Murray: "Non potevo fare di più". E punge il giornalista distratto

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Murray: “Non potevo fare di più”. E punge il giornalista distratto

La conferenza di Andy Murray dopo la sconfitta contro Sam Querrey. Lo scozzese non è sereno, e valuta un periodo di riposo

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Come giudichi la tua partita?
Ho avuto delle chance nei primi tre set, sono stato anche avanti 4-3 nel secondo set e lì ho subito due break. Quello è stato un punto di svolta. Sono riuscito a vincere il terzo e forse avrei chiuso in tre se avessi mantenuto il vantaggio nel secondo. Sam ha servito benissimo alla fine del match, si è sciolto e ha lasciato andare il braccio. Non potevo fare di più.

Avevi dei dolori in qualche momento?
Li ho avuti per tutto il torneo. Ma ho provato a dare il meglio di me e ne sono fiero. È brutto perdere a Wimbledon dove avevo un’opportunità e per questo sono triste che sia finita.

Nel quarto e quinto set sei apparso sofferente. Hai pensato di chiamare il fisioterapista?
No. Non c’era molto che si potesse fare in quel momento.

Prima del torneo hai dichiarato che ti sentivi in grado fisicamente di vincere sette partite di fila. Pensavi davvero di avere l’opportunità di vincere?
Oggi ci sono andato vicino. Non ero a un milione di miglia di distanza dalla vittoria. L’epilogo è stato difficile. ma sono quasi riuscito a trovare il modo di raggiungere la semifinale. Perciò c’ero vicino. Sono arrivato a fare cinque partite. Non sono andato lontano dal farcela.

Sam è il primo giocatore Americano a raggiungere le semifinali dal 2009 (l’ultimo fu Roddick ndt)…
Giocatore, non giocatrice. Giocatore, ok?

Andy Murray non era certo al settimo cielo. In conferenza un giornalista cita la statistica secondo cui nessun tennista statunitense raggiungeva la semifinale qui a Wimbledon dal 2009, lui lo corregge – abbastanza stizzito – perché restringa il campo ai tennisti di sesso maschile. Di tenniste statunitensi, in effetti, ce n’è una in semifinale persino quest’anno (Venus).

Certo sì, giocatore. Come giudicheresti i cambiamenti che Querrey ha apportato al suo gioco e le sue caratteristiche nel complesso?
Sinora ha disputato un ottimo torneo. Cerca di essere aggressivo. Con la forza che ha in tornei di questo tipo ha tutte le possibilità di fare bene. Fece bene anche lo scorso anno. Quando serve bene – e qui ha iniziato la partita con me con una media di 25 ace a incontro – ha la possibilità di sentirsi più libero e tirare tutti i colpi con tranquillità. Viene più spesso a rete che non nel passato ed è bravo nel gioco a volo. E’ grande e grosso quando lo vedi lì. Questo è il cambiamento principale che ho visto nel suo gioco.

Potresti decidere, insieme al tuo staff, di riposare e saltare alcuni dei tornei sul rapido?
Non lo so, dipende. Ascolterò i consigli migliori e poi me ne atterrò. Se ciò significa che dovrò riposare qualche settimana, allora lo farò. Non so che cosa farò. Prima di Wimbledon ho avuto poco tempo per pensarci. Cercavo solo di prepararmi al meglio per questo torneo facendo del mio meglio.

Sam è alla sua prima semifinale di uno Slam. Sotto il profilo mentale cosa dovrebbe fare per riuscire a vincere secondo te?
Crederci è la cosa più importante. Fare il suo gioco in campo. Ma deve soprattutto crederci. Quando disputi una semifinale o una finale di uno Slam devi farlo. La prima volta non è semplice. La prima esperienza. Puoi sentirti appagato di esserci. Ci sta, ma devi comunque giocare per vincere. Spero lo faccia.

Cosa farai nei prossimi due o tre giorni?
Ora andrò a casa e starò con la mia famiglia. Questa è la prima cosa che farò. Immediatamente dopo mi siederò con il mio staff e insieme a loro deciderò il da farsi. A partire da domani. Non c’è tempo da perdere.

Video-estratto della conferenza

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