Intervista a Filippo Volandri: "Le imprese di Sinner ci regalano fiducia" (Cocchi). Ivanisevic: "Il più grande continua a migliorare" (Crivelli). La Sinnermania arriva in Coppa Davis (Ferrero). Il prossimo anno Sinner crescerà ancora (Panatta)

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Intervista a Filippo Volandri: “Le imprese di Sinner ci regalano fiducia” (Cocchi). Ivanisevic: “Il più grande continua a migliorare” (Crivelli). La Sinnermania arriva in Coppa Davis (Ferrero). Il prossimo anno Sinner crescerà ancora (Panatta)

La rassegna stampa di martedì 21 novembre 2023

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Jannik Sinner - ATP Vienna 2023 (foto: X @ErsteBankOpen)
 

Volandri, spinta per la Davis: “Le sue imprese ci regalano fiducia” (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Tutti insieme a vedere la partita di Jannik, tifare, sperare. Anche questo è squadra, gli azzurri di Davis di Filippo Volandri sono a Malaga da sabato dove hanno iniziato gli allenamenti per i quarti di finale contro l’Olanda. Jannik Sinner si è aggregato al gruppo ieri sera con un volo privato partito da Nizza.

Volandri, il gruppo come ha vissuto la finale di Jannik?

“Ce la siamo guardata tutti insieme nella nostra sala tv, è stato bello, emozionante. Poi siamo dovuti andare alla cena di gala e alla fine sul pullman eravamo tutti con il telefono a vedere il secondo set. Non è arrivato il trofeo ma questo è stato un passo importante nella sua maturazione”.

Ora Sinner è un giocatore davvero completo.

“Lui vuole sempre lavorare e migliorare e sicuramente può crescere ancora, ma sul servizio ho notato grandi progressi, così come a livello tattico. La cosa impressionante è la velocità con cui è cresciuto”.

Che accoglienza gli è stata riservata dal compagni?

“In serata lo abbiamo accolto, applaudito. Tutti noi lo aspettavamo a braccia aperte ed è stato bello ritrovarci”.

Quanto la settimana da sogno di Sinner alle Finals ha contribuito a rinforzare lo spirito della squadra?

“Molto. È stato bello seguirlo tutti insieme, aspettarlo. È chiaro che sapere di averlo con noi è una gioia e ci dà una bella iniezione di fiducia. ma siamo una squadra, un gruppo. Dobbiamo ragionare in questa logica, non sul ranking”.

Sinner lo abbiamo visto, gli altri come stanno?

“Bene, Lorenzo Musetti è arrivato molto carico, di buon umore. Sonego e Arnaldi come Bolelli stanno bene. Siamo al completo e alla mattina inizieremo gli allenamenti anche con Jannik”.

Ci sarà anche Matteo Berrettini?

“Si, verrà ad allenarsi insieme a noi. Sarà un po’ uno sparring di lusso e poi è sempre un grande motivatore, lo abbiamo visto anche a Bologna. Che potrà essere un buon Capitano in futuro è certo, ma facciamolo giocare ancora qualche anno”.

Tutti aspettano una nuova sfida tra Sinner e Djokovic a Malaga, in semifinale. Ma prima c’è da battere l’Olanda e non sarà una passeggiata.

“Non sono da prendere sotto gamba. Griekspoor ha fatto la sua stagione migliore, Van De Zandschulp è in crescita e il doppio, anche se hanno provato diverse combinazioni, è sicuramente pericoloso”.

E anche la Serbia non avrà vita così facile contro la Gran Bretagna.

“Assolutamente no. Murray non c’è, ma hanno Norrie, che è in forma, e soprattutto Draper, che gioca benissimo ed è pericoloso. Il doppio, poi, è composto da specialisti. Certo, c’è Djokovic, ma non pota fare tutto da solo”.

Intervista a Goran Ivanisevic: “Il più grande continua a migliorare” (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

È la valvola di sfogo di Djokovic quando sta giocando, ma Goran Ivanisevic, sicuramente un grande coach, ha imparato a gestire i picchi adrenalici del numero 1, ottenendo in cambio trionfi su trionfi.

Goran, Novak è passato dalla possibile eliminazione del giovedì alla vittoria di domenica. Come ha fatto?

“Ok, dobbiamo ringraziare un po’ Sinner, che ci ha dato un piccolo aiuto per farlo andare avanti. Ma sapevo che se Nole fosse arrivato in semifinale, avrebbe vinto il torneo. La mentalità è cambiata, è arrivato il vero Djokovic. E quando il vero Novak arriva in campo, allora non ce n’è per nessuno”.

