Sinner ko, la finale è Tsitsipas-Ruud (Bertolucci, Crivelli, Azzolini, Strocchi, Vitali)

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Sinner ko, la finale è Tsitsipas-Ruud (Bertolucci, Crivelli, Azzolini, Strocchi, Vitali)

La rassegna stampa di domenica 14 aprile 2024

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Sinner fermato dall’arbitro e dalla fatica, ma il bello arriva adesso (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)

Lo sport è anche questo, sa essere molto crudele. Credo che in vita mia sia stata una delle rare occasioni in cui una partita, se non decisa, viene fortemente indirizzata da un errore così evidente da parte dell`arbitro. Per fortuna il tennis è sempre rimasto fuori dalle polemiche arbitrali che spesso sorgono nel calcio, nel basket e in altri sport, proprio perché il giudice di sedia poco influisce da quando c`è il falco: si può dire che è diventato un semplice ragioniere che conta i punti. Sulla terra non è così, lo sarà dal prossimo anno: quanto accaduto in semifinale all`azzurro è uno dei motivi per cui si è deciso per l`estensione. Al di là di queste vicende che lasciano l`amaro in bocca, abbiamo assistito a una grandissima partita, con Tsitsipas che veniva da un bruttissimo periodo, ma una volta ritrovata la terra si è rigenerato e ha espresso a tratti un gioco fantastico, ritrovando un dritto micidiale e la personalità. Sinner è stato a un passo dalla vittoria e forse avrebbe potuto raggiungerla nonostante l`errore subito, ma purtroppo i crampi e i problemi fisici lo hanno costretto alla resa. Ha dovuto rinunciare in alcune situazioni, in altre ha dovuto sparacchiare. A quel punto il greco si è ringalluzzito e nella parte finale ha ritrovato la verve d`inizio match. Due semifinali e un successo negli ultimi tre Masters 1000 dimostrano, in ogni caso, la grandezza di Jannik. Questa settimana cancella anche i più piccoli dubbi di chi non lo vedeva primeggiare su un campo più lento. Di tutte le superfici, chiaramente la terra battuta resta quella dove forse rende un po` meno. Il modo in cui è cresciuto negli ultimi dieci mesi, anche su questa superficie, certifica un giocatore che ha fatto un balzo notevole in avanti. Resta il rammarico. Se Sinner avesse vinto la semifinale avrebbe portato a casa anche questo torneo, ma bisogna accettare la sconfitta. Adesso avrà bisogno di recupero e di mettere dentro tanta benzina, perché all`orizzonte c`è la parte più importante sul rosso e poi l`Olimpiade. […]

