SuperSonego!(Crivelli). Meraviglia Sonego. "Il mio miracolo"(Giammò). La legge di Musetti. "Parigi oltre il buio"(Ercoli). Sonego da impazzire. "La vittoria più bella"(Azzolini). Il Roland Garros degli italiani. Sonego e Musetti agli ottavi (Martucci)

Rassegna stampa

SuperSonego!(Crivelli). Meraviglia Sonego. “Il mio miracolo”(Giammò). La legge di Musetti. “Parigi oltre il buio”(Ercoli). Sonego da impazzire. “La vittoria più bella”(Azzolini). Il Roland Garros degli italiani. Sonego e Musetti agli ottavi (Martucci)

La rassegna stampa del 3 giugno 2023

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SuperSonego! (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Magnifici, i Lorenzi. Con orgoglio, coraggio e talento, Sonego e Musetti volano insieme agli ottavi, uno maneggiando la clava e l’altro toccando di fino con il fioretto, contro due avversari che stanno davanti in classifica; anzi, la vittima di Sonny, Rublev, fresco principe di Montecarlo, è addirittura numero 7. L’Italia così ritrova il sorriso dopo i dolori del giovane Sinner, e non festeggia una tripletta di prestigio nella seconda settimana solo perché Fognini, alla distanza, cede soprattutto di fisico alla vivacità dell’austriaco Ofner. Ma se per Fabio è stata davvero l’ultima recita al Roland Garros, gli applausi con cui il pubblico lo accompagna verso l’uscita di scena sono il saluto più bello a un campione vero. L’ombra e la luce Anche nello sport, ci sono certezze inscalfibili: ad esempio, che Io spirito guerriero di Sonego non dorme mai. In quanti, sotto di due set e con il secondo perso 6-0 senza toccare palla, avrebbero ritrovato l’orizzonte tecnico e mentale per rimettersi in carreggiata contro un avversario di grande qualità come il russo? Cuore Toro: senza il consueto punch nel dritto, con il servizio che non incide e l’incapacità di togliere Rublev dalla sua comfort zone da cui può martellare con i colpi a rimbalzo, Sonny sembra offrire il petto a un destino da sconfitto. Ma il giocatore che esce dalla lunga pausa negli spogliatoi dopo i primi due parziali ha ritrovatogli occhi della tigre e dall’angolo se ne accorge anche coach Arbino: «Si è proprio visto il cambio di sguardo, di atteggiamento del corpo, dalla frustrazione piano piano è diventato un leone, quello che è lui di natura. Mi è piaciuto tantissimo perché è il sintomo di una grande maturità e consapevolezza». […] Una rimonta favolosa, la prima in carriera da due set sotto, che gli vale il sesto successo contro un top ten (il secondo con Rublev, già battuto a Roma nel 2021) e l’approdo agli ottavi come tre anni fa: «Le esperienze fatte in questi anni negli Slam mi hanno aiutato, soprattutto le partite persemi consentono di affrontare le difficoltà in un altro modo. Lottare e crederci sempre: nonostante il 6-0 non era facile ma sono riuscito a tomare in campo con la giusta determinazione. Sono contento di come gestisco queste difficoltà, del resto ml sentivo molto vicino a lui e questo mi ha trasmesso una grande fiducia. Sapevo che sarebbe bastato poco per ribaltarla». La miglior partita in carriera nel contesto più quaiificato e la conferma che il campo come ring è il luogo ideale per Sonego: «Sono nato così, mi piace la lotta. Essere in quelle situazioni mi esalta. Tirarmi fuori dalle situazioni complicate mi trasmette grande energia e grande voglia». Domani lo attende un altro russo, li bombardiere Khachanov, ma più delle qualità di gioco conterà lo stato d’animo, così diverso da quello ombroso mostrato da Sinner: «Godersela è un vantaggio , ma ogni partita ti mette di fronte a pressioni e situazioni diverse. Sorridere durante un match è molto più complicato, ma io ci sto riuscendo». La lezione Vera felicità è pure il tennis sublime di Musetti, che impartisce una lezione al numero 13 del mondo Norrie: lo insidia sul rovescio bimane, prende campo con i colpi a rimbalzo grazie a una condizione atletica sfavillante, dipinge palle corte da favola, è solido anche al servizio. Il miglior Lollo quando conta di più: «Ho passato un inizio d’anno difficile, è vero, ma ho avuto la forza di uscirne perché ho lavorato molto su me stesso. Qui al Roland Garros, per il momento, ho giocato le due più belle partite della stagione, ed essere arrivato alla seconda settimana era il primo obiettivo». Ci era riuscito anche nel 2021, quando si ritrovò sopra di due set con Djokovic prima di lasciarsi travolgere dai pensieri di un’impresa così a portata di mano e allora più vicina al sogno che alla realtà. Adesso gli toccherà un altro numero uno, Alcaraz. L’esame più arduo. Ma questo Musetti all’università del tennis ci sta comodissimo.

