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ATP Montecarlo: porterà bene come nel 2019 avere 3 azzurri in ottavi? Sinner, Musetti e Berrettini sognano l’exploit di Fognini
Sinner ha Hurkacz, Musetti ci prova con Djokovic, Berrettini ha Rune. Intanto Matteo non si è rovinato il compleanno: sono 27

Avevamo cinque giocatori azzurri al secondo turno, ce ne siamo persi due, Nardi e Sonego, ma ne abbiamo tre in ottavi come nel 2019, l’anno del trionfo di Fognini. Chissà che non sia di buon auspicio. Gli altri due erano Sonego che raggiunse i quarti e Cecchinato.
Ho temuto il peggio per Berrettini quando Matteo, che pure contro Cerundolo era partito alla grande, 5-0 nel primo set ha finito per perderlo 7-5 mancando anche un setpoint sul 5-3. Avesse perso sarebbe stato un gran brutto compleanno. Invece ha finito per festeggiarlo bene. In modo insolito…ma ha subito osservato: “Beh stavo dominando il n.33 del mondo che aveva vinto facile contro il n.14… poi mi sono complicato un po’ la vita, ma esserne uscito fuori è un bel risultato, davvero importante per la fiducia. Anche se con Rune non sarà certo facile”.
Giocherà ancora l’ultimo match, ancora sul campo dei Principi, mentre Sinner esordisce alle 11 sul campo centrale contro Hurkacz e Musetti affronterà Djokovic dopo Tsitsipas-Jarry “sperando di ripetere uno dei miei match più iconici, quello del Roland Garros due anni fa quando avevo 19 anni ed ero avanti 2 set a zero. Quell’esperienza però mi dovrebbe essere servita: Novak andò in bagno allla fine del secondo set e io persi un po’ dell’adrenalina che avevo. Però il tipo di tennis che avevo giocato lo ricordo bene e cercherò di ripeterlo…”.
Delle due sconfitte una era proprio inevitabile visto che c’era il derby Musetti-Nardi, anche se non era davvero prevedibile che si registrasse a favore del primo fra i quasi coetanei – Musetti è classe 2002, Nardi 2003 (come due più illustri coetanei, Alcaraz e Rune) – il quinto 6-0 6-0 della storia del torneo Open del Principato.
Un risultato che non si registrava più da 26 anni, quando Corretja confezionò il doppio cappotto ai danni del portoghese Nuno Marques (1997). Gli altri tre “cappotti” prima di oggi? Il più “antico” Ilie Nastase al francese George Goven, primo turno 1974. Poi Arthur Ashe al connazionale Dick Dell nel primo turno del 1975 (lo stesso anno in cui Arthur, mai stato “terraiolo”, sarebbe diventato il primo “nero” a trionfare a Wimbledon, in finale su Jimbo Connors). Quindi Guillermo Vilas nel primo turno del 1981 a un Ilie Nastase che, ormai 35enne, non aveva proprio voglia di battersi in questo torneo che lo aveva visto vincitore 3 volte di fila (1971-1972-1973).
Nardi non è mai entrato in partita e l’amico Musetti sul campo lo ha trattato come un avversario qualunque, con la giusta dose di cattiveria. Le chance di fare un game è stata una sola nel primo set, sullo 0-1 e servizio Musetti, e una sola anche nel secondo, sul 4-0 e proprio servizio. Deve essere stata una delusione bruciante per il ragazzo di Pesaro, anche se apparentemente l’ha presa con filosofia: “Nel tennis può capitare”. Ma in realtà a lui non era mai capitato: “Al massimo avevo preso un 6-0,6-1 da ragazzino” ha ricordato con aria mesta.
Resta per lui la soddisfazione di aver “passato” le qualificazioni, battendo Lestienne e Otte, e superato un primo turno con il monegasco Vacherot… che gli è valso 41.700 euro, il premio più grosso della sua giovane carriera. Una carriera che qualche anno fa aveva pensato addirittura di mollare… prima di decidersi, 2 anni fa, a mettersi di buzzo buono e a impegnarsi a fare il serio professionista. Ma la strada per crescere, a quanto si è visto qui, è ancora lunga.
