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WTA Indian Wells: Halep in volata; ciclone Jankovic su Wozniacki

TENNIS WTA PREMIER INDIAN WELLS – Eugenie Bouchard cede 6-2 1-6 6-4 a Simona Halep. Finisce in mattanza il match tra Jankovic e Wozniacki, vinto 6-3 6-1 dalla serba. Vincono anche Cibulkova e Li Na.
[6] S Halep b [18] E Bouchard 62 16 64
Chissà se Eugenie Bouchard potesse rigiocarsi quello schiaffo di diritto che ha affondato in rete sul 4-5 30-15 nel terzo set. Chissà se il risultato della partita sarebbe stato diverso. Perché nel suo primo ottavo di finale al BNP Paribas Open di Indian Wells, la stellina canadese era quasi riuscita a raddrizzare una partita iniziata di peste (5-0 in meno di 20 minuti, sotto di un set ed un break in meno di 40) e che nella dirittura di arrivo sembrava ampiamente alla sua portata.
Il match è stato tutt’altro che entusiasmante: il pubblico che era accorso numeroso ad assiepare le tribune nel nuovo bellissimo Stadium 2 ha dovuto sorbirsi due set nei quali entrambe le protagoniste hanno giocato molto a corrente alternata, e mai bene in contemporanea. Con l’arma principale del servizio spuntata (un misero 33% di prime palle e 3 doppi falli) ed un’avversaria molto attenta e veloce sulle gambe, la Bouchard si è trovata sotto 2-6, 0-1 senza quasi accorgersene. Ma a quel punto le parti in campo si sono quasi invertite: restituito il break di vantaggio con effetto immediato, commettendo due doppi falli consecutivi sul 30-30, Simona Halep ha iniziato ad inanellare errori su errori da fondo campo, soprattutto dalla parte sinistra, oggi particolarmente fuori fase. Dal canto suo Eugenie prende a spingere sulla risposta, commettendo sì qualche errore, ma spostando il baricentro del suo gioco più in avanti e prendendo il controllo degli scambi più spesso di quanto non fosse riuscita a fare nel corso del primo set. Ha poi anche iniziato a ripagare con la stessa moneta la sua avversaria, applicando lo stesso schema che aveva subito nel primo set, fatto di diritti incrociati corti ad aprirsi il campo per una successiva conclusione in lungolinea. Eugenie ha portato il primo allungo nel set al quarto game, strappando il servizio all’avversaria per la seconda volta consecutiva vincendo un corpo a corpo a rete, e finendo poi per aggiudicarsi di slancio il parziale per 6-1 in 26 minuti, chiudendo con un ace ed un servizio vincente.
Le nuvole che avevano velato il cielo nel corso della prima fase del match lasciano spazio ad un sole comunque meno vivo di quello delle giornate precedenti, e dopo un’uscita dal campo di Simona Halep per motivi fisiologici, il terzo set inizia all’insegna del sostanziale equilibrio. Entrambe le atlete difendono molto bene i loro turni di battuta – la prima palla break è per la Halep sul 2-1, ma la canadese la cancella con un servizio vincente. La svolta sembra arrivare nel fatidico settimo game, quando la rumena tira malamente in corridoio l’ennesimo rovescio sul break point in favore dell’avversaria. Ma Simona dimostra che non si diventa Top 10 per caso – da quel punto in poi non sbaglia praticamente nulla, spinge con i colpi da fondo quanto basta per trovare qualche vincente e soprattutto far dubitare quel tanto che basta la sua forte ma giovane avversaria. Con due gratuiti di diritto la Bouchard restituisce il break per il 4-4, e quando si trova a servire per rimanere nel match si “incarta” su uno schiaffo al volo che avrebbe potuto darle il 40-15 e finisce per naufragare con altri due errori di diritto.(Da Indian Wells, Vanni Gibertini)
[7] Jelena Jankovic b. [10] Caroline Wozniacki 6-3 6-1
È durata quattro game la partita di Caroline Wozniacki, di lì in poi è stata vera mattanza, con qualche sfumatura di vendetta. Jelena Jankovic ha dato una sonora lezione ad un’avversaria con la quale non vinceva da ormai quattro anni, aveva infatti perso gli ultimi cinque scontri. Giusto il tempo che la serba mettesse a fuoco il campo, prima di prendere letteralmente a pallate la danese, sotto gli occhi del fidanzato Rory McIlroy. Eppure ad iniziare meglio il primo set è stata proprio Caroline, che aveva interrotto l’equilibrio iniziale facendo il break nel quarto gioco. Ma la serba da allora ha dissolto le sue incertezze ed ha iniziato a far fare da tergicristallo all’avversaria, senza davvero sbagliare un colpo. Incisiva al servizio, aggressiva in risposta, continua e profonda, questa Jankovic è stata davvero perfetta, lasciando le briciole ad una Wozniacki che non ha avuto le armi necessaria per impensierirla. Da quel 3-1 per la danese, Jelena ha iniziato una serie di game consecutivi umiliante, lasciando nel primo set solo 2 punti al servizio dell’avversaria; il primo parziale si è concluso rapidamente con un 6-3 con break a 0 finale annesso.
