[4] E. Alexandrova b. [1] V. Kudermetova 4-6 6-4 7-6(3)
Il bis è servito. Ekaterina Alexandrova conquista per il secondo anno consecutivo il Libema Open, torneo WTA 250 di casa a ‘s-Hertogenbosch, sconfiggendo in una finale interminabile la connazionale n° 14 al mondo Veronika Kudermetova, che non ha saputo portare fino in fondo un vantaggio di un set e di un break prima di farsi rimontare e soccombere al tie-break decisivo. 4-6 6-4 7-6 recita il punteggio finale in 2 ore e 56 minuti, in un match che è iniziato con un’ora e mezza di ritardo per pioggia e che poi è stato interrotto per ben due volte per la medesima ragione, raggiungendo una durata complessiva di circa 4 ore. Per Alexandrova, che aveva già sconfitto Kudermetova lo scorso anno in semifinale in terra neerlandese ben più nettamente per 6-3 6-1, si tratta del quarto titolo in carriera in singolare a livello WTA (il primo a Shenzhen nel 2020) e da lunedì sarà nuovamente a ridosso delle prime 20 (n° 22), a sei posizioni di distanza dal suo best ranking di n° 16. Kudermetova perde invece per la prima volta in stagione una partita in cui si era trovata avanti di un set.
Primo set: la pioggia spezza in due il parziale ma non cancella le certezze di Kudermetova
All’ingresso in campo, giunto con quasi un’ora e mezza di ritardo causa pioggia, Kudermetova non è convinta che si possa incominciare il match dato il terreno ancora lievemente umido, ma per la giudice di sedia, dopo una perlustrazione, il campo è agibile e si parte. La qualità mostrata dalle due giocatrici nei primi games è piuttosto alta, soprattutto in risposta. Al termine di due turni di battuta tenuti agevolmente da entrambe, tre break consecutivi conducono la testa di serie n° 1 sul 3-2, grazie soprattutto alle sue ribattute insidiose nei piedi o direttamente vincenti. Non è quasi mai Alexandrova a far muovere per prima la sua avversaria e dunque a condurre le operazioni in spinta, e questo è per lei motivo di ulteriore difficoltà.
La più in alto in classifica tra le due sovietiche conferma così l’allungo sul 4-2 con un gioco al servizio incamerato a -0, ma nel settimo game – sullo score di 30-15 in favore di Aleksandrova – la pioggia, già artefice del ritardo iniziale dell’incontro di quasi un’ora e mezza, torna a fare capolino e costringe le tenniste a rientrare negli spogliatoi e a una rapida copertura del manto verde. Si riprende a giocare dopo una cinquantina di minuti, Alexandrova annulla una palla del 2-5 (sarebbe stato doppio break) per avvicinarsi invece sul 3-4, ma la connazionale è infallibile al servizio – per esempio con un prezioso ace da destra sul 4-3, 30-30 e un altro sul 5-4, 15-15 – e fa suo il parziale per 6-4, peraltro dopo aver già avuto un set point sul 5-3 con la rivale alla battuta. Dato importante, Kudermetova ha vinto ben 12 punti su 14 (86%) quando ha potuto disputare lo scambio sulla sua solida prima.
Secondo set: Kudermetova va avanti di un break ma si fa rimontare. 6-4 Alexandrova, la finale si decide al terzo
Non sembra cambiare granché a inizio secondo parziale. Alexandrova rischia di andare subito nuovamente sotto di un break nel game d’apertura e, pur salvandosi nella circostanza, capitolerà appena qualche minuto dopo nel quinto gioco, a causa di due brutti errori di dritto abbinati alla bravura di Kudermetova, ancora con una risposta vincente per il punto dello 0-40. Veronika sembra ormai lanciata verso la conquista del suo secondo titolo WTA (il primo a Charleston nel 2021), anche perché in stagione non ha mai perso quando si è trovata in vantaggio di un set (19 su 19) e perché non aveva mai abbandonato più di una volta la battuta in nessuna delle partite disputate in settimana. Ma il tennis, si sa, non dà certezze, ed è ciò che capita anche in questa occasione.
La trionfatrice di ‘s-Hertogenbosch nel 2022 alza infatti improvvisamente il livello, vince uno dei games più lottati della partita (14 punti) – recuperando contemporaneamente il break di ritardo (3 pari) – e si salva anche sullo score di 4-4, cancellando due palle per un nuovo break che avrebbe condotto la rivale al servizio per il titolo. Sul 5-4 per Alexandrova, ecco che si riaffaccia la pioggia, questa volta per una pausa più breve – di circa 15 minuti – che però è sufficiente per far perdere il ritmo a Kudermetova, chiamata alla ripartenza a servire per restare nel parziale in un momento topico e dunque comprensibilmente alquanto contratta. Condizioni complesse che portano la n° 14 della classifica mondiale a regalare di fatto il set alla contendente, chiudendo con un dritto incrociato a metà rete. La finale si risolverà al parziale decisivo.
Terzo set: il tie-break è il corretto esito di una finale senza una vera padrona. Alexandrova è di nuovo campionessa
Se i due precedenti parziali avevano visto le due russe concedere qualcosa al servizio (tre break per parte), il terzo pare essere indirizzato sui binari della linearità e del rispetto dei turni di battuta. È chiaro che ormai il match è destinato a decidersi su pochi scambi, e chi sarà più precisa negli istanti che contano veramente potrà alzare la coppa. Alexandrova, con le spalle al muro quando era in svantaggio di un set e di un break, è quella che ora ha più occasioni di conquistare un game in risposta, specie quando nel terzo gioco le capita una palla break sul 30-40, ma è una chance mancata e Kudermetova tira un sospiro di sollievo. Sarà l’unico momento di crisi per la tennista in battuta fino al 5-4 in favore della detentrice del titolo.
Da quel momento, le occasioni fioccano. Alexandrova non capitalizzerà addirittura tre match point, di cui uno sul 5-4 e due sul 6-5. E se sul primo e sul secondo la n° 4 del seeding ha poco da recriminare per le due buone prime di servizio dell’avversaria, il rovescio lungolinea sbagliato sul terzo è invece una sua responsabilità, nonché un gratuito pesante come pochi altri. Kudermetova, dal canto suo, dopo essersi salvata ed essersi issata sul 5-5, avrebbe invece mancato una palla per andare a servire per l’incontro con una risposta lunga di rovescio. Risultato? Un tie-break decisivo quantomai giusto a conclusione di una finale molto equilibrata, senza una vera dominatrice. E a dominare nel momento decisivo è Hawk-Eye, che aiuta e non poco Alexandrova sia sul 2-2, quando un suo dritto che sembrava uscito era invece finito sull’ultimo millimetro di riga, sia sul 5-3, con il suo slice esterno che diventa ace dando un bacino a un centimetro di riga. È dunque bis in Olanda per Ekaterina, che ringrazia l’avversaria per il successivo rovescio in rete e si accovaccia con le mani al volto sopo l’ultimo punto, al settimo cielo per la vittoria.