Alcaraz si ferma. Atp Finals addio (Semeraro). Musetti, sì a Milano. Alcaraz si ferma (Giammò). Staffetta del 2003. Alcaraz addio Finals. Rune, finale a Bercy (Crivelli). Torino perde Alcaraz. Parigi si accende con Rune (Strocchi)

Rassegna stampa

Alcaraz si ferma. Atp Finals addio (Semeraro). Musetti, sì a Milano. Alcaraz si ferma (Giammò). Staffetta del 2003. Alcaraz addio Finals. Rune, finale a Bercy (Crivelli). Torino perde Alcaraz. Parigi si accende con Rune (Strocchi)

La rassegna stampa di domenica 6 novembre 2022

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Alcaraz si ferma. Atp Finals addio (Stefano Semeraro, La Stampa)

Il tennis è un valzer crudele che dura tutto l’anno, due o tre settimane di riposo a dicembre poi l’orchestra riattacca, anche i ballerini provetti faticano a tenere il ritmo. Persino i più giovani, come Carlitos Alcaraz, 19 anni e sei mesi, il numero 1 del mondo che a Parigi si è dovuto ritirare in semifinale per un problema agli addominali e ieri ha gettato la spugna: sei settimane di stop, stagione finita. «Sfortunatamente non potrò giocare né le Atp Finals né le Finali di Coppa Davis», ha scritto su Twitter. «È dura dover saltare questi due eventi, così importanti per me. Tutto quello che posso fare è concentrarmi sul recupero». L’infortunio è più grave del previsto, uno strappo alla parete addominale sinistra, i medici dopo la risonanza hanno scosso la testa. La tossicità di un calendario che a novembre, dopo uno sprint di dieci mesi, piazza due appuntamenti clou come Finals e Davis, non è una novità. A parte i guai cronici di Rafa Nadal, quest’anno sul campo ci ha lasciato una caviglia Zverev, e in casa nostra Berrettini, Sinner (e in parte Musetti) hanno fatto avanti e indietro dall’infermeria. Velocità estreme, gesti esasperati e superfici killer come il cemento non aiutano. […] La soluzione è quella che ha in mente il presidente Atp Andrea Gaudenzi: un circuito meno intasato e più tempo per preparatori e fisioterapisti di riparare i guasti di una stagione infinita. L’anno prossimo con i Masters 1000 allungati, forse qualcosa migliorerà. Intanto la musica continua.

Musetti, sì a Milano. Alcaraz si ferma (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

Due dichiarazioni arrivate a poche ore l’una dall’altra. Nella prima tutta la rassegnazione e l’ineluttabilità di chi ha appena ascoltato una sentenza. Nella seconda, l’incertezza di chi era chiamato a fare una scelta nel momento clou della sua stagione. Carlos Alcaraz e Lorenzo Musetti. 19 anni lo spagnolo, 20 l’azzurro. Pochi mesi a dividerli, identica la cornice che li avrebbe visti scendere in campo: le ATP Finals. Entrambi da prime teste di serie: Carlitos a Torino da n.1 del mondo, il carrarese a Milano, secondo tra gli U21 del circuito alle spalle di Holger Rune, finalista oggi a Parigi contro Novak Djokovic. Il murciano invece, costretto al ritiro due giorni fa nel quarto di finale contro Rune, dopo essersi sottoposto agli accertamenti di rito, ha comunicato ieri che il suo 2022 finisce qui: «Dopo il mio ritiro di ieri e dopo esser stato visitato dalla mia equipe medica, purtroppo questo è l’esito dell’infortunio occorsomi: lesione del muscolo obliquo sinistro addominale con tempi di recupero stimati in sei settimane – ha spiegato Alcaraz dai suoi profili social -. Sfortunatamente non potrò giocare le ATP Finals e le Davis Cup Finals. E’ dura, ma tutto quel che posso fare è restare positivo e concentrarmi sul mio recupero». […] I suoi dubbi invece Lorenzo Musetti li aveva affidati alla conferenza stampa seguita alla sua sconfitta parigina contro Novak Djokovic: «Le NextGen Finals al momento sono nel mio programma, ma deciderò nei prossimi giorni. Poche volte ho giocato per 6 settimane consecutive e devo considerare anche la Coppa Davis. Da un lato vorrei giocare, dall’altro ho bisogno di riposo». La riflessione del n. 23 del mondo, per quanto condivisa a caldo dopo una batosta, è lucida. A Milano ha già giocato l’anno scorso, il lungo swing a cui si è sottoposto – al termine di una stagione in cui non sono mancati gli acciacchi – potrebbe esporlo a ricadute rischiose, la condizione dei due singolaristi azzurri (Berrettini e Sinner) di Davis al momento è un’incognita. La notte ha poi portato consiglio, ed è stato ancora via social che è arrivata quella che a tutti gli effetti sembra una conferma sulla sua presenza a Milano: «Troppo Djokovic per me ieri -ha scritto l’azzurro – gran settimana qui a Parigi. Prossima tappa Milano».

