Sonego formato Banzai (Azzolini). Sonny vince sotto la pioggia e firma: "Grazie Roma" (Giammò). Per Giorgi più conti in sospeso (Ercoli). Alcaraz numero uno anche di umiltà (Crivelli). Alcaraz da leader: "Ora sono un altro" (Martucci)

Rassegna stampa

Sonego formato Banzai (Azzolini). Sonny vince sotto la pioggia e firma: “Grazie Roma” (Giammò). Per Giorgi più conti in sospeso (Ercoli). Alcaraz numero uno anche di umiltà (Crivelli). Alcaraz da leader: “Ora sono un altro” (Martucci)

La rassegna stampa di domenica 14 maggio 2023

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Sonego formato Banzai (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Mai dare per scontato che un giapponese non sappia essere diverso dall’immagine più classica dell’asiatico paziente, rispettoso, oltre modo industrioso, ma sostanzialmente pronto ad accettare le condizioni imposte. In fondo, la scienza del nostro secolo parla di razze come di costrutti sociali, assegnati in base a concetti stabiliti dalla società, e non strettamente genetici. Si metta l’animo in pace dunque chi scopra che sotto il proprio aspetto europeo si annida un carattere da kamikaze, proprio come ha fatto Lorenzo Sonego, ieri, nel prendere atto che sotto le sembianze di Yoshihito Nishioka – giapponese, mancino ventisettenne – si celava uno stizzoso sudamericano disposto a prendersela con il mondo intero per ciò che ritiene essere i suoi diritti. Un sudamericano alla maniera del cileno Marcelo Rios, tanto per gradire, che Yoshihito aveva eletto tra i penati (le divinità) di famiglia, convinto di esserne la moderna trasposizione (non vorrei osare “reincarnazione”, alla quale peraltro crede il 31 per cento dei giapponesi). Così, in un match avviato con la regola del tre – tre game per uno, all’inizio – e poi avviatosi ad assumere forme di confronto a tutto campo, Nishioka si è mostrato tennista capace di annullare qualsiasi gap, a cominciare dai 170 centimetri annunciati dalla sua scheda Atp – ai quali di sicuro ne hanno aggiunti buoni tre o quattro -, cosa che lo rende il giocatore più scavalcabile del mondo. Lo guardi e già scorrono le note su tutti i possibili pallonetti che sarà costretto a subire. Ma non è così che va il tennis, e nemmeno la vita, date retta. Nishioka è industrioso nel suo erigere difese, tanto quanto nel rompere le scatole con le accelerazione improvvise che imprime al proprio tennis, veloce com’è di gamba e di braccio. Ciò nonostante, nessuno se lo sarebbe aspettato del tutto privo di pazienza, come ha mostrato scattando come un aspide verso l’arbitro quando il pubblico l’ha fischiato per aver perso un secondo di troppo nel sistemare una zolla del campo. Cinque minuti buoni di accorate proteste nei quali Nishioka ha cercato di spiegare al giudice allibito quanto fosse ingiusto, iniquo, incomprensibile, crudele, empio, malvagio, perfido, perverso nonché scellerato, prendersela con lui per una cosa del genere, mentre Sonego per lo stesso motivo aveva ricevuto solo applausi. Pretendeva, Yoshihito, una ripartizione più solidale delle quote tifo. Alla fine, Sonego ha trovato i termini per sedare la rissa, riprendendo da capo a colpire con determinazione la palla, proprio come aveva fatto nei primi tre game. Nishioka ha resistito per il possibile, ma si è fatto sorprendere da un break al dodicesimo gioco che ha dato tranquillità al torinese de Roma, e gli ha concesso di guidare anche la seconda frazione, decisa da un nuovo break nell’ottavo game. «Avevo giocato contro di lui nelle qualificazioni di Montecarlo, sapevo bene che mi sarei trovato di fronte un combattente vero. Il numero uno asiatico, tra l’altro…. Ma ho trovato i colpi giusti quando servivano. Penso che incontrerò Tsitsipas. Sarà la prima volta sulla terra rossa». Match sospesi per pioggia, programma riscritto in divenire, incontri oltre modo allungati. Freddo e umido ovunque. Dieci match rimandati a domani. Quello di Sonego, tra i pochi ultimati. Stop invece a Tsitsipas e Borges, con il greco avanti 6-3 4-3 e servizio. Oggi (e in parte domani) una estenuante maratona per recuperare il ritardo, che in un torneo del genere, con i match distanti una giornata l’uno dall’altro, è comunque relativo. In campo Sinner e Fognini. Interessante il match di Fabio con Rune, nella speranza che eventuali risvolti extra tennistici possano essere sedati dal buon senso. Il danese è giä andato oltre promettendo un match selvaggio. Ama circondarsi di casino e si sente un po’ troppo McEnroe nell’arte di sfruttare il pubblico a suo uso e consumo. Potrebbe avere delle brutte sorprese, a Roma, anzi, nella Roma così fogniniana di questi giorni. […]

