Il favoloso anno di Sinner (Crivelli). Sinner a martello. Rivincita con Rune (Azzolini). Sinner, toh, si rivede Rune (Ercoli). Musetti fuori a testa alta con Nole (Nizegorodcew).

Rassegna stampa

Il favoloso anno di Sinner (Crivelli). Sinner a martello. Rivincita con Rune (Azzolini). Sinner, toh, si rivede Rune (Ercoli). Musetti fuori a testa alta con Nole (Nizegorodcew).

La rassegna stampa di venerdì 12 aprile 2024

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Il favoloso anno di Sinner (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Sole caldo, il mare uno specchio. Una splendida giornata da turisti in Costa Azzurra. E Jannik Sinner pianta il suo ombrellone sul Centrale, godendosi il clima estivo per 76 minuti: tanto dura la nuova lezione, stavolta impartita negli ottavi al tedesco Jan-Lennard Struff, appena sconfitto anche ad Indian Wells. Facile come bere un cocktail in spiaggia. Ciò che impressiona di Jannik è il controllo totale che ormai esercita sulla partita, tecnico e mentale, consapevole di essere l`unico possessore del destino della sfida. Succede ad esempio nel primo set, quando strappa quasi subito il servizio al rivale per il 2-1 ma subisce immediatamente il controbreak: si resta in equilibrio fino al 4-4, poi con un paio di risposte fulminanti e due colpi di clava da fondo ottiene di nuovo il break e non si volta più indietro, diventando il quarto giocatore più giovane a conquistare per la terza volta di fila un posto tra i migliori otto nel torneo del Principato dopo Wilander, Nadal e Borg. Una bella compagnia. E d`altronde l` avvio di stagione ricorda da vicino le cavalcate stellari dei più grandi, perché adesso le vittorie sono 24 a fronte dell`unica sconfitta con Alcaraz in semifinale a Indian Wells: «Sinceramente non mi aspettavo un inizio così – ammette con candore la Volpe Rossa – è un numero che nessuno poteva aspettarsi. Però significa che sono concentrato, che giorno dopo giorno vado dritto per la mia strada e faccio bene le cose nel presente: non mi guardo indietro, non guardo nemmeno troppo nel futuro, penso solo alla prossima partita che verrà. Non so se sono più cresciuto io o se sono scesi gli altri. Semplicemente penso a me stesso. Quello che so è che abbiamo fatto un`ottima preparazione per essere pronti a fare buone cose, ma ogni partita è una lezione da cui imparare qualcosa. Anche stavolta ad esempio ci sono state delle cose che potevo far meglio». Ma il feeling con la terra intanto cresce. Ancora tu Progressi che oggi saranno sottoposti al test forse più atteso da quando è stato sorteggiato il tabellone: la rivincita con Rune. E in fondo è giusto che nella stagione dell`esplosione il circolo virtuoso possa chiudersi contro l`avversario che un anno fa gli procurò una delle delusioni più cocenti in coda a un match sospeso per pioggia e poi infuocato dalle provocazioni del monello danese. Ma un anno è un secolo. Il prode Holger ieri è rimasto in campo 4 ore e 33` tra il match da concludere con Nagal e quello da giocare con Dimitrov e soprattutto questo è tutto un altro Sinner, cioè il giocatore in questo momento più forte del mondo: «Quella sconfitta – racconta sereno – è stata senz`altro un`esperienza, ma penso di aver imparato qualcosa da quel giorno. Ma io cerco di imparare qualcosa in ogni caso da ogni partita: mi aspetto uno scontro anche molto fisico, cercherò di rimanere concentrato sul mio gioco». […] «Un set che finisce 6-4 o 6-3 si decide comunque in pochi punti. Prima facevo un po` più di fatica nei momenti importanti, adesso quei punti li faccio io. Credo sia questa la differenza. C`è solo da vedere come uno si sente in campo. È questa la cosa decisiva. Sono i piccoli dettagli in campo che ti portano a essere un giocatore migliore».

Sinner a martello. Rivincita con Rune (Daniele Azzolini, Tuttosport)