Non mi ero illuso sul conto di Sonego, che pensavo provato dopo le quasi 3 ore di lotta del giorno prima con Humbert. Secondo me, e secondo quel che ci eravamo detti con il suo coach Gipo Arbino, Lorenzo poteva mettere in difficoltà Medvedev imitando – per quanto possibile – la tattica di Alcaraz con una cospicua serie di serve&volley. Ma Lorenzo non se l’è sentita. “Mi entravano troppo poche prime palle…” è stata la giustificazione”. In effetti ha messo meno di una “prima” su due: il 47%.
Poiché contro Medvedev a Miami una simile bassa percentuale aveva impedito anche a Sinner di azzardare la “tattica Alcaraz” – ma Sinner aveva fatto capire che per tentare la discesa a rete dietro al servizio avrebbe dovuto modificarne leggermente l’esecuzione e questa modifica aveva nuociuto alla sua percentuale – ho chiesto a Lorenzo se anche per lui quella modesta percentuale fosse dipesa dalla stessa problematica. Ma lui è stato più che onesto nel negare tale alibi. “No, anzi, di solito quando scendo a rete il servizio mi entra di più… ma oggi non è stato così”.
Non era un handicap che si poteva permettere il torinese – 40 posti indietro in classifica – per battere un Medvedev n.5 ATP che ha vinto 26 degli ultimi 27 match e che magari non gode di grande fama come terraiolo dacché perse 4 volte al primo turno al Roland Garros…come se non avesse poi raggiunto i quarti nel 2021 e gli ottavi nel 2022. Eppure anche qui lo ricordo vittorioso nel 2019 – l’anno in cui trionfò Fognini – su Tsitsipas e Djokovic. Mica Cincirinella!
Lorenzo è andato subito sott’acqua, 3-0, e da lì non è mai davvero riemerso. 6-3,6-2 in un’ora e mezzo scarsa. Con Medvedev che comunque ha detto che proprio la terra rossa non gli piace “Quando finisce la stagione sulla terra battuta sono contento… oggi mi dicono che ho giocato bene, ma io non lo so… mi è solo sembrato di avere sempre il controllo del match, questo sì”. Mentre Sonego gli ha reso omaggio dicendo: “Recupera palle impossibili, trasforma situazioni di difesa e le rovescia a suo favore…”.
Nel 2019 Sonego si era spinto fino ai quarti, questa volta si è fermato prima. Speriamo che a raggiungere i quarti siano almeno due anche quest’anno. Sinner secondo me deve essere considerato favorito contro Hurkacz, più adatto alle superfici veloci, anche se questa terra rossa è piuttosto rapida e quindi il suo servizio resta temibile, come ha detto Sinner. Avrete certo notato che di tutti i tennisti italiani Ubitennis ha pubblicato gli audio e anche che l’Ubitennis su Instagram pubblica pochi minuti dopo la conclusione di un incontro quanto è successo: non mancate di seguirci sul social più “in.
Berrettini dovrebbe avere più chance contro Rune, che però ha giocato piuttosto bene contro un Thiem in ripresa, piuttosto che Musetti contro il mostro sacro Djokovic che resta sempre il favorito n.1 del torneo anche se dice di aver bisogno di almeno 10 giorni sulla terra rossa per raggiungere il suo miglior tennis. Difatti nel 2019 perse da Medvedev, un anno da Vesely e lo scorso anno da Davidovich Fokina…Insomma Musetti ha il diritto di sognare. E noi, fan di Nole a parte, con lui.
