Speciale Lemon Bowl: la parola al Direttore Paolo Verna

Interviste

Speciale Lemon Bowl: la parola al Direttore Paolo Verna

Trentaduesima edizione del Lemon Bowl su trentadue vissute da dentro e ben trentuno da Direttore per Paolo Verna, il padre adottivo del torneo fondato da Gianni Salvati nel lontano 1985. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui

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Paolo, sei alla trentunesima edizione da Direttore del Lemon Bowl. Nel tuo cuore c’è un’edizione preferita?
Le prime edizioni, disputate al Pisana Tennis, le porto nel cuore perché ho avuto la possibilità di vedere all’opera piccoli tennisti che poi sono arrivati ai vertici del tennis mondiale come la Jankovic, la Myskina e Ljubicic. Al tempo stesso la mancanza di campi coperti e la quasi totale assenza di tecnologia rendeva il lavoro più difficile. Di quelle fatte al New Penta 2000 ho nel cuore quella del 2014 perché con 2045 partecipanti abbiamo per la prima e finora unica volta abbattuto il muro dei 2000 iscritti.

Come mai nel 2013 avete eliminato l’Under 18 e nel 2015 l’Under 16?
L’aumento del numero di iscritti nelle categorie minori ci ha consigliato di concentrare le energie sulle fasce d’età a noi più a cuore.

Raccontaci un po’ di te. Come e quando nasce l’amore per il tennis?
Nasce a l’Aquila dove mio zio mi portò a giocare nel circolo che oggi porta il suo nome, il CT Peppe Verna. In questo circolo ho fatto la mia attività giovanile con buoni risultati, da subito però è scattata la passione per l’insegnamento che mi ha portato ad essere istruttore a 17 anni e a diventare maestro a 19 anni. Grazie al trasferimento a Roma ho cominciato a lavorare con Gianni Salvati (l’ideatore del Lemon Bowl) al Fleming prima e al Pisana Tennis poi. Oggi lavoro all’ASD Grande Slam con i maestri Alberto Antonucci e Gerardo La Rocca.

In tutti questi anni da Direttore ti è mai capitato di premiare un tuo allievo?
Purtroppo no. Il miglior risultato sono state due finali.

C’è stato qualche tuo allievo che è diventato un tennista professionista?
No. La mia specializzazione è sulle prime fasce giovanili.

Come è cambiato negli anni l’insegnamento del tennis dal punto di vista tecnico, fisico e psicologico?
L’insegnamento negli anni è cambiato molto. Dal punto di vista tecnico oggi i bambini sono più aggressivi sin da piccoli grazie al miglioramento delle varie tecniche e al maggior numero di allenamenti. Se prima un bambino si allenava massimo due volte a settimana, oggi arriva anche a sei lezioni settimanali. Dal punto di vista fisico il principale cambiamento sta nell’aumento degli esercizi atletici e nell’importanza che oggi si da alla crescita fisica degli allievi. Negli anni si è formato un personale specializzato nella cura della fase atletica che aiuta i ragazzi a sviluppare quell’aggressività che li aiuta in allenamento. Dal punto di vista psicologico c’è molto margine di miglioramento ed è forse l’aspetto che si cura di meno ma che ad alti livelli è fondamentale.

Molto spesso chi vince qui non riesce ad affermarsi. Quali sono le cause che portano un giovane talento a non confermarsi da grande?
La specializzazione precoce dei bambini porta spesso a dare più attenzioni alle vittorie che al lavoro tecnico e psico-fisico, quando poi a 16 anni arriva il momento di iniziare per davvero con il lavoro le motivazioni non sono più adeguate.

Credi sia un limite la scarsa diffusione nei circoli italiani di campi in cemento rispetto al numero di tornei che si disputano su questa superficie?
Sicuramente lo è. Qualcosa si è mosso con il progetto Campi Veloci della FIT ma ancora troppi under 14 giocano esclusivamente sulla terra rossa e questo non va bene per la loro crescita.

Qual è il futuro del Lemon Bowl?
Il nostro impegno ogni anno è sempre stato quello di dare la possibilità ad un numero sempre più alto di partecipanti di vivere un’esperienza competitiva ed al tempo stesso divertente e questo sarà l’obiettivo del Lemon Bowl per il futuro.

Da quando i nostri lettori potranno venire ad ammirare i vostri campioncini?
Aspetto i vostri lettori da oggi fino al 6 gennaio. Nel giorno dell’Epifania si disputeranno le finali con le classiche coppe piene di limoni pronte per essere sollevate dai vincitori di questa trentaduesima edizione.

Manuel Dicorato

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