Nadal, Murray, Wawrinka: il 2024 sarà l’anno dei grands adieux?

ATP

Nadal, Murray, Wawrinka: il 2024 sarà l’anno dei grands adieux?

L’annuncio della partecipazione di Rafael Nadal alla Laver Cup 2024 ha riportato immediatamente alla memoria l’edizione 2022 durante la quale il rivale di una vita, King Roger, poneva definitivamente fine al suo regno in un clima di struggente commozione. Ecco che già sentiamo acre il sapore della nostalgia

Pubblicato

il

 

Il mese di gennaio era iniziato carico di aspettative, il pluricampione spagnolo aveva fatto il suo rientro in campo in occasione del torneo 250 di Brisbane dopo un lungo periodo di assenza dalla competizione. E non si può negare che, seppur con la dovuta cautela, molti dei suoi tifosi speravano in un ritorno ben più glorioso. Murray e Wawrinka dal canto loro hanno cominciato la stagione con qualche difficoltà (chiedetelo allo scozzese) e nonostante una caparbietà di ferro hanno raccolto ben poco dalle loro partite. Djokovic, ancora in vetta alla classifica ATP e fresco vincitore dei Laureus World Sports Awards 2024, è stato travolto da alcune sconfitte inaspettate e si è reso protagonista, per sua stessa ammissione, di prestazioni molto deludenti. Cocente la sconfitta in semifinale nell’ultima edizione dellìAustralian Opencontro Jannik Sinner, sorprendente invece quella subita per mano di un altro giocatore italiano, Luca Nardi, in occasione del terzo turno del Master 1000 di Indian Wells.

Quant’è dura farla finita

Giornalisti e commentatori si stanno arrovellando da qualche tempo ormai, cercando di carpire il minimo indizio che indichi una data certa per il ritiro di questi grandi campioni. In conferenza stampa è d’obbligo rivolgere domande che magari anche solo velatamente alludono all’argomento per trarne informazioni essenziali. Quante volte abbiamo sentito fare riferimento all’età che avanza, al confronto con i nuovi talenti del circuito, mettendo l’accento – se non un vero e proprio dito nella piaga – su quelle défaillances che magari hanno procurato così tanta rabbia e frustrazione.

“Ovviamente amo ancora competere e amo ancora il gioco, ma diventa sempre più difficile quanto più si invecchia competere con ragazzi giovani e mantenere il proprio corpo in forma e fresco”, ha detto Murray, 36 anni.

Ci sono anche orde di appassionati che non si danno pace e vivono la questione con apprensione. Ogni giorno si attende il bollettino ufficiale, sì perché le notizie attorno a un possibile abbandono traggono linfa e sostanza da un qual si voglia avvenimento: le sessioni di training, le dichiarazioni spontanee tramite i propri canali social, le uscite mondane.

Sappiamo bene che la fine di una carriera, soprattutto se vissuta ai massimi livelli e con grande intensità, non è mai facile da affrontare. Si ha quasi l’impressione che sia tremendamente difficile prendere una decisione scegliendo tempi e modi che siano congrui con il proprio percorso. Da un lato c’è quell’irresistibile volontà di continuare a vincere ed essere protagonisti competitivi, dall’altra l’evidenza di un naturale cedimento psicofisico che prende il sopravvento. Arriva un momento in cui lo spirito può fare solo ciò che il corpo gli consente. Ce lo raccontano benissimo altri due grandi di questo sport, Agassi e Sampras, nelle loro autobiografie. Ce l’ha fatto vivere fulgidamente Federer.

La vita senza il gioco, la vita senza i tifosi e la vita senza la programmazione che ha dominato la mia esistenza per 25 anni è stata sicuramente qualcosa che non sapevo come avrei preso”, ha spiegato lo svizzero. “Per molto tempo, ho provato a tornare e fare un altro tentativo e lasciare il gioco in salute, ma non era fattibile.”

Federer ha chiuso sul suo prato, Nadal sceglierà la sua amata terra?

Nel 2021 Federer era attesissimo sull’erba londinese, Wimbledon l’aveva visto trionfare otto volte tra il 2003 e il 2017. All’epoca questo torneo (oltre che alle Olimpiadi di Tokyo) restava il più grande obiettivo della stagione nonché la cornice ideale per un epilogo perfetto e invece dovette cedere ai quarti a Hubert Hurkacz, incassando tra l’altro un sonoro 6-0 al terzo (prima volta in carriera su questo palcoscenico). Sicuramente il desiderio, suo e dei tanti appassionati di questa disciplina, sarebbe stato quello di vederlo un’ultima volta battagliare per il titolo contro Djokovic, con in palio una potenziale vendetta verso il serbo in virtù di quanto accaduto nel 2019. Il destino ha preso un altro corso, quello che tutti noi conosciamo, ma molti speravano in un finale diverso.

Ci ritroviamo nel presente: l’altro componente della triade d’oro a 37 anni, con un corpo indolenzito dagli infortuni, sa che il 2024 è la sua ultima occasione. Rafa Nadal, che dopo la dolorosa sconfitta a Barcellona ha dichiarato: “se dovrò dare tutto, morire sul campo e lasciare il tennis, non sarà oggi, ma a Parigi, al Roland-Garros”, impersonifica il combattente eroico.

Il verde serafico di Wimbledon sta a Federer come la terra rossa e sanguigna di Parigi sta a Nadal. La storia si ripete e potrebbe seguire la medesima traiettoria. I due indissolubilmente uniti nella vita sportiva, rimangono vicini anche nella morte agonistica. Il sogno dell’ultima grande impresa che potrebbe infrangersi davanti a una realtà che presenta il conto. Al torneo di Madrid, altro terreno di conquista dello spagnolo, Nadal affronterà al primo turno il sedicenne americano Darwin Blanch. Questo sorteggio è apparso quasi uno sberleffo, tra i due la differenza di età è abissale. Dovesse perdere, l’effetto sarebbe amplificato. Il maiorchino ha già ammesso in conferenza che sarà la sua ultima volta a Madrid.

Stan sempre più Uomo e meno Tennista

A un altro grande protagonista – ahi noi molto meno vincente – di questa epoca luminosa è stato dedicato un articolo appassionato: “Lettera (d’amore) a Stan Wawrinka. Se ci dessi l’opportunità di dirti addio (e ringraziarti)?”, fa riferimento all’assenza del tennista svizzero dal Torneo di Ginevra dal 2019. Il giornalista Simon Meier, in un appello accorato e senza filtri, implora Stan the man di ritornare un’ultima volta poiché il tempo sta per terminare.

Sicuramente non voglio spingerti fuori, Stan. Ho un immenso rispetto per la tua longevità, sia che sia dovuta alla passione per il gioco, alla paura del vuoto o ad entrambe. Ma tu ed io sappiamo che tutto questo finirà”.

Il pezzo termina con una frase emblematica: “un crepuscolo può essere sublime con le persone che ti amano intorno” e che fa eco a quanto dichiarato da Roger Federer ai repoters di New York: “Alla fine mi sono sentito sollevato, credo, e felice di ritirarmi. Si è conclusa nel modo più perfetto alla Laver Cup. Ero circondato dai miei più grandi rivali, c’erano la mia famiglia e i miei amici. Per me è stato come: “OK, sto bene adesso. Non ho più bisogno di scacciare quel prurito.”

Indipendentemente da come andrà a finire, anche se distante da come ce l’eravamo prefigurato e da come loro stessi si aspettavano, affinché la magia persista occorrerà solo mantenere vivo il legame, e di questo, i loro sostenitori, ne sono da sempre maestri.

Jenny Rosmini

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement