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Holger Rune e la sua battaglia contro l’infortunio alla schiena
“Non tornerò a metà strada” dice il danese, che prova dolore al servizio dopo l’infortunio subito a Roma. Davidovich Fokina al suo posto in Laver Cup

Il tennista danese Holger Rune ha rivelato a TV2 di star affrontando una battaglia contro un infortunio alla schiena che lo tormenta da diverso tempo. Nonostante una promettente prima parte di stagione, in cui ha ottenuto buoni risultati e raggiunto due finali di Masters 1000, Rune non ha vinto una partita dalla sua sconfitta nei quarti di finale di Wimbledon contro Carlos Alcaraz.
Attualmente è in serie negativa da sette partite e l’ultima sconfitta è arrivata contro Thiago Monteiro venerdì scorso durante l’incontro di Coppa Davis con il Brasile.
Il 20enne Danese ha deciso di sciogliere gli interrogativi sul suo preoccupante periodo di forma e ha raccontato di essere stato colpito da un problema alla schiena accusato dopo l’impegno di maggio a Roma
“Durante la stagione sulla terra battuta, si è verificato uno schiacciamento del nervo all’altezza della L5 (la quinta vertebra lombare della colonna vertebrale), quindi la situazione non è delle migliori. So che si può curare e ora posso dedicare il mio tempo a sistemarlo“, ha detto Rune a TV2.
“Sento che non posso giocare al livello che voglio, anche se voglio e sono disposto a dare il cento per cento, non posso avere la stessa velocità nel servizio che vorrei“. Ha aggiunto.
In un’altra intervista, Aneke, madre e manager di Rune, ha dichiarato che il figlio ha apportato modifiche al suo servizio per aiutarlo a gestire il problema alla schiena. Attualmente è allenato da Lars Christensen, dopo aver scelto di interrompere la collaborazione con Patrick Mouratoglou dopo gli US Open.
“Con Lars ha corretto il movimento del servizio, ma è chiaro che non possiamo sconfiggere l’infiammazione solo con l’ibuprofene. Deve risolversi completamente, perché per Holger è insopportabile giocare con il dolore. Al termine dell’incontro in coppa Davis di venerdì ha detto: “Non voglio prendere altre pillole, non servono“.
Secondo Aneke Rune, non si tratta però di un infortunio che lo ostacolerà a lungo termine.
“La cosa positiva è che tutti dicono che non è pericoloso per la sua carriera a lungo termine perché è causato da ripetuti movimenti errati. Questo non cambia il fatto che è insopportabile per Holger. Perciò l’infiammazione deve sparire subito, in modo da poter concludere l’anno in bellezza.”
Al momento Rune si impegna a svolgere il suo programma come previsto. Tuttavia salterà alcuni tornei, compresa la Laver Cup in programma da 22 al 24 settembre. Il suo posto è stato preso dallo spagnolo Alejandro Davidovich Fokina.
“Mi ha aperto gli occhi sul fatto che ora devo controllare il mio fisico. Devo tenere sotto controllo la mia schiena per poter servire di nuovo in modo corretto. Quando tornerò, sarò di nuovo pronto. Non tornerò a metà strada“. Ha dichiarato Rune.
“Il piano è di sistemarla il prima possibile, ma per sistemarla al 100%, ci vorrà tutto il tempo necessario“.
ATP
Laver Cup: Team World avanti 10-2 ad un passo dal titolo
Basterà un successo nella giornata conclusiva al Team World per bissare il trionfo dello scorso anno. Ruud unico a vincere per la squadra europea

Continua il momento no del Team Europe alla Laver Cup. Dopo la debacle della prima giornata con quattro sconfitte nei quattro match disputati, anche la seconda giornata di gioco alla Rogers Arena di Vancouver è a favore del Team World che conquista tre sfide su quattro e si porta sul 10-2 ad una sola vittoria dal titolo.
Come noto il regolamento della competizione a squadre tra l’Europa e il Resto del Mondo assegna un punteggio diverso in base alla giornata di gioco. Nel Day 1 ogni match vinto vale un punto, nel Day 2 vale due punti, nella giornata finale 3 punti.