Guarda il video del direttore su Instagram:
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Roland Garros, Medvedev dopo l’eliminazione: “Ripenserò a questa partita per molto tempo. Contento sia finita la stagione su terra”
“Ci sono cose di questa superficie che non mi piaceranno mai” – dichiara Daniil Medvedev, già fuori dal Roland Garros. “Però la vittoria a Roma è stata straordinaria”

Daniil Medvedev, suo malgrado, ha regalato la sorpresa fin qui più grande del Roland Garros 2023. La sconfitta con Seyboth Wild, n° 172 ATP, per di più dopo che sembrava che il “mal di terra” gli fosse passato con il titolo romano, ha fatto scalpore tra gli appassionati, e c’era grande attesa per capire quello che avrebbe dichiarato il russo in conferenza stampa a fine match. E, come sempre, il n° 2 del mondo non le ha mandate a dire, soprattutto quando è tornato a parlare del suo rapporto con il rosso, stuzzicato ancora una volta dai giornalisti.
D. Daniil, non deve essere facile per te. Puoi riassumere però il match in poche parole?
DANIIL MEDVEDEV: “Partita difficile, non so cosa dire. Non la guarderò nuovamente in TV ma credo che Seyboth Wild abbia giocato bene, e io non credo di essermi espresso così male. Se continuerà a giocare così, credo possa arrivare entro la fine dell’anno nei primi 30. Spero che anche nei prossimi match disputi partite allo stesso livello, altrimenti ne rimarrei deluso e mi chiederei: perché ha giocato così bene proprio contro di me?”.
D. Sei sembrato infastidito nei confronti del pubblico in qualche momento. Qual era il tuo feeling?
DANIIL MEDVEDEV: “È andata bene. L’unico problema è stato quando ho chiesto alla giude di sedia di controllare una pallina che secondo me era molto vicina alla riga. Stavo discutendo con lei sul rimbalzo della palla e ho detto semplicemente al pubblico di zittirsi, perché non stavo dialogando con loro. Per il resto, nessuna criticità”.
D. È parso che tu abbia faticato ad adattarti al vento. È stato particolarmente difficile per te?
DANIIL MEDVEDEV: “È stato difficile, sì. È strano perché c’è lo stesso vento da 6 giorni a questa parte, cosa che non ho mai visto a Parigi. Ma è parte del gioco, sia quel che sia. Di certo, con queste palline pesanti, adattarsi al vento non è stato semplice. Penso che alcuni giocatori, come il mio rivale odierno, o come Alcaraz, o in parte come Tsitsipas hanno un grande vantaggio, perché possono creare potenza facilmente, cosa che io non posso fare. Il vento è certamente tra i motivi per cui ho perso”.
D. Eri scontento della tua attitudine nella fase finale della partita? Sembrava scuotessi la testa come se non fossi soddisfatto di qualcosa…
DANIIL MEDVEDEV: “Non direi che ci sia stato questo tipo di problema. Possiamo chiamare quel momento ‘me contro me stesso’. Niente a che vedere con l’attitudine. Penso di essermi battuto bene e di essere stato bene in campo fisicamente. Cioè, adesso mi sento un po’ stanco ma quando perdi il tuo corpo crolla più rapidamente verso il basso. Se avessi vinto non sarei così stanco ora. E anche mentalmente ho combattuto parecchio e sicuramente sono molto dispiaciuto per il risultato. Penserò per una settimana a questo match, ma al momento non ricordo di aver fatto nulla di così sbagliato, a parte i doppi falli causati dal vento”.
D. Quando giochi contro qualcuno più in basso di te in classifica, ma che si sta esprimendo splendidamente, pensi che prima o poi il livello si possa bassare oppure no? Ti ha sorpreso il fatto che non sia successo?
DANIIL MEDVEDEV: “Beh, lui è calato solo un set e ne ho approfittato. Ha fatto qualche errore nel tie-break del secondo, ma in generale ribadisco che ha giocato in modo ottimale, forse leggermente aiutato da qualche mio errore. Ha vinto lo US Open Junior, se non sbaglio, quindi sa giocare a tennis. È solo che la sua vita potrebbe essere molto migliore se giocasse sempre così. Più soldi e più sponsor, oltre a titoli importanti. Ma non deve giocare così solo sullo Chatrier, bensì su diversi campi e in diversi contesti. Credo sia capace di farlo, ma vedremo in futuro”.
