Provaci ancora, Jannik! (Azzolini). Volandri: "Punto sul Rosso" (Crivelli). Fine emergenza, Djokovic sarà agli US Open (Giammò)

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Provaci ancora, Jannik! (Azzolini). Volandri: “Punto sul Rosso” (Crivelli). Fine emergenza, Djokovic sarà agli US Open (Giammò)

La rassegna stampa di venerdì 31 marzo 2023

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Provaci ancora, Jannik! (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Non era giornata da esibizioni balistiche, e anche il talento una volta tanto ha potuto permettersi una partecipazione in relax, tra pigri svolazzi qui e là giusto per dare una mano (il talento ha le mani, non lo sapevate?) nei momenti in cui ce n’era bisogno. Non troppi, come si è visto. Già in modalità semifinale, Jannik Sinner a Miami si è affidato al pilota automatico, lasciando volentieri che a fare la differenza fossero altre specialità della casa. Solo alcune, delle molte che Jannik tiene al riparo nella personale dispensa da tennista. Il padre, Chef Johann del rifugio Fondovalle nella val Fiscalina passa per un maestro dei canederli, Jannik sa fare la pizza, così così dicono in giro (anche se lui tende a esaltarla), ma gli ingredienti del tennis sono più numerosi. Se usati tutti assieme, nel modo più sapiente, si ottengono match da ristorante stellato, a volte però ne basta uno – ben scelto – per portare a casa il risultato senza soffrire più che tanto. L’attenzione al match, per esempio. Non è mancata davvero con Ruusuvuori, figurarsi se un tipino listo come Jannik si faceva cogliere con la testa ad altro durante un quarto di finale buono per una nuova semifinale “mille”. Anzi, direi che Sinner l’ha scelto come ingrediente di giornata, disponendolo bene in vista davanti al promettente Emil, compagno di allenamenti, «e persona davvero per bene». Del resto, a certi livelli il messaggio non può tener conto delle amicizie, ma è bene che arrivi chiaro e tondo. Se acceleri, accelero, se cerchi drop, sai che li faccio meglio di te, io oggi mi alleno sul servizio, «vedi tu che puoi fare», è quanto comunicato da Sinner all’avversario. E il servizio è stata l’altra chiave del match. Aria tipica da rifinitura in vista d’impegni ben più consistenti. Utile anche dal lato “mentale”, dato che nei primi game il finlandese ha provato a fare un po’ di resistenza e Sinner non aveva ancora dimenticato il match point che l’anno scorso fu costretto a sfilare al biondo Emil. Ma non c’era alcuna intenzione di rispolverare le incertezze del passato, Jannik ha subito allungato la gittata dei colpi per prendere le distanze, ottenendo presto il break (nel quinto game) che l’ha spinto in fuga. Poi ne ha fatto un altro, stavolta in grazia di uno di quei colpi che il pubblico di Miami attende per far partire i cori di ammirazione. Sul 5-3, 40-30 la risposta di Sinner al servizio del finnico è stata di quelle che si vedono raramente. Una botta al tritolo, incrociata e imprendibile. Gli appassionati più introdotti alle difficoltà tecniche hanno apprezzato vivamente. Sinner è pronto, la conclusione. La semifinale è apparecchiata. Resta da attendere giusto l’altro commensale. Ci si chiede se il pubblico di Miami avrà spinto per Alcaraz, […] o se le preferenze saranno andare a Fritz, americano ma non di casa, anzi, dell’altra sponda, quella del Pacifico. Bella domanda, ma ci si è messa la pioggia, giunta sul 6-3 2-0 per Sinner, che aveva appena posto in saccoccia il terzo break (il primo del secondo set) e il quarto game consecutivo. Giornata di nuvole nere, e due ore di attesa. Il tempo di chiudere la disputa, concedendo a Ruusuvuori appena un game, e di nuovo pioggia, a impedire la disputa del secondo quarto di finale, tra Alcaraz-Fritz, infine rimandato alla notte appena trascorsa e chissà se poi andato in porto, visto che il maltempo ha continuato a imperversare e anche Medvedev e Eubanks sono stati costretti a rientrare negli spogliatoi non appena cominciato il confronto. […]

Volandri: “Punto sul Rosso” (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Non era mai successo che un italiano conquistasse la semifinale in due Masters 1000 consecutivi. Ma per questo Jannik Sinner, che stanotte a Miami affronterà Alcaraz (rivincita di Indian Wells) o Fritz (già battuto in California), il limite può essere solo il cielo. Come sa anche il capitano azzurro Filippo Volandri. Filippo, a che punto siamo della crescita di Sinner? «I suoi risultati di adesso sono l’evoluzione di un lavoro cominciato un anno fa con il cambio di allenatore. Ai tempi, mi aveva detto che non gli importava scendere al numero 20 prima di adattarsi al nuovo corso, era convinto della scelta. I frutti iniziano a vedersi, ma il percorso è ancora lungo».

