Finals Guida Djokovic Sinner insegue Dubbi Alcaraz (Crivelli). Djokovic, un ritorno da re Medvedev senza misura (Ercoli-Giammò). La regola di Djokovic e le vittorie coerenti (Azzolini). Medvedev perde Il suo gestaccio è anche peggio (Strocchi). A Torino piovono le palline (Bertellino). Tutti pazzi per Sinner, sulle orme di Valentino (Rossi). Parigi, resa di Alcaraz e Medvedev (Martucci). Intervista a Carlos Alcaraz (Semeraro).

Rassegna stampa

Finals Guida Djokovic Sinner insegue Dubbi Alcaraz (Crivelli). Djokovic, un ritorno da re Medvedev senza misura (Ercoli-Giammò). La regola di Djokovic e le vittorie coerenti (Azzolini). Medvedev perde Il suo gestaccio è anche peggio (Strocchi). A Torino piovono le palline (Bertellino). Tutti pazzi per Sinner, sulle orme di Valentino (Rossi). Parigi, resa di Alcaraz e Medvedev (Martucci). Intervista a Carlos Alcaraz (Semeraro).

La rassegna stampa di giovedì 2 ottobre 2023

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Torino aspetta di Super 8. Sinner sfida re Djokovic – Musica Maestri Torino vi aspetta. Finals Meno 10. Guida Djokovic, Sinner insegue. Dubbi Alcaraz (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Chi le vince, diventa per sempre Maestro. E’ il fascino delle Atp Finals, il torneo tra i migliori 8 giocatori dell’anno, qualificati attraverso un apposita classifica, la Race, e che tradizionalmente chiude la stagione. Nate nel 1970 come Masters, un nome che poi è popolarmente rimasto attaccato all’evento, le Finals sono uniche nel loro genere, perché hanno i gironi prima di semifinali e finali, perché puoi perdere una partita e non essere eliminato oppure giocare e vincere la finale contro un avversario che ti ha appena battuto nel round robin. Per questo esserci, prima ancora che conquistarle, è già uno degli obiettivi più grandi di ogni tennista. E come sempre, quando l’appuntamento si avvicina, la corsa agli ultimi posti disponibili si infiamma, mentre chi è già dentro gestisce le residue energie per arrivarci nella miglior condizione fisica dopo un’annata stressante. Sono già qualificati Djokovic, Alcaraz, Medvedev, Sinner, Rublev, Tsitsipas e Zverev, cui sono bastate le vittorie di ieri a Bercy; Rune e Hurkacz i più accreditati per l’ultimo posto. I favoriti Un nome su tutti: Novak Djokovic. Ha già vinto sei volte le Finals, come Federer, e con un altro successo diventerebbe unico detentore del record di plurivittorioso. Inoltre è vicinissimo a confermarsi n.1 del mondo di fine anno per l’ottava volta: due traguardi che ne accresceranno a dismisura la fame. E poi e reduce da una stagione con il 90% di partite vinte e tre Slam conquistati, oltre ad aver gestito meravigliosamente, come sempre, il suo fisico di fantastico 36enne: «Finale a Bercy e vittoria a Torino come nel 2022? Ci metterei la firma». Il primo rivale avrebbe dovuto essere il giovane prodigio Alcaraz, che lo ha sconfitto nell’epica finale di Wimbledon, ma il condizionale è voluto: dopo il trionfo londinese, Carlitos, alle prime Finals in carriera (un anno fa era infortunato), ha perso 6 partite, troppe per uno come lui, e a Bercy è uscito subito lamentando di non essere guarito dalla fascite plantare. Ora ha dieci giorni per recuperare, ma i dubbi, anche suoi, restano: «Stagione lunga e faticosa, però è evidente che non riesco mai a rendere come vorrei in questa parte di stagione. Dovrò pensare a dei cambiamenti». Il terzo incomodo, fino a un mese fa, era Daniil Medvedev: nessuno ha vinto più partite di lui in stagione […], sul veloce, anche indoor, la sua ragnatela si esalta e ha già vinto il torneo […], quindi sa come si fa. E tuttavia in stagione non ha mai dato la sensazione di essere tomato quello del 2021, quando vinceva gli Slam e poi si prendeva il numero uno, e le ultime due sconfitte con Sinner potrebbero avergli incrinato la fiducia. Jannik, appunto. Per lo stato di forma mostrato nell’ultimo mese, è probabilmente il primo sfidante di Djokovic. Maturato fisicamente, decisamente migliorato nelle percentuali al servizio, ha nella risposta e nella gestione dei punti caldi le solite armi letali. E poi avrà la spinta del pubblico. […] Proprio perché arrivano in coda alle fatiche di una stagione intera, le Finals sono spesso aperte alle sorprese, da Nalbandian a Davydenko fino a Dimitrov e perché no Zverev e Tsitsipas, che erano sicuramente sorprese quando hanno vinto nel 2018 […] e nel 2019. Dunque, nessuno degli otto protagonisti può essere escluso dal pronostico per la natura intrinseca del torneo, ma Rublev, Tsitsipas e Zverev sono un passo indietro, anche se dal punto di vista mentale potranno giocare senza pressioni. Il russo ha mostrato una continuità invidiabile per tutta la stagione, ha finalmente rotto il tabù del grande appuntamento […] ma deve ancora dimostrare di poter gestire a questi livelli i match contro i big. Il greco, dopo un avvio scoppiettante […] si è perso nei meandri di una crisi di fiducia da cui sembra uscire solo adesso; il tedesco ha recuperato con difficoltà dall’infortunio del 2022 ed è ancora troppo alterno. […] Le sconfitte a Bercy tolgono di mezzo Ruud, finalista alle Finals un anno fa, e Paul, e lasciano aperte le porte di Torino a Rune, al momento ultimo dei qualificati, e a Hurkacz, il più in forma di questa parte di stagione dietro Sinner. Il danese potrebbe ricevere la spinta decisiva dalla nuova collaborazione con Becker, ma il polacco può diventare solo l’ultimo dei cavalli di rincorsa a centrare l’obiettivo a ridosso del torneo. Più defilato, spera ancora De Minaur. Buona fortuna a tutti.