Sonny vince sotto la pioggia e firma: “Grazie Roma” (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

«Sono contento di come sto giocando e di farlo di fronte a questo pubblico che mi dà la forza su ogni punto, di sicuro ne avrò bisogno anche nel prossimo match». In attesa di conoscere l’esito della partita del greco Tsitsipas, interrotta ieri quando era in vantaggio 6-3, 4-3 e servizio contro il portoghese Borges, procede invece a gonfie vele il torneo di Lorenzo Sonego. A farne le spese è stato il giapponese Nishioka, battuto in due set dal piemontese (7-5, 6-3) al termine di un match giocato in «condizioni difficili, lente, con la pioggia, l’attesa e contro un avversario che sa muoversi molto bene». E che nel corso del primo set ha provato in tutti i modi a portare dalla sua l’inerzia di una partita fin lì equilibrata, con Sonny bravo a portarsi subito sul 3-0 salvo poi farsi rimontare fino al 3-3. Con la pioggia a infastidire le operazioni, il primo set si è poi chiuso in un crescendo di tensione culminata nel corso di un drammatico dodicesimo game, con Nishioka infervoratosi in un lungo battibecco con il giudice di sedia reo, secondo lui, di non riuscire a silenziare un pubblico fin troppo rumoroso e che non si è fatto pregare due volte nell’alzare ulteriormente il livello dei decibel in coincidenza del break costato al giapponese il primo set di lì a pochi istanti. Spezzato l’equilibrio, nel secondo set Sonego si è dimostrato bravo nel contenere subito rabbia di Nishioka, sotto forma di palla break prontamente annullata, e poi nel riuscire a gestire con lucidità i propri turni di battuta, fiducioso che prima o poi si sarebbe riproposta l’occasione giusta per lanciare un nuovo assalto. Arrivato infine nell’ottavo game, quello che gli ha consentito di issarsi sul 5-3 portandolo poi alla battuta per il match, scortato da un pubblico tanto bagnato quanto incontenibile. «Ogni anno qui è speciale – dichiarerà poi Sonny in conferenza stampa – ci tengo a far bene di fronte al pubblico di case. Adesso voglio godermi una partita alla volta». […]

Per Giorgi più conti in sospeso (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)

