US Open: negato il visto all'arbitro iraniano Adel Borghei

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US Open: negato il visto all’arbitro iraniano Adel Borghei

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TENNIS – Come dodici mesi fa, quello del giudice di linea e arbitro di sedia è diventato un caso diplomatico. Stavolta però dovrà guardare lo US Open alla TV, i consolati non gli hanno dato il premesso di essere a New York.

Lo Sport è sempre stato collante e cura contro tutti i mali della politica, della diplomazia, ma a volte non basta neppure un evento trasversale come lo US Open per stemperare le tensioni.

Come dodici mesi fa la richiesta dell’iraniano Adel Borghei, ufficiale di gara di 2° Livello e Giudice di Sedia di 3° Livello, per arbitrare allo US Open si è trasformata in una trafila diplomatica.

Un anno fa riuscì all’ultimo momento ad avere il visto per completare il suo Grande Slam, avendo arbitrato in tutti gli eventi più prestigiosi del mondo, ma i difficili rapporti tra Iran e Stati Uniti hanno complicato tutto.

Quest’anno non c’è stato nulla da fare: i consolati americani di Varsavia e poi di Toronto gli hanno negato il visto che lui aveva richiesto per tempo e più di una volta, senza dare una motivazione esauriente.

A nulla sono valsi i tentativi di intervento della USTA e dell’organizzazione del torneo americano, che hanno inviato diverse lettere nel tentativo di sbloccare la situazione.

Un duro colpo per un evento come quello di New York che fa dell’integrazione tra diversi popoli ed etnie, uno dei propri obiettivi principali. Un’integrazione che a quanto pare è valida per tutti tranne che per Adel Borghei, che sarà a casa davanti alla TV, incapace di spiegarsi perché un arbitro eccellente come lui, non possa fare il suo lavoro nell’ultimo Slam della stagione.

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