Djokovic, un ritorno da re. Medvedev senza misura (Lorenzo Ercoli – Ronald Giammò, Il Corriere dello Sport)

Provocazione o malinteso? «Il dito medio ai tifosi? No, non l’ho fatto. Mi stavo controllato le unghie. Perché dovrei fare questo al bellissimo pubblico di Parigi Bercy?». Daniil Medvedev con un po’ di ironia spegne l’incendio ma continua a dividere. Ami o odi, non ci sono vie di mezzo quando si tratta di lui: il moscovita non lascia indifferenti. Con il pubblico francese a questo giro il rapporto si è incrinato ed è una coincidenza ironica che nel 2020 Daniil abbia vinto proprio l’edizione a porte chiuse del torneo. Mentre l’ex numero 1 del mondo, sconfitto 6-3 6-7(4) 7-6(2) da Grigor Dimitrov, lascia il Centrale subissato di fischi, dagli spalti non sembrano pensare troppo al destino di un evento che dopo quella di Alcaraz incassa un’altra eliminazione eccellente. Nella contesa che regala al bulgaro un posto agli ottavi di finale, la goccia che fa traboccare il vaso nasce da un malinteso. Il gioco si ferma per qualche istante mentre l’arbitro parla. Alla ripresa Dimitrov ha bisogno di qualche istante in più, ma i fischi vanno all’indirizzo del russo che a quel punto si ferma e chiede di non giocare aspettando che la tensione sugli spalti si attenui: «Se lancio la racchetta, vengo fischiato. È normale e non vedo problemi. In questo caso non capisco perché io debba essere fischiato e per questo volevo che smettessero, a costo di non giocare finché non finivano. Poi ho ricevuto un codice e ho pensato ‘Voglio davvero essere squalificato?’ La risposta è no, quindi sono tornato in campo». Eliminato dal torneo Medvedev è un fiume in piena: «Ho tanti amici francesi e a diversi di loro non piace molto questo Masters 1000, magari c’è un motivo. Sicuramente mi sono trovato meglio quando ho giocato qui senza pubblico. Forse tra due anni non saremo più qui. Non credo che Parigi perderà la manifestazione, ma ho sentito dire che potrebbe essere ricollocato in un’altra zona della città, non so altro». Ormai aperto a ogni risultato, le vittorie di Jack Sock e Karen Khachanov nel 2017 e nel 2018 sono solo l’esempio più eclatante di un evento che, a ridosso delle Nitto ATP Finals, convive con un infelice posizione di calendario. Fino al 2008, quando il Masters si giocava a Shanghai e Madrid ospitava l’altro Masters Series indoor la programmazione era più omogenea e dopo lo US Open garantiva un mese di tregua ai big. […] Il sei volte campione Novak Djokovic ha esordito con un agevole 6-3 6-2 sull’argentino Tomas Martin Etcheverry. In maniera quasi speculare al 2022, quando l’esilio dagli Stati Uniti d’America lo costrinse a saltare gli US Open, il numero 1 del mondo quest’anno ha rinunciato alla tournée asiatica e può affrontare con più energie il rush finale di una stagione lunghissima. Nella scorsa annata fece rodaggio con Tel Aviv e Astana, anche nell’ottica di mettere al sicuro il posto per Torino, questa volta invece l’ultimo match ufficiale risaliva alla Coppa Davis di settembre. Quest’oggi sarà sfida contro l’olandese Griekspoor per Nole. Tsitsipas e Zverev avanzano e muovono un passo quasi decisivo verso le Finals. Il greco ha domato per 6-3 7-6(2) il canadese Auger-Aliassime, fresco di trionfo a Basilea, mentre il teutonico si è aggiudicato con lo score di 6-4 6-7(3) 7-6(5) una maratona da 3 ore e 29 contro Humbert. La lotta per l’ottavo posto è dunque un discorso tra Rune e Hurkacz, con De Minaur e Khachanov obbligati a vincere il torneo per sperare.