Sinner, sono dolori (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Pianto greco. In una cavalcata impetuosa fuori dall`ordinario, anche la seconda sconfitta stagionale di Sinner doveva evidentemente maturare per un evento impronosticabile ed eccezionale come un incredibile errore arbitrale. Jannik ama troppo il suo sport e le sue regole per aggrapparsi all`episodio, e la sua educazione impedirà che quell`attimo maledetto sedimenti troppo a lungo nei pensieri delle prossime ore, e tuttavia non c`è dubbio che quella palla fuori di centimetri non chiamata dal giudice di sedia, la francese Auriel Tourte, e che nel terzo set avrebbe portato il numero due del mondo avanti di un doppio break in una partita complicatissima (e bellissima) contro il rinato Tsitsipas, abbia modificato il corso della storia agonistica della semifinale, sfavorendo il giocatore in quel momento in totale controllo della situazione. Fino a determinare addirittura imprevedibili problemi fisici. La cronaca è presto fatta. Sul 3-1 per Jannik nel terzo set, dopo avergli annullato una prima palla break, il greco, già due volte vincitore nel Principato, gliene concede un`altra e con la seconda di servizio atterra decisamente lungo. Almeno, questa è la sensazione che hanno tutti, tanto che Sinner per un momento tentenna, prima di rispondere e poi di sbagliare un dritto. Jannik allora si avvicina alla riga, segnala alla Tourte che la palla è decisamente fuori (di almeno 5 centimetri, secondo le successive immagini tv), ma a quel punto la decisione non può più essere cambiata perché un punto non può mai essere rigiocato: l`azzurro avrebbe dovuto fermarsi e richiedere l`eventuale verifica. Ma l`autoarbitraggio è sempre una mossa delicata: «Perché non mi sono fermato? Perché non è il mio lavoro. In un momento così, io devo stare attento a giocare. Sentivo che forse poteva essere fuori, ma se la palla è fuori di così tanto… Dovrebbe vederla l`arbitro, era piuttosto facile, sulla riga più vicina. Ognuno fa errori, c`è da accettarlo. E andata così…». Delusione composta, solo che da quel momento l`inevitabile tensione finisce per bloccargli testa e muscoli, con i crampi prima alla gamba destra e poi a quella sinistra, che le cure del fisioterapista leniscono solo in parte. Tanto che Jannik, dopo aver tenuto la battuta per il 4-2, perderà i due turni di servizio successivi, consegnando il match a uno Tsistipas comunque mai più visto a questi livelli dalla finale persa in Australia da Djokovic nel 2023: «Quello che è successo dopo, con i crampi – ammetterà Jannik – forse è anche una conseguenza, sono stati procurati un po` dal nervoso e mi sono venuti un po` così, credo, perché è una conseguenza nervosa che ti va nella testa. Anziché passare la domenica sul Centrale a giocarmi una bella finale, sarò a casa mia. È andata così…». […] Archiviato il secondo stop stagionale e smaltita la botta, tra un paio di giorni Jannik sarà di nuovo in campo a prepararsi per il lungo swing della terra, confermato, da Madrid al Roland Garros passando per Roma, che potrebbe portarlo al numero uno del mondo e ad accarezzare il sogno di un altro Slam: «In generale in questa partita ho risposto male e alla fine mi è mancato un po` il servizio, quindi ci dovrò lavorare. I crampi non sono nulla di grave, mi rimetto subito sotto. A Madrid andrò per mettere benzina nel serbatoio, di totale preparazione per Roma e Parigi. Lavoreremo tanto in palestra, se vincerò un turno o due mi andrà benissimo. Non mi presenterò con la mentalità di andare a vincere il torneo, ma solo per tenere il ritmo della partita da combinare con il lavoro in palestra. E poi da Roma torneremo di nuovo con la concentrazione per giocare ad altissimo livello».

