Gli italiani non mangiano l’erba. Idiosincrasia azzurra al verde

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Gli italiani non mangiano l’erba. Idiosincrasia azzurra al verde

Una rassegna dei risultati dei giocatori italiani sull’erba mostra come, nonostante alcune episodiche eccezioni, tale superficie sia spesso risultata indigesta ai nostri portacolori. Per una volta, non ci sono differenze rilevanti tra il circuito maschile e quello femminile. Quali le prospettive per quest’anno?

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Si dice spesso che la stagione sull’erba sia la più pregevole nell’anno tennistico. C’è il tifoso che ne apprezza la maggiore varietà di gioco rispetto alla terra rossa, il nostalgico che ricorda quando tutti i tornei dello Slam tranne Parigi si giocavano sull’erba, il supporter di Federer che vede in Wimbledon l’ultima speranza per il campione svizzero di arrivare a vincere il suo diciottesimo Slam. Certamente, tra i molteplici motivi per cui gli italiani possono amare il tennis giocato sull’erba, vanno esclusi i successi dei tennisti azzurri. Se qualche soddisfazione per il tennis italico è arrivata, è successo sulla terra del Foro Italico o di Parigi, non sull’erba (ancorché più recentemente “battuta”) di Wimbledon. La Federazione Italiana Tennis non è la britannica Lawn Tennis Association – che, quindi, porta ancora nel nome il segno della sua genesi, e una precisa, letteralmente, scelta di campo – ma bisogna cercare nelle pagine dei libri di storia qualche traccia d’azzurro alle fasi finali dell’All England Club dove, per una volta, non sono le donne a salvarci.

Dunque, la semifinale di Nicola Pietrangeli nel 1960, sconfitto al quinto set da Laver, segna l’apice delle performance italiane a SW19. I quarti di Panatta – che, in quel 1979, era “convinto di poter vincere Wimbledon” – rappresentano uno dei più grandi rimpianti, mentre la sconfitta ai quarti di Sanguinetti ad opera di Krajicek la più convincente delle prestazioni recenti, ma si tratta pur sempre del 1998. Tra i risultati più vicini a noi emerge l’ottavo di finale di Andreas Seppi nel 2013, un risultato quasi raggiunto nel 2014 da Simone Bolelli, fermato da Kei Nishikori e da un’interruzione sul più bello. Ma è il giocatore di Bolzano ad avere ottenuto i risultati più importanti sull’erba inglese. Anche se, purtroppo, in climax discendente, Andreas ha trionfato ad Eastbourne nel 2011 (contro Tipsarevic), si è arreso a Roddick nel 2012, ed in semifinale a Simon nel 2013. Le coste del Sussex gli sono state, però, tradizionalmente più care dei prati di Wimbledon, che l’anno scorso Andreas ha subito abbandonato.

L’erba è, per i nostri colori, anche la superficie delle potenzialità solo parzialmente espresse, o che chissà se mai si esprimeranno. Il torneo junior di Wimbledon è stato vinto dal protagonista di tanti epici doppi di Coppa Davis Diego Nargiso ma, soprattutto, da Gianluigi Quinzi nel 2013. A vincere su erba, o andarci vicino, sono stati tennisti italiani solo per passaporto, ma non per formazione. Così, l’italo-belga Laurence Tieleman – formatosi presso l’ Accademia di Nick Bollettieri in Florida e per un certo periodo allenatosi sui prati inglesi – ha raggiunto (da numero 253 della classifica ATP!) la finale al Queen’s Club battendo Henman e Rusedski (sempre nel 1998 – anno quasi glorioso per gli italiani sull’erba). Oppure, ma il caso qui è limite davvero, Martin Mulligan, che perse la finale di Wimbledon sei anni prima di essere naturalizzato italiano. Per le statistiche si può ricordare anche la semifinale, sempre di Seppi, a Nottingham nel 2006. Non tanto per il risultato in sé, ma per aver sconfitto sia il fresco vincitore di Parigi Stan Wawrinka sia Andy Murray. Come sembra lontano il 2006…

Sull’erba non sono diversi i destini italiani nel circuito WTA. Roberta Vinci è (stata), e non soltanto in coppia, la giocatrice italiana forse più forte su questa superficie. Nel 2011 ha conquistato il torneo di ‘s-Hertogenbosch e, nel biennio successivo, ha raggiunto due volte gli ottavi di Wimbledon. Anche Camila Giorgi ha raggiunto lì gli ottavi nel 2012 e ha talvolta regalato prestazioni esaltanti (tipo ad Eastbourne nel 2014, quando ha battuto Vika Azarenka). Molto più complicata la vita sull’erba della numero uno italiana, Sara Errani, che sui campi dell’All England Club ha il poco invidiabile record di aver subito un golden set. Dopo Nottingham e ‘S-Hertogenbosch, potremo vedere Knapp, Giorgi, e Vinci a Birmingham, e queste ultime, in compagnia di Pennetta ed Errani, anche a Eastbourne. Tra gli uomini, i più presenti sono Seppi e Bolelli, entrambi impegnati a Nottingham, il primo anche a Stoccarda – eliminato al secondo turno da Zverev – e Halle, il secondo nelle qualificazioni del Queen’s.

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