La regola di Djokovic e le vittorie coerenti (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Uria vittoria per ricominciare. Lui, il Djoker, la definisce coerente. Parola, questa, che si è aggiunta di recente al suo dizionario tennistico, o forse meglio sarebbe dire ai suoi, perché sono ormai tanti e comprendono anche espressioni in cinese e in giapponese, oltre al pieno possesso dell’inglese e del tedesco, dell’italiano e del francese, con un po’ di spagnolo e una spolveratura di portoghese. Si vede che gli anni trascorsi sui campi, 37 dal prossimo 22 di maggio, non hanno sottratto granché alle energie di un fisico scolpito nel caucciù, ma hanno aggiunto idiomi e conoscenze al ragazzino dei monti […] che ha fatto un’arte dell’immagazzinare tutto e mettere da parte. Dunque una vittoria coerente, quella con il novizio argentino Etcheverry al primo giro di circuito della sua carriera, perché nasce da uno spartito ripetuto fino alla noia ma sempre valido, tanto più se c’è da affermare la propria supremazia. Cinque o sei game per capire, poi lo strappo al match, forzando tempi e colpi, con un accenno di aggressività che di solito si rivela più che sufficiente, ma può essere regolato alla bisogna, nel raso ne serva quel tanto in più. Lo scatto in avanti si spegne solo quando il primo è vinto e il secondo set già saldamente nelle sue mani. Etcheverry ha fatto in tempo a compiacersi di essere tre pari nel primo set, e pochi minuti dopo era sotto 3-6 0-2. Un classico. Alla coerenza Djokovic ci tiene. La teorizza come una delle virtù che gli hanno permesso gli hanno assicurato un finale di diventare il tennista più vincente. Se il match è coerente, sa che sono ancora pochi quelli che lo possono battere. Se a dominare è l’incoerenza, invece, le cose si possono fare molto più complicate. Va da sé, c’era incoerenza nella finale del 2021 agli US Open, quando Medvedev lo seviziò di bordate, apparecchiandogli una trappola che solo l’incongruenza […] poteva giudicare un buon piano per vincere. Tirava la prima a 225 orari, la seconda a 222. Come vi sia riuscito per l’intero match, Nole ancora riesce a spiegarselo, anche perché è tornato molte volte a battersi con il russo, e l’ha visto anche riprovarci, finendo però per ammucchiare doppi falli. Chissà se il Djoker considera incoerente anche il successo di Alcaraz a Wimbledon. È probabile. Perché i Championships, ora che Federar è in pensione, sono il suo torneo, essendo il solo che sappia dare una logica al gioco sull’erba. Mentre lo spagnolo […] su quei rimbalzi non sempre regolari aveva mostrato di non capirci granché. […]