D. Probabilmente il risultato di oggi mette fine alla tua stagione su terra nel 2023. Come descriveresti il tuo rapporto con la terra battuta fino ad ora?
DANIIL MEDVEDEV: “Non è cambiato il fatto che ogni volta che finisce la stagione su terra sono contento. Sono contento e ancora contento. Non mi importa a che livello del torneo io arrivi, l’importante è che finisca. Sono contento perché c’era vento, il campo era secco, e mi è entrata la terra in bocca già nel terzo gioco. Tutte cose che non mi piacciono. Non so se ad altri piaccia mangiare la terra, averla nelle borse, nelle scarpe, nelle calze. Devi buttare tutto in pattumiera alla fine della stagione. A me questo non piace. Avrò un periodo di stacco e di questo sono felice, perché devo ritrovare buona sensazioni. Un po’ di relax nei prossimi giorni, starò un po’ a Parigi, anche se c’è la terra (sorride, ndr)”.
D. Quanto sei contento di giocare invece sull’erba ora? Cosa ti aspetti dal pubblico per il fatto che lo scorso anno russi e bielorussi sono stati estromessi da Wimbledon e quest’anno riammessi?
DANIIL MEDVEDEV: “Sai, non possiamo controllare queste cose. Se le persone decidono di essere dure, non possiamo farci molto. Se invece saranno carine, meglio. Prima di Wimbledon vorrei andare ad Halle, dove ho giocato bene lo scorso anno, ma poi chiaramente sono entusiasmato dal poter andare a Wimbledon. Non posso dire che ami l’erba, ma sicuramente la preferisco alla terra. Cercherò di fare meglio ai Championships rispetto alle annate passate”.
D. Tornando per un instante alla domanda sul tuo rapporto con la terra rossa, ci hai detto che sei contento sia finita questa stagione, ma hai fatto uno step di apprezzamento in più dopo la vittoria a Roma?
DANIIL MEDVEDEV: “Certo, questo al 100%. E ripeto che nel match di oggi ho giocato bene. Ci ho provato, perlomeno. Ho sentito di aver fatto quello che potevo, semplicemente non sono riuscito a vincere contro un avversario che ha giocato bene. Ma Roma è stata incredibile, perché non avrei mai pensato di vincere nemmeno un torneo su terra, figuriamoci un Masters 1000. L’anno prossimo potrei essere ancora più motivato nel migliorare i successi di quest’anno”.
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Roland Garros: ribaltone Zeppieri! Bublik sconfitto al quinto set
Il romano Giulio Zeppieri vince per la prima volta in un tabellone Slam, venendo dalle qualificazioni. Eliminato al quinto kazako: ora sfida a Ruud

G. Zeppieri [Q] b. A. Bublik 6-0 4-6 4-6 6-3 7-5

Giulio Zeppieri vince il primo match in carriera nel tabellone principale di uno Slam! Alexander Bublik si arrende in cinque set dopo 3 ore e 20 di battaglia: bravissimo il romano a rimanere agganciato al match quando è stato sotto 2 set a 1 e a ribaltare tutto nel quarto e nel quinto set, tornando a giocare un tennis aggressivo e coraggioso. “Zeppo” che non si è fatto condizionare dalla pazzia del suo avversario, ma è rimasto concentrato sul suo tennis: adesso sfida nel secondo turno a Casper Ruud.
Approccio al match decisamente rivedibile da parte di Bublik che quasi prende come uno scherzo il match tra risposte con i piedi vicino alla linea del servizio, palle corte sconclusionate, doppi falli e qualche servizio da sotto. Dal canto suo Zeppieri non si fa distrarre, sul suo servizio non concede praticamente nulla e quando lo scambio si allunga in risposta arriva generalmente un errore da parte del suo avversario. Il primo set scorre via velocissimo con pochissimo spazio di riflessione tra un punto e l’altro e il tennista romano se lo aggiudica per 6-0 in poco meno di 20 minuti.
