ATP Rotterdam: Sinner riparte da dove aveva lasciato. Vittoria in due set su Van de Zandschulp [VIDEO]

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ATP Rotterdam: Sinner riparte da dove aveva lasciato. Vittoria in due set su Van de Zandschulp [VIDEO]

Undicesima vittoria di fila per Jannik Sinner, che ha vinto 28 delle ultime 30 partite. Non perde dalla finale di Torino contro Djokovic. Domato Botic van de Zandschulp 6-3 6-3. Ora Monfils (4-1 i precedenti)

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Jannik Sinner - Rotterdam 2024 © Alyssa van Heyst Photography 2024
 

[1] J. Sinner b. B. van de Zandschulp 6-3 6-3

Le scalinate le ha fatte, e ha ballato pure la sua Cumbia: ma non quella della noia, bensì della consapevolezza e della serenità interiore. L’esame da neo campione Slam, al ritorno in campo, è stato brillantemente superato da Jannik Sinner che gestisce alla perfezione con un doppio 6-3 in 1h27‘ l’oramai solito ripetente Botic van de Zandschulp: nuovamente sconfitto dopo l’incrocio nel primo turno dell’Australian Open.

Agli ottavi dell’ABM AMRO di Rotterdam ci sarà Gael Monfils, l’ultimo ad aver vinto due volte il torneo di Rotterdam, ed eventualmente ai quarti Milos Raonic che ha battuto De Jong e Bublik. Come i grandi di questo sport, l’azzurro è partito lento accelerando man mano e dosando con dovizia ciò di cui aveva bisogno in ogni momento della gara. Alla fine sono 18 i punti di differenza tra lui e l’olandese, che ha sofferto il ritmo italico e la propria decadente seconda palla di servizio. E ricordiamo che parliamo pur sempre di uno che ha fatto i quarti allo US Open partendo dalle quali nel 2022, la sua migliore stagione chiusa con 38 successi e il best ranking di n. 22 mondiale.

Tuttavia continua il cattivo feeling di BVDZ con il torneo di casa. Ha superato il primo turno soltanto in due circostanze (2022-2023) con lo scalpo Rublev nelle quali del 2017. Si tratta per lui della decima sconfitta contro un Top 5, ha sconfitto soltanto Ruud a Miami due anni fa: un Casper però completamente fuori forma. Mentre il roscio della Val Pusteria è praticamente imbattuto nei 500 dalla sconfitta in finale qui in Olanda per mano di Medvedev, (si era ritirato con Musetti a Barcellona e con Bublik a Halle). Successivamente infatti avrebbe vinto Pechino e Vienna. Sono 11 le vittorie in fila con quella odierna, l’ultimo KO in finale a Torino nelle ATP Finals con Djokovic. Ha vinto inoltre 28 delle ultime 30 partite dopo l’US Open: con Shelton e con Djokovic! i due KO. Un ruolino di marcia da not too bad

Il momento più impressionante, di totale supremazia e maggiore folgore tennistico, di Jannik nel match è stato quando ha ribaltato lo 0-40 in apertura di secondo set chiudendo di fatto la partita. Fiori all’occhiello di una prestazione straordinariamente solida: la curva esterna slice, il cross stretto di dritto, la tranquillità emotiva nel discernere quei frangenti in cui la vittoria è in cassaforte e si può perciò togliere il piede dall’acceleratore per provare aspetti tecnici che non fanno parte della propria cifra stilistica.

Primo Set: solidità disarmante di Sinner, appena la prima olandese comincia a balbettare non c’è più partita

Si scendono i gradini, non saranno quelli della scalinata del teatro Ariston di Sanremo ma fanno la loro figura. Naturalmente si parte con il consueto riscaldamento, il rosso della Val Pusteria si è preparato al meglio all’esordio da campione Slam svolgendo una doppia seduta di allenamento nella giornata di martedì. Curiosamente si è allenato con lo stesso olandese, Elgin Khoelblahl, 22 anni e n.938 Atp, con cui si sarebbe allenato poco dopo anche Van de Zandschulp. Ad accompagnare Jannik in Olanda, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, c’è soltanto metà del proprio team: il fisioterapista Giacomo Naldi e l’head coach Simone Vagnozzi, assenti il preparatore atletico Umberto Caruso e il Super Coach Darren Cahill.

Sinner vince il sorteggio e sceglie di cominciare in risposta. Van de Zandschulp perde il primo punto della partita in uno scambio prolungato, ma poi rimedia brillantemente mettendo a segno tre aces consecutivi. Ne realizzò appena 8 nell’intera sfida di Melbourne. Anche l’azzurro perde il primo quindici in battuta sbagliando l’affondo di dritto dopo una derapata orange in stile sciistico di scuola “Sinner-Landia”, tuttavia come in precedenza non si palesano reali rischi per il servizio altoatesino. Il piano tattico di Botic si manifesta fin da subito: cercare di alzare la soglia del rischio per comandare ed evitare di subire le fiondate avversarie che lo costringerebbero a fare il tergicristallo. Il giocatore di casa è il classico “finto lento”. Solo in apparenza, infatti, sembra arrancare nelle movenze volte alla copertura del campo; quando invece possiede semplicemente una qualità superiore alla media di lettura del gioco riuscendo ad anticipare maggiormente le intenzioni rivali per arrivare con migliori appoggi, oltre che più stabili, sulla palla.