Medvedev perde Il suo gestaccio è anche peggio (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Si aprono corridoi inattesi per i possibili outsider della parte bassa del tabellone del Masters 1000 di Parigi-Bercy. Dopo il tonfo di Carlos Alcaraz martedì sera contro il russo Roman Safiullin, è uscito di scena al secondo turno anche Danill Medvedev, n.3 del ranking collocato dal sorteggio sempre nella metà inferiore del draw. A battere il campione 2020 è stato Grigor Dimitrov, uno dei giocatori più caldi del momento: anche una settimana fa a Vienna il bulgaro era avanti di un set, prima di subire la rimonta del 27enne di Mosca, ma stavolta ha saputo completare l’opera grazie a 48 vincenti contro i 22 dell’avversario. Il 32enne di Haskovo ha dimostrato forza mentale dopo la reazione di Medvedev: è andare avanti 5-2 al 3°, mancando 4 match point quando ha servito sul 5-4 e poi altri due in risposta sul 6-5 […], ma il n.17 Atp ha mantenuto la compostezza per dominare il tie-break e dopo 2 ore e 54 cogliere la sesta affermazione su un top 10 in un 2023 che lo ha riportato in alto. Il russo è uscito dal campo accompagnato dai fischi del pubblico a cui ha rivolto il dito indice medio. «Ma no, mi stavo solo controllando le unghie… Perché mai avrei dovuto farlo ad un pubblico così bello come quello di Parigi?», il tentativo di spiegazione, per nulla convincente e pure con sospetta ironia, di Daniil. Si avvicina sempre più alle Finals Stefanos Tsitsipas, che si è imposto su Auger-Aliassime […], recuperando dal 2-5 nel secondo parziale dove ha cancellato 4 palle-set prima di chiudere al tie-break. Il greco […] con il 49° successo stagionale ha consolidato la sesta posizione nella Race […], 810 in più di Hubert Hurkacz, 9° con nel mirino Holger Rune. A contendere all’ateniese l’ingresso nei quarti è Alexander Zverev […], che ha domato dopo 3 ore e mezza di lotta Ugo Humbert, ultimo beniamino di casa in lizza. Anche il polacco Hurkacz è agli ottavi: dominato Roberto Bautista Agut grazie a 19 ace, primo giocatore a superare quota 1000 in una singola annata dopo gli americani John Isner e Reilly Opelka […]. Per il 26enne di Wroclaw prossimo ostacolo l’argentino Francisco Cerundolo, che ha escluso Casper Ruud dagli aspiranti Maestri. Il norvegese finalista […] a Torino 2022, semifinalista 2021 è 11° nella Race. Discorso chiuso pure per Tommy Paul […], eliminato in 3 set dal qualificato olandese Botic Van de Zandschulp. La statunitense Jessica Pegula è la prima semifinalista alle Wta Finals a Cancun: sul cemento messicano la 29enne di Buffalo, n.5 del ranking ha sconfitto in 2 set la bielorussa Aryna Sabalenka, impegnata a difendere lo scettro mondiale. 

