Rune astro nascente. Batte Djokovic in finale a 19 anni:"Sogni più grandi" (Crivelli). Rune, un uragano nella Top 10 (Bertellino).

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Rune astro nascente. Batte Djokovic in finale a 19 anni:”Sogni più grandi” (Crivelli). Rune, un uragano nella Top 10 (Bertellino).

La rassegna stampa di lunedì 7 novembre 2022

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Rune astro nascente. Batte Djokovic in finale a 19 anni: “Sogni più grandi” (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport).

Adesso, in Danimarca, gli eroi nazionali di nome Holger sono due: un leggendario generale dell’esercito di Carlo Magno e un ragazzo biondo e sfacciato di appena 19 anni che trionfa al Masters 1000 di Bercy e sottomette Sua Maestà Djokovic. Rune magico: partito dal numero 103 di inizio anno, oggi si ritroverà al numero 10 Atp al culmine di una cavalcata: vittoria a Monaco di Baviera a maggio, quarti al Roland Garros a giugno e soprattutto quattro finali di fila nell’ultimo mese, da Sofia alla Francia passando per Stoccolma (l’latra che ha vinto e Basilea). Nato appena una settimana prima di Alcaraz, si pensava che fosse in ritardo di maturazione rispetto allo spagnolo, e invece la classe 2003 si candida a guidare la rivoluzione abbozzata da questo 2022 in cui, dopo 15 anni, due teenager sono in top ten e Carlitos addirittura al vertice (nel 2007 c’erano Djokovic 6′ e Murray 10°). Fotocopia Per diventare il secondo più giovane vincitore di Bercy dopo il diciottenne Becker nel 1986 e il settimo più giovane ad annettersi un Masters 1000, Holger ci aggiunge il pepe di una settimana favolosa in cui, per la prima volta nell’Era Open (Atp Finals escluse, ma lì ci sono per forza solo i migliori) un giocatore batte cinque avversari tra i primi 10 del mondo (Hurkacz. Rublev, Alcaraz, Auger-Aliassime e appunto Nole). E al primo turno si era liberato di un multiplo vincitore Slam, Wawrinka, annullandogli tre match point. Soprattutto, in un pomeriggio perfetto, batte il Djoker sul suo terreno d’elezione: fisico, testa e carattere. Incredibile. Perso piuttosto nettamente il primo set, il danese si ritrova 0-40 nel primo game del secondo, già a scrutare l’abisso, ma risale fino a conquistare il parziale. Però quando va sotto di un break nel terzo (1-3) il sipario sembra pronto a calare. E invece cresce in aggressività, corre di più e meglio di un Djokovic un po’ sfiatato e, grazie a un paio di regali dell’ex numero uno, sale a servire per il match sul 6-5. Un game epico di 17 minuti, nel quale Rune annulla sei palle break prima di ottenere il primo match point, vanificato da un doppio fallo di tensione. Ma al secondo, un passante di rovescio su un attacco morbido del serbo lo manda in paradiso. Che forza mentale: «È stato il game più stressante della mia vita, il cuore era mescolato al cervello. Credo che l’arma decisiva sia stata il coraggio, perché soprattutto in questo tipo di circostanze, quando si gioca una finale, per me la più importante della mia vita fin qui, si tratta di cercare di essere coraggiosi e allo stesso tempo solidi. Ma ho sogni ancora più grandi, però adesso mi godo questa vittoria da non credere contro l’idolo della mia infanzia».

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A 18 anni, Holger è campione juniores al Roland Garros ed entra di prepotenza nel gotha dei predestinati. Amante del gelato, appassionato dei film di James Bond e con l’hobby della giocoleria che gli serve per migliorare la manualità, nel passaggio al piano superiore si rende conto che non basta avere colpi puliti ma serve soprattutto la testa: cosi, affianca il guru Mouratoglou a coach Christensen e si affida a un mental coach che lavorava come motivatore delle Forze Speciali danesi.

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Rune, un uragano nella top 10 (Roberto Bertellino, Tuttosport)

È il 19enne danese di Copenaghen, Holger Rune, il campione 2022 nel Masters 1000 di Parigi Bercy. Un altro predestinato ha lasciato il segno in quella che possiamo definire la stagione che ha stravolto i valori determinando quello che da alcuni anni si preventivava, ovvero il vero ricambio al vertice del tennis mondiale. II processo è ormai iniziato e non può che definirsi irreversibile, nonostante la tenuta tenace dei due campionissimi Novak Djokovic e Rafael Nadal. Rune ha superato a Parigi proprio il serbo dopo due ore e 33 minuti al secondo match point utile, e con un fantastico rush finale. Dopo aver perso il primo set al nono gioco, nel secondo è salito di tono e ha ripagato con ugual moneta il nobile rivale. Nel terzo (equilibrio è stato massimo fino al 5-5, dopo un break targato Djokovic per il 3-1 e l’immediato contro-break del più giovane. Ancora Rune si è portato avanti 6-5 andando a servire per il match. Un game interminabile con molti cambi di fronte e vantaggi reciproci, nel quale Rune ha annullato sei palle del 6-6. Al termine ha chiuso costingendo Diokovic ad un colpo difficile nei pressi della rete su un passante incrociato di diritto

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Nell’ordine ha piegato sul suolo francese prima Hurkacz (10), poi Rublev (9), quindi Alcaraz (1), ed ancora Auger Aliassime (8) e Djokovic (7) dopo aver annullano in primo turno 3 match point a Wawrinka. Rune sarà anche prima riserva alle Nitto ATP Finals di Torino.

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Logica la sua soddisfazione al termine: «Sei uno dei miei favoriti fin da quando ero ragazzino – ha detto Rune al termine – è stato un onore condividere il campo con te in questa magica partita».

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