WTA Roma, Swiatek: "L'infortunio alla caviglia nel 2017 pensavo non mi avrebbe più permesso di tornare a giocare"

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WTA Roma, Swiatek: “L’infortunio alla caviglia nel 2017 pensavo non mi avrebbe più permesso di tornare a giocare”

Nel Media Day, la n. 1 Iga Swiatek parla anche dei differenti avvicinamenti al ‘mille’ romano tra il 2023 e il 2022: “Ci sono stati lati negativi anche lo scorso anno, disputare il torneo da campionessa per la prima volta e con una striscia vincente aperta provoca grande pressione”

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Iga Swiatek – WTA Madrid 2023 (foto via Twitter @MutuaMadridOpen)
 

Iga Swiatek, numero uno del ranking WTA e prima forza del tabellone femminile agli Internazionali BNL d’Italia 2023, è chiamata a difendere 2900 punti nelle prossime settimane da qui al Roland Garros per evitare che si possa verificare un cambio al vertice con l’incoronamento di Aryna Sabalenka. La 21enne di Varsavia, bi-campionessa in carica al Foro Italico, è pronta ha lanciare l’ennesimo guanto di sfida alla rivale bielorussa e chissà che il “Mille” romano non ci regali il terzo scontro consecutivo da consumarsi rigorosamente in finale dopo i blockbuster andati in scena a Stoccarda e Madrid con il successo della polacca in Germania subito vendicato dalla nativa di Minsk alla Caja Magica. Nella consueta conferenza stampa pre-torneo, durante il Media Day, la tre volte campionessa Slam ha toccato diverse tematiche: dal processo di miglioramento compiuto sul piano dell’adattamento alle differenti condizioni che il circuito propone di settimana in settimana, passando per le migliorie apportate alla location di Roma e al tema delle similitudini tra i nuovi eventi ‘1000’ da 13 giorni e i Majors, fino ad arrivare al percorso svolto per recuperare dal grave infortunio alla caviglia subito nel 2017 che mise a serio rischio la carriera di Iga, e senza tralasciare l’opposto avvicinamento al torneo romano rispetto al 2022 quando era nel pieno di una striscia vincente che appariva irrefrenabile.

L’esordio di Swiatek, dopo il bye iniziale, è previsto per la giornata di venerdì: di fronte si troverà la vincente di Errani-Pavlyuchenkova.

DI tennisti probabilmente più di molti altri atleti professionisti devono adattarsi costantemente di volta in volta quotidianamente a nuove condizioni di gioco e ambientali. A Roma, sembra siano previste precipitazioni nelle due settimane del torneo. Come si arriva ad imparare e fare proprio il metodo migliore per adattarsi ai continui cambiamenti a cui le giocatrici vengono sottoposte dalle varie tappe del circuito? In passato hai mostrato maggiore resistenza nell’approcciarti a situazioni totalmente da quelle che avevi appena vissuto, e quindi una minore elasticità? Qual è stato il tuo personale percorso come tennista nello sviluppare la capacità di adattamento?

Iga Swiatek: “Da quando ho iniziato a lavorare con Tomasz [Wiktorowski, ndr], è certamente migliorato il mio processo di adattamento ai vari tornei lungo il corso dei 12 mesi della stagione. Mi ha indicato la strada più rapida per rendere semplice il mio approccio ad uno nuovo evento, nei giorni precedenti all’esordio, riuscendo a capire sempre cosa è utile evitare durante il percorso. A Madrid, ad esempio, l’incordatura delle racchette complice le condizioni di altura è stata fondamentale per poter performare nel migliore dei modi. Parlando sempre di questa situazione relativa alla preparazione, ricordo invece che nel 2021 mi ci sono voluti quattro giorni per comprendere che avrei dovuto cambiare il tipo di incordatura per esprimermi come faccio normalmente. Quest’anno mi è bastato un singolo giorno, perché per l’appunto sono migliorata molto da questo punto di vista e non si smette mai di crescere limando questi piccoli dettagli che poi alla lunga fanno la differenza. Però credo che al contrario il passaggio da Madrid a Roma, allo stesso modo di quello che si compie tra Indian Wells a Miami, sia più semplice poiché entrambi i secondi tornei di norma sono più lenti e più umidi, oltre a non presentare l’incognita dell’altitudine. I campi di Roma sono più “normali”, nel senso che si ci è abituati maggiormente perché rappresentano la terra battuta classica. Quindi penso che la pioggia possa essere più un problema in termini logistici, con ritardi sul programma, che un’ effettiva problematica tecnica“.

DHai menzionato delle modifiche che sono state fatte nel passaggio tra un torneo e l’altro. Immagino che ci siano alcune che si possano realmente vedere sul campo, e altre che invece sono più nascoste. Mentre quali sono i cambiamenti che hai riscontato nella location del torneo rispetto alla passata stagione?

Iga Swiatek: “Sono arrivata soltanto da un quindicina di minuti, quindi sostanzialmente ho avuto tempo soltanto per ritirare l’accredito (sorridendo). Se fossi stata sola, penso che mi sarei persa. C’è sicuramente più spazio rispetto alle scorse edizioni. Ho visto che è stata introdotta una seconda palestra, il che penso sia fantastico perché credo che prima ci fosse questa mancanza soprattutto a livello di opportunità di allenamento“.

DQui a Roma hai vinto due titoli meravigliosi, fra l’altro consecutivamente e con pochi game lasciati alle tue avversarie in finale. Cosa puoi fare meglio quest’anno?

