Wimbledon interviste, Federer: "Non pensavo di arrivare così avanti all'inizio del torneo"

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Wimbledon interviste, Federer: “Non pensavo di arrivare così avanti all’inizio del torneo”

Wimbledon interviste, semifinale: M. Raonic b. R. Federer 6-3 6-7(3) 4-6 7-5 6-3. L’intervista del dopo partita a Roger Federer

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Così tante opportunità, tre palle break.
Non ricordarmi tutto, vai semplicemente alla fine della domanda. Lo so che ti piace farlo, grazie.

Dicci quali sono le sue le tue sensazioni? Qual è stata l’opportunità più grande che hai avuto?
Beh, non sono abbastanza sicuro di quale sia stata. Forse sullo 0-30 ho avuto un buon passante per andare 0-40. Comunque non lo so. Ho avuto delle palle break e lì ho avuto delle opportunità. Nel quarto set ho spinto in alcuni giochi in risposta per ottenere il break, ma in qualche modo non ci sono riuscito. O prendeva la linea con il servizio o faceva un gran lavoro con il dritto.

C’è qualche cosa che vorresti migliorare o pensi vada tutto bene?
C’è qualche cosa che voglio dimenticare.

Si è parlato molto dell’influenza che ha avuto McEnroe su Milos. Qual è la più grande differenza che hai trovato nel suo gioco rispetto a due anni fa?
Ho la sensazione che abbia fatto molti cambiamenti nel suo gioco negli ultimi anni. Ricordo di aver giocato con lui, forse a Madrid, dove giocava molto, molto indietro e anche quando giocavo con lui sull’erba era la stessa cosa. Da quel momento è sempre migliorato e ha sempre avuto una gran concentrazione. Servizio dopo servizio, punto dopo punto, ha fatto un lavoro tremendo. Penso si senta più a suo agio nel venire a rete. Quando ho giocato con lui a Brisbane, ha giocato esattamente come ora.

Qual è la natura dell’infortunio del quinto set?
Ancora non lo so, e non lo voglio neanche sapere. Semplicemente da quel momento in poi non mi sono sentito lo stesso. Nonostante ciò, lui ha giocato un grande game per prendere il break. E da quel momento in poi se io fossi stato fresco come una rosa o infortunato, forse non avrebbe avuto importanza perché stava servendo a 230 chilometri all’ora. A quel punto avevo già perso le mie opportunità.

Tornando indietro al 6-5, 40-0. E insolito per te non sfruttare questa opportunità. Cosa è successo?
Non lo so, qualcosa è andato storto. Non posso credere di aver fatto due doppi falli; per me è inspiegabile. Sono molto triste e arrabbiato con me stesso perché non avrei dovuto permettergli di uscire da quella situazione così facilmente. Cioè, lui se lo merita e alla fine se l’è guadagnato. Ma io l’ho aiutato molto in quel game. Oggi ha lottato molto duramente e gli auguro il meglio per la finale.

C’è sempre l’inevitabile domanda se sarai in grado o no di realizzare il tuo sogno dell’ottavo titolo. Considerando gli ultimi due match dove hai giocato 10 set, questo ti dice se sia fattibile o no per te di essere qui l’anno prossimo?
Insomma, sì, finché sono nel torneo resta un sogno per me vincere l’ottavo titolo. Per essere chiari, non è l’unica ragione per la quale continuo a giocare a tennis, altrimenti mi ibernerei e riuscirei l’anno prossimo prima di Wimbledon. Non è così che funziona, noi di solito giochiamo 60 match e viaggiamo in giro per il mondo per raggiungere anche altri risultati. So che Wimbledon è importante ma non è tutto. Per me i 10 set che ho giocato negli ultimi due match mi fanno rendere conto che sono molto più allenato fisicamente di quanto pensassi. Prima di iniziare il torneo non avrei mai pensato di poter far ciò. A dire il vero è molto incoraggiante per la stagione e per il resto della mia carriera. Devo dirti che iniziando Wimbledon era un po’ insicuro.

Mentre lasciavi il campo centrale, sembrava stessi cercando di assaporare la scena e farne un ricordo. Pensi sia stata l’ultima volta per te sul Centrale? Hai fiducia nell’essere qui l’anno prossimo?
Non è così che stavo guardando il centrale, io lo stavo guardando ringraziando il pubblico per le grandi emozioni che mi hanno dato durante i Championships. Sono stato abbastanza fortunato da giocare lì tutti i miei match e non do la cosa per scontato. Per me è una forma di rispetto nei confronti di Milos aspettarlo, come nei vecchi tempi dove si esce insieme e si ringrazia il pubblico nello stesso momento e poi proprio alla fine lasci il palcoscenico libero per Milos. È questo che stavo facendo e non pensare al fatto che sarebbe stato il mio ultimo Wimbledon, e poi sì, spero di ritornare sul centrale.

48 ore fa hai descritto l’euforia che provavi dopo il match contro Cilic. Quale dei due credi ti ricorderai di più?
Probabilmente il match con Cilic, è la verità. Ma comunque chiedimelo tra vent’anni e ti dirò quale dei due ricordo di più. Questo qui ovviamente mi fa male perché penso che avrei potuto farcela, ci sono andato vicino.

Il sogno di molti tifosi per una finale domenica è stato spazzato via. Forse questo rende Andy il favorito.
Lui sarebbe stato il favorito anche contro di me, solo per fartelo sapere. Comunque Milos sta giocando alla grande e avrà sicuramente le sue opportunità, soprattutto nel modo in cui serve. Onestamente non ho mai guardato un match Raonic-Murray e non me ne ricordo nessuno.

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