TENNIS – “Vorrei poter migliorare il rapporto tra i giocatori e l’ATP” ha detto Novak Djokovic a Sport 360. “Propenderei per un rappresentante non in conflitto d’interessi. Per la prossima stagione dice: “Voglio vincere tanto. Non penso solo a battere Nadal, ci sono anche Murray, Del Potro e Federer”.
Ha vinto 74 partite e sette titoli in stagione, ha vinto lo Slam australiano e detronizzato Nadal dal fortino di Montecarlo dopo 9 anni di dominio spagnolo. Poi si è spento e ha trovato la chiave per riaccendersi ancora senza più smettere; nel palmares di fine stagione Pechino, Shanghai, Parigi-Bercy e il Masters di Londra.
E’ volato in Sud-America e ha improvvisato un palleggio davanti al ghiacciaio del Perito Moreno, tra le principali attrazioni turistiche della Patagonia argentina; si è esibito con Nadal sul campo da tennis allestito su una nave e ha provato scherzosamente a gettare in mare il suo avversario.
Non l’ha fatto ma l’ha sfidato a tirare i rigori in un palcoscenico d’eccezione: la Bombonera. E lì non è stato preciso come il maiorchino ma poco importa perchè il più era ormai fatto e finalmente ci si poteva dedicare al chiodo fisso: lo Slam, il numero 1, il Roland Garros. Tre obiettivi con un unico filo conduttore, il chiodo fisso appunto, la vittoria.
Parliamo di Novak Djokovic, della sua fame animalesca di successo eclissata brevemente solo da Rafael Nadal, altro tennista di immensa grandezza e non a caso n°1 del mondo. Ma oggi è sul serbo n° 2 del ranking che ci soffermiamo perché ancora una volta ha trovato il tempo di raccontarsi e talvolta di ripetersi, intervistato per Sport 360, il principale sito di informazione sportiva di Dubai.
Non molti tennisti possono rivendicare a gran voce il proposito di vincere l’imminente Slam, potendo vantare una striscia ininterrotta di ben 24 vittorie consecutive a chiusura di una lunga ed estenuante stagione di tennis ma Nole è Robonole non per caso .
Così è se vi pare e sembra che sia proprio così; è secondo nel ranking ma si sente ancora primo, è distanziato di 770 punti da Rafa e ha vinto il titolo di Maestro a Londra con pieno merito, peraltro impattando sul 3-3 il computo dei big match stagionali giocati con Nadal, ancora lui.
Si ancora lui perché pur parlando di Nole, non si può evitare Nadal e ovviamente vale anche il contrario; ma con Nole non si può evitare nemmeno di parlare del Roland Garros. Il chiodo fisso di cui sopra, eh sì! Ci risiamo
“Ho avuto 3 sconfitte dure negli Slam quest’anno e ripartirò da lì, ho ricavato diverse lezioni e cercherò di riscattarmi però devo dire che la semifinale dell’Open di Francia non l’ho dimenticata presto. E’ stato un brutto momento e non avrei mai voluto che lo fosse ma ho perso di nuovo con Rafa al Roland Garros ed è stato arduo digerire la sconfitta”.
Mentre parla sembra che stiano scorrendo le immagini di un film, proiettato chissà dove nella mente di Nole; quella partita maledetta che gli impedisce di proseguire nel sogno di fare il Grande Slam, negandogli la prima affermazione sulla terra parigina al cospetto del Re della Terra.
Ripensa Nole e vede il suo vantaggio di un break vanificato dall’assurdo: l’arbitro, lo smash, l’irreale davanti a lui. E poi 9-7 al quinto per Nadal, lapalissiano. “Tornare da un infortunio così fastidioso e in così poco tempo non è affatto facile, quindi mi ha davvero impressionato per come Rafa è riuscito a riprendersi dopo 7 mesi. Ma per il prossimo anno non c’è solo lui, penso a Federer, a Del Potro certo ma soprattutto ad Andy (Murray) perché ogni partita con lui è speciale in quanto entrambi sappiamo di poter portare a casa il trofeo”.
