ATP Vienna, Medvedev: “Almeno non mettano palle lente su campi lenti”

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ATP Vienna, Medvedev: “Almeno non mettano palle lente su campi lenti”

“Non voglio sentire dolore alla spalla per il resto della mia vita” spiega Daniil Medvedev riferendosi alle condizioni di alcuni tornei. Non dell’Erste Bank Open, con il campo abbastanza veloce, anche se le palline…

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Daniil Medvedev – ATP Vienna 2023 (foto via Twitter @ErsteBankOpen)
 

Battuto nettamente il classe 2004 Arthur Fils, Daniil Medvedev parla a ruota libera e, come sempre, mai in modo banale, ponendo particolare enfasi sulle palline che “si gonfiano parecchio”. Una caratteristica che, quando unita a superfici lente, può portare a guai fisici.

PRESS: Sembra che hai ricominciato allo stesso modo in cui hai finito l’anno scorso (Medvedev è il campione in carica, vincitore dell’edizione 2022 del torneo di Vienna, ndr). Come ti sei sentito in campo?

MEDVEDEV: È stata una grande partita. Mi piacciono i tornei, è sempre bello tornare in un torneo dove ti piace essere. E di solito, è vero che vincere un titolo aiuta a tornare al torneo, ma a volte è solo un sentimento. Mi piace la città, mi piace il torneo, ottima organizzazione. Quindi sono felice di tornare qui. E, soprattutto, sono soddisfatto del mio livello di gioco oggi contro un giovane avversario tosto. Ho servito bene, sono riuscito a mettergli pressione. Correvo bene, anche su alcuni punti prolungati. Quindi mi sento in ottima forma. Il prossimo match sarà con Dimitrov, e con lui è sempre molto complicato. Lui ti mette pressione, varia molto e ha dei momenti in cui va on fire, per cui non sarà una partita facile.

PRESS: Un fatto interessante dell’anno scorso, è stata la tua prima volta come padre, il torneo vinto. E quest’anno, potrebbe esserci un’altra prima volta, sai cosa intendo?

Sì, parli del primo titolo da difendere (Medvedev non è mai riuscito a confermare un titolo vinto l’anno successivo, ndr). Darò il massimo e vorrei davvero riuscirci da qualche parte e, per essere onesto al 100% con te, non mi importa dove, ma questa settimana l’opportunità è qui a Vienna. Quindi darò il massimo per farlo.

PRESS: Cosa ne pensi della palle che si usano qui?

Sì. Intendo, sono le solite ATP, se non erro. Diventano molto grandi, si gonfiano parecchio e, ancora una volta, non ne parlerei mai, se fossi l’unico. Non ne parlerei mai troppo, perché, quale sarebbe il senso? Se fossi l’unico a parlare di questo sarebbe stupido. Ma quando siamo nello spogliatoio tutti pensano la stessa cosa. Quando dico tutti, forse non il 100%, ma il 50% sì. E sono tanti. Anche durante l’allenamento, colpisci la palla 10 volte e hai la sensazione che ogni volta diventi più grande, più grande, più grande, sempre più grande… e per la spalla, il gomito e il polso, non è affatto buono e, in generale, per giocare. Quest’anno in ogni caso sto giocando bene e penso di poter giocare bene con queste palle. Ma non voglio sentire dolore alla spalla per il resto della mia vita. Quindi, spero che si possa trovare una soluzione in qualche modo.

PRESS: E rispetto alle superfici cosa ci puoi dire?

Il problema è che sui campi duri, abbiamo campi duri davvero lenti e campi duri davvero veloci, che direi persino sono come superfici diverse. E poi potremmo arrivare al punto in cui, ancora una volta, ai giocatori non andrà bene, quindi è una situazione molto complicata. E con uno dei miei amici che gioca a livello di challenger, una volta abbiamo parlato di palle e ha fatto un’osservazione molto intelligente, tanto che ho pensato: “wow, è davvero perspicace”.

L’ATP, ufficialmente, conta quanto veloce sia un campo duro. Hanno una specie di scala, non so esattamente quale sia. Mentre per le palle non esiste questo tipo di misurazione ufficiale, alcune sono veloci e altre sono lente, noi giocatori lo sappiamo però. Quindi la regola potrebbe essere almeno di non mettere palle lente sui campi duri lenti e magari palle lente sui campi duri veloci. E così via, medio potrebbe essere medio o veloce, qualcosa del genere. Perché a volte, ad esempio qui a Vienna, le palle diventano più grandi. Ma il campo è abbastanza veloce, quindi non penso sia un grosso problema. Il problema più grande è quando è un campo lento e palle lente, è un disastro fisicamente e sì, spero che si possa trovare una soluzione.

