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Holger Rune nell’Olimpo del tennis: “Alcaraz? Difficile da battere, ma tutti perdono prima o poi”
“Se non si ha passione è meglio cambiare” spiega il ventenne danese n.6 del mondo. “Djokovic? Abbiamo stili simili ma personalità diverse”
Ossessione batte talento: sulle tracce di Holger Rune. A Roma vince su Novak Djokovic, ma si arrende in finale a un Daniil Medvedev di troppo. Sulla terra parigina si ferma ai quarti dove a incastrarlo è Caper Ruud. Ma la tenacia non manca al danese n.6 del ranking mondiale, che racconta a El Pais di avere sin dal circuito junior un riferimento preciso: Carlos Alcaraz. Nati a sei giorni di distanza, i due si conoscono da quando avevano dieci anni. L’uno col fuoco (ancora) più dentro che fuori, l’altro viceversa – a voi l’intuizione –, ma col medesimo obiettivo: la vittoria. Di seguito, un estratto dell’intervista rilasciata per la rubrica Icon dal nuovo (non ce ne voglia Amleto) principe di Danimarca.
D. Trasmetti tranquillità, ma in campo è diverso. Vero?
Rune: “Quello che voglio è essere felice e godermi la vita. Amo il mio lavoro: quando gareggio do il massimo e mi preoccupo per tutto quello che faccio, ma quando esco dal campo sono un ragazzo molto passionale”.
D. Trovi difficile gestire le emozioni?
Rune: “Ovviamente è difficile, ma lo è anche giocare bene ed essere fisicamente in forma. Giocare a questo livello è difficile, ma se vuoi essere lassù devi affrontare tutto. Non devi pensare se sia difficile o no: devi scavare in profondità e trovare un modo per vincere, fare tutto il possibile. Questo è il mio modo di vederla”.
D. Quanto ti costa digerire una sconfitta?
Rune: “Quando perdo, è finita. Non posso tornare indietro e cambiare le cose, quindi ovviamente sono deluso. Ma preferisco concentrarmi sul presente e guardare solo avanti”.
D. Se Alcaraz è il mago e Sinner il robot, imperturbabile, tu chi sei?
Rune: “Pensare alla prossima generazione è eccitante. Penso che sia interessante avere profili e stili diversi come i nostri. Noi tre condividiamo la passione per quello che facciamo. Vedremo cosa ci riserva il futuro. Alla domanda rispondo: uno molto appassionato, soprattutto appassionato”.
D. E da dove viene questa passione?
Rune: “Quando ero piccolo, mia madre (Aneke, ndr) mi diceva di mettere passione in qualunque cosa scegliessi di fare. Se non si ha passione, è meglio cambiare”.
D. Tendi a identificarti con Novak Djokovic, per gioco e atteggiamento in campo.
Rune: “Siamo certamente simili in alcuni aspetti del gioco, ma abbiamo personalità completamente diverse. Lui è serbo, io danese. Non siamo uguali. E poi tra me e lui ci sono ancora titoli importanti”.
D. Per chiudere, che mi dici del tuo amico Alcaraz?
Rune: “La rivalità giovanile con Carlos è stata grande, abbiamo giocato ottime partite. Andiamo d’accordo e ci sfidiamo spingendoci oltre i nostri limiti. È fantastico, perché ci divertiamo. Anche lui è uno di quelli che lottano fino alla fine, questo rende tutto più eccitante”.
D. Quello che sta facendo è incredibile. Come puoi fermarlo?
Rune: “Ha già perso alcune partite quest’anno, quindi è possibile batterlo. Chiaramente sarà dura. In questo momento Carlos è uno dei giocatori più difficili da battere. Ma, insisto, tutti perderanno un giorno, quindi…”
D. Come ti immagini tra un decennio?
Rune: “Si spera con un mucchio di grandi Slam”.