L’arbitro batte Sinner (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Qualcosa non torna, lasciatemelo dire. E poco interessa che Stefanos Tsitsipas giochi oggi una finale, la terza a Montecarlo, sulla spinta di un errore arbitrale talmente evidente da restare basiti. Trovo sconcertante, piuttosto, l`aria che si comincia a respirare intorno a Sinner e alle sue vittorie, quasi fosse una colpa essere diventato così forte, essere cresciuto così tanto, e aver raggiunto in breve tempo traguardi impensabili. Avevo trascritto senza spirito polemico, ieri, il punto di vista di Andy Roddick, preoccupato di un tennis nel quale i più forti di ieri vengono ridotti in braciole dalla vigoria atletica di Sinner. Risultati da categoria juniores, dice l`antico numero uno, riportando i punteggi inferti da Sinner a Medvedev. A preoccuparsi non c`è nulla di male, e sperare che il tennis sia sempre più competitivo e combattuto è del tutto lecito. Ma la scesa in campo di Rune, nella mattinata dopo la sconfitta subita dal nostro Semola, a commento di un titolo apparso sul sito Atp, “Che la forza sia conte, Jannik`, su una foto che mostra un dritto veemente del nostro, amplifica i termini del problema spostandoli su un versante quanto mai scivoloso. Il danese sostiene che gli errori arbitrali abbiamo fatto la differenza tra lui e Sinner. E che il tentativo dell`arbitro di penalizzarlo, evidenzi favoritismi nei confronti di Sinner, che alla fine della sua nota su Instagram ha salutato in modo maligno e assai poco educato, “che la forza sia con te, Gesù Cristo” con il nome circondato da faccette dubbiose. Forse mi sbaglio, ma per mia natura non riesco a pensare che le cose accadano per caso. Forse qualche volta, ma non sempre e nemmeno così spesso come sento dire. Penso che se gli eventi che hanno deciso la semifinale di ieri tra Sinner e Tsitsipas, fossero stati un po` meno “casuali”, Jannik avrebbe vinto il match, malgrado il greco abbia giocato bene dall`inizio alla fine. Ma l`avete visto il falco su quel doppio fallo che avrebbe dato a Sinner il secondo break e il vantaggio di 4-1 nel set finale? Di quanto era fuori quella palla, cinque centimetri? Il falco l`avrebbe chiamata fuori con uno dei suoi sberci, e addio Tsitsipas. Ma il falco per antica convenzione non è in uso nei tornei su terra rossa (almeno fino al prossimo anno), e così la decisione spetta a due arbitri, al giudice di linea che non si capisce perché non sia intervenuto e al giudice arbitro, ed è meglio non chiedersi perché non abbia corretto. Due arbitri che insieme non fanno un occhio di falco… Ma il problema resta. Perché hanno sbagliato così nettamente? Due riflessioni a margine. La prima… Curioso che nel giorno in cui viene accusato di ricevere favori arbitrali, Sinner sia costretto a subire un errore che molto probabilmente lo avrebbe lanciato verso la vittoria. La seconda… L’Atp ha promosso da tempo una riforma che via via ha eliminato tutti i giudici di linea lasciando al giudice arbitro compiti notarili. La filosofia è chiara: più ci sono di mezzo gli arbitri, il cosiddetto fattore umano, più il gioco rischia di risultare falsato. Non c`entra con la bravura e l`applicazione dei giudici, quanto con il gioco più veloce di venti, forse trenta chilometri orari rispetto a una volta. Occorre completare la riforma, comprendendo anche la terra rossa. Anzi, in certi tipi di tornei, come i Masters 1000, andava completata già da quest`anno. Non bastano i segni lasciati dalla palla, se poi non li vai a vedere. La lunga tirata non ha intenzione di togliere a Tsitsipas un solo grammo dei suoi molti meriti. Il greco è in ripresa, lo si è visto nei giorni scorsi, e ha giocato decisamente meglio di Sinner nel primo set, che ha condotto da cima a fondo […]. Nel secondo set Sinner ha però ripreso in mano le redini del gioco, ha subito ottenuto il break e ha reagito con calma e coraggio ai tentativi di Tsitsipas di riportare il match in parità. […] Il terzo set ha finito per spezzarsi in due distinti tronconi. Il primo dominato da Sinner che sullo slancio del secondo set ha ottenuto subito il break e si è portato sul 3-1. Lì, la svista dei giudici ha cambiato le carte in tavola. Il greco ha ottenuto il break all`ottavo gioco, ma Sinner era già in difficoltà. Su una palla ribattuta saltando, il ginocchio destro ha compiuto un movimento falso, e l`italiano zoppicava ormai chiaramente. L`intervento medico non ha migliorato di molto la situazione. Anzi, caricando tutto il peso sull`altra gamba Sinner ha finito per fare i conti anche con i crampi. Facile per Tsitsipas il break che lo ha spinto in finale. La sua terza a Montecarlo, torneo che ha già vinto due volte, nel 2021 e 2022. Finale con Ruud, vittorioso su un Djokovic depresso. E il norvegese è avanti 2-1 nei confronti diretti. Ma la nostra attenzione va ancora a Sinner. «È difficile da accettare, difficile da digerire. Stavo giocando un buon tennis, sentivo grande fiducia, purtroppo c`era assai poco da fare. Potevo fermare il match per rendere la protesta più plateale, ma a che cosa sarebbe servito? Il tennis è così, me la prendo fino a un certo punto. Vedremo l`anno prossimo, con i cambiamenti promessi».[…]