A Torino piovono le palline (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Tra Torino e il tennis è scattata la scintilla. Da tre anni le due realtà sono unite da un legame solido e duraturo. La città, partecipe e coinvolta, diventa una cosa sola con le Nitto Atp Finals. È questo in sintesi il concept della campagna di comunicazione “Torino it’s a match“, realizzata dall’agenzia Undesign e voluta dalla Città di Torino in collaborazione con Regione Piemonte, Camera di commercio di Torino, Turismo Torino e Provincia e Visit Piemonte. Grazie a una pianificazione ad alta diffusione che ha privilegiato luoghi con grande traffico e movimento di passeggeri […], Torino e i suoi monumenti sono pronti a scendere in campo, ad invitare i cittadini e visitatori a partecipare. La Campagna multi-soggetto della promozione delle attività di Casa Tennis, di Casa Gusto e di Casa Media, è inoltre presente nel circuito Mupi, sui mezzi pubblici e sul bus City Sightseeing. Dal 6 novembre pioveranno le palline. Come cadute dal cielo, 13 palline da tennis giganti del diametro di 2 metri saranno sparse in alcuni dei luoghi più iconici del centro città […] creando scorci e angoli inediti da fotografare e da condividere via social. Sopra le fontane in piazza Castello verranno inoltre posizionate due grandi palline da tennis che, con un effetto scenografica, sembreranno sospese nell’aria. Proseguirà cadenzata l’illuminazione della Mole. Ogni singolarista qualificato alle Nitto ATP Finals viene omaggiato con la proiezione della sua immagine sulla Mole Antonelliana, monumento simbolo della città, tra effetti di luce e colori. Durante il torneo alcuni monumenti e luoghi iconici della città […] si illumineranno con i colori dell’evento. Il 10 novembre alle 10 verrà inaugurata Casa Tennis […]. Negli spazi suggestivi della cupola geodetica in piazza Castello più di 50 appuntamenti si alterneranno in una fitta programmazione che vedrà coinvolti sportivi, giornalisti, scrittori, artisti ed esperti di varie discipline. Se il tema centrale sarà lo sport e il tennis in particolare, l’occasione sarà di vedere attraverso le lenti dello sport spaccati di società, storie di vita ed idee innovative. Tutti i talk saranno accessibili al pubblico previa prenotazione attraverso l’app “Dice”. Gli appuntamenti saranno condotti da Ilaria Fratoni, attrice e presentatrice televisiva nota a Torino anche per aver condotto l’Eurovision Village e successivamente Casa Tennis 2022 e da Linda Messerklinger: attrice e autrice, volto noto tra cinema, musica, arte, tv e interprete di opere a tema sportivo come il film “Quando corre Nuvolari” e la serie “Sport Crime”. Il musicteller Federico Sacchi racconterà a colpi di musica la mitologia del calcio brasiliano; il tre volte vincitore di titoli ATP Lorenzo Sonego con il medico nutrizionista Andrea Pezzana e il cestista di Basket Torino Niccolò De Vico in collaborazione con Slow Food parleranno di sport ed alimentazione; il campione di tennis torinese Andrea Vavassori incontrerà l’astro nascente del padel italiano Marco Cassetta; Stella Menna, ex tennista tra le prime cento al mondo e oggi food blogger di successo con oltre 400mila follower parlerà di cibo con Luca Ferrua, direttore de ilgusto.it de La Stampa; tra i campioni coinvolti nel palinsesto anche Beppe Dossena, campione del mondo nel 1982 che incontrerà Pasquale Gravina, dirigente d’azienda, dirigente sportivo ed ex pallavolista italiano della generazione di fenomeni.

Tutti pazzi per Sinner, Sponsor, fan e simboli sulle orme di Valentino (Paolo Rossi, La Repubblica)