A Jan-Lennard Struff ha concesso due minuti in più. Non credo per simpatia, di solito le cose non vanno così, nel tennis. Piuttosto, è il tedesco che a botte di servizio qualche problema in più lo crea sempre. Ma era un problema da due minuti, e allora, di che stiamo parlando? Si fa perfino fatica a prenderlo in considerazione, per iniziarci l`articolo… Ve l`immaginate? Con Korda era stato tutto facile, ma Struff gli ha reso la vita ben più complicata, e gli ha dato filo da torcere per la bellezza di due minuti in più. Ma via… I dati di queste prove monegasche la dicono lunga: un`ora e un quarto per battere Korda, un`ora e diciassette minuti (anzi, sedici minuti e cinquantanove secondi, a essere pignoli) per indicare la via d`uscita al tedesco. Il resto lo sapete… Ventiquattro match vinti, uno solo perduto, gli avversari che si sgretolano al suo passaggio, un popolo entusiasta di carote giganti che si sposta da un campo all`altro per seguirlo. […] Quando Djokovic divenne un po` troppo insistente con i suoi siparietti a base di imitazioni, neanche troppo riuscite, che il pubblico gli chiedeva al termine dei suoi match, l`Anonima Tennisti Riuniti gli inviò due o tre messaggeri a dirgli di piantarla lì. Raccolgo il sofferto allarme lanciato da Andy Roddick, per chiedermi se prima o poi qualcosa del genere avverrà anche con Sinner. E cioè che una delegazione di colleghi si presenterà alla sua porta, cappelletto in mano, per chiedergli di rallentare un po`, «ché qui si fa una figuraccia tutti quanti». Possibile? Stiamo a vedere… Roddick dice di non aver mai visto niente di simile. «Stiamo assistendo a qualcosa di anormale per il nostro sport», ha detto tra lo stupefatto e l`accorato a Tennis Channel, «Sinner sta letteralmente distruggendo chiunque. Esagero? Andate a vedere i risultati dei suoi match. Vi sembra normale battete 6-1 6-2 sul cemento uno come Medvedev, come gli ho visto fare a Miami? Insisto, non è normale. Anche Korda, eliminato a Momecarlo con identico punteggio. Sono punteggi da torneo juniores. Anzi, la sconfitta di Korda mi preoccupa perfino di più, perché Sebi lo conosco bene, e so che ha grandi doti, è un giocatore propositivo e intelligente. Invece l`ho visto soccombere in poche battute. l`ho visto spegnersi poco a poco come una candela Che dire… Se Sinner riesce a trasferire sulla terra rossa il tennis che gli ho visto giocare sul cemento, significa che stiamo assistendo a qualcosa di spaventoso». In tutto questo Jannik sostiene di non essere al cento per cento. Anzi, dice addirittura di esserne lontano, e che la strada per raggiungere la forma migliore sarà lunga e impervia. Se preferisce viaggiare sotto copertura, sono dichiarazioni che si spiegano da sole, ma se dice il vero (e Sinner va ascoltato sempre con attenzione, perché di solito dice le cose come stanno), allora (quando troverà la forma piena) saranno dolori per tutti. In fondo, anche il match con Struff rientra a grandi linee in queste considerazioni. Il tedesco è stato bravo a far match pari nei primi game del set d`avvio, ha concesso un break, ma subito se l`è ripreso, poi s`è mantenuto in piedi a colpi di servizio e di dritto, che gioca sempre molto bene. Ma al nono game si è eclissato, ha subito un nuovo break e ha permesso all`italiano, ormai avanti 5-4, di servire con comodo per il set. E dite, quanti di voi si sono detti a quel punto che Il match era finito lì? Il secondo set, di fatto, è venuto via come fa la banchisa polare quando si sgretola al primo sole dell`estate, staccandosi a pezzi, quasi un gigante l`avesse presa a morsi. Il break stavolta è giunto nel terzo game, e il resto è venuto via da sé, in gran fretta. […] «Cerco di essere un po` più aggressivo, se il tipo di match me lo consente», ha spiegato Jannik. «So di non essere al meglio, ma trovo l’atmosfera del torneo coinvolgente. Contro Rune, sarà una partita a suo modo emozionarne. L’anno scorso mi superò, fu un confronto a tratti aspro, lo ricordo bene. Credo di aver imparato qualcosa da quel match, non mi farò trovare impreparato». […]

Sinner, toh, si rivede Rune (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)