Staffetta del 2003. Alcaraz addio Finals. Rune, finale a Bercy (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Quant’è bella giovinezza. Tuttavia, non basta possedere la baldanza e l’energia dei 19 anni per sottrarsi al logorio del tennis moderno. E così, dopo 70 partite di una stagione condotta a mille all’ora fin da gennaio con la clamorosa accelerata di primavera e l’apoteosi del trionfo agli Us Open di settembre che lo ha trasfigurato nel più giovane numero uno di sempre, anche Superman Alcaraz deve arrendersi alle esigenze di un corpo stremato. Ritiratosi venerdì nella semifinale di Bercy contro Rune per un fastidio ai pettorali, ieri Carlitos è tornato a casa e si è sottoposto agli esami del caso. Affidandone poi ai social l’amaro esito: «Dopo il mio ritiro e dopo essere stato valutato dalla mia équipe medica, purtroppo questo è il risultato del mio infortunio: uno strappo obliquo interno della parete addominale sinistra con un tempo di recupero stimato di sei settimane. Sfortunatamente non parteciperò alle Atp Finals e alla finale di Coppa Davis». Un’annata meravigliosa si conclude dunque anzitempo senza concedergli la possibilità di spolverare il fresco blasone in due appuntamenti cui teneva moltissimo (tra l’altro, la Davis si gioca in Spagna e la Roja è già senza Nadal, impegnato in remunerative esibizioni sudamericane) e allungando qualche ombra pure sull’inizio del 2023, perché la preparazione invernale risulterà inevitabilmente condizionata dall’infortunio. L’assenza di Alcaraz infiamma anche la corsa al numero uno di fine anno, anche se il talento murciano è in posizione assolutamente privilegiata per raggiungere pure questo traguardo: con 1000 punti esatti di vantaggio su Nadal e 1490 su Tsitsipas, può essere scavalcato solo se uno dei due avversari conquista le Finals vincendo tutte le partite e incamerando così 1500 punti. Insomma, è assai probabile che il ranking di fine stagione premi per la prima volta un teenager, con l’annata 2003 destinata a marchiare a fuoco il prossimo decennio. Perché a Bercy, al culmine di un mese favoloso, esplode definitivamente la stella di Holger Rune, nato giusto una settimana prima di Alcaraz (il 29 aprile) e a differenza dello spagnolo frequentatore più assiduo del circuito juniores. Per lui si immaginava una crescita più graduale, ma la sua maturazione in questo spicchio finale di 2022 è stata imperiosa: numero 103 a inizio anno, si è già garantito il numero 12 in classifica, e se vincerà il torneo entrerà in top ten. Il danese è alla quarta finale consecutiva dopo Sofia (persa), Stoccolma (vinta) e Basilea (persa), ma la prima in un 1000: «Non sono nato per essere un numero due», gli piace ripetere spesso. Dopo aver sconfitto 4 top ten, oggi ha l’esame più ostico, contro Djokovic, in un’affascinante sfida generazionale. Il Djoker è tornato a predicare tennis, ma il tignoso Holger, poco amato dai colleghi per il carattere fumantino certamente non abbasserà la cresta bionda. Il futuro è già qui.

Torino perde Alcaraz. Parigi si accende con Rune (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Dodici mesi fa alzava il trofeo delle Next Gen Atp Finals a Milano, aprendo le ali per un volo strabiliante che lo ha portato fin sul trono mondiale dopo il trionfo agli Us Open, pero il 2022 di Carlos Alcaraz si chiude nella maniera più amara. L’infortunio accusato venerdì nei quarti del Masters 1000 di Parigi-Bercy costringe infatti il 19enne spagnolo a rinunciare sia alle Nitto Atp Finals di Torino (13-20 novembre) che alla fase finale della Coppa Davis (22-27novembre a Malaga). «Dopo essere stato valutato dalla mia équipe medica, purtroppo questo è il risultato dell’infortunio: uno strappo obliquo interino della parete addominale sinistra con un tempo di recupero stimato di sei settimane – scrive sui social -. Perdere questi due eventi importanti per me è duro e doloroso, ma non resta che essere positivi e concentrarmi sulla mia guarigione».[…] Al posto del fenomeno spagnolo sarà nel capoluogo piemontese lo statunitense Taylor Fritz, 9° nella Race. Nei panni di riserve, invece, il polacco Hubert Hurkacz e il danese Holger Rune, anche prima testa di serie alle Next Gen Finals al via martedì all’Allianz Cloud di Milano, per la prima volta con due azzurri tra migliori otto under 21 del mondo. Non ci sarà un derby tricolore nel girone: il sorteggio ha collocato Lorenzo Musetti a guidare il Gruppo Rosso, dove affronterà il britannico Jack Draper, il cinese di Taipei Chun-Hsin Tseng e lo svizzero Dominic Stricker, mentre Francesco Passaro è finito nel Gruppo Verde, proprio con Rune, lo statunitense Brandon Nakashima e il ceco Jiri Lehecka. Sarà insomma un autunno più caIdo che mai per il lanciatissimo danese, che al Palais Omnisport ha centrato la sua prima finale in un “1000” grazie alla quarta vittoria consecutiva contro un top 10. Dopo Hurkacz, Rublev e Alcaraz, anche Auger Aliassime è caduto sotto i suoi colpi, rimediando appena sei game. Una sfida dominata da Rune, cresciuto in continuità da quando nel suo box siede anche coach Patrick Mouratoglou. Impeccabile al servizio (89% di prime con una resa all’83% nel primo set, 0 palle break concesse nel match), solido e centrato, così da cogliere il 18° successo nelle ultime 20 partite e prendersi una pronta rivincita della finale di Basilea, persa proprio contro il canadese. […] «Rispetto alla settimana scorsa dovevo essere più aggressivo, penso di esserci riuscito», sottolinea il biondino scandinavo, alla quinta finale dell’anno, quarta consecutiva. L’esame di maturità è di quelli tosti perché dall’altra parte della rete trova Novak Djokovic, che dopo aver sbarrato la strada nei quarti a Lorenzo Musetti si è imposto al tie-break conclusivo su Stefanos Tsitsipas. […]

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