Ben Shelton e l'esordio sulla terra rossa: “Sentivo una tensione diversa, ed è quella che mi ha permesso di vincere”

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Ben Shelton e l’esordio sulla terra rossa: “Sentivo una tensione diversa, ed è quella che mi ha permesso di vincere”

Shelton elimina Lestienne e parla della prima vittoria in carriera sulla superficie che meno conosce: la terra battuta

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Ben Shelton - Estoril 2023 (Créditos: Millennium Estoril Open)
 

Il commento di Ubaldo Scanagatta

Ben Shelton è il numero 39 della classifica mondiale, nato ad Atlanta, in Georgia, lo statunitense classe 2002 si appresta a diventare top 10 in un futuro molto vicino. Ma a differenza degli altri noti prodigi del tennis, Ben Shelton non aveva mai giocato un match ufficiale sulla terra rossa prima di questa settimana. Non prima di martedì 4 aprile, quando è sceso in campo all’ Estoril Open, per battere Constant Lestienne con un doppio 7-5.

Dopo aver battuto il francese, le prime parole di Shelton sono state:Sicuramente oggi ero più nervoso del solito perché non ero sicuro di come sarebbero andate le cose. Una tensione diversa che si è rivelata quella giusta per vincere, quella che ci voleva per aiutarmi a focalizzarmi. Mi piace giocare partite dove mi sento più nervoso”.

Shelton aveva già giocato su dei campi in terra naturale denominati “Green Clay” e su quella superficie aveva disputato due tornei ITF nel 2021. Ma la sua esperienza storica su di una superficie simile alla terra battuta finisce qui. Per questo anche le differenze tra i campi in terra naturale e i campi di terra rossa hanno reso la sua esperienza di Estoril ancora più incredibile. “Non è la superficie sulla quale ho giocato di più ma sono riuscito a giocare qualche torneo sui campi in argilla” ha detto Shelton ricordando gli anni prima del college. “Quando sono andato al college era quasi impossibile perché tutti i tornei erano sul cemento”.

Le sue sensazioni sul campo in terra rossa hanno fatto emergere alcune riflessioni: “Credo che la terra battuta sia più soffice del sintetico. La pallina rimbalza meglio. Onestamente mi piacerebbe giocare di più sulla terra rossa. Certo il mio gioco è cambiato molto dall’ultima volta che avevo giocato sul sintetico e questo è stato un fattore determinante. Però fino ad adesso mi sono davvero divertito a giocare su questa superficie. Penso che il gioco sia un po’ più vero”.

Ben Shelton, il 20enne arrivato ai quarti di finale degli Australian Open al suo primo debutto, avrebbe difficilmente potuto deludere le aspettative anche sulla terra rossa. Lui che fino a quest’anno non era mai uscito degli Stati Uniti, e che meno di un anno dopo essere entrato nel circuito, è già diventato un top 40.

Non c’è voluta nessuna preparazione speciale e diversa dalle altre anche per il Portogallo: “Sono arrivato qui, gli stessi giorni prima che sarei arrivato a qualsiasi altro torneo. Stessa preparazione fisica. Forse con il mio coach ci siamo concentrati di più sul piano strategico per capire come avrei giocato su una superficie che non conosco. Credo che il mio servizio sia molto efficace sulla terra rossa, la pallina rimbalza molto bene, e se riesco ad andare a rete subito dopo, sarà ancora meglio per portare a casa più punti”.

Ora lo aspetta un match elettrizzante contro l’ex campione US Open, Dominic Thiem. L’austriaco, ormai precipitato al numero 111 del mondo, può ancora vantare 10 titoli vinti su questa superficie, a differenza del giovane Shelton che giocherà solamente la seconda partita ufficiale in singolo della sua vita.

Non lo sto trovando difficile” ha detto Shelton in previsione del match che lo aspetta. Vedremo allora fin dove riuscirà a spingersi questo ragazzo a cui niente sembra davvero fare più paura.

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