Sul punteggio di 4-0 a favore del Team World che ha segnato la prima giornata, l’unico a regalare un sussulto alla squadra del vecchio continente è Casper Ruud, mentre Rublev e Hurkacz non possono nulla contro gli statunitensi Fritz e Tiafoe. Anche il doppio si rivela a senso unico, con Auger-Aliassime e Shelton che chiudono la pratica in due set.
T. Fritz (Team World) b. A. Rublev (Team Europe) 6-2 7-6 (3)
“In qualsiasi situazione in cui si gioca come una squadra, sento che il mio gioco diventa qualitativamente migliore“, ha dichiarato Taylor Fritz dopo il successo contro Andrey Rublev. Come dargli torto se si pensa al dominio dello statunitense nel primo set. Solo due punti ceduto al servizio, uno dei quali con un doppio fallo e il 100% di punti con la prima.
La mano del russo trema sin dal primo game, con Fritz abile a strappare il servizio, capitalizzando subito la palla break, portando Rublev a sbagliare di rovescio. Il russo ha ceduto nuovamente il servizio nel quinto gioco trovandosi sotto 4-1 pesante. Per Fritz è stata una formalità chiudere il primo set.
Nel secondo le cose si sono fatte più complicate per lo statunitense, a causa di percentuali al servizio più basse e ad una maggiore aggressività del russo. Rublev scappa via sul 4-1, annullando anche una palla del contro break. Da lì riparte la rimonta del numero 8 ATP che prima rimette il set in equilibrio e poi è abile ad annullare anche un set point al russo. Il tie-break è a senso unico dal 3-2 Fritz piazza tre punti consecutivi, chiudendo al secondo match point.
“Sento che le mie statistiche nei tornei a squadre sono davvero solide perché ho una squadra che fa il tifo per me. Mi sento su di giri. Sono entusiasta di giocare per loro. Aggiunge solo più pressione ma penso di giocare meglio in questo tipo di situazioni”. ha dichiarato Fritz a fine match,
Pressione che non ha spaventato lo statunitense che ha portato il Team World sul 6-0.
C. Ruud (Team Europe) b. T. Paul (Team World) 7-6 (6) 6-2
Non è una stagione da ricordare al momento per Casper Ruud che, eccezion fatta per il Roland Garros, ha vissuto molti momenti negativi. Chiamato a tenere in vita un Team Europe ad una passo dal tracollo il tennista norvegese ha confermato la sua efficacia quando di fronte ha lo statunitense Tommy Paul, sempre sconfitto in campo. L’unica vittoria dello statunitense arrivò per ritiro di Ruud nel terzo set a Washington nel 2017.
“Ho davvero pensato che fosse giunto il momento di giocare forse la migliore partita dell’anno e non ci sono andato così lontano“, ha dichiarato Ruud.
Il norvegese è stato il primo a cogliere l’ occasione per un break, punendo una discesa a rete di Paul con un passante di dritto, portandosi in vantaggio per 3-1. Il ventiseienne statunitense, alla sua prima partita in singolare in Laver Cup, si è subito costruito due chance del controbreak, negate dall’ottimo servizio di Ruud. Servizio che però ha tradito il norvegese nel settimo gioco (perso a zero).
Si giunge ad un tie-break equilibrato, che Ruud porta a casa – annullando un set point- al termine di uno scambio da venti colpi, chiuso con un dritto inside out.
Il momento è a favore del norvegese che piazza il break in apertura di secondo set e non concede più nulla al servizio per il 6-2 finale.
5 ace, l’ultimo dei quali sul match point, 11 vincenti di dritto e la capacità di convertire tutte le palle break ha fatto la differenza a favore di Ruud che ha riaperto per un momento la sfida.
F. Tiafoe (Team World) b. H. Hurkacz (Team Europe) 7-5 6-3
La sessione serale si apre sul punteggio di 6-2 a favore del Team World. E il vantaggio diventa ancora più ampio quando la furia di Frances Tiafoe si abbatte sul polacco Hubert Hurkacz.
Il servizio è un fattore per entrambi, con la sfida che viaggia sui binari dell’equilibrio, sebbene il polacco mostri percentuali allarmanti sulla seconda.
Il polacco, numero 16 ATP, avrebbe anche l’opportunità di far girare la partita dalla sua parte. Ma sulla palla break che sarebbe anche set point Tiafoe si salva con il servizio. Break che arriva nel gioco successivo con Hurkacz che spara un dritto out sulla palla break. Per lo statunitense è una formalità chiudere il set.