Come si è accorto che è cambiato?

“Lo vedo nei suoi occhi, nel suo modo di avvicinarsi quando arriva nello spogliatoio, quando viene al campo di allenamento. Il riscaldamento è stato diverso […]”.

Un giocatore di 36 anni che ha vinto tutto può ancora migliorare?

“Lui vuole migliorare. Questa è la cosa buona ma anche la cosa negativa per me come allenatore e per il lesto della squadra. Penso che abbia migliorato molto la volée, il suo gioco e la sua posizione a rete. Adesso, quando arriva a rete, gioca delle volée incredibili. La sua posizione in quella della zona è molto migliorata, è molto difficile da superare. E poi colpisce molto, molto più forte con il dritto. E il servizio a volte arriva oltre 200 km all’ora”.

Alcaraz e Sinner sono il futuro, ma Novak ha mandato loro un messaggio importante

“Carlos non ha giocato il suo miglior tennis, ma devi comunque batterlo, ci sono state partite incedibili. Jannik ha mostrato al mondo che è pronto per vincere uno Slam il prossimo anno e non ha paura di nessuno. Il 2024 sarà molto interessante. Nadal? Se è vero che Nadal torna per me è la notizia migliore del mondo, sarà interessante perché potresti affrontarlo subito all’esordio in un Slam. Se Rafa torna, è perché è al 100% e ha ancora qualcosa da dare […]”.

La Sinnermania arriva in Coppa Davis, ma il doppio è un tormento per l’Italia (Federico Ferrero, Domani)

Dopo il grande “no”, che poi così grande non è stato se non per chi ha voluto costruirci un caso-nazionale, Jannik Sinner ha approfittato del microfono porto al finalista del Masters a Torino per dare appuntamento a tutti a Malaga, questa settimana, per la fase finale di Coppa Davis […]. Di tutte le statistiche che hanno accompagnato la cavalcata trionfale di Sinner alle ATP Finals sotto la Mole, ce n’è una che restituisce appieno lo stato di forma dell’atleta italiano del momento: prima della finale aveva battuto, nell’ultimo scontro diretto, tutti i primi 16 giocatori del mondo. Compreso il fenomenale e già padrone di due Slam Carlitos Alcaraz, compreso l’enigma Medvedev contro cui aveva sbattuto sei volte su sei. E non escluso il numero uno, il giocatore più vincente di tutti i tempi, Novak Djokovic. Sconfitto nel girone e poi ritrovato in finale: un cliché del Masters, una situazione che è già capitata venti volte nella storia più che cinquantennale dell’evento. In più della metà delle occasioni, il risultato si è ribaltato […]. Ma se l’Italia aveva trovato un leader in Matteo Berrettini, apripista di Jannik ai massimi livelli con le due qualificazioni al Masters (2019 e 2021), e poi se ne è dovuta separare — non fisicamente, a Málaga ci sarà per allenarsi e tifare — ora la nazionale ha un numero uno che ha tutto per esserci e restare: è giovane, ha personalità in campo, vince e non ha paura. Certo, magari non conta su un carisma strabordante. La cultura valligiana dei suoi posti, l’ostacolo della lingua che ha condizionato i primi annidi esposizione al pubblico e i rapporti col resto della truppa non hanno agevolato un clima di cameratismo che, in effetti, Sinner ha creato soltanto con il collega piemontese Lorenzo Sonego, col quale si è creata una affinità testimoniata anche dall’invito nel box privato per l’esordio a Torino, nel match vinto contro Stefanos Tsitsipas. Ma, dove non c’è il collante dell’amicizia, può sopperire il magnete del successo: ammirazione e spirito di emulazione sono fenomeni noti nelle nazioni in cui sboccia il campione vero e, finalmente, questa volta è toccato all’Italia. Per affrontare l’Olanda, Volandri ha convocato il viceré di Torino e poi l’amico Sonego, Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi e Simone Bolelli, quest’ultimo, esclusivamente per il doppio.

