Filippo Volandri: “Pazienza e pressioni non eccessive, così i nostri ragazzi vinceranno i tornei più importanti”

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Filippo Volandri: “Pazienza e pressioni non eccessive, così i nostri ragazzi vinceranno i tornei più importanti”

“Il Sistema-Italia è invidiato ovunque all’estero. Jannik è un perfezionista, per Matteo serve tempo ma tornerà” così il capitano dell’Italia di Coppa Davis

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Photo by Silvestre Szpylma / Quality Sport Images / Kosmos Tennis)
 

Sulla Gazzetta dello Sport di martedì 4 luglio troviamo un’intervista a Filippo Volandri, capitano non giocatore della nazionale italiana di Coppa Davis. Il quarantaduenne ex numero 25 del mondo pensa alla Coppa Davis a settembre, riflette sul momento delicato di Matteo Berrettini e in generale sugli altri azzurri. E parla con orgoglio di un “Sistema-Italia” molto invidiato all’estero.

Sul finalista di Wimbledon 2021 Volandri sa che la situazione non si può risolvere immediatamente, ma confida nelle capacità e nella resilienza del tennista romano: “Mi aspetto che Matteo (Berrettini) vada in campo, che si alleni, che passi le sue giornate con l’obiettivo di tornare al 100% ed è quello che sta facendo. Vedo quanto si sta impegnando ma sappiamo tutti che serve tempo”.

Sugli altri tennisti nostrani di vertice il tecnico livornese invita a seguire le loro gesta senza porre troppe pressioni sulle loro spalle. È importante lasciare loro il tempo di crescere e di abituarsi ai grandi appuntamenti. “Dobbiamo” – dice Volandri – “essere bravi a vedere il bicchiere mezzo pieno, invece di vederlo quasi sempre mezzo vuoto (…) È bene che arrivino il più lontano possibile negli Slam così si abituano a quelle partite. Vincere sarà lo step successivo.” Facendo riferimento alla scelta di Wimbledon di porre Sinner tra i simboli della nuova generazione, Volandri elogia l’altoatesino: “lui sa di lavorare per questo. Jannik ha le spalle larghe, ogni tanto si scontra con le aspettative che sono sempre molto alte. È un perfezionista e quando non riesce ad essere perfetto ne subisce un po’ le conseguenze. Ma è questione di tempo”.

Per quanto riguarda la Coppa Davis, “Filo” non può quindi non guardare con ottimismo ai prossimi impegni a settembre, dal 12 al 17 a Bologna contro Canada Svezia e Cile. “Stiamo bene e a settembre arriveremo ancora meglio. L’unica incognita è lo US Open: speriamo che i ragazzi vadano il più lontano possibile, anche se vorrà dire che avremo decisamente meno tempo per preparare le sfide”.

Da ultimo il momento d’oro del tennis italiano. Per Volandri i motivi di questo ritorno in grande stile del Made in Italy sui court di tutto il mondo sono diversi ma tutti riconducibili a due fattori: talento e organizzazione. “Prima di tutto la qualità dei ragazzi” – sostiene il c.t. – “Perché senza quella non vai da nessuna parte. Poi c’è un sistema che funziona con una Federazione che investe e lo fa anche nel settore giovanile. Un sistema di wild card che accelera molto il processo di crescita e il nostro rapporto con gli allenatori che è cambiato totalmente rispetto al passato. C’è comunione di intenti”.

Ovviamente se si parla di qualità non si può non menzionare la parte tecnica: “Sì, senza nasconderci dietro un dito ci fanno i complimenti da tutto il mondo, si chiedono come sia strutturato il sistema italiano e come abbia fatto in così pochi anni ad avere tutti questi risultati. Ovviamente noi cerchiamo di non far volare i cervelli all’estero e ce li teniamo stretti.

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