Sulla scia di quanto fatto nel primo set Tiafoe piazza il break in apertura e non concede più chance a Hurkacz, che capitola dopo un’ora e quindici di gioco.
“Ho giocato davvero bene stasera“, ha dichiarato sorridendo il numero 11 ATP. “Il fatto di far parte di una squadra è qualcosa di così atipico per noi tennisti, trattandosi di uno sport individuale, ma volevo giocare per loro e farlo bene per la squadra”. Ha concluso Tiafoe.
F. Auger-Aliassime/B. Shelton (Team World) b. H. Hurkacz/G. Monflis (Team Europe) 7-5 6-4
Sconfitto in singolare Hurkacz torna in campo in doppio a fianco di Gael Monflis. Per il duo europeo non c’è stato nulla da fare contro la coppia composta dal rinato Auger-Aliassime (assente per il suo Canada a Bologna in Davis) e Ben Shelton. Successo in due set che vale il 10-2 Team World che si trova a un solo successo dal titolo. Basterà una vittoria domenica per chiudere la contesa e bissare quanto fatto lo scorso anno a Londra.
“È incredibile, quando giochi a fianco di un ragazzo che serve e risponde come Felix. È un tennista atletico e quando torna indietro per recuperare i pallonetti, è un momento divertente“, ha dichiarato Shelton a fine match. “Lo chiamiamo Laver Cup Felix perché questa settimana si trasforma in un giocatore speciale. Sono felice di aver potuto condividere il campo con lui almeno una volta.”
“Do il meglio di me quando gioco non solo per me stesso ma anche per i compagni di squadra”, ha dichiarato Auger-Aliassime. “Ben è stato al mio fianco fino alla fine di quella partita. È stata dura per me portarla a casa”, ha aggiunto il canadese, riferendosi al quattro match point sciupati sul 5-3.
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ATP Chengdu: Musetti in carrozza. Batte tranquillamente Rinderknech e si regala Safiullin
Prestazione eccellente e matura dell’azzurro, che nella terza semifinale del suo 2023 se la vedrà con il russo

[2] L. Musetti b. A. Rinderknech 6-3 6-3
Lorenzo s’è desto. A quasi un anno di distanza Lorenzo Musetti ritrova una semifinale sul cemento, che gli mancava dall’ATP250 di Napoli, torneo che poi vinse. Agguanta per la terza volta un posto tra gli ultimi quattro del torneo in questo 2023, dopo le sconfitte con Tsitsipas a Barcellona e con Ruud a Bastad. Stavolta la situazione sarà un po’ diversa, dato che giocherà da favorito contro un avversario decisamente alla portata, per quanto in crescita, come il russo Roman Safiullin, che ha approfittato del ritiro di Jordan Thompson, dopo aver vinto 7-6(1) il primo set, per raggiungere la terza semifinale della carriera (ultima a Tel Aviv 2022, perse contro Djokovic). Musetti arriverà al match contro il russo con il vento in poppa, dopo aver disposto come voleva di uno spento Arthur Rinderknech, che mai ha saputo tenere botta al ritmo incalzante, vario e mai banale dell’azzurro. Un Lorenzo spettacolare sicuramente, ma anche molto cinico e maturo nel gestire i punti nell’incontro odierno, contando tanto sugli errori e i dubbi del francese per vincere senza troppi problemi e in poco tempo.
Il match- Non solidissimo inizio da parte del francese, che è obbligato a tenere buoni numeri nello scambio, specie sul dritto, per contenere Musetti. L’azzurro, da parte sua, dovrà tentare di sfruttare queste lacune soprattutto in risposta, così da imporre il suo ritmo anche sul pericoloso servizio di Rinderknech. In un quarto game da cancellare, indotto sotto pressione da una buona propensione in ribattuta, il n.67 al mondo commette un doppio fallo e tre gravi errori di dritto, regalando il break all’azzurro. Che, con il progredire della partita, cambia drasticamente passo. Viene fuori un Musetti scanzonato, bravo ad esprimere il meglio del proprio tennis, manovrando lo scambio e lanciando lob, smorzate, discese a rete che hanno quasi del sublime, per stanare il francese. Questi, da parte sua, pur raddrizzatosi un po’ al servizio continua a sbagliare tanto da fondo, incapace di tenere il passo dell’azzurro. Con l’81% di punti con la prima, maturati più dallo scambio conseguente che dal servizio in sé, Musetti mette le mani per 6-3 su un primo set dominato. Tranne il primo game ai vantaggi, Rinderknech è arrivato massimo a 30 in risposta, senza mai godere di palle break. Un tennis fresco, divertente ed efficace, manda meritatamente in vantaggio una versione di primissima qualità di Lorenzo.