Si intuisce come il neo campione Slam provi nei primi scampoli di match a trovare le giuste sensazioni all’impatto, in particolare in risposta. Per cui decide, almeno nei primi games, di arretrare la propria posizione in ribattuta anche perché il servizio di BVDZ ha una parabola abbastanza arcuata schizzando verso l’alto.

Ciononostante, van de Zandschulp aiuta Jan ad entrare in partita inciampando in alcuni grossolani errori: soprattutto dalla parte del dritto, colpo che se Botic deve eseguire sotto pressione e con poco tempo per prepararlo lo vede andare in persistente difficoltà. In circostanze opposte, potendo condurre lo scambio diviene invece un fondamentale altamente fastidioso poiché estremamente complesso se si vuole intuirne traiettorie e angoli.

Ai problemi sul dritto, stimolato dalla bordate del “nostro”, si aggiunge una prima che lentamente inizia a scarseggiare e allora ecco tre diverse palle break nel terzo gioco a favore del 22enne italiano. Il 28enne di Wageningen però già da qualche minuto aveva optato una modifica strategica: ovvero abbassare bruscamente la velocità di crociera della prima pur di metterla in campo. Questo cambiamento in parte crea un po’ di confusione in Sinner, inoltre sui tre break point sempre prima a bersaglio per van de Zandschulp. Sfuma così la tripla chance, ai vantaggi l’olandese si salva (2-1). Dall’occasione concessa al servizio, Botic incassa tre punti in fila: ma ancora una volta, perso il punto nel turno di servizio, Jannik tiene la battuta senza patemi.

Si ritorna così nuovamente con il giocatore di casa a dover esibire il fondamentale d’inizio gioco, giunge la quarta palla break: VDZ stavolta senza il sostegno della prima, si proietta in avanti ma viene brutalmente trafitto da un ottimo passante italico. Questa tendenza all’arrembaggio del n. 2 dei Paesi Bassi si era già materializzata da diversi punti, rischi eccessivi che però sono inevitabili nel momento in cui il ritmo palla e la velocità di braccio dell’altro sono di un altro Pianeta. Dunque strappo Italia che poco dopo viene confermato per il 4-2 Sinner.

A questo punto si gioca esclusivamente sul servizio di Jannik, non succede più nulla fino al nono game se si esclude un autentico miracolo difensivo in recupero del n. 4 ATP su un pallonetto millimetrico del rivale a cui il Kid di San Candido fa seguire pure un grandioso bimane lungo-riga impattando sullo smash orange.

Momento della verità che Sinner decide di anticipare sulla tabella di marcia, ponendo il punto esclamativo al parziale già in risposta: pressione magistrale dell’azzurro in ribattuta, van de Zandschulp accusa il colpo e commettendo tre errori procurati di dritto manda tutti a sedere: 6-3 in 40 minuti per Jannik, un primo set in cui l’azzurro ha ceduto soltanto tre punti al servizio.

Ma ciò che ha fatto veramente la differenza è stato il 4 su 11 di rendimento della seconda palla di servizio per Botic, a cui fa da contraltare il 13 su 18 sulla prima.

Secondo Set: passagino a vuoto in apertura, poi tutto in discesa per Sinner

Avendo chiuso con un secondo break a suo favore, Sinner ha il vantaggio di servire per primo anche nel secondo set. Tuttavia è protagonista del suo primo vero – nonché unico – passaggio a vuoto e in un amen si ritrova 0-40. Quattro punti consecutivi con altrettante prime vincenti per spegnere le flebili speranze di successo olandese (1-0). Match finito.

Non solo van de Zandschulp non è riuscito a breakkare, in un game in cui ha comunque ottenuto gli stessi punti in risposta di quanto raccolto nell’intero primo parziale, ma cede immediatamente la battuta subendo lui la rimonta dal 40-15.

A ciliegina di una prestazione clamorosamente solida di Sinner, il punto esclamativo che certifica il 2-0: un irreale recupero in spaccata, con tanto di chop abbacinante e taglio sotto. Ancora pochi istanti e lo score recita 3-0 “leggero” Jannik. Con la partita oramai in cassaforte, c’è tempo per cominciare a rilassarsi maggiormente provando soluzioni meno naturali del repertorio altoatesino: la prima smorzata di Sinner infatti giunge solo nel primo punto del quarto gioco del secondo set. Si vede anche qualche attacco in controtempo, in particolare da annotare una comoda volée sopra la rete mal eseguita dall’azzurro e spedita lunga: appena colpita, Sinner si accorge dell’errore grossolano e girandosi verso il suo angolo se la ride schiaffeggiando il cappellino. Siamo sicuri che Vagno gliela farà pagare in allenamento con tutti gli interessi del caso.

Da evidenziare nella partita della testa di serie numero uno, anche la solita micidiale curva esterna in battuta che tanto aveva fatto penare Djokovic in semifinale a Melbourne. Gli ultimi games della partita sono pura accademia: boati su boati di fronte ai bracci di ferro fondocampocentrici vinti sempre e comunque da Sinner tra un mostruoso cross con angolo strettissimo e uno spettacolare rovescio in salto.

Il terzo match point, dopo averne avuti già un paio in risposta nel game precedente – in cui alla fine l’olandese si era cavato d’impiccio al termine di 14 punti – è quello buono: altro 6-3, durato 7 minuti in più del primo.

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