Iga Swiatek: “Onestamente penso che l’intero Tour stia sempre più progredendo, migliorandosi continuamente anche da un punto di vista della qualità di gioco di anno in anno. Devi per forza di cose recuperare eventuali ritardi sulla tabella di marcia, e non smettere mai di pensare che qualcosa nel tuo tennis si possa fare meglio. Quindi è sempre dura, ogni volta. È sempre dura. Non è rilevante il punteggio finale delle finali, nel 2022 contro Ons [Jabeur], l’equilibrio è stato persistente per tutta la partita e alla fine il divario è stato minimo. Fu un match durissimo sul piano fisico, ogni punto era una gran lotta. Mentre nel 2021 rischiai seriamente di uscire con Barbora [Krejcikova, ndr] ai quarti. Sicuramente ho bei ricordi di qui, ma non mi aspetto minimamente che questo torneo possa più facile di altri. Sarà difficilissimo come tutti quelli che gioco, anche se l’ho vinto due volte. Vedremo come giocherò e quale sarà il mio livello. Ci sono sempre margini di miglioramento, in particolar modo a livello di continuità all’interno dello stesso incontro e nel prosieguo di un torneo. A volte è necessario non solo vincere, ma giocare partite perfette. Giocare al 100% ti permette di crescere ulteriormente in fiducia e convinzioni nei tuoi mezzi. Poi come sempre avviene nel tennis, il risultato che otterrò dipenderà anche da come giocheranno le mie avversarie“.

DRiflettevo sul fatto che per il Tour WTA, l’unica vera differenza tra i nuovi eventi 1000 da due settimane e gli Slam è rappresentata dal bye al primo turno, poiché in entrambi i casi le partite sono al meglio dei tre set differentemente da quanto avviene nel circuito maschile. Quindi mi chiedevo se fosse cambiato qualcosa durante l’avvicinamento a tornei come Madrid e Roma e se hai riscontrato delle diversità nell’approccio e nel modo con cui affronti i Majors?

Iga Swiatek: “Direi che c’è più di una differenza, non solo quella del bye. In un Grande Slam si avverte un’ atmosfera completamente diversa, si percepisce chiaramente di essere in uno dei quattro appuntamenti del calendario più importanti dell’anno. Anche se l’approccio che io e il mi team cerchiamo di mettere in pratica è lo stesso in ogni torneo, però i tornei del Grande Slam hanno un qualcosa di speciale rispetto al resto del Tour. Dal punto di vista dell’avere una pausa tra un match e l’altro, sono certamente assimilabili. Io sono nella metà del tabellone che inizierà dopo, quindi dovrò comunque giocare due partite in due giorni consecutivi. Perciò sarà più intenso. Comunque sinceramente non vedo così tanti punti di contatto per poter confrontare queste tipologie di torneo. Spazi, ma anche atmosfere, pubblico e strutture completamente diversi“.

DVorrei avere maggiori informazioni sui lunghi infortuni che hai dovuto patire in carriera. Nel 2017 hai saltato otto mesi a causa di un problema alla caviglia. Quali furono i principali ostacoli, le sfide da superare e le motivazioni che ti diedero quella spinta extra, per ritornare a competere ad un livello decisamente più alto rispetto a quello che avevi lasciato nel momento dell’infortunio e con un carico di fiducia maggiore se confrontato con il precedente?

Iga Swiatek: “Fondamentalmente in quel momento della mia vita pensavo che la mia carriera fosse terminata e che il problema avuto alla caviglia non mi avrebbe più permesso di giocare a tennis. Ero ancora in fase adolescenziale, e avevo già dovuto subire un importante intervento chirurgico. Non direi però di essere stata costretta ad affrontare delle sfide diverse dal solito, ma semplicemente i normali problemi che una giocatrice infortunata ha nella sua carriera professionistica. Il grande dubbio fu invece rappresentato dal fatto che non ero certa che se sarei stata in grado di ritornare. Non è ho avuto la certezza fin da subito che sarei diventata una tennista. Sentivo che ogni anno avevo la necessità di dimostrare a me stessa che mi stessi muovendo nella giusta direzione. Non credevo ancora che sarei diventata una professionista fino a quando non ho vinto i primi match a livello WTA. Inoltre. a frenare le mie certezze vi era anche anche la questione economica, se avremmo avuto le possibilità finanziarie di continuare perché è qualcosa che improvvisamente può cambiare il tuo percorso di vita e di atleta. Sono abbastanza felice che io e mio padre ci siamo riusciti, non solo tornando dall’infortunio ma poi non fermandoci lì. Ho trovato infatti le risorse di cui necessitavo per essere in grado di allenarmi e potermi permettere un allenatore. Quindi, sì, una storia diversa da quelle che di solito si ascoltano in Tour, perché quando mi capitò ero molto giovane“.

DQuando sei arrivata qui l’anno scorso, eri nel pieno di una lunga striscia vincente. Quest’anno sei ancora la numero 1, ma ha dovuto fare i conti con alcune grandi tenniste nella prima parte di stagione, rivalità come quelle con Rybakina e Sabalenka. A livello piscologico è meglio il 2022 con più vittorie e successi o quest’anno dove hai dovuto misurarti di più e quindi hai dovuto alzare ulteriormente l’asticella dei tuoi limiti?

Iga Swiatek: “Ci sono vantaggi in ambedue le situazioni, così come gli svantaggi. Anche nella posizione in cui mi sono trovata l’anno scorso c’erano alcuni aspetti negativi, come essere campionessa in carica per la prima volta e dover affrontare la pressione che deriva dalla striscia che mi aveva visto protagonista. Tuttavia, non si possono davvero fare paragoni. Entrambe, però, situazioni che con le loro differenze sono comunque nel complesso positive perché ti permettono di essere in un buon posto e di poter giocare al meglio. Due stagioni fantastiche che non si possono però confrontare“.

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