terra battuta), stretto tra il mare e i grattacieli, erano due gli italiani in tabellone: Franco Agamenone e Marco Cecchinato, anzi due e mezzo perché non possiamo dimenticare Gianluca Ballotta, 18enne peruviano di chiarissime origini italiane, venete per la precisione. Il ragazzo, che ha doppio passaporto, a noi personalmente non dispiace per niente e con le sue arrotate mancine è già entrato a far parte della squadra peruviana di Davis. Qui si è fermato nelle qualificazioni cui aveva partecipato con wild card. Troppo navigato il 34enne serbo Miljan Zekic (n.230 ATP) che l’ha liquidato 6-3 6-2. Tornando al tabellone principale il Ceck, dopo aver superato Jesper de Jong, viene fermato 2-6 6-4 6-4 dal belgradese Nikola Milojevic continuando nel suo percorso tutto up and down. Franco Agamenone all’esordio ritrova sul proprio cammino l’amico Andrea Collarini che la settimana scorsa in Cile l’aveva costretto ad una miracolosa rimonta. Questa volta la pratica è stata molto più tranquilla come dimostra il punteggio finale di 6-4 6-2. Ma nel turno successivo è costretto a cedere al tedesco Daniel Altmaier (n.106 ATP) col punteggio di 7-5 3-6 6-3, a conferma di un finale di stagione in chiaro calando.
Al Challenger 90 di Brest (Bretagna, cemento indoor) avevamo in tabellone Matteo Arnaldi e Gianluca Mager, una sorta di rappresentativa sanremese. Subito eliminato Mager dal 18enne francese Arthur Fils col punteggio di 6-7(6) 6-4 6-4, si è spinto invece un po’ più avanti il suo giovane concittadino che però ha trovato disco rosso contro il grande veterano Gilles Simon che l’ha fermato con un doppio 6-2, togliendogli così le residue speranze, molto esili in realtà, di qualificarsi per le Next Gen di Milano. Il giovane azzurro dopo la sconfitta nella finale di Saint Tropez, in cui partiva favorito contro Bellucci, sembra aver accusato tutto d’un colpo le fatiche di una stagione molto lunga (79 partite per lui) e comunque ricca di soddisfazioni.
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Il Challenger di Vicenza si conclude con la vittoria di Francisco Comesana
Il 22enne argentino, dopo aver battuto in semifinale il nostro Passaro, supera in rimonta lo spagnolo Llamas Ruiz per il 3° titolo stagionale. Gakhov vince a Troisdorf

Perso in semifinale Francesco Passaro, prima testa di serie e ultimo italiano in gara, il Challenger 75 di Vicenza (terra battuta) si è concluso con una finale in tono minore tra lo spagnolo Pablo Llamas Ruiz (n.223 ATP) e l’argentino Francisco Comesana. Ha vinto quest’ultimo, davanti a spalti comunque gremiti, col punteggio di 3-6 6-2 6-2. Per il 22enne con la faccia da bambino è il terzo successo a livello Challenger dopo la straordinaria doppietta (Corrientes e Buenos Aires) dello scorso giugno. Con i 75 punti incamerati in terra veneta Francisco migliora il proprio best alla posizione n.190 ATP. Un solo posto dietro di lui si colloca lo sconfitto di giornata che migliora a sua volta il proprio record. Oltre ad aver migliorato il suo miglior risultato nel circuito Challenger, dove poteva già vantare tre semifinali, a Murcia in aprile e due volte nel 2022 a Maspalomas e Valencia.
Giusto per la cronaca si giocava anche a Troisdorf in Renania-Westfalia (Challenger 75, terra battuta) dove ha vinto il russo Ivan Andreevich Gakhov, battendo in finale il portoghese Frederico Ferreira Silva col punteggio di 6-2 5-7 6-3. Forse vi ricorderete del 26enne moscovita che a Montecarlo superò le qualificazioni e il primo turno per poi arrendersi davanti al suo idolo indiscusso Novak Djokovic. E ricorderete anche come il ragazzo si lamentasse di non avere nemmeno uno sponsor tecnico per l’abbigliamento, tanto che le magliette gliele regalava il suo amico Rublev. Adesso vediamo che gioca griffato, quindi supponiamo che almeno questo problema l’abbia risolto. Intanto mette in bacheca il secondo Challenger in carriera dopo Girona (aprile 2023) e frantuma il proprio best salendo al n.144 ATP.
Il terzo torneo della settimana si giocava sul cemento di Little Rock, in Arkansas, e la finale è stata questione tra due outsider assoluti come l’estone Mark Lajal e il kazako Beibit Zhukayev (n.325 ATP). Ha vinto il 20enne estone, originario di Tallinn, col punteggio di 6-4 7-5. Questo suo primo successo Challenger gli vale ovviamente il nuovo best ranking alla posizione n.229, di gran lunga il miglior giocatore del suo paese, visto che gli unici suoi connazionali in top 1000, Kristjan Tamm e Daniil Glinka sono rispettivamente 631 e 707.
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Al Challenger di Vicenza è stata la giornata di Luca Nardi
Il tennista azzurro vince una sfida drammatica contro Dalibor Svrcina davanti a un pubblico numerosissimo ed entusiasta.