PRESS: Cosa ne pensi del fatto che nei tornei di livello inferiore, come i 250 si potrebbero introdurre delle novità? Qualcosa del tipo UTS, per rendere le partite più brevi. Qual è la tua opinione? (L’Ultimate Tennis Showdown, spesso abbreviato in UTS, è un campionato d’esibizione ideato dall’allenatore Patrick Mouratoglou)

Domanda molto difficile perché, prima di tutto, mi piace come l’hai formulata. Volevo giocare alcune esibizioni ma ho avuto un anno così fantastico che non sono riuscito a farlo. Ma dopo l’US Open, ero esausto e quindi non ho potuto. Non lo so. Io stesso da un lato non vorrei alcun cambiamento. Tranne essere un po’ più rigorosi sul cronometro.

Penso che quello che vediamo quest’anno in termini di durata delle partite sia a causa delle palle. Ad esempio, a Shanghai sono rimasto scioccato e anche un po’ a Pechino, ma ancor di più a Shanghai, solo perché era così difficile fare punto. Quindi ogni punto può durare fino a 30 secondi, un minuto e più dura, più tempo prendi tra i punti, più le partite durano all’infinito. Quest’anno, molte partite vanno ai tre set, tre ore. Ad esempio, non ho visto come sia Basilea, ma da quello che vedo solo dai risultati, sono sicuro che la superficie sia molto lenta. E le palle sono lente, mi baso solo dai risultati e magari mi sbaglio, ma è quello che sento, non so cosa pensano gli altri giocatori. Quindi, penso che le palle, di nuovo, abbiano un ruolo quando le partita dura così tanto.

PRESS: Visto che ne abbiamo parlato, tu su quali superfici preferisci giocare?

Torino forse è quello più veloce fra i campi duri. L’anno scorso, almeno questa è la mia sensazione, era molto difficile fare il break lì. Voglio dire, l’anno scorso, non ci sono stati molti break. Io preferisco i campi duri e veloci perché, in generale, penso che dovrebbero essere così. Sappiamo che la terra battuta è lenta. L’erba sta diventando più lenta ma in generale era la superficie più veloce e i campi duri, secondo me, dovrebbero essere sempre abbastanza veloci. Ci sono alcuni campi duri molto lenti che, secondo me, sono più lenti della terra battuta. Solo che il rimbalzo è diverso dalla terra. E mi chiedo perché? Non puoi fare un ace, non puoi fare un punto vincente, ed è come dire, perché? Ma sì, direi che qui è abbastanza veloce, ma tipo medio-veloce. Mi piacciono queste condizioni, quindi spero di fare bene.

PRESS: Come trascorri il tuo tempo libero qui a Vienna?

Sì, quest’anno sono arrivato forse un giorno dopo rispetto a quanto avrei dovuto in generale. Quindi sono arrivato sabato sera e sapevo che non avrei avuto molto tempo per allenarmi, quindi volevo allenarmi di più. Quindi non ho avuto molto tempo per visitare la città, ma l’ho fatto negli anni precedenti. Quest’anno, insomma, sto nel centro, quindi esco solo per una passeggiata e vado in alcuni ristoranti la sera con il mio allenatore. Ma in generale, come tennista, quando parliamo di una città, si tratta più del tipo di atmosfera che senti. Mi piace Vienna, mi fa sentire a casa in un certo senso.

PRESS: Hai guardato la partita dell’anno scorso di nuovo contro Grigor (Dimitrov, il prossimo avversario di Medvedev, ndr)?

No, non lo faccio. Forse dovrei. Ma preferisco in un certo senso staccare prima della partita. Ovviamente cerco di ricordare cosa ho fatto. Ma guardarlo davvero, sappiamo che ci evolviamo durante l’anno, quindi lui giocherà in modo diverso e io giocherò in modo diverso. E se guardo troppo, penserò, ok, forse dovrei fare così, troppa informazione. Non mi piace troppa informazione. Mi piace avere qualche informazione ma non troppo.

PRESS: parliamo della finale degli US Open di quest’anno contro Djokovic. Credo che avresti vinto il match se avessi fatto quel passante giusto nel tie break. Perché non hai fatto nessun aggiustamento con la risposta? Se in Australia dovessi giocare contro Novak cambierai qualcosa nella posizione in risposta?

È una dichiarazione audace. Forse avrei vinto il set, ma la partita non lo so. Per quanto riguarda la posizione in risposta contro Novak in futuro probabilmente sì. E questa è la cosa del tennis. Specialmente contro un buon giocatore di servizio e rete, se va con un servizio esterno sul mio dritto, forse vincerà tre punti su quattro o quattro su cinque. Ma c’è un momento, ad esempio a 30-30 o 30-40, in cui se faccio quella risposta lui è sotto pressione. Non hai bisogno di breakkare ogni gioco, hai bisogno di quel ritorno nel momento giusto. Non sono riuscito a rispondere come avrei voluto ma durante la partita credevo di poterlo fare. Dopo la partita ho pensato che ero stato troppo ostinato. Avrei dovuto cambiarlo. Peròse avessi cambiato, non sono sicuro che aver vinto. È molto complesso. E la prossima volta che giochiamo, vedrò, forse sì, forse no. L’unica cosa che puoi credere è che cercherò di vincere, e come lo faccio, non lo so. Grazie.

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