Australian Open: Gauff prima semifinalista, Kostyuk si arrende nel festival dei gratuiti

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Australian Open: Gauff prima semifinalista, Kostyuk si arrende nel festival dei gratuiti

Dopo oltre tre ore di tennis tutt’altro che indimenticabile, Coco Gauff conquista la sua terza semifinale Slam: nei due precedenti è sempre andata in finale

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[4] C. Gauff b. M. Kostyuk 7-6(6) 6-7(3) 6-2

Chi avesse scelto di dormire anziché rimanere sveglio per guardare il primo quarto di finale di giornata, non si preoccupi: ha fatto la scelta giusta. Il day10 dell’Australian Open si apre con la sfida tra Coco Gauff, n°4 del tabellone e seconda testa di serie più alta rimasta in gara, e Marta Kostyuk, n°37 del ranking. È una sfida tra due giovanissime, dato che la statunitense è classe 2004 e l’ucraina classe 2002, anche se i loro diversi anni già trascorsi nel circuito potrebbero far avere idee diverse.

Detto ciò, per non essere troppo cattivi, non è stata una partita memorabile. I 107 errori gratuiti totali di fine parita – comparati con i soli 56 vincenti – ne sono una prova, anche se (paradossalmente) raccontano tanto ma non tutto. Il resto, che non si può trovare nelle statistiche, è una marea di scelte sbagliate e occasioni mancate da parte di entrambe. Alla fine, dopo (tempo…) di lotta, è la campionessa dell’ultimo US Open a spuntarla, imponendosi 7-6(6) 6-7(3) 6-2. Gauff conquista così la sua terza semifinale Slam in carriera dopo quelle raggiunte al Roland Garros 2022 e ovviamente allo US Open 2023. In entrambi i casi ha raggiunto la finale: giovedì sfiderà Krejcikova o Sabalenka, ma questa sua versione difficilmente sarà sufficiente per approdare all’ultimo atto.

Primo set: Gauff conquista al tie-break il parziale degli orrori

È Marta Kostyuk a partire al servizio nel primo quarto di finale in assoluto dell’Australian Open 2024. L’ucraina rischia subito parecchio, facendosi rimontare da 40-15 ma riuscendo comunque a salvarsi (annullando due palle break), mentre Coco Gauff tiene il suo primo turno di battuta più agevolmente. La statunitense ha le sue chance anche nel terzo game, non riuscendo tuttavia a mettere il naso avanti. Ci si attende un suo allungo nel giro di pochi minuti, invece è un po’ a sorpresa l’ucraina a prendere il largo, ottenendo due break su altrettante palle break e cancellandone tre di fila nel quinto gioco.

È una partita oggettivamente poco spettacolare, per usare un eufemismo: pare più essere una gara a chi sbaglia per prima, visto che gli errori di certo non mancano. Entrambe le giocatrici appaiono decisamente tese e ciò le porta a non giocare a braccio sciolto, sbagliando talvolta anche le scelte dei propri colpi, non soltanto le esecuzioni. Kostyuk approfitta delle (non nuove) incertezze con il dritto della sua avversaria, attaccandola spesso con il suo dritto in lungolinea, e va a servire per il set sul 5-1. Da quel momento, però, spegne la luce.

Gauff capisce che è il momento di rimboccarsi le maniche e riesce man mano ad aumentare l’efficacia con la prima e, contemporaneamente, diminuire l’importante numero dei gratuiti. Coco annulla un set point sul 2-5 e ottiene tre break di seguito: questa volta tocca a lei, sul 6-5, servire per il set. Finita? Macché. Alla terza chance utile, sfruttando un doppio fallo della campionessa dell’ultimo US Open, la n°37 WTA torna in partita: 6-6. Le due si presentano al tie-break con 22 gratuiti a testa – chiuderanno il set con 50 (!) non forzati totali. In un tie-break tutt’altro che memorabile, costellato da mini-break e incertezze, è la testa di serie n°4 a conquistare un set che nessuna pareva voler vincere, salvando un set point (con la grande complicità dell’ucraina) e chiudendo 7-6(6) in 76 minuti.

Secondo set: Coco serve per il match, ma Kostyuk resta viva e la porta al terzo

L’auspicio che la partita possa prendere una piega diversa nel secondo set è subito spazzato via dal primo game, con Gauff al servizio: tre gratuiti e subito break a zero per Kostyuk, che tuttavia non riesce a confermare l’allungo e si fa subito riagganciare: 1-1. Le due giocatrici vanno davvero troppo ad intermittenza perché ci possa essere un match combattuto, non tanto nel punteggio quanto piuttosto negli scambi, che raramente si allungano visto che puntuale arriva quasi sempre un gratuito da uno dei due lati.

La partita potrebbe stabilizzarsi, con la statunitense che riesce ad annullare un break point nel quinto gioco e a rimanere avanti, ma imminenti tornano le incertezze al servizio da parte di entrambe. Così, dal 3-2 Gauff, si susseguono quattro break di fila, con la 19enne di Delray Beach che spreca la chance di servire per il match. Kostyuk ne approfitta e tra una sbracciata di rabbia e un urlo di disperazione opera l’aggancio sul 5-5: tra un’incertezza e l’altra si arriva di nuovo al tie-break, che si apre con uno dei rari scambi prolungati e interessanti della partita. Lo vince l’ucraina, che instasca anche i successivi tre punti e riesce ad amministrare il vantaggio fino a fine set, rimandando ogni discorso al terzo: 7-6(3).

Terzo set: Gauff reagisce e dilaga, terza semifinale Slam

Conquistato il tie-break del secondo set, Kostyuk non riesce a farne valere il peso emotivo, cedendo subito il servizio alla quarta chance e permettendo alla sua avversaria di partire avanti nel punteggio. È il punto di svolta del match: sebbene le percentuali di prime in campo di Gauff rimangano molto basse, i punti ottenuti con la prima di servizio aumentano esponenzialmente, così come – finalmente – diminuiscono i gratuiti con il dritto, fortemente sollecitato dall’ucraina per tutta la durata del match.

Punto dopo punto, game dopo game, la prossima n°3 del mondo si riassesta giusto in tempo, volando sul 5-0 e provocando la frustrazione della sua rivale, costretta ad arrendersi dopo più di tre ore. Ci ha provato Marta, anche riprendendosi uno dei due break di svantaggio, ma la montagna da scalare si era fatta ormai troppo alta. Gauff riesce a spuntarla e chiude 7-6(6) 6-7(3) 6-2, ma se il suo livello sarà questo anche in semifinale – indipendentemente dalla sua avversaria – è davvero difficile pensare che possa spingersi oltre.

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