«Ho viaggiato tanto ma Roma, insieme a Parigi, è la città più bella del mondo. Un giorno vorrei venire a viverci». Alla fine ci è cascata anche Camila Giorgi, per la prima volta in carriera al terzo turno degli Internazionali BNL d’Italia. La tennista di Macerata ha già vissuto nella Ville Lumière, mentre per il momento è rimandato l’approdo nella capitale: «L’altro giorno ho girato la città in monopattino ed è stato molto pericoloso (ride). Mi vorrei trasferire davvero. Ora o a fine carriera? Adesso è impossibile, sono sempre via». Dopo la prova di solidità mentale nella rimonta del primo turno contro Arantxa Rus (4-6 6-2 6-3), nella giornata di venerdì Giorgi ha sfruttato il tifo del Pietrangeli per domare la quindicesima testa di serie Ekaterina Alexandrova con lo score di 6-4 6-2. Già in principio Camila era molto contenta di poter giocare tra i marmi e le statue dell’iconico stadio ed è stata brava a sfruttare la scia di entusiasmo del pubblico, infiammato dalla precedente vittoria di Fognini. «Avevo battuto Ekaterina ben due volte, ma l’anno scorso a San Pietroburgo ci avevo perso. Sono stata molto contenta della mia partita, soprattutto perché prima di venire a Roma non mi sono allenata molto per colpa di un infortunio al ginocchio, problema che mi trascinavo dalla trasferta di Billie Jean King Cup in Slovacchia ed è poi tornato a Madrid». Prima di approdare in Italia infatti l’azzurra si era ritirata della sfida d’esordio nel torneo madrileno contro Mayar Sherg abbandonando prima dell’inizio del terzo set. I miglioramenti intravisti in Spagna sono tornati utili per sfatare la maledizione del Foro Italico, che all’ottava partecipazione vista finalmente vincere due partite consecutive. Guardando la carriera di Camila si trattava più di un mancato feeling con la terra, che con Roma stessa: «Per tanto tempo non mi è piaciuta come superficie. Secondo mio papà, per quelle che sono le mie caratteristiche fisiche ho sempre avuto le carte in regola per giocarci bene. Io però non mi muovevo molto bene e il gioco lo ritenevo molto lento. Adesso invece mi sto togliendo delle soddisfazioni». L’esame odierno non sarà dei più semplici, per un posto negli ottavi di finale sarà infatti sfida contro Karolina Muchova. […] Fautrice di un tennis ricco di variazioni slice, palle corte e discese a rete, Muchova è agli antipodi di Giorgi come giocatrice. Il confronto di stili sarà un motivo in più per seguire il confronto con il fiato sospeso. […]

Alcaraz numero uno anche di umiltà (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Il Grande Inverno che avvolge il sabato romano per un paio di game congela i muscoli da Superman di Alcaraz. Cosi, il vecchio bucaniere Ramos Vinolas, già finalista a Montecarlo nel 2017, gli strappa subito il servizio, prima che Carlitos scaldi il motore e pur senza squilli si prenda comodamente la partita dell’esordio assoluto agli Internazionali. Non aveva mai giocato a Roma, il giovane prodigio di Murcia, e non appena ha messo piede in campo ha ottenuto la certezza dl tornare al numero uno del mondo: anche con i 10 punti della sconfitta, Infatti, avrebbe superato Djokovic, che non aggiungerà fieno in cascina dovendo difendere il titolo di un anno fa. Di conseguenza, lo spagnolo sarà la prima testa di serie al Roland Garros. Non gli era mai successo, in uno Slam: «Tornare in vetta è qualcosa di geniale, e guardare tutti dall’alto in uno Slam mi sembra quasi folle, e certamente inaspettato se ripenso a quando ho cominciato a giocare. Però in realtà essere n.1 o n.2 cambia poco, devo solo pensare di rimanere concentrato sul mio gioco e sulle mie qualità». Al Foro, tra l’altro, Alcaraz e il Djoker sono al via dello stesso torneo per la prima volta in stagione e Novak, con un gesto di nobile cavalleria, gli ha già concesso l’onore del piccolo trionfo: «Questo è un torneo lungo, con tanti grandi giocatori, quello fra me e Carlos sarà un duello che si deciderà alla distanza. A ogni modo merita il primo posto in classifica che si prenderà la prossima settimana, sta giocando un tennis impressionante, è il giocatore da battere su questa superficie, sempre che Nadal non giochi il Roland Garros». Complimenti prontamente ricambiati: «Essere di nuovo in un torneo con Djokovic è ottimo: spero di affrontarlo in finale. È sempre un bene quando ci sono i più forti giocatori del mondo. Da appassionato di tennis, anch’io desidero vedere sempre tutti i più forti, anche perché questo mi dà la possibilità di imparare. C’è sempre qualcosa da imparare, da chiunque». Buona la prima Intanto, le cifre stagionali sul rosso raccontano che il nuovo re ha fin qui compilato un record di 20 vittorie e una sconfitta (la finale di febbraio a Rio contro Norrie) e nella primavera europea è imbattuto da 12 incontri dopo i successi di Barcellona e Madrid e il primo turno di ieri: «Naturalmente per vincere quei titoli ho dovuto spendere tante energie, ma ho avuto tempo a sufficienza per riposare. Sono arrivato in Italia preparato e determinato per fare il massimo, con tanta voglia di giocare». E da attore consumato, malgrado i vent’anni appena compiuti, per ingraziarsi il pubblico che ha sfidato il gelo pur di applaudirlo scriverà «Forza Roma» sulla telecamera a fine match. Piccole malizie di un ragazzo che ha già conquistato tutti, appassionati di tennis e avversari, perché non manca mai di dispensare sorrisi e di professare umiltà : «Mi piacerebbe visitare un po’ la città, ma per adesso non ho avuto tempo. La prima partita di un torneo così importante è sempre complicata perché ti devi adattare ai nuovi dettagli, e questa lo è stata ancora di più per i ritardi dovuti alla pioggia, è sempre difficile concentrarsi quando non conosci l’orario di ingresso in campo. Ho provato a non pensarci guardando in tv le prove del Moto Gp e facendo un po’ di stretching». […]