Meraviglia Sonego. “Il mio miracolo” (Roland Giammò, Il Corriere dello Sport)

“E’ un miracolo. Ho giocato il mio miglior tennis, era dura dopo essermi trovato in svantaggio 2-0 dopo un’ora di gioco ma è stata una rimonta incredibile». No, non è un miracolo quello compiuto ieri da Lorenzo Sonego, vittorioso in rimonta dopo cinque set e quasi quattro ore di gioco contro il russo n.7 del mondo Andrey Rublev, il cui titolo vinto lo scorso aprile a Montecarlo si credeva potesse averne rotto indugi e timidezze che sin li ne avevano invece rallentato l’ascesa. “Già un miracolo perché sono nato così – ha ancora aggiunto l’azzurro – mi pace la lotta, mi pace trovarmi in quelle situazioni: e maggiori sono le difficoltà, più trovo l’energia per stare in campo». E di energia dev’essergliene servita molta, specialmente dopo aver incassato nel secondo parziale un 6-0 che pareva annunciarne l’imminente disfatta. Più che dall’atmosfera avvertita in campo, «Era incredibile – ha poi riflettuto Sonny – ad aiutarlo nell’impresa hanno contribuito però esperienza e sensazioni del momento». Autore di una carriera sin qui sviluppatasi lontano dalle luci delle prime file e al riparo da ingombranti aspettative, l’allievo di coach Gipo Arbino negli anni è riuscito a irrobustire ancor di più un carattere già di per sé incline alla lotta e alla vis pugnandi. […] Non è la prima impresa della sua camera, né la prima vittoria contro un top10. E non spaventi quel parziale severo così simile a una sentenza. Per scoraggiare Sonego ci vuole ben altro: «Era già successo che qualcuno riuscisse a vincere un match dopo aver preso un 6-0 -ha poi aggiunto – ho sempre creduto di potercela fare, ho giocato più aggressivo, ho cercato di fare del mio meglio al servizio e cercare di più la rete giocando ogni punto con lo stesso atteggiamento». La ricompensa alla fine è stata riuscire a far breccia nel gioco altrui, installare nella fiducia fin lì costruitasi da Rublev quel virus d’incertezza che avrebbe potuto mandarne in tilt convinzioni e sicurezza: «Sapevo che bastava poco per ribaltarla, mi sentivo vicino a lui e sentivo che potevo breakkarlo», ha confidato ancora il virtuale n.39 del mondo davanti ai microfoni, riavvolgendo íl nastro di un incontro che nel tie-break del 4° set ha vissuto il suo momento topico fino a diventare nel 5° un corpo a corpo intriso d’emozioni, frustrazioni e coraggio. Annullate le due ultime palle break a metà parziale (saranno 5 su 11 alla fine del match), Sonego ha atteso l’ultimo turno di battuta di Rublev per sottrargliela e presentarsi costìal servizio per chiudere il match alla prima occasione utile. «Io cerco di godermi ogni partita ma non è facile, le pressioni sono ogni volta diverse, a volte non trovi soluzioni nonostante ce la metti tutta perché è una giornata storta, ma è più facile dirlo dopo: quando ci sei dentro è difficile trovare il sorriso, non te lo puoi imporre». Meglio allora concentrarsi su Karen Khachanov, suo avversario agli ottavi. È da lì che passa ora il suo prossimo sorriso.

La legge di Musetti. “Parigi oltre il buio” (Lorenzo Ercoli, Il Corriere dello Sport)

