Berrettini: "Mi sono messo nelle mani del mio team. C'è fiducia e ho tanta voglia di giocare"

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Berrettini: “Mi sono messo nelle mani del mio team. C’è fiducia e ho tanta voglia di giocare”

Berrettini soddisfatto dopo la vittoria con Maxime Cressy. Più complicato il prossimo impegno con Francisco Cerundolo: “Sarà una partita tosta, ma sono carico, ho voglia di mettermi in gioco”

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Matteo Berrettini - Montecarlo 2023 (Photo Felice Calabro’)
 

Qual è stata la prima cosa su cui ti sei concentrato in un periodo nel quale hai fatto fatica a ottenere risultati?

Ci sono tante cose, soprattutto quando arrivano tanti dubbi. Alla fine però ho deciso di mettermi ad ascoltare il mio team, perché sono arrivato fino a qui anche grazie a loro e quindi c’è bisogno di fiducia in me stesso e in loro. Quindi ho messo la testa giù e mi sono messo a lavorare, cercando di riprendere fiducia.

Come una partita persa non cambia una stagione, così anche una partita vinta non cambia molto. Ma c’è fiducia, c’è voglia di far bene, i prossimi tornei mi sono mancati molto lo scorso anno, per cui ho tanta voglia di giocare.

Il sole disegnato sulla telecamera, che significato ha?

Il sole ha mille significati. Ma in generale mi piace il sole, mi piace il caldo. Ci sono tante persone, oltre alla mia mamma, che rappresentano il sole per me, e in questo momento c’è bisogno di un po’ di luce perché tendo ad andare nell’oscurità, a diventare troppo negativo, e c’è bisogno di un po’ di luce su quello che sto vivendo.

Ubaldo Scanagatta: Ho visto che tendevi a fare spesso il passante lungolinea di rovescio. Ci sono dei motivi particolari per questa scelta? È perché ti viene più facile oppure dipende anche dall’avversario che hai davanti?

Dipende un po’ dalla situazione in cui mi trovo. In generale se tagli il campo e stai vicino, il passante lungolinea toglie un po’ di tempo all’avversario. Però non era una scelta precisa, di solito vado e vedo come mi sento. In ogni modo credo che lui abbia una buonissima volée di rovescio, di diritto alcune volte l’avevo visto più incerto, ma la scelta è stata più istintiva che altro.

Il tuo prossimo avversario e Francisco Cerundolo, un giocatore che non hai mai affrontato. Cosa fai quando devi giocare con qualcuno contro il quale non hai mai giocato?

Anche contro Cressy non avevo mai giocato. Ci eravamo allenati insieme a Miami, e questo mi ha un po’ aiutato. Ci avevo giocato in doppio con mio fratello a Firenze, mi aspettavo prima e seconda uguale.
Normalmente è Vincenzo [Santopadre] quello che studia un po’ gli avversari, si va a vedere le partite passate, magari riguarderà quella di oggi anche se Norrie è un giocatore diverso da me. Tuttavia io parto sempre da me stesso, dal gioco che voglio fare io, e poi ci sono sempre dei piccoli aggiustamenti che facciamo a seconda dell’avversario. [Cerundolo] è un avversario a cui piace giocare sulla terra, quest’anno sta giocando bene, la palla gli esce bene, non ha grossi buchi, quindi sarà una partita tosta, ma io sono carico, ho voglia di mettermi in gioco.

Oggi è Pasquetta, tempo di resurrezioni,… Che rapporto hai tu con la religione? Visto che hai detto che ogni tanto vai in un posto buio, la religione ha un posto nella tua vita?

L’ha avuto quando ero più piccolo, quando avevo 14-15 anni, ma adesso no. Non sento questa spinta, anche se alcune volte mi piacerebbe essere più devoto, qualche volta mi domando se c’è qualcosa o non c’è qualcosa, ma tendo a non credere.

IL TABELLONE DI MONTECARLO PRESENTATO DA VALMORA

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