Alcaraz da leader: “Ora sono un altro” (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

Brutte notizie dall’Extraterrestre Nadal: senza più partite dagli Australian Open di fine gennaio, Rafa si è bloccato di colpo in allenamento a Maiorca, complicando ulteriormente la partecipazione fra 16 giorni a Parigi. Belle notizie dal suo erede spagnolo: anche solo scendendo in campo a Roma, Carlos Alcaraz avrebbe ripreso per la terza volta a Novak Djokovic il numero 1 del mondo ma ha comunque superato in due set il nono connazionale di fila, Ramos Vinolas. Sulla terra del Foro Italico appesantita dalla pioggia che cade insistente da primo mattino a sera, l’allievo dell’altro ex numero 1 di Spagna, Juan Carlos Ferrero non è esaltante: parte lento, concede subito un break, sbaglia tanto, non incide, spesso è in debito d’ossigeno, perde troppi scambi lunghi, ma poi con due-tre colpetti di acceleratore qua e là si aggiudica comunque il primo match di sempre agli Internazionali sfruttando il vantaggio di 70 posti in classifica e di 15 anni col mancino catalano. Poi scrive “Forza Roma” sulla telecamera in campo: «Avevo un amico (Gonzalo Villar) che giocava lì e ho visto qualche match della squadra». Spiega: «E’ stata dura perché volevo tanto giocare la partita, ma ho dovuto aspettare molto per la pioggia, senza sapere se avrei giocato o no. Così sono rimasto calmo e tranquillo a guardare il Moto GP». E già rilancia: «Da quando a settembre sono diventato per la prima volta numero 1 sono cresciuto tanto, in un anno appena, ho più esperienza, ho giocato grandi partite, leggo meglio le partite e sono anche maturato. Direi che sono totalmente un altro giocatore e quest’anno per me è tutto diverso». Sotto la pioggia davvero battente delle 20, Lorenzo Sonego piega di forza, di nervi, col 77% di punti con la prima di servizio, facendo lui la partita (21 vincenti-19 errori gratuiti) l’ostico, velocissimo, mancino giapponese Yoshihito Nishioka e scarica l’adrenalina con un urlo liberatorio anche per essersi evitato un delicatissimo stop e una ancora più delicata ripresa. «Condizioni difficili, avversario solido ed aggressivo, era difficile fargli il punto, sono molto contento». […] A 10 giorni dai 36 anni, chissà come si sarà svegliato Fognini e quanto assorbirà le tossine delle battaglie con Murray e Kecmanovic, così da diminuire sull’amata terra rossa il baratro in classifica (130 contro 7) che ha con Holger Rune. L’anno scorso a Montreal contro il fenomenale danese s’era buttato a rete 30 volte per togliergli il tempo, aveva perso, ma ha lasciato il segno nel 20enne che duella in precocità col mostruoso Alcaraz e punta dichiaratamente al vertice: «Fabio avrà un grande pubblico, la partita sarà selvaggia ma anche divertente. Queste situazioni portano il tennis ad un altro livello e penso sia fantastico. Non vedo l’ora di affrontarlo». […]

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