La complessa trama del tennis non scappa dalle logiche della vita: non si può andare d`accordo con tutti. Questa legge non fa eccezioni, neanche se ti chiami Jannik Sinner. La rivalità all`insegna del fair play con Alcaraz è il perfetto spot dei tempi che corrono, ma è contro Holger Rune che forse c`è qualcosa di più autentico a generare la narrazione perfetta. Gli stereotipi sulla provenienza si ribaltano: l`azzurro recita il ruolo di quello paziente e mai fuori dalle righe; al contrario il danese abbraccia un`emotività sfrenata e non esita quando deve gridare al mondo la sua voglia di prendersi tutto. Nel Principato è tutto apparecchiato per la rivincita di una semifinale che è stata ben lontana dall`essere un incontro qualunque. Tre set scanditi come round di boxe, tra interruzioni e le fatiche su un campo aggravato dalla pioggia. L’esultanza sregolata dello scandinavo, la fredda stretta di mano e la risposta distaccata dell`italiano: «No, non voglio commentare». Non c`è da sorprendersi se quando si sono ritrovati a Torino, l`altoatesino non si sia fatto minimamente sfiorare dall`idea di non fare la sua partita e di eliminare Djokovic dalle ATP FinaLs. Gli ultimi due precedenti gettano le basi (Rune avanti 2-1 negli scontri diretti) per un duello inedito nel 2024. Tra i due sarà rivalità vera, quella che più di tutte accenderà il fuoco irrazionale di un campione sempre lucido. Nell`attesa del big match (oggi non prima delle 13), Sinner per il terzo anno consecutivo vola ai quarti di finale del Masters 1000 di Montecarlo. Superate le insidie iniziali di un torneo che storicamente arriva fin troppo presto, specialmente per chi ha fatto bene a Miami. Contro Jan-Lennard Struff sono stati sufficienti 77 minuti, due in più rispetto all`esordio con Korda, per chiudere con lo score di 6-4 6-2. Il tedesco, lo scorso anno finalista nel Masters 1000 di Madrid giocando da lucky loser, si proponeva come un ostacolo più ostico. Il lato del dritto era quello che poteva fare le sue fortune, così è stato nel secondo round con Coric, ma contro Jannik è stato obbligato a strafare per non farsi inchiodare sulla diagonale di rovescio e i risultati non sono stati quelli sperati. Autore del primo break di giornata già nel terzo gioco, Sinner dopo il cambio campo viene riacciuffato. Fino al 3-4 per il teutonico c`è stato un velo di equilibrio, complice il tempo necessario all`azzurro per trovare le misure sulla palla, con un timing che a tratti risente ancora del cambio superficie. La spinta per prendere fiducia arriva quando Struff diventa improvvisamente sempre più falloso, permettendo a Sinner di vincere agevolmente tre giochi di fila e aggiudicarsi il set. Nel secondo parziale inizia la consueta “festa Sinner”. L`efficacia della prima di servizio e l`incisività del rovescio lungolinea sono due piacevoli conferme di quanto visto all`esordio, e gli consentono di abbassare la durata media dello scambio contro un rivale che in totale confusione non dà fondo alle ultime idee. […] «Dalla sconfitta dello scorso anno con Holger credo di aver imparato qualcosa. Sarà un match interessante, so di dover alzare il mio livello, quindi cercherò di essere un po` più aggressivo». Resta diplomatico Jannik, certamente più incline ai fatti che alle parole.

Musetti fuori a testa alta con Nole (Alessandro Nizegorodcew, Corriere dello Sport)

Sconfitto ma (quasi) felice. Lorenzo Musetti lascia Montecarlo con nuova fiducia. Le vittorie su Taylor Fritz e Arthur Fils hanno portato quella (perduta) consapevolezza che, probabilmente, solo l`amata terra battuta (senza sottovalutare la recente paternità) avrebbe potuto rianimare, il pessimo atteggiamento palesato all`Estoril sembra essere un lontano (seppur temporalmente vicino) ricordo. «La prossima volta incontriamoci più avanti nel torneo» . Alla stretta di mano, dopo la sconfitta, Lorenzo Musetti ha scherzato (ma poi non così tanto) con Novak Djokovic, che lo ha battuto 7-5 6-3 sul campo centrale. È stato un buon match da parte di “Muso”, che nel primo set ha guidato con coraggio e qualità sino al 4-3 40-0; qualche errore di troppo e, soprattutto, un Nole sempre più aggressivo e preciso, hanno fatto la differenza. Lorenzo, però, non ha mai mollato, recuperando anche un break nel secondo set. Musetti e Djokovic, a certificare la battuta del toscano, si sono affrontati per la quinta volta in carriera (4-1 per il serbo): «Lorenzo è un giocatore di grande talento – ha spiegato Djokovic – e può essere efficace da entrambi gli angoli, sia con il dritto che con il rovescio. Può far male quando mette i piedi in campo ma anche da lontanissimo, con dei passanti incredibili». Il 2024 di Lorenzo Musetti, di fatto, prende il via dal rosso monegasco. Le prossime settimane saranno decisive per raggiungere grandi obiettivi (su tutti Roma e Parigi) e conquistare un buon numero di punti. Da oggi sino alla fine del Roland Garros “Muso” dovrà difendere ben 450 punti, una cambiale non banale. Vincere, esaltarsi, far impazzire gli avversari, tornare a essere un “giocatore vero”. Non solo tecnicamente, ma anche mentalmente. Superare le difficoltà, non abbattersi, divertirsi facendo divertire. Quando ha tempo per preparare i propri colpi, Lorenzo diventa un tennista che tutti, letteralmente tutti, vorrebbero evitare sulla terra battuta (soprattutto se particolarmente lenta). […]

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