ATP Indian Wells: Djokovic altalenante, cede un set ma alla fine dispone di un super Vukic

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ATP Indian Wells: Djokovic altalenante, cede un set ma alla fine dispone di un super Vukic

Vittoria numero 400 nei Masters 1000 per Novak Djokovic, tuttavia siamo ancora in fase di rodaggio. Il serbo al terzo turno incontrerà Luca Nardi

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Novak Djokovic - Indian Wells 2024 (foto Ubitennis)
 

[1] N. Djokovic b. A. Vukic 6-2 5-7 6-3

Come già accaduto in questo 2024 a Melbourne, nei turni embrionali del primo Slam della stagione al cospetto di Prizmic e Popyrin, la prima uscita di Novak Djokovic al BNP Paribas Open di Indian Wells presuppone qualche miglioria da attuare in vista del prosieguo del torneo: il n. 1 ATP lascia per strada un set, ma alla fine supera un’ottima versione di Aleksandar Vukic per 6-2 5-7 6-3 in poco più di due ore e venti di gara.

Il 36enne di Belgrado con il ritorno alla vittoria in California dopo le cinque edizioni saltate, segna l’ennesimo prestigioso record agguantato nella sua pluripremiata carriera: ha raggiunto quota 400 successi nei Masters 1000.

Nell prestazione odierna, si è facilmente intuito come a Nole manchi ancora un po’ di ritmo partita. Il servizio però ha funzionato molto bene, almeno nella prima parte della sfida: successivamente infatti, seppure in maniera graduale, ha perso di efficacia. Alla fine ha comunque chiuso il computo in battuta con 11 aces, ma 5 doppi falli, il 61% di prime e l’ 83% di conversione. Anche in risposta non sempre, e non con la sua consueta continuità, ha trovato il giusto feeling. Questo per merito di un australiano che oltre a servire in modo consistente, ha spedito dritti vincenti in ogni angolo del campo avversario: una prova significativa dinanzi al 24 volte campione Major, visto e considerato che il nativo di Sydney nella stagione in corso aveva vinto appena 2 match di cui uno al primo turno californiano contro il giapponese Mochizuki: e più in generale prima del torneo aveva perso 8 degli ultimi 9 match disputati, tra cui una striscia di 7 KO consecutivi, fra la fine del 2023 e l’inizio del nuovo anno tennistico.

Per Novak Djokovic, ai sedicesimi l’ostacolo sarà quello del nostro Luca Nardi: vittorioso su Zhang.

Primo Set: Razzo spaziale Djokovic in orbita, ma Vukic registra il servizio e quantomeno entra in partita

Novak approccia al match come meglio non poteva: il campionissimo serbo è tirato a lucido per l’occasione, un rientro in grande stile nel deserto della California dopo il quinquennio vissuto in esilio. La versione di Djokovic che si presenta in campo, sin dai primi scambi, è infatti alquanto motivata a voler dimostrare il seguente teorema “Non sapete cosa vi siete persi nelle ultime stagioni, cari amici californiani“. E se Nole si mette in testa qualcosa è dura tentare di frenarne il monologo: il razzo spaziale, proveniente dalla stratosfera di Belgrado, viaggia spedito portandosi 2-0 e palla del doppio break. Ecco che però qui si assiste alla prima vera variazione d’inerzia dell’incontro, Aleksandar sventa il pericolo del 3-0 “pesante” e da lì comincia un’altra partita per lui. In particolare, l’australiano registrando il servizio si garantisce una certa zona di cuscinetto alla battuta con una media di 2 aces a games in questa prima metà di parziale.

Allora il n. 1 mondiale comprende che non può più bastare costruire in manovra con l’ausilio delle geometrie: adesso per fare il punto contro un avversario che ha ritrovato le sue armi, servizio e diritto, deve necessariamente aumentare la velocità e la pesantezza delle esecuzioni. Dall’angolo, Marco Panichi, in perfetto italiano gli fa notare alcuni accorgimenti tattici volti a puntellare lo swing e un miglior posizionamento in risposta alla seconda. Tuttavia, si sta parlando del pelo nell’uovo: ad eccezione dell’unica palla break cancellata all’indomani del doppio vantaggio mancato, il 24 volte campione Slam non ha rischiato praticamente nulla al servizio. A fine set saranno solamente 5 i punti persi in battuta dal 36enne serbo: un parziale che quindi vince Djokovic 6-2 in 35 minuti, dopo aver strappato a Vukic per la seconda volta nella frazione il fondamentale d’inizio gioco.

Secondo Set: lo smash tradisce Djokovic, i comodini anomali di Vukic viaggiano maggiormente dei colpi serbi

Il 27enne di Sydney riesce a partire meglio dai blocchi in avvio di seconda frazione: dove invece ritroviamo il Djoker leggermente più sottotono sotto il profilo del focus mentale. Arriva il secondo doppio fallo serbo nel match, un servizio in generale meno efficacie e al contempo si rianima la migliore freccia nella faretra di Vukic, che mena come un fabbro con il diritto inside-out senza però disdegnare occasionalmente la smorzata.