Il kazako pone un po’ più di attenzione a inizio secondo set, Zeppieri si distrae un attimo e paga subito subendo il break in apertura di parziale con un paio di errori con il dritto. Il giocatore italiano recupera solidità con il servizio e sul 3-2 arriva il contro-break con un bel recupero di rovescio sulla palla corta, un errore di dritto di Bublik e una splendida risposta bassa che non permette al giocatore di origini russe di giocare una demi-volée competitiva. L’azzurro continua a giocare in modo troppo contratto e poco sciolto, cerca di uscire frettolosamente dallo scambio con la palla corta, ma il kazako gioca due punti con grande attenzione e si riprende il break di vantaggio, andando avanti 4-3. Un break che basta al numero 51 del mondo per vincere per 6-4 il secondo set: la smorzata funziona sempre meglio e sorprende sempre più spesso Zeppieri che ha perso sicurezze e tranquillità rispetto alla prima parte di match.
Terzo set che comincia sui binari nell’equilibrio: nessuno dei due prende il sopravvento dopo due set andati via rapidamente. Le prime possibilità ce le ha Zeppieri in risposta nel quarto gioco, andando sullo 0-40 con un doppio fallo e un errore a rete banale di Bublik, ma il kazako serve benissimo per annullare tutte e tre le palle break, compresa una seconda di servizio sulla riga. Il tennista romano commette qualche imperfezione sul 3-3, non viene aiutato dalla prima e concede una palla break, ma Bublik risponde con i piedi dentro al campo e non riesce a far partire lo scambio. Zeppieri incappa in un brutto game sul 4-4: sbaglia un comodo rovescio e una volée di rovescio sopra la rete e concede il break al giocatore di Gatcina che chiude senza problemi con la battuta il set sul 6-4.
Nel terzo gioco del quarto set, Zeppieri si ritrova in una situazione difficile, concedendo una palla break, ma gioca con coraggio, buttandosi avanti sulla prima di servizio e nei successivi due punti si prende rischi che pagano con il pressing di dritto. L’azzurro concede due palle break anche sul 3-3, ma le annulla aggrappandosi ancora al servizio e spingendo con i colpi di inizio gioco, riuscendo a far giocare Bublik in posizioni scomode e con i piedi fuori dal campo. Il ragazzo di Roma, dopo aver scampato il pericolo, ottiene il break che lo porta sul 5-3: una gran risposta e un dritto lungolinea e poi un brutto dritto in chop dell’avversario. Il kazako perde la pazienza, fracassa la racchetta Zeppieri trascina tutto al quinto set tenendo la battuta senza alcun problema a zero.
Anche nel quinto set Zeppieri inizia all’insegna del coraggio: una palla break da affrontare sotto 0-1 e un dritto all’incrocio delle righe dal centro del campo per annullarlo. In questa fase equilibrata della partita è proprio il dritto a dare soddisfazioni al giocatore romano anche in risposta, nel terzo game si ritrova 15-30, ma non riesce ad arrivare a palla break. Bublik ha un’altra palla break sul 2-1, ma ancora l’azzurro spinge con coraggio e spregiudicatezza sin dal primo colpo con il dritto e annulla la seconda chance del 3-1 con un errore di dritto del kazako che gioca con maggiore tensione rispetto agli altri momenti del match. I turni di battuta di servizio vanno via in maniera più rapida. La pressione si fa ancora sentire per il numero 51 del mondo: un errore di rovescio e un doppio fallo sul 5-5 per concedere due palle break all’azzurro che si prende l’occasione di andare a servire per il match con un altro errore dalla parte sinistra dell’istrionico kazako. Zeppo scaglia un ace, arriva benissimo sulla palla corta e Bublik affossa la risposta: l’italiano vince per la prima volta una partita nel tabellone principale di uno Slam.
