Torino non è riuscita a conquistare il palato del numero due del mondo con i suoi agnolotti. Carlos Alcaraz e il suo team hanno scelto un ristorante giapponese molto conosciuto in città, situato ai piedi della collina. Si chiama Shizen ed è un ristorante che offre cucina giapponese creativa e di altissima qualità.
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Martedì, il giorno dopo la sconfitta dello spagnolo con Zverev, la guardia del corpo di Alcaraz ha chiamato il ristorante per informarsi prima di tutto sul tipo di salmone utilizzato in cucina. La direttrice del ristorante ha confermato che il loro salmone si chiama “upstream”, quindi un tipo di pesce pregiato, di assoluta eccellenza. Dopo quella telefonata, dal ristorante hanno dovuto inviare il menù a coach Juan Carlos Ferrero che, dopo un’attenta analisi dei piatti, ha deciso di prenotare per otto persone, tra membri del team e famigliari. Mentre nel tavolo a fianco era presente anche la guardia del corpo in compagnia di un’altra persona di fiducia. Nonostante Ferrero avesse richiesto solo salmone e riso bianco per Alcaraz, lo spagnolo ha voluto provare altri piatti più particolari tra cui i famosi “gunkan” di Shizen, i nighiri rivisitati di salmone con miele e polpa di riccio essiccata, qualche carpaccio delicato, e del riso saltato con gamberi e pollo, rigorosamente senza verdure.
La clientela discreta del ristorante non ha disturbato il numero 2 del mondo durante la cena neanche una volta. E forse, proprio per questo, coach Ferrero ha prenotato altre due sere di fila. Il manager del ragazzo ha scherzato dicendo che dopo aver messo piede da Shizen, Alcaraz non ha più perso: sempre vestito uguale, sempre sorridente. Un rito scaramantico che ha condotto lo spagnolo alla semifinale delle Nitto ATP Finals contro Novak Djokovic.