Non è la classifica, ma sono le caratteristiche dell’avversario a fare la differenza. Nel tennis è una nozione non scritta, quando si parla di Lorenzo Musetti è legge. Non sorprende il 6-16-2 6-4 con cui il carrarese ha liquidato il numero 13 del mondo Cameron Norrie nel terzo turno del Roland Garros. Il successo di Barcellona, maturato poche settimane fa, è stato confermato con una partita a tratti identica. […] A questa ricetta perfetta si sono aggiunti i 49 errori gratuiti di un Norrie particolarmente falloso. Musetti ha dominato per più di due set e nel terzo, quando dall’altra parte della rete è arrivato un colpo di reni, è stata capace di aggiudicarsi i game in lotta per non complicarsi la giornata. «La partita di secondo turno con Shevchenko e questa contro Norrie sono le più iconiche della mia stagione su terra – afferma soddisfatto Musetti, che a Parigi non ha ancora lasciato un set per strada – Queste vittorie sono la conferma del buon periodo che sto vivendo e del fatto che sto trovando più continuità». Dopo un inizio di anno complicato, in cui non ha sfruttato a pieno la quasi assenza di punti da difendere, Musetti è ripartito dal rosso dando un buon segnale in vista di una seconda parte di stagione intensa: «Un periodo buio lo hanno passato tutti nella vita, il problema è uscirne. Chi ha la volontà di sudare e lavorare può farcela, soprattutto se si tratta di un giovane come me che vuole imparare». L’ottavo di finale contro Carlos Alcaraz arriva forse nel momento migliore quanto in quello peggiore, considerando che lo stato di forma del numero due d’Italia gli consentirebbe di partire favorito con tanti dei protagonisti ancora in corsa. Dopo aver perso un set per strada contro Taro Daniel, il numero 1 del mondo ha macinato tennis in un perentorio 6-1 6-4 6-2 contra Denis Shapovalov. Il precedente più fresco e datato Amburgo 2022, vinto 6-4 6-7 6-4 da Musetti, ed è il bollino di garanzia che per caratteristiche può esserci partita. SALUTI. In una giornata da due successi, la truppa azzurra ha purtroppo perso per strada Fabio Fognini. L’occasione contro Sebastian Ofner era grande, troppo per non provarci. «Dopo il match di secondo turno mi sono stirato un pettorale. Ho deciso di giocare perché un’occasione cosi non mi sarebbe più capitata, che questo sia l’ultimo o il penultimo Roland Garros». Ha raccontato il taggiasco al termine del match perso in 3 ore e 57 minuti con il punteggio di 5-7 6-3 7-5 1-6 6-4. Le prestazione di Roma e Parigi hanno fatto rivedere il vero Fognini e questo, unito alla necessità di riprendere quota in classifica, non fa che aumentare la delusione dello sconfitto: «I treni passano e non tornano indietro. Senza togliere nulla all’avversario ho perso una grande occasione. Sarò sbruffone ma per come stavo giocando difficilmente avrei perso questa partita». Già assodata la rinuncia all’erba, Fabio dovrebbe tornare in campo nel Challenger di Perugia, anche se a caldo ha prevalso lo sconforto: «Sono stufo di farmi male e non lo accetto più. Dire che non ho più voglia suona brutto anche perché mi sono rimesso in sesto, ma a fine anno mi guarderò allo specchio e deciderò davanti una birra».

Sonego da impazzire. “La vittoria più bella” (Daniele Azzolini, Tuttosport)

[…] Nato cazzuto. Naturalmente cazzuto. Un ragazzo di animo gentile, un filo introverso, ma amichevole e di buonissima educazione. Tutto meno che un prepotente. E guardate, uno del genere, che muraglia cinese ha tirato su in corso d’opera, quando il match pendeva ormai dalla parte di Rublev e le uniche speranze erano legate a un imprevisto ribaltone. Che c’è stato, alla fine, ma non per consunzione dell’avversario, o per decisione di chissà quale divinità del tennis attardatasi, in quel momento, dalle parti del Suzanne Lenglen. Semplicemente, Lorenzo ha cambiato modo di stare in campo, qualcosa gli è scattato dentro. Sorprendente Sonny, davvero. A ogni incontro mostra qualcosa di sé, e su di essa costruisce propositi di riscossa, perfeziona tempi e momenti del sorpasso, resiste finché gli avversari non trovano più motivi per darci dentro. Ieri l’ho visto riemergere da un match quasi perso diventando d’un tratto insuperabile, capace di respingere tutto neanche fosse fatto di caucciù, e di puntellare il suo inatteso ritorno in partita con perle di vivacissima luce. Era sotto 5-7 0-6, ma dal terzo set si è disposto in modalità guerriera e addio Rublev. Sonego ha prima smantellato ogni possibile reazione del russo, poi ha preso il sopravvento. «Sul 5-6 del quarto, nel game che valeva l’accesso al tie break, ho vissuto momenti infernali perché un errore, in quel momento, avrebbe sacrificato la possibilità di giocarsi tutto in volata, al quinto set. Ma nel tie break mi sono tranquillizzato, il mio tennis continuava a funzionare e Rublev, ci posso credere, sembrava un po’ scosso. Superato quel momento, mi sono convinto che l’incontro poteva finire nelle mie mani». Così è stato, con un break che lo ha spinto sul 5-3 ed è valso la vittoria. «Forse la più difficile, nella mia carriera. Giunta nella giornata in cui credo di aver giocato il mio tennis migliore. È un bel momento, mi sento bene in ciò che faccio, riesco a cambiare, a modulare il mio tennis con facilità. Tutto va per il verso giusto, senza affanni». Gli ottavi di uno Slam, è la terza volta per Sonego. La seconda a Parigi, che lo vide al quarto turno anche nel 2020, poi – memorabile – un ottavo a Wimbledon 2021 contro Federei; ormai a un passo dal suo ultimo match. Russo anche il prossimo avversario, Karen Khachanov, che viene da due semifinali Slam consecutive, agli US Open dell’anno scorso e agli Open d’Australia di quest’anno. Tre precedenti contro il russo con il nome al femminile (Karen sostiene che nelle zone della Russia da curi vengono i suoi genitori è prassi normale), ma datate agli anni pre-Covid. Ne emerge però un pareggio sulla terra rossa, con un successo per Sonny a Montecarlo seguito da una sconfitta a Roma. Un grande ammiratore di Marat Safin, Khachanov, l’ex numero uno che in questi giorni sta allenando a Montecarlo Matteo Berrettini, che è l’amico tennista più grande di Sonego. Tutto torna. Anche in campo musicale, dove l’ultimo singolo di Sonego ha avuto su Spotify oltre un milione di ascolti. «Stiamo lavorando sul terzo disco, forse sarà pronto per questa estate», butta ll Sonny. Speravo che la cazzutaggine di Sonego facesse da guida a Fognini, ammesso che ne avesse bisogno, e poco c’è mancato che i match ripresi da una posizione di svantaggio diventassero due. Fabio è andato sotto 2-1 ed è riemerso portando il match con l’austriaco Offner al quinto, lì si è trovato 2-5 ed è risalito fino al 4-5, ma non è bastato. Chiude a un passo dagli ottavi, ma è stato un buon Roland Garros anche per lui.