La Jannik Sinner mania è esplosa. Da sentimento acerbo nel 2019, quando vinse la Next Gen a Milano, è diventata oggi una passione travolgente. La scia orange va ben oltre Halloween: il colore ricorda i suoi capelli […], da cui hanno tratto ispirazione i suoi ultrà più fedeli, i Carota Boys. Eccolo, dunque, il popolo di Jannik. Una mania che per certi versi somiglia a quella per Valentino Rossi. Lui aveva il 46, il colore giallo, il logo The Doctor. Sinner l’arancione e la carota. Ha il suo cappellino, i suoi quaderni […]. Oggi c’è chi fa il tour turistico sui luoghi delle origini di Sinner, a San Candido. Certo, sugli spalti del tennis non potranno mai esserci i rumorosi tifosi delle due ruote, ma i Carota Boys, il gruppo di sei ragazzi di Cuneo che lo seguono ovunque vestiti da ortaggio, hanno vivacizzato l’immaginario, tanto da attirare l’attenzione degli appassionati in tutto il mondo. Questa seduzione era iniziata ben prima dei trionfi attuali: «È un ragazzo d’oro. Una combinazione di aspetti che mi piacciono» disse di lui un certo Roger Federer che lo scelse per allenarsi insieme. Perché? Probabilmente per l’umanità di questo tennista, che crescendo non è cambiato di una virgola. E forse per la sua universalità: possiede qualcosa in cui ciascuno di noi può specchiarsi. Vale anche le aziende: oggi Jannik è testimonial di Nike, Head, Rolex, Gucci, Fastweb, Edizioni Pigna, Panini comics, Lavazza, Parmigiano Reggiano, Technogym, Intesa San Paolo. Non sfuggiranno le differenze merceologiche […] a conferma dell’appeal trasversale di questo ragazzo. In questo 2023 sono 5 i milioni di euro […] intascati […], cui vanno aggiunti anche gli introiti degli sponsor. E quel numero va moltiplicato per tre: insomma, siamo sui 20 milioni annui in tutto. «Non sono un’azienda che punta solo a fare soldi: ho saltato tornei per allenarmi, non ho mai partecipato ad alcuna esibizione» ha precisato. Capito? Sinner sembrerà anche introverso […], ma quando parla scandisce bene i concetti, e fondamentalmente non ha mai dimenticato da dove proviene: la montagna. E dove vuole andare: gli Slam. «Le cose sono semplici. Io voglio giocare, mi piace fare questo». Durante la pandemia Jannik ha visto crescere il suo profilo Instagram del 95%. Senza giocare. Raggiungerà il milione di follower a breve. Nell’ambiente dicono: «Oggi è al comando. Prima non era così». Chiaro il riferimento all’era Piatti, ed è palese quindi quale sia lo stile, e la filosofia di vita, di questo ragazzo ormai uomo. Campione e businessman: vuol essere lui, con i suoi valori, al centro del progetto. In fondo ha seguito il consiglio che gli diede […] Nielsen Sports: «La sfida che attende Sinner sarà quella di scalare il ranking Atp e di mantenere una chiara identità, come riferimento per gli appassionati e come veicolo di comunicazione per i brand». Però, siccome nessuno è perfetto, anche Sinner ha ricevuto le sue critiche: per un “no” alle Olimpiadi e alla Davis: «All’epoca non ero pronto» s’è limitato a puntualizzare. E, senza aggiungere altro, è facile immaginare che la sua risposta arriverà a Malaga, per le Final 8 di Davis. Scommettiamo?

Parigi, resa di Alcaraz e Medvedev (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

