Wimbledon, Medvedev: "Grato agli inglesi per l'accoglienza. Alcaraz è un fenomeno come Nadal, Federer e Djokovic"

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Wimbledon, Medvedev: “Grato agli inglesi per l’accoglienza. Alcaraz è un fenomeno come Nadal, Federer e Djokovic”

“Jarry e Berrettini hanno causato problemi a Carlos, forse io non ho fatto abbastanza bene” spiega Daniil Medvedev dopo la sconfitta netta contro Alcaraz

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Daniil Medvedev – Wimbledon 2023 (foto via Twitter @atptour)
 

Giornata complicata per Daniil Medvedev. Fuori senza batter ciglio da Wimbledon. Il “Cannibale” è stato Carlos Alcaraz con poca possibilità per lui di reagire.

Il russo esce tra gli applausi per un torneo egregiamente giocato, ma con una coda non proprio positiva. La maratona per avere la meglio di Cristopher Eubanks, il ko in tre set contro il n. 1 al mondo, ma bisogna ricordare che non si era mai spinto sino alla semifinale in questo torneo: “E’ stata una giornata difficile, anche se penso che ci siano più meriti suoi che demeriti miei. E’ stata una gara dura, non terribile. Mi sono dovuto adattare al campo Centrale, differente da quello n. 1. Ogni campo ha la sua caratteristica, ma il Centrale era molto più scivoloso ed è stato difficile adattarmi ed ero sempre un po’ in ritardo sulla palla. E’ stata la conferma di quello che ho sempre detto. Sull’erba il ritmo è importante”.

Medvedev promuove a pieni voti Alcaraz: E’ un po’ come i tre grandi che abbiamo ammirato fin qui. E’ forte come loro che hanno vinto partite e Slam e lui ne ha già vinto uno a 20 anni. Gioca alla grande. Io sono stato il numero 1 per molte, molte settimane. Allo stesso tempo sono riuscito, prima nella mia carriera a battere i migliori giocatori del mondo, compresi alcuni dei tre grandi. Non ho mai battuto Roger, ma non abbiamo mai giocato nemmeno quando ho iniziato ad essere davvero tra i primi 10. Devi giocare al meglio in assoluto per batterli. Oggi non ho giocato male, ma non abbastanza bene per battere Carlos. Contro i grandi devi essere al meglio e oggi non lo ero”.

Come si supera una delusione del genere? “Dipende dai punti di vista. Se uno mi chiedesse, sei contento di aver fatto semifinale?, direi sì e no. E’ normale che, una volta arrivato a un passo dalla finale, hai voglia di giocartela con Novak, ma è stato il mio miglior Wimbledon finora e normalmente sull’erba faccio fatica. In queste due settimane mi sono sentito benissimo. Di solito cerco, dopo le sconfitte, di trovare gli aspetti positivi. Ero nei quattro migliori giocatori del torneo, insieme a giocatori fantastici: Jannik, Novak e Carlos. È fantastico dimostrare ripetutamente che posso essere nelle fasi clou dei tornei più importanti. Ma sono deluso dalla sconfitta. L’unica cosa che posso dire a me stesso è la prossima volta devo far meglio, devo provare a vincere uno Slam la prossima volta. Dovrò far così fino al termine della mia carriera”.

Può Carlos battere Novak domenica? “Penso di sì. Non hanno mai giocato sull’erba. Novak sull’erba ha vinto 30 partite di fila a Wimbledon. Quindi per Carlos sarà difficile solo perché affronterà un ragazzo che perde a malapena qui (scherza). Sarà una partita interessante. Quello che mi ha sorpreso è che forse non ho fatto abbastanza bene, ma c’erano giocatori che hanno causato problemi a Carlos. Jarry ha vinto un set ed è salito di un break nel quarto. Berrettini per un set e mezzo stava causando grossi guai. Purtroppo non sono riuscito a farlo. Ecco perchè sono deluso. Sarà una finale interessante tra gli attuali n. 1 e 2 del mondo. Sto disputando una stagione fantastica, ma penso che loro siano anche abbastanza avanti nella corsa verso il primo posto. Raccimolano tanti punti perché ogni volta che giocano arrivano lontano. Non so dire con certezza chi vincerà”.

Medvedev si sente a casa sul cemento, ma nella sua bacheca personale ha inserito un Masters 1000 sulla terra battuta e una semifinale di Wimbledon. Tra la terra battuta e l’erba, quale superficie preferisce? “E’ difficile da dire perché il Masters è una cosa importante, ma il Grande Slam è più importante perché si gioca al meglio dei cinque set. Per il momento non saprei, vediamo i prossimi anni se riuscirò a vincere uno Slam su terra battuta o qui”.

Ma come è stata l’accoglienza che i britannici hanno riservato a Medvedev dopo l’esclusione dei russi e bielorussi nella scorsa edizione? “E’ stata un’accoglienza Incredibile. Sorprendente. Anche oggi stavano tifando per me che stavo perdendo. Mi hanno supportato e sono riuscito a breakkare due volte e sentivo che volevano che la partita continuasse. È stato fantastico tornare a Wimbledon. Spero di poter tornare qui per molti anni ancora e provare a migliorare il mio risultato. Questo è quello che sono riuscito a fare quest’anno. Mi impegnerò ancora di più nei prossimi anni. Come ho detto, è stato assolutamente incredibile. Non solo durante le partite in campo, ma anche fuori per strada. Grato agli inglesi”.

Cosa si porta dietro il russo da questo torneo? “La consapevolezza di dover migliorare ancora. Di dover servire, meglio per esempio”.

Ma come immagina il suo modo di giocare in futuro Daniil? Giocherà fino a 37 come Novak? “Il mio modo di giocare dipende sempre dalla percentuale, ciò che sento come il colpo migliore per vincere. Se a un certo punto della carriera penserò che fare serve&volley sia l’opportunità migliore per vincere più match, lo farò. Per il momento, non credo. Oggi ho provato, come contro Eubanks, ad andare un po’ più vicino in risposta, un po’ più aggressivo. Il servizio con un po’ di kick di Carlos mi ha messo in difficoltà perché sull’erba dava rimbalzi diversi.

Giocare sino a 37 anni come Novak è una possibilità, dipenderà dal mio corpo, ma sarà una scelta che dovrà essere condivisa dalla mia famiglia, dai miei figli, da mia moglie. Se mi vorranno più presente a casa, allora giocherò solo gli Slam. Se non funziona, precipiti nel ranking e finisci la carriera. Dipende da molte cose. Puoi infortunarti, uscire dai primi cento, non riuscire a rientrare. Ma in generale direi che a 37 anni vorrei poter continuare a giocare il mio miglior tennis”.

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