Il secondo parziale si apre come si era chiuso il primo: tanti, quasi solo, errori di dritto da parte di Rinderknech, che permette così a Musetti di scappare subito sul 2-0 con il break nel primo game. La tds n.2 comunque brilla nel commettere pochi errori e non offrire riferimenti allo già smarrito francese. Il ragazzo di Gassin sembra trovare un po’ di fiducia con l’evoluzione del parziale, inizia a sbagliare un po’ di meno, pur prendendosi qualche rischio in più, tra colpi vicino alla riga e discese a rete, per non lasciare l’iniziativa all’avversario. Ciononostante a Lorenzo basta un minimo variare il ritmo per far riemergere le incertezze di Arthur, che nel settimo game ritorna ai soliti errori, concedendo due palle break. Per una volta nell’incontro ritrova solidità, così da annullarle entrambe sfruttando servizio e dritto. Ma è un fuoco fatuo: con un game finale di altissimo livello, in cui si esalta (tardivamente) anche il francese, Musetti infila il doppio break che gli vale la vittoria. Un paio di passanti al limite del possibile, ottenuti solleticando le lunghe leve di Rinderknech per farlo venire a rete, sono manifesto della gran partita dell’italiano: divertente al punto giusto, qualche vezzo qua e là senza esagerare, grande solidità e capacità di sfruttare le lacune di un avversario decisamente al di sotto del suo livello. Miglioramenti netti in confronto alla sfida con Sekulic, che lasciano buone sensazioni in vista della semifinale.
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Laver Cup, battibecco tra Auger-Aliassime e Monfils durante il match: cos’è successo
Colpi non solo alla pallina durante il match di prima giornata tra Auger-Aliassime e Monfils alla Laver Cup: il litigio in campo

Una sconfitta che brucia più del previsto quella di Gael Monfils (Europa) per mano di Felix Auger-Aliassime (Team World) in apertura della Laver Cup. A un 6-4 6-3 già difficile da digerire per aver chiuso a zero la prima giornata, si aggiunge una fastidiosa discussione accesasi tra i due giocatori durante il match e protrattasi per più di un cambio di campo, senza tuttavia inficiare la riuscita – l’esito chissà – della partita. Ecco cos’è successo.
Il francese fa passare troppo tempo tra un gioco e l’altro e questo infastidisce il canadese, che lo riprende prima da lontano e poi da vicino, nel cambio di campo. Qui i toni tra i due si alzano e le parole si scaldano. Si va avanti così, con il capitano del Team World, John McEnroe, che sembra a tratti divertito. Ma è un’impressione. All’ennesima provocazione di Monfils McEnroe interviene per cercare di calmarlo, senza successo però. Sfogata tutta la furia, il francese torna da solo a concentrarsi sulla pallina e porta a compimento il match in modalità ‘silenzioso’, anche se non è valso la vittoria. “Quando mi hanno chiamato per giocare qui mi hanno detto di sentirmi libero, quindi per quanto mi riguarda sono qui per divertirmi”.
Niente panico, parola di Felix. “C’è stata un po’ di tensione. Io ho semplicemente chiesto quali regole si stessero applicando, se fossero le stesse dei tornei o altre”, introduce il canadese dando la (sua) versione dei fatti. “Ho scelto di giocare la Laver Cup perché, come tutti immagino, lo reputo un torneo con del potenziale per essere preso molto sul serio, ora e in futuro. Me ne stavo solo accertando. L’atmosfera si è scaldata per un paio di game, ma sono felice che siamo riusciti a finire la partita. Gael è una persona che apprezzo, quindi non c’è, credo, tensione al di fuori di quello che è appena successo”, rassicura subito dopo. Felice di aver vinto per se stesso e per la squadra, si conferma pronto a giocare per vincere senza dover rinunciare a divertirsi. Stavolta ha vinto, chissà se si è pure divertito.