Parigi, o cara! L’ultimo Masters 1000 dell’anno è sempre prodigo di sorprese. A cominciare dal ritorno dopo ben un mese e mezzo del numero 1, Novak Djokovic, che però, battendo d’acchito Etcheverry 6-3 6-2, consolida la promessa […]: «Voglio vincere ancora uno Slam, chiudere un’altra stagione da numero 1 e fare risultato all’Olimpiade». Il 2 della classifica, Carlos Alcaraz, al rientro dopo un doppio infortunio, cede d’acchito all’ex grande promessa russa, Roman Safiullin […]: «Non mi muovevo bene, fisicamente devo ancora migliorare tante cose». E il 3, Daniil Medvedev, finalista uscente di Parigi, spremuto di energie psico-fisiche da Sinner nella finale di domenica a Vienna, proprio non regge il doppio sforzo: la classe del redivivo Grigor Dimitrov […] unita al pubblico feroce e scorretto di Bercy. Che manda a quel paese […]: «Ho alzato il dito medio? No! Mi guardavo le unghie… Chi farebbe mai il dito medio al bellissimo pubblico francese?» Lui che risiede in Costa Azzurra, ha un coach locale e ben capisce gli insulti in lingua. […] Chi avrebbe mai detto che i ventenni terribili Alcaraz e Rune si sarebbero arenati? Eppure, il danese non si è più ripetuto ai livelli del trionfale Bercy di 12 mesi fa, quando superò 5 top 10 fra cui in finale Djokovic, ha brillato solo sulla terra, con le finali di Roma e Montecarlo e il successo di Monaco, poi la schiena l’ha menomato. E lo spagnolo, dopo aver inanellato altri 2 Masters 1000, più Wimbledon, deluso da se stesso agli US Open, è naufragato in Cina, battuto da Sinner e Dimitrov, è rientrato ai box per un gluteo e un piede dolenti, ed ha perso subito a Parigi: «Fortuna che prima delle Finals ho parecchi giorni di allenamento per ritrovare il livello di gioco che vorrei». Per certo quella veloce indoor è la sua peggior superficie e a Bercy ha sempre giocato male: nel 2021 ko al terzo turno con Gaston e l’anno scorso ritiro sul 3-6 6-6 con Rune. «Probabilmente la stagione è stata così lunga che questo influenza il mio gioco. Siamo tutti stanchi, no? Io devo capire e devo cercare di migliorare in questa parte dell’anno». Bercy è tabù per gli spagnoli: Nadal, dalla prima partecipazione, con l’unica finale 2007 persa con Nalbandian, conta 2 semifinali, 7 rinunce e 3 stop per problemi fisici strada facendo.

Intervista a Carlos Alcaraz – Alcaraz: solo sul campo da golf sono sicuro di battere Sinner – “Wimbledon mi ha cambiato la vita Sinner incredibile, ma a golf lo batto” (Stefano Semeraro, La Stampa)

