US Open, Gauff: “La mia rivincita dopo anni di commenti negativi. Oggi ho vinto per me stessa”

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US Open, Gauff: “La mia rivincita dopo anni di commenti negativi. Oggi ho vinto per me stessa”

La neocampionessa cita le sorelle Williams che l’hanno ispirata e il ruolo della famiglia che l’ha tenuta sempre con i piedi per terra

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Coco Gauff risponde raggiante alle domande dopo la finale vinta con Aryna Sabalenka e si toglie qualche sassolino dalla scarpa. Inoltre, non dimentica i suoi idoli, le sorelle Williams.

D: Coco hai detto sul campo che la sconfitta a Parigi è stata per te come la fine del mondo. Qual è stato il momento che ti ha fatto voltare pagina?

Gauff: “proprio il French Open, quando non ho saputo reggere la pressione. Ho capito lì che avrei dovuto resettare tutto. Poi la sconfitta di Wimbledon è stata dura da digerire. Oggi ho iniziato subendo ma l’ho considerata una cosa normale perché lei ha un power tennis davvero formidabile. Quando sono riuscita a spostare il gioco sulla diagonale dei rovesci il pubblico si è animato e ho capito che il trofeo si stava avvicinando (sorride)”.

D: quando hai capito che questo poteva essere il tuo anno?

Gauff: “sono stata sempre molto tranquilla e ho evitato di pensarci troppo, fino alla scorsa notte. Allora ho chiamato il mio fidanzato e abbiamo parlato fino all’una. Poi sono andata a dormire. A Parigi mi ero gasata un po’ troppo, quindi questa volta credo di aver imparato la lezione”.

D: ti ricordi nel passato la prima volta in cui ti sei immaginata come vincitrice di uno Slam? Ora che lo hai vinto come compari i due momenti?

Gauff: “la prima volta forse è stata quando avevo otto anni e ho partecipato all’Arthur Ashe’s Kids Day. Poi a 14 anni ho partecipato al torneo junior e guardando la finale ho provato a immaginarmi in campo. A Parigi ho fissato per bene Iga mentre sollevava il trofeo per carpirne le emozioni. Ora sono incredula, ci vorrà una settimana per rendermi conto di tutte le sensazioni”.

D: tra queste sensazioni c’è anche il sollievo?

Gauff: “no, oggi sono felice, il sollievo è forse la sensazione meno importante. Credo che l’avrei provata se avessi vinto a Parigi, ma oggi ho giocato per me stessa e per nessun altro. Prima del match ho letto dei commenti di persone che mi davano per perdente: tutto ciò ha acceso il fuoco in me”.

D: sei stata a lungo sotto i riflettori e hai gestito benissimo la situazione. Sei pronta per quello che accadrà adesso?

Gauff: “sì perché ormai sono abituata a questo. Certo adesso il clamore sarà superiore visto il risultato di stasera, ma io sono pronta e affamata di vittorie e voglio divertirmi senza pensare troppo al futuro”.

D: cosa hai provato quando sei salita sugli spalti per abbracciare la tua famiglia?

Gauff: “nulla di particolare, però è stata la prima volta che ho visto mio padre piangere, mentre ero sicura che mia madre avrebbe pianto comunque, sia che avessi vinto sia che avessi perso. Ci ho pensato un po’ prima della premiazione: stavo quasi per dimenticarmi di stringere la mano al giudice di sedia”.

D: è stata dura gestire la pressione dall’età di 15 anni?

Gauff: “sì, è stato difficile conviverci: le aspettative della gente erano alte, io sentivo di dover vincere qualcosa e di doverlo fare presto. Sentivo che vincerlo dopo un certo periodo di anni non sarebbe stato un grande risultato. Ne ho sentite davvero tante in merito e ora sono davvero felice per questo risultato”.

D: oggi cosa diresti alla Coco Gauff bambina?

Gauff: “le direi di credere in sé stessa e nei suoi sogni, di lavorare duro e di divertirsi”.

D: che effetto fa vedere il tuo nome vicino a quelle di Serena e Venus, i tuoi idoli?

Gauff: “è pazzesco: loro sono la ragione per cui io sono qui oggi. La loro eredità è inestimabile: prima di loro non era da tutti i giorni vedere tenniste di colore vincere. Loro hanno reso il mio sogno credibile e io ricordo soprattutto loro due se ripenso al tennis di quando ero piccola”.

D: quali sono stati i momenti in cui tu hai temuto che il sogno svanisse?

Gauff: “direi dopo la sconfitta a Wimbledon. Ho letto un sacco di commenti negativi su di me, che ormai avevo già dato il meglio del mio tennis, che ero finita. La gente pensa che io non legga i commenti su Twitter, ma io lo faccio e non vedo l’ora di farlo adesso (ride)”.

D: hai detto che i tuoi genitori ti hanno aiutata a tenere i piedi per terra. Ti ricordi qualche mantra che ti ha positivamente condizionata in questi anni?

Gauff: “prima di tutto i miei nonni e il loro: “mai arrendersi!”, cosa che è avvenuta dopo la sconfitta nel primo set questa sera. Mio padre oggi aveva una t-shirt con scritto: “immagina”, che significa che le cose che immagini possono diventare realtà.

Mia madre mi ricorda sempre che sono prima di tutto un essere umano, che quindi il tennis è quello che faccio, non quello che sono. Questo significa che anche perdendo sarei rimasta un essere umano, con tutto quello di buono che io faccio indipendentemente dal tennis”.

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