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Roland Garros: il ritorno di Zverev è vincente, batte Harris in tre set. Avanzano Ruud e Paul
Il tedesco ha la meglio sul sudafricano n. 294 che non riesce a sfruttare le occasioni in due tiebreak. Vittorie anche del numero 4 del mondo e dell’americano, entrambe in 3 set

Non la miglior versione di Alexander Zverev ma è quanto basta per aver la meglio su LLoyd Harris con il punteggio di 7-6(6), 7-6(0), 6-1 in 2ore e 40′. Chissà cosa avrà pensato nel tornare in campo al Roland Garros da dove l’anno scorso uscì maledettamente sulla sedia a rotelle mentre era in lotta con Nadal per un posto in finale. Questo è ovviamente uno Zverev differente, ma vincere aiuta a vincere, anche se i sette doppi falli sono un dato su cui riflettere. Per continuare a essere protagonista nel torneo dovrà trovare più continuità con il servizio. Harris, da n. 294 del ranking, recrimina per le sette palle break non sfruttate che gli avrebbero dato un’altra prospettiva di gara.
IL MATCH – Primo set estremamente equilibrato, nel quale il tedesco va in sofferenza concedendo al suo avversario le uniche palle brek del parziale. Harris non riesce a concretizzare le occasioni avute con Zverev che si aggrappa alla sua prima di servizio ricavando anche 7 aces. Il sudafricano serve il 55% di prime di servizio ma con esse riesce a portare a casa l’88% dei punti. I brividi per Zverev arrivano nell’undicesimo gioco quando deve fronteggiare due palle break non consecutive. L’avversario gli dà una mano, ma riesce comunque a giocarsi le sue carte al tiebreak. Harris scappa via, ma commette un errore di rovescio che rimette in partita il suo avversario. Il tedesco ha due palle set consecutive, ma entrambe sorridono al sudafricano. Si gira 6-6, prima che Zverev cambi marcia e porti a casa il parziale.
Secondo set sulla scia del primo, con il grande rammarico per Harris di non aver sfruttato due setpoint consecutivi nel decimo gioco. Recrimina per un pizzico di sfortuna sul secondo punto set, con il nastro che rimette nello scambio Zverev e lascia di sasso Harris. Il pensiero del sudafricano rimane a quella grande occasione con la testa di serie n. 22 che riesce a recuperare da 40-15 e a portare a casa il break. Poi disfa tutto nel dodicesimo gioco, quando commette due doppi falli che rimettono in pista l’avversario. Grande scuola tedesca nel tiebreak con Zverev che infila un pesante 7-0 che vale il doppio vantaggio nei set conquistati. A cavallo tra la fine del secondo parziale e l’inizio del terzo, un Medical Time Out serve al sudafricano per farsi sciogliere tensione e cancellare un pò di stanchezza. Il problema fisico reale è al polpaccio della gamba sinistra che ne limita i suoi movimenti in campo. Molto più agevole il compito del tedesco nel terzo set: al servizio perde un solo punto nei primi suoi tre turni di battuta. Il break decisivo arriva nel corso del quarto gioco, alla seconda opportunità nel set capitata a Zverev: il sudafricano spara in corridoio un dritto non complicato da mettere in campo. E’ il preludio alla discesa del match, con Harris che ricorre al secondo Medical Time Out della gara, ricorrendo alla fasciatura al polpaccio sinistro. Conquistato il break anche nel sesto gioco, al servizio pasticcia un pò col solito doppio fallo e grazie a una palla corta chissà quanto voluta. La palla break in favore del sudafricano è annullata con la prima di servizio, poi basta un solo matchpoint per tornare ad alzare le braccia al cielo al Roland Garros. Per lui, adesso, la sfida con lo sloveno Alex Molcan che ha battuto in tre set Hugo Gaston, 6-1, 7-6(4), 6-4.