Ennesima rivalità fiorente quella tra lo scozzese Murray e il serbo Djokovic, ma in realtà si tratta di una solida amicizia, a sentire i parenti, o forse no, a vederli in campo; ad ogni modo che sia amicizia o meno è palese il rispetto tra i due. O tra i tre.
Perchè quando si parla di ammirazione e stima, il trio Djokovic-Nadal-Murray non fa una piega e a riguardo si possono scorgere anche rari momenti velati da complicità; per intenderci si vada a riguardare qualche video dell’esibizione tra il serbo e lo spagnolo sulla nave. Non è certo frutto di un copione o di un visionario piano per vendere delle immagini godibili di sé; semplicemente il piacere di godersi la vita anche con il proprio avversario numero 1, perché poi in stagioni così intense i momenti di svago sono sempre relativamente pochi.
Il trio si riunirà ad Abu Dhabi per il World Tennis Campionship Mubadala e il torneo potrebbe cominciare a fornire indicazioni importanti in ottica 2014 ma senza dimenticare gli altri e Nole non lo fa : “Delpo (Juan Martin Del Potro) ha svolto un ottimo lavoro e ha rivelato un grande tennis. L’anno prossimo potrebbe sorprenderci tutti e non è un caso che 4 delle 5 partite giocate con lui siano andate al set finale”.
In seguito come detto si parla di Roger Federer, il 17 volte campione Slam reduce da un anno da dimenticare ma apparso in ripresa negli ultimi tornei tra Parigi e Londra . “Probabilmente l’anno prossimo potrebbe ancora vincere uno Slam ma sono sempre di più i giocatori pronti a batterlo, dunque con le nuove generazioni che incalzano non dipenderà più solo da lui “.
Poi all’improvviso un sussulto. Si torna a parlare del nocciolo della vicenda: il chiodo fisso, gli Slam, la vittoria. “Spero di fare grandi cose, vorrei restare sano e senza infortuni, poi il resto seguirà e vorrei vincere tanto. Non solo a Melbourne Park”.
Sul finire c’è spazio per argomenti extra-campo: “Vorrei poter migliorare il rapporto tra i giocatori e l’ATP, vorrei prendermi cura del nostro interesse o comunque propenderei per un rappresentante che non sia in conflitto d’interessi. E’ una situazione che andrebbe gestita molto meglio “.
Si tratta di modifiche o di decisioni da prendere e il serbo c’è, si dice presente. Potrebbe essere il personaggio goliardico ma diplomatico che si presenta in sala stampa, ma tant’è, statene certi, farebbe sentire il proprio peso.
In realtà se di cambiamenti si parla, Djokovic aspira a portarne anche in Serbia, suo Paese d’origine, e la sua missione è migliorarne la reputazione ma non entrare in politica. “Voglio aiutare il mio Paese in molti modi, ma non come politico “.
“Stiamo aprendo asili, parchi giochi, formando insegnanti e aiutando istituzioni e questo significa molto per il mio Paese” racconta facendo vedere il tesserino della Novak Djokovic Foundation.
Nole ha gli occhi stanchi, forse si sta spendendo troppo per la carta stampata, forse non si riposa abbastanza, ma la verità è che vorrebbe tornare a fare quello che gli piace di più. Giocare, allenarsi, vincere. Il chiodo fisso. Ecco perché pare che gli s’illuminino gli occhi quando gli viene chiesto come si stia preparando per Abu Dhabi.
“Ho vinto 3 volte lì e ben 4 a Dubai, mi sento bene giocando lì, mi sento a casa e questo finisce per fare la differenza. Sono tornei importanti perché di grande giovamento per la preparazione da affinare in ottica Melbourne. Ho bei ricordi di questi luoghi: hotel, cibo, clima, ospitalità, i fan, l’organizzazione…è tutto perfetto e non vedo l’ora di giocare e fare ottimi risultati”. Che poi per Nole significa vincere, sempre e comunque.
Andrea Pagnozzi