Carlos Alcaraz è il ragazzo d’oro del tennis, il campione in carica di Wimbledon. L’unico che quest’anno è riuscito a battere Novak Djokovic in un torneo dello Slam, e a cui contende il numero 1 di fine stagione. Nel 2022 ha saltato le Atp Finals per un infortunio, quest’anno al Pala Alpitour, insieme a Jannik Sinner sarà il più atteso degli otto maestri. Carlos per lei è più importante tornare numero 1 o vincere le Finals di Torino? «Se devo scegliere dico vincere le Atp Finals, ma le due cose vanno di pari passo: se otterrò un buon risultato a Torino ho buone possibilità di tornare numero uno. Le Finals sono un grande torneo che nel 2022 purtroppo mi sono perso. Ho molta voglia di esserci, di darmi una chance». Conquistare Wimbledon le ha cambiato la vita? «Sì, dal punto di vista sportivo totalmente. Anche per chi non sa nulla di tennis, è il torneo che conta di più. Come persona sono sempre lo stesso: io e il mio team abbiamo chiaro il percorso che dobbiamo seguire, il tipo di persona che voglio essere». La rivalità con Sinner sta crescendo. Avete giocato contro otto volte, quattro successi a testa ma Jannik ha vinto le ultime due: che cosa la impressiona di più di lui? «La capacità di importi un ritmo altissimo durante tutta la partita. Vincere un punto a Jannik oggi è una cosa molto complicata… Ha un diritto incredibile, un rovescio incredibile, tutti i suoi colpi sono perfetti, o quasi. È uno dei tennisti più completi in circolazione». Lei ha un tennis vario e molto spettacolare: le capita mai di giocare un colpo pensando più al pubblico che al punteggio? «Un punto è un punto, sia che lo vinci con un colpo normale sia che ti inventi una meraviglia. Però è vero che quando riesco a fare qualcosa di diverso al pubblico piace. Alla fine dobbiamo mettere dentro il tennis un po’ di intrattenimento, per catturare l’attenzione del maggior numero di persone possibili, fare in modo che si appassionino. A me qualche volta riesce naturalmente, e l’entusiasmo della gente, il boato, mi danno ancora più energia». Parliamo di Djokovic: quando se lo trova avanti immagina di essere forte come lui a 36 anni? «Non lo so. Curo tutti i dettagli per ottenere il massimo dalla mia carriera, e mi piacerebbe arrivare alla sua età battendomi per vincere i grandi tornei, con una forma fisica migliore di tanti avversari che di anni ne hanno 24 o 25. Novak è davvero incredibile». L’anno prossimo ci sono le Olimpiadi, per il tennis si giocano al Roland Garros… «Fin da piccolo ho sempre desiderato partecipare ai Giochi. Rappresentare il proprio paese è una cosa che piace a tutti, credo. Spero di arrivarci nelle migliori condizioni possibili per portare una medaglia alla Spagna». Magari in doppio con Nadal. «Giocare a fianco di Rafa sarebbe un sogno. Speriamo di essere entrambi in forma in quel periodo». Dopo Torino sono in programma le Final 8 di Coppa Davis a Malaga, ma senza la Spagna. C’è qualcosa di sbagliato? «Mi piacerebbe assaporare l’essenza della Coppa Davis, che oggi, con il nuovo formato, si è un po’ perduta. Come ha detto lei, si giocano le Finali a Malaga e la squadra di casa non si è qualificata: in molti incontri lo stadio non sarà pieno, o addirittura semivuoto, come è capitato anche nei gironi. Davvero una pena. Bisogna cambiare, tornare a giocare in stadi esauriti, con la pressione particolare che ti dà la coppa. Speriamo succeda in fretta». Che rapporto ha con i social? Molti tennisti ne soffrono il lato negativo. «Sono uno che li frequenta abbastanza, mi tengo aggiornato quotidianamente. Dopo una partita capita di leggere tanti commenti, positivi e negativi, e i negativi non puoi evitarli. Ci sarà sempre qualcuno che ti critica, qualsiasi cosa fai, quindi più di tanto non mi dà fastidio. Tutti hanno diritto alla loro opinione, e va rispettata». Lei ha vent’anni ed è già milionario. Che rapporto ha con il denaro? «Ovviamente è importante. Però non è quello che mi fa decidere se giocare un torneo o l’altro. Con il mio team sono concentrato sul tennis, che è la mia passione. La questione economica la tengo un po’ in disparte». I record che hanno stabilito Federer, Nadal e Djokovic sono battibili? «Niente è impossibile. Tutto si può migliorare nella vita. Arriverà prima o poi, non so quando, qualcuno che li batterà. Di certo quei tre grandi hanno cambiato il modo di guardare al tennis, sia per gli spettatori sia per noi giocatori. Averli come riferimento è positivo per tutti». Lei quale record vorrebbe superare? «Il più complicato credo sia vincere tante volte lo stesso Slam, come ha fatto Rafa al Roland Garros: quattordici volte! Per quanto mi riguarda mi piacerebbe superare il numero di settimane da numero uno. Anche mantenere lo stesso livello di eccellenza per tanti anni è un’impresa enorme». Lei sorride sempre: che cosa la fa arrabbiare? «Nella vita come in campo, non riuscire a migliorare. Sapere che sto facendo male una cosa e non poter cambiare la situazione. Per me è la cosa più frustrante». Quale partita che le ha insegnato di più quest’anno? «Quella con Djokovic al Roland Garros […]. La tengo molto presente.» Quando ha vinto gli Us Open a 19 anni il suo coach, Juan Carlos Ferrero, sosteneva che lei era appena al 60 per cento del suo potenziale. E oggi? «Sto migliorando, del resto ho vent’anni, sarebbe strano il contrario. Diciamo al 70? Forse al 75 per cento? Ma il tennis è in continua evoluzione e tu devi adattarti ed evolverti con lui». Come si diverte fuori dal campo? «Sto in famiglia e con gli amici, perché con il tennis viaggio tanto. E poi mi entusiasma il golf: vado sul green appena posso». Anche Djokovic e Sinner giocano: chi vince? «Novak l’ho visto in azione, credo che abbiamo più o meno lo stesso livello. Jannik invece a golf lo batto, ne sono sicuro, anche se ancora non ci siamo incontrati». 

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