Wimbledon, Djokovic: “Con Sinner match più duro di quanto non dica il risultato"

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Wimbledon, Djokovic: “Con Sinner match più duro di quanto non dica il risultato”

“Ingiusto il punto perso per grunting. Alcaraz è giovane e affamato, ma lo sono anch’io…” dice Novak Djokovic dopo la vittoria in semifinale su Jannik Sinner

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Novak Djokovic – Wimbledon 2023 (foto via Twitter @Wimbledon)
 

Novak Djokovic, dopo la vittoriosa semifinale con Sinner per 6-3 6-4 7-6, parla dell’importanza di giocare al meglio nei punti chiave del match e delle sue ambizioni. Inoltre, si dice ammirato dai progressi di Carlos Alcaraz, il suo avversario nella finale di domenica.

Djokovic: “È stata una vittoria in tre set ma molto combattuta. In ognuno dei tre set siamo stati molto vicini, più di quanto non possa sembrare dal risultato. Sapevo che sarebbe stato aggressivo sia di dritto che di rovescio con i suoi colpi piatti e che avrei dovuto cercare di essere incisivo sin dall’inizio. Cosa che sono riuscito a fare, direi.

Ho giocato i colpi giusti nel momento giusto. Il servizio è stato un po’ altalenante ma ho sempre cercato di fargli giocare un colpo in più, specialmente verso la fine del match. Lui ha fatto qualche errore gratuito nel tie-break. Ha avuto anche due set point ma questo è il tennis, in certi momenti non è facile giocare bene i colpi che vorresti”.

Alla domanda in merito alle sue attuali motivazioni, Djokovic risponde dicendo di non sentire particolari differenze rispetto al passato. “L’ambizione è sempre la stessa, vincere il titolo. Forse la gente pensa che aver vinto Parigi ed essere l’unico ad avere 23 titoli Slam sia un sollievo particolare per me. Beh, non è così. La pressione è sempre alta, ho ancora i brividi e le farfalle nello stomaco quando giocò un match di tennis. Quindi giocherò la finale di domenica come se fosse la mia prima”.

D: Parliamo spesso di esperienza, ma quanto conterà domenica?

Djokovic: “Può essere un fattore importante ma non decisivo. Voglio dire, l’esperienza aiuta nei momenti importanti come all’inizio dell’incontro per gestire i nervi, le occasioni e le circostanze che si possono creare. Ma chi starà meglio mentalmente e fisicamente vincerà”.

D: cosa provi veramente quando vinci uno Slam?

Djokovic: “Un grande sollievo. Gioia e orgoglio perché il livello di pressione che sperimenti in quei tornei è unico esuperiore a quello che puoi trovare in tutti gli altri. In particolare, quello di domenica sarà probabilmente il match di tennis più seguito dell’anno. Non vedo l’ora di giocarlo”.

D: sei degli ultimi otto major. Come riesci a essere competitivo così a lungo su ogni superficie e contro ogni tuo avversario, persino dell’ultima generazione?

Djokovic: “Non è un segreto che i tornei dello Slam sono la più alta priorità per me. Ad inizio stagione io voglio essere al massimo in questi quattro tornei e quindi cerco di organizzare il mio allenamento e la mia preparazione avendo loro come obiettivo. Tutti i tornei sono il sentiero che mi porta ai major e sono felice quando una stagione va come le ultime che ho avuto. Come sapete ho un grande team intorno a me che organizza il mio tempo giorno dopo giorno; questo diventa molto utile specialmente verso la fine di uno Slam. La maggior parte dei giocatori a un certo punto è stanca mentalmente e fisicamente e forse non crede di poter fare un passo in più. Io invece penso che il lavoro non sia terminato fino a che non sollevo il trofeo”.

D: Cosa ne pensi della chiamata per hindrance (punto perso da Djokovic per grunting che ha disturbato Sinner durante uno scambio nel secondo set).

Djokovic: “La accetto, per me è la prima volta. Non credo di aver disturbato Jannik. Ho visto il replay, il mio grugnito è finito prima che lui colpisse. La mia opinione è che il giudice di sedia si sia sbagliato”.

D: hai nuovamente vinto un tie break. Come fai a essere così forte, o perché il tuo avversario di solito perde?

Djokovic: “Sono contento. Più la striscia vincente di tie-break si allunga più mi rafforzo dal punto di vista mentale in quelle situazioni. Anche perché sono sicuro che il mio avversario conosce questa striscia vincente. Anche oggi quel doppio fallo sul tre a uno mi ha rimesso in gioco.

A volte il tie-break è una scommessa perché uno o due punti possono decidere l’intero corso dello shootout sull’erba. A volte fare un doppio fallo o sbagliare una prima può essere sufficiente per perderlo. Questo accade soprattutto su questa superficie. Lui non ha giocato granché bene negli ultimi punti e a me è stato sufficiente fargli giocare un colpo in più”.

D: verso la fine del secondo set la folla ha un po’ disturbato e tu sei sembrato voler reagire. Che emozioni hai avuto nei confronti del pubblico?

Djokovic: “Amore e accettazione, solo questo”. (sorride)

D: l’ammonizione per grunting e subito dopo il time violation: come hai gestito questa situazione insolita?

Djokovic: “Ho cercato di non farmi prendere da pensieri negativi, anche se ero scontento perché non credo fosse corretta la chiamata. Forse non ho guardato l’orologio, può essere successo però era la prima volta e veniva dopo un’altra chiamata negativa per me. Forse il chair umpire avrebbe dovuto considerare questa cosa ed essere tollerante. Lui avrebbe potuto in quel game fare break e chissà cosa sarebbe successo. Per fortuna sono rimasto calmo”.

D: che finale prevedi tra te e Alcaraz?

Djokovic: “Penso che sia la finale più pronosticata all’inizio. Lui è fortissimo sui campi lenti ma sta mostrando una incredibile adattabilità all’erba. È fantastico. Adattarsi alle superfici è sempre stata una delle mie caratteristiche migliori e lui ci sta riuscendo davvero molto presto. È un grandissimo giocatore è una bravissima persona fuori dal campo: ha grande rispetto per lo sport e per tutti. Di lui posso solo dire bene. Al Queens ha fatto grandi cose e quella di domenica sarà la miglior finale possibile. Lui è giovane e affamato, ma anch’io sono affamato. E allora allestiamo questo banchetto!”.

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