15-40 e Novak si ritrova sospeso sul filo del rasoio, in queste situazioni di gioco tuttavia il cannibale riacquisisce la sua provvidenziale fame agonistica entrando in modalità robotica per mettersi lì e non conoscere errore per future vite. Rimonta e aggancio, sulla parità tutto ci si aspetterebbe tranne che una terza chance di 2-0 aussie. E invece puntualmente le nostre sensazioni vengono smentite: dunque, avvio di secondo in netta contrapposizione con quanto avvenuto nel primo. Djokovic, subito il break, vuole far capire al rivale che si è trattata unicamente di una distrazione passeggera e che appena ne ha bisogno può alzare il livello e ristabilire le giuste categorie di distanza: 0-40 e il contro-break dev’esser solo vidimato ma non si sono fatti i conti con lo smash serbo. All’interno di un ingranaggio manicale e sovraumano, rappresenta quel difetto di fabbrica che prova sempre a minare il buon funzionamento dell’apparato nel suo complesso. Il comodo colpo al volo affossato in rete da Nole, ringalluzzisce Vukic per ribaltare totalmente l’esito del game e rimanere in conduzione: 3-0. Sarà però una galvanizzazione inutile, lo strappo Djokovic lo centra qualche minuto dopo.

E’ una partita, difatti, per certi aspetti assolutamente consona ai canoni previsti, ma da altre prospettive quasi surreale: un Sascha che non aveva perso il servizio dopo essersi ritrovato 0-40, finisce per smarrirlo avanti 40-15.

L’allievo di Goran il croato inizia a far intravedere anche qualche taglio slice sul lato sinistro e i suoi celeberrimi passanti bimani, per la verità ne ha giocato uno notevole pure l’australiano che ad ogni modo prosegue ad esasperare la mezza luna per fiondarsi sulle Penn e lasciare andare le sue sbracciate a sventaglio in stile Berrettiniano. In questo frangente di gara il n. 69 ATP ha il merito di non spegnersi, pur con qualche prima di servizio in meno, di fronte al ritorno ruggente del campione pluripremiato: esce fuori senza farsi troppo male da un pericolosissimo 15-30 nel settimo game, strappando anche gli applausi a Djokovic. Vale la pena comunque evidenziale che il recordman di settimane in cima al ranking ATP nonostante qualche piccolo inciampo qua è la si è sempre sentito talmente in controllo dal non sentire minimamente l’esigenza di sbarellare emotivamente per trarre linfa tennistica.

L’ex n. 48 del mondo è straordinario nel non fare una piega dinanzi ai virtuosismi del serbo, si giunge ad un passo dal tie-break e qui l’australiano alza la saracinesca difensiva iniziando a polipettare e riprendere così qualsiasi cosa. Nole dal canto suo si incarta in alcune seconde di troppo, ma alla fine è un gioiello di puro riflesso in ribattuta col dritto a regalare al secondo set point consecutivo un insperato pareggio aussie: 7-5 Vukic in 55 minuti di gioco, tutto da rifare per un’altalenate performance balcanica.

Terzo Set: Djokovic soffre ma d’esperienza la porta a casa, termina il cammino di Vukic

Aleksandar è riuscito nell’impresa di prolungare la contesa grazie anche ad una maggiore tenuta bimane, soprattutto in spinta e in contrattacco. Novak continua ad avere un atteggiamento piuttosto remissivo e passivo, sta commettendo diversi gratuiti con l’aggravante di piazzarli nelle dinamiche logoranti del braccio di ferro, che sono normalmente il suo habitat naturale. Vukic sembra avere in serbo la ricetta con gli ingredienti giusti da mixare per creare un piatto stellare, la cui trait d’union è il coraggio che sta palesando. Mentre il classe ’87 balcanico appare in grande difficoltà, la battuta sta scendendo sempre più di livello in maniera graduale ed inesorabile.

Tuttavia serve veramente poco per riaccendere il fuoco sacro del numero uno, la cui fiamma che divampa è accompagnata dal perfetto sincronismo vocale: l’urlo di Nole su una risposta finalmente messa a segno da par suo. L’australiano però non ci sta, comanda e mazzola alla grandissima con servizio e diritto: la pressione in ribattuta di Djokovic produce due palle break, ma il 27enne di Sydney carico a pallettoni controbatte gancio su montante per poi sigillare il 2-1 con il 9° ace della sua partita. Il cinque volte vincitore del torneo gli sta dietro pur commettendo il 4° doppio errore del match (2-2).

Vukic continua a mostrare un livello spaziale nel rendimento con il dritto anomalo, ma nel quinto game qualche errata lettura nel direzionarlo gli costa di fatto il break. Novak ha dovuto però riappropriarsi del suo livello migliore per venire a capo di un super Aleksandar, e per centrare il break si è costretto a riscoprire l’affanno fisico. Il serbo conferma, pur con un brividino – doppio fallo sul 30 15 – e sale 4-2.

Sappiamo delle pesanti condizioni di gioco di IW e di quanto sia complicato tirare un vincente, ma se Djokovic fatica parecchio non si può dire lo stesso dell’ossesso aussie che sta tirando sventole e comodini senza la ben che minima titubanza. I servizi comunque non concedono più reali occasioni sino al 5-3, dove l’australiano alza definitivamente bandiera bianca subendo il quinto break nell’incontro con un Nole che proprio sulla scia conclusiva gioca un game nuovamente pieno di dritti sostanziosi: la ciliegina sul match point l’appone però mediante lo schema chirurgico drop shot-lob. Al terzo turno sarà dunque Luca Nardi contro Novak Djokovic.

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