Confortante: significa che ha ancora margini dl miglioramento.

Ma senza dubbio. Però il suo livello attuale è già molto alto: ha dominato Ruusuvuori giocando una partita “normale” e in generale ha imparato a vincere le partite “sporche”. Si poteva immaginare che dopo la pausa per la pioggia avrebbe potuto smarrire un po’ di concentrazione, e invece ha finito in 20 minuti. Ora è il momento di vincere anche quelle al top, come la semifinale di Miami, ad esempio.

Cosa la sta sorprendendo di più nel cammino di Jannik?

Potrei parlare dei miglioramenti tecnici, ma in realtà ciò che colpisce di più è questa sua continua tensione verso la perfezione: ricerca tutto ciò che lo può rendere un giocatore migliore. Adesso ha uno staff scelto completamente da lui, a cui dare gli indirizzi tecnici e da cui ricevere input. E questo conta molto.

Cos’ha portato in più il supercoach Cahill?

Intanto, non mi piace la parola supercoach, perché sembra rendere tutti gli altri dei “mini coach”. Preferisco consulente o collaboratore. Di certo, Cahill è un grande allenatore, con enorme esperienza, che ha dimostrato di poter accompagnare i giocatori verso l’obiettivo più alto, il numero uno del mondo. La sua presenza dà sicuramente tranquillità al team, perché gli altri sanno quali risultati si possono raggiungere con i suoi consigli, specialmente nella gestione della partita. Ma la crescita tecnica di Jannik è totalmente figlia delle capacità di Simone Vagnozzi. […]

Se dovesse affrontare Alcaraz e perderci di nuovo, si potrebbe parlare di sudditanza verso lo spagnolo?

Nel 2021, quando perse con Nadal a Roma, Jannik era molto deluso: pensava già di essere a quel livello. Ora è molto più consapevole, sono convinto sarebbe una partita molto diversa con Carlos rispetto a Indian Wells. Partendo però da un presupposto: in questo momento Alcaraz è davanti, che non significa sia più forte: semplicemente, ha sviluppato prima le sue enormi qualità. Ma Jannik ha bisogno di giocare tante di queste partite: più ne gioca, più apprende, più impara a vincerle e cosi può porsi l’obiettivo di conquistare i grandi tornei.[…]

Fine emergenza, Djokovic sarà agli US Open (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

Con 68 voti favorevoli e 23 contrari, la scorsa notte il senato degli Stati Uniti ha posto fine allo stato d’emergenza per contrastare la diffusione dell’epidemia da Covid-19 nel paese. La decisione, non votata dal presidente Joe Biden, che aveva comunque annunciato di non pone alcun veto per una misura considerata in linea con quella che è ormai la situazione attuale nel paese, farà sì che Novak Djokovic potrà prendere parte ai prossimi US Open, in programma a New York dal prossimo 28 agosto. Il serbo, in quanto non vaccinato e non residente negli Stati Uniti, non ha potuto partecipare ai due Masters 1000 di Indian Wells e Miami, una decisione su cui lui stesso, in un’intervista rilasciata alla Cnn la scorsa settimana, aveva dichiarato di «non aver alcun rimpianto»; il tutto nonostante gli endorsment ricevuti da diversi colleghi e le richieste ufficiali inoltrate al presidente Biden da due senatori e dal governatore della Florida affinché gli concedesse un’esenzione. […] A pochi giorni dal via della stagione sulla terra battuta, resta invece ancora un rebus la data del rientro in campo di Rafa Nadal, infortunatosi lo scorso gennaio alla gamba sinistra durante gli Australian Open. Due settimane fa era stato il direttore del Masters 1000 di Montecarlo, David Massey ad annunciarne il ritorno nell’evento del Principato. Ma pochi giorni dopo, nel corso di un evento per la premiazione della sua fondazione, il maiorchino rispondendo ai cronisti non ha voluto sciogliere ancora la riserva: «Non so da dove viene l’informazione della mia partecipazione a Montecarlo – ha dichiarato il vincitore di 22 Slam -. Mi piacerebbe confermarla, ma purtroppo non posso. Continuo con il mio percorso di recupero, al momento sono in una fase di aumento del lavoro e non so quando tornerò a giocare. Questa è la verità. Se lo sapessi, lo direi, ma non lo so».

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