Il Roland Garros degli italiani. Sonego e Musetti agli ottavi (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

Guardi Lorenzo Sonego che rimonta bum bum Andrey Rublev 6-7 0-6 6-3 7-5 6-3 in 4 ore e tre quarti con una partita tatticamente perfetta contro il numero 6 del mondo e si qualifica agli ottavi del Roland Garros contro l’altro russo, Karen Khachanov (11), e sei felice come il bimbetto coi riccioli che, toccandosi la testa con l’indice, lo incita continuamente: “Testa!”. Lo ascolti mentre racconta cos’ha pensato quand’ha servito per il match: «Ero contento. Che bello essere su questo campo, dare il massimo e giocare la migliore partita dell’anno, ottenendo la più difficile vittoria di sempre, non avevo rimontato da due set a zero sotto». […] Come ci incitava il maestro, da bambini, come rispondono spesso i campioni quando gli chiedi il segreto: “Divertiti!”. Ma quando ti giochi la partita, quando cominci a pensare, come fai a sorridere? Jannik Sinner ha spiegato che contro Altmaier ha mancato le occasioni proprio perché non era felice: era preoccupato, teso, schiacciato dall’impegno e dalle aspettative da predestinato e salvatore della patria, ad appena 21 anni. Lorenzo Sonego che di aspettative ne aveva ben poche quando si è presentato da mastro Gipo Arbino, alto e allampanato, forte di cuore, cervello e piedi veloci, oggi, che di anni ne ha 28, si gode la sua fortuna da 48 della classifica. «Forse è stato un miracolo: ho dato il massimo al servizio, ho cercato di stare più avanti in campo e di essere aggressivo su ogni punto, già 3 anni fa ero arrivato al quarto turno ma ho evoluto il mio gioco anche a rete e ora sono al massimo. Ringrazio il pubblico che mi ha sempre incoraggiato». Un esempio, in tutto. “MUSO” TROVA ALCARAZ Sull’onda della prestazione mostre contro Schevchenko, Lorenzo Musetti brilla anche contro Cameron Norrie fino al 6-1 6-2 3-1. Ma appena ricade nel vizietto, smorza l’attitudine aggressiva e fa uno-due passi all’indietro, ridà coraggio al più esperto avversario, il 27enne britannico 13 del mondo che il carrarino dal braccio d’oro aveva appena battuto a Montecarlo. Raggiunto sul 3-3, minacciato di un secondo break, pressato per la prima volta, Muso s’irrigidisce, commette i primi doppi falli, e si fa attaccare. Si salva grazie al servizio e ai tremori dell’avversario. E, col 6-4 finale, si qualifica agli ottavi dove troverà il numero 1 Alcaraz, che ha battuto Shapovalov in tre set. «Ho giocato molto molto bene, non potrei essere più felice e fiero del mio team di essere nella seconda settimana». FABIO NON CE LA FA Purtroppo il fisico (una condizione imperfetta e un problema ai pettorali giovedì accusato in doppio), non certo il suo magico tennis che a tratti regala gemme uniche, stoppano Fabio Fognini a un passo dalla seconda settimana, a 36 anni. Il ligure si arrende per 5-7 6-3 7-5 1-6 6-4 dopo quasi 4 ore contro il qualificato austriaco Sebastian Ofner, promosso dalle qualificazioni e dal purgatorio Challenger. Oggi nel terzo turno Elisabetta Cocciaretto (n. 44) sfida Bernarda Pera (36), partendo da 2-1 nei precedenti per l’americana. 

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