Gli avversari di giovedì prossimo non saranno turisti in riva a playa de la Misericordia: se mai il campo di Málaga dovesse essere rapido — per intenderci, veloce come quello sistemato al Pala Alpitour di Torino — allora i singolaristi Botic Van de Zandschulp (numero 51 Atp, ex 22) e Talion Griekspoor (23 Atp, best ranking 21) potrebbero procurare qualche mal di pancia ai nostri. Anche perché la formula asciugata dell’Insalatiera prevede solo tre incontri, due singolari e un doppio. E nel match di coppia i nostri avversari (capitanati dall’ex numero uno del mondo di specialità Paul Haarhuis) possono schierare due specialisti di valore: lo “zio” (classe 1981) Jean-Julien Rojer, nato nel protettorato di Curaçao ma olandese all’occorrenza, e Wesley Koolhof, campione di Wimbledon in carica. Dovesse decidersi tutto nel terzo match, Volandri si troverebbe con una incognita e un retropensiero: la prima, legata alla formazione da schierare. Il secondo si chiama Fabio Fognini, col quale l’attrito ha prodotto scintille dopo la mancata convocazione anche nell’ultima tornata […]. Sinner, nonostante i tentativi, non ha la stoffa del doppista naturale: serve bene e risponde meglio, ma la transizione verso rete e le esecuzioni di volo più complicate, quando la palla scende sotto il livello del nastro, non gli appartengono ancora nonostante i progressi. In stagione Bolelli ha fatto coppia sia con Fognini sia con Andrea Vavassori, ma è un professionista di mondo: il suo ultimo partner è stato proprio l’olandese Middelkoop, escluso a sorpresa dai convocati per la fase finale. La speranza del team Italia è che non ci si debba arrovellare alla ricerca del mix più competitivo, e che possano bastare i match di singolare per passare in semifinale. Nel caso, è in vista un altro incrocio tremebondo: la Davis è obiettivo dichiarato del multicampione e iper patriota Novak Djokovic, in testa alla sua Serbia con i sodali Kecmanovic, Djere, Lajovic e il ventenne Hamad Medjedovic, esordiente nel 2023. Non una one-man band, ma neppure uno squadrone galattico: il primo giocatore serbo dopo il re di ventiquattro Slam è numero 41, gli altri sono ancora più indietro. Con questa formula, conta ogni punto, e anche l’ipotesi di una terza battaglia ravvicinata tra Sinner e il più forte di tutti, almeno da Torino in poi, non fa più troppa paura.

Il prossimo anno Sinner crescerà ancora (Adriano Panatta, Tuttosport)

Me lo tengo così, il Sinner che ci ha incantato in queste giornate torinesi. Giovane e poco smaliziato, ancora a corto dell’esperienza che serve a contrastare uno come il Djoker che ne ha sin troppa, ma veloce di braccia e di pensieri, potente nelle esecuzioni, giocatore vero nelle scelte, e leale in campo e con le parole. Ha fatto il possibile, ma Nole stavolta ha giocato in modo quasi perfetto. Anzi, mi viene voglia di togliere quel “quasi”, perché la sua recita è stata di altissimo livello dal primo all’ultimo colpo. Il miglior Djoker dell’anno, spuntato da chissà dove nel momento giusto, quando gli avversari più giovani, e Sinner prima di tutti, l’hanno avvicinato fino a minacciare i suoi possedimenti […]. Aveva finito il round robin balbettando contro Hurkcacz, poi costretto a ringraziare Sinner che battendo Rune gli aveva garantito l’approdo alla semifinale, e si è presentato in campo contro Alcaraz che era un altro. Un monumento all’agonismo, alla combattività, alla serietà che mette nelle cose in cui crede. In fondo, il solito Djokovic… Ma era da un po’ che non lo vedevamo, malgrado le vittorie siano state – anche in questo 2023 – numerosissime.

Sinner ha tempo, ma è sulla stessa strada. Il primo set di Nole l’ha un po’ confuso, perché il serbo ha messo in campo tutta l’aggressività di cui è capace, ed è tanta, forse infinita. Preciso al servizio e in grado di reggere un ritmo alto nei colpi da fondo. Avrebbe dovuto rispondere con idertica aggressività Sinner, ma è evidente che Nole l’ha un po’ colto di sorpresa […]. Sinner è nato quando Djokovic già giocava tra gli juniores, non dimenticatelo. Ma il futuro è suo, l’ho detto, l’ho scritto e non mi tiro indietro. Lo ribadisco. Sono convinto che il prossimo anno Jannik vincerà uno Slam. Ho indicato lo US Open, perché più degli altri corrisponde alle sue doti tecniche, ma può riuscire ovunque, anche a Wimbledon. E un giorno sarà numero uno. Perché le armi tecniche le ha, e sono di primo livello. Perché non ha ancora finito di crescere, e imparerà ancora moltissimo. Perché si è già imposto su tutti i pari età che oggi, come lui, puntano a scalare la classifica del tennis. Alcaraz, Rune, Shelton… Sinner li ha battuti tutti, e talvolta ne è stato anche sconfitto. Ma la sfida è lanciata, e nessuno di loro potrebbe dire di essere più forte dell’italiano […].

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