La partita di Luca Nardi contro il ceco Dalibro Svrcina è stata una sorta di viaggio agli inferi con il tennista pesarese che ha avuto tutto il tempo di scavare dentro di sé alla ricerca dei propri fantasmi che poi è fortunatamente riuscito ad esorcizzare. Conoscete tutti il non ancora 20enne talento marchigiano, con la sua classe cristallina che si manifesta in una facilità di tocco che non ha eguali. La pallina esce dal suo piatto corde con una fluidità che spesso annichilisce l’avversario, purtroppo alternata a momenti di assenza che portano a svarioni inaspettati. E’ stata un po’ la storia del match di secondo turno contro Dalibor Svrcina, di un anno più grande di lui. Quanto a talento e facilità di tocco non è che il ragazzo ceco sia molto da meno, e anche quanto a distrazioni ha dato vita a una bella gara con l’azzurro. Se poi aggiungiamo che entrambi hanno avuto dei grossi problemi fisici con ripetuti interventi del fisioterapista (due volte per Nardi e una per Svrcina) avrete il quadro di come sia stata drammatica la partita che ha visto Nardi partire lento, perdere il primo set e manifestare fastidio alla coscia sinistra già abbondantemente fasciata. E anche la faccia tradiva un certo disagio, almeno fino a quando un ragazzo, che passava in motorino sulla strada adiacente, non urlava a squarciagola “Forza Nardi!!!”, strappandogli un sorriso. Poi, per quei capovolgimenti di fronte che solo il tennis sa offrire, cambiava improvvisamente lo scenario con l’italiano che cominciava a sbagliare molto meno, passando il testimone all’avversario. Il numerosissimo pubblico si rianimava e sospingeva Nardi a vincere un secondo combattutissimo set e un terzo in cui Svrcina aveva ormai alzato bandiera bianca. Così Nardi col punteggio di 3-6 7-6(5) 6-2 poteva alzare le braccia al cielo dopo quasi tre ore di lotta e consegnarsi ai selfie e alla firma degli autografi.
Nei quarti gli toccherà lo spagnolo Pabro Llamas Ruiz (n.22 ATP) che ha eliminato in rimonta uno Stefano Travaglia (4-6 6-1 6-2) troppo impegnato a lamentarsi delle condizioni del campo e a battibeccare con il giudice arbitro per concedere la necessaria concentrazione a un match che si stava complicando. Male anche Franco Agamenone che spreca molto contro l’argentino Roman Andres Burruchagae e finisce per arrendersi 7-6(3) 6-2. A fine partita Franco era piuttosto sconsolato e si lamentava della sua stagione che fin qui gli ha riservato ben poche soddisfazioni. E toccandosi la testa ci diceva che il problema era tutto lì dentro. Come per tutti gli atleti, del resto, sempre alla ricerca di quella convinzione di sé così difficile da trovare e tanto facile da perdere. Adesso si giocherà l’ultima fiche sulla terra del Challenger di Perugia e poi preparerà la stagione sull’erba. Oltre a cercare un nuovo mental coach dopo la separazione da Mirta Iglesias.
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Al Challenger di Skopje è il momento di Valkusz
In un torneo di livello abbastanza modesto, vince l’ungherese Mate Valkusz che rompe così il ghiaccio

Mentre il mondo del tennis si sta apprestando a celebrare il rito del Roland Garros, il circuito Challenger ha lasciato ai suoi migliori protagonisti una settimana off per poter competere nelle qualificazioni dello Slam parigino (a proposito complimenti a Cobolli, Zeppieri e Vavassori che hanno guadagnato un posto nel main draw). Così è rimasto in calendario il solo Challenger 75 di Skopje (Macedonia del Nord, terra battuta) dove le seconde linee hanno sgomitato per conquistarsi un posto al sole. C’è riuscito l’ungherese Mate Valkusz che in finale ha avuto la meglio sull’argentino Francisco Comesana col punteggio di 6-3 6-4, in un match a senso unico che non ha toccato le due ore di gioco. Buon torneo per il quasi 25enne nativo di Budapest che ha un po’ faticato nei primi turni, costretto al terzo sia da Paulson che da Nagal, per poi ingranare le marce alte e volare verso il suo primo successo a livello Challenger. In precedenza era già arrivato due volte in finale, nel 2018 a Cordenons (battuto da Paolo Lorenzi) e un mese fa a Ostrava dove aveva dovuto arrendersi a Zdenek Kolar. Con questo successo Valkusz migliora il proprio best alla posizione n.225 ATP, quarto miglior ungherese in classifica. Comesana ha invece mancato l’appuntamento con la terza vittoria Challenger, dopo le due ottenute nel 2022 (Corrientes e Buenos Aires).