Cade Re Nole, estasi Ruud: «Sotto choc» (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Chissà se adesso il fantasma Casper comincerà a turbare i sonni di re Nole? Già, perché dopo aver incassato cinque sconfitte senza raccogliere neppure un set, al sesto tentativo il caparbio Ruud è riuscito nell`impresa di eliminare Djokovic, e lo ha fatto in una cornice principesca come il Monte-Carlo Country Club. Un`ulteriore conferma del feeling che il 25enne di Oslo ha con la terra battuta, superficie dove ha conquistato nove dei dieci titoli ottenuti in carriera, oltre a raggiungere per due volte l`ultimo atto al Roland Garros (fermato da Nadal nel 2022 e nella passata edizione proprio dal serbo). Insomma, ora che sta ritrovando la forma dei giorni migliori per i grandi appuntamenti sul rosso c`è da tenere d`occhio pure il figlio d`arte norvegese, primo tennista del suo Paese a sconfiggere un n.1 del mondo. «Sono molto contento e questa resterà una giornata che ricorderò a lungo. Non ero mai riuscito a battere un numero uno così come non avevo mai battuto prima d’ora Novak. Sono ancora un po` sotto choc – ha ammesso Ruud che prima di questo exploit aveva un record negativo di 0 su 11 con i top 3 -. Ero in vantaggio nel terzo, ma lui è rientrato in partita, e ciò la dice lunga su quanto siano bravi questi avversari quando si trovano sotto pressione. Io mi dicevo di non lasciarmela sfuggire e anche sullo 0-40 nell`ultimo game pensavo che non fosse ancora fatta. Novak ha sbagliato una prima sul 30-40, ha salvato così tante palle break con la sua seconda palla… Ma ho pregato ancora una volta, fa che sia un doppio fallo e qualcuno deve aver ascoltato. So che è sfortunato chiudere così, ma per me è stato bello vedere quella palla andare così lunga». Contro un avversario che ha saputo interpretare con lucidità il suo piano tattico (limitare gli errori, senza concedere palle facili ma neppure prendere troppi rischi) Djokovic ha palesato una condizione non ancora ottimale, come si era intravisto già contro Musetti e De Minaur. Perso il primo set, il 36enne di Belgrado ha avuto una comprensibile reazione nel secondo parziale, dominato. Però il vincitore di 24 Slam e 98 titoli nel Tour, dopo le recenti battute d`arresto, agli occhi dei rivali non è più quel cannibale invulnerabile. E così lo scandinavo ha scacciato i timori riprendendo a suonare lo spartito iniziale, andando avanti di un break nella frazione decisiva. Nole è stato capace di un altro colpo di coda, con riaggancio sul 4-4, ma poi ha dovuto alzare bandiera bianca, dopo due ore e 17` di lotta, appunto con un doppio fallo sul 3° match-point, il 22° errore non procurato della sua partita. «Sono dispiaciuto per il risultato, però ci sono alcuni aspetti positivi da prendere da questo torneo – l`analisi di Djokovic – a cominciare dall`essere riuscito ad alzare il livello dopo aver perso il primo set e trovare forza nel mio gioco». […]

Non è un torneo per Djokovic (Tommaso Vitali, Corriere dello Sport)

Una maledizione è una maledizione. Finisce in semifinale l`avventura di Djokovic al Masters 1000 di Montecarlo. Il numero 1 del mondo non ce l`ha fatta a portare a casa un`altra vittoria “sporca”, l`aveva definita così in conferenza stampa quella conquistata nel quarto di finale con Alex De Minaur che gli aveva permesso di tornare, per la prima volta dal 2015, in semifinale nel Principato. Per una volta ancora, l`ennesima in questa stagione, il serbo non ha brillato e alla fine è arrivata la sconfitta nella sfida con Casper Ruud, uscito vincitore con il punteggio di 6-4 1-6 6-4. Un`altra delusione per Nole in un torneo in cui ha trionfato “solamente” due volte (2013 e nel 2015). Un avvio complicato per il favorito del seeding, poi la reazione dopo aver subito il doppio break. Il 24 volte campione Slam non riesce a completare l`aggancio, ma nel secondo parziale ha la meglio e in appena 39 minuti manda la partita al set decisivo. A sorpresa, però, nella terza frazione cambia di nuovo l`inerzia del match e Ruud si prende il vantaggio. Djokovic non molla e recupera il break, ma le difficoltà continuano. Al termine di un game condito da tanti errori, è il doppio fallo a condannare il tennista di Belgrado alla quarta sconfitta della sua stagione. Con il primo successo in carriera su un numero 1 del mondo, la prima in sei confronti diretti con Djokovic, Ruud è in finale a Montecarlo e affronterà oggi Tsitsipas. «Non posso negarlo, in termini di aspettative sui risultati, ho standard altissimi – le parole di Djokovic dopo la sconfitta – quindi non aver ancora vinto un titolo quest`anno è una delusione rispetto alle ultime quindici stagioni. Ma ho raggiunto la semifinale in Australia e anche qui. Ho giocato solo tre tornei quest`anno e può capitare un inizio di annata storto. Traggo cose positive dalle mie prestazioni a Montecarlo, perché ho giocato buone partite. Spero che nei prossimi impegni potrò giocare ancora meglio». […]

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