A nulla sono servite le chiamate dell’allenatore della Wozniacki, che iniziava il secondo set in maniera peggiore rispetto a come aveva chiuso il primo. Altro break a 0 che inaugurava un’altra serie ininterrotta di game che si arrestava sul 5-0, che sommata alla striscia precedente dava come risultato un parziale di 10 game a 0 per la tennista serba. Dal canto suo, Caroline non riusciva a vincere nemmeno i punti più facili, quelli dove bastava un pizzico di tempismo in più, complice anche una Jankovic che oramai giocava in scioltezza, conscia della propria superiorità. L’unico sussulto nel finale di partita, dove la danese finalmente manteneva il servizio a 0 per il 5-1, con il boato del pubblico speranzoso di uno scampolo di partita in più, e poi si procurava due palle break nel game successivo; a nulla son servite, visto che poi la Jankovic le annullava e portava a casa il match con un finale di 6-3 6-1. Le statistiche finali contano 14 vincenti in più da parte della serba rispetto alla avversaria (21 a 7). (Giulio Fedele)
[2] A. Radwanska b. [22] A. Cornet 7-5 6-3
La numero due del tabellone ha faticato nel primo set contro Alize Cornet. Sotto per 4 a 1, la francese ha inanellato 5 games di fila, guadagnando anche due set point, falliti malamente, specie il secondo sprecato con un doppio fallo. Quel momento di tensione ha significato la svolta del match per la Radwanska, abile a vincere i punti chiave della partita. Vinto il primo per 7 a 5, la giocatrice polacca ha controllato il secondo set, conquistando una vittoria in un’ora e mezza di gioco. (C.G)
[12] D. Cibulkova b. [8] P. Kvitova 6-3 6-2
Ci sarà la rivincita della finale dello Australian Open con il nuovo confronto fra Li Na e Dominika Cibulkova, quest’ultima brava a liquidare velocemente la Petra Kvitova per 6-3 6-2. La Cibulkova ha estromesso quindi l’ottava testa di serie del torneo in maniera abbastanza agevole e così facendo ha spianato la strada per la sesta posizione in classifica mondiale per Simona Halep. (C.G)
[1] Li Na b.Wozniak 6-1 6-4
Avanza la testa di serie numero 1, Li Na, che ha liquidato in due set la Wozniak. La tennista ha impiegato ben 11 matchpoint prima di avere la meglio della sua avversaria, numero 241 della classifica per via di un infortunione. Nel lunghissimo set, un’ora la durata rispetto alla mezz’ora impiegata per incamerare il primo parziale, la tennista numero 2 al mondo ha salvato anche 2 palle break. “La cosa divertente, all’inizio del game conclusivo, è che mi sentivo nervosa. Cosa sta succedendo, mi sono chiesta? Perché non riesco a concludere l’incontro? Lei comunque non ha mai mollato, ha difeso ogni punto“, ha dichiarato la Li a fine match. Ora per lei lo scoglio Dominika Cibulkova. Al riguardo, l’atleta cinese ha dichairato: “Il fatto che ho vinto l’ultima volta contro di lei non sifgnifica nulla: è sempre difficile affrontarla“. (C.G)
Risultati:
[7] Jelena Jankovic b. [10] Caroline Wozniacki 6-3 6-1
[1] Li Na b.Wozniak 6-1 6-4
[12] D. Cibulkova b. [8] P. Kvitova 6-3 6-2
[20] F. Pennetta b. C. Giorgi 6-1 6-2
[17] S. Stephens b- A. Kleybanova 6-3 7-5
[6] S. Halep b. E. Bouchard 6-2 1-6 6-4
[Q] C. Dellacqua b. L. Davis 0-0 rit.
[2] A. Radwanska b. [22] A. Cornet 7-5 6-3
evidenza
Roland Garros: semaforo rosso per Jasmine Paolini, perde in due set con Olga Danilovic
L’azzurra era 5-1 nel secondo ma viene sconfitta dall’ottima serba Olga Danilovic. A rappresentare l’Italia nel tabellone femminile rimane solo Elisabetta Cocciaretto

O. Danilovic b. J. Paolini 6-2, 7-5
Semaforo rosso per Jasmine Paolini eliminata in due set da Olga Danilovic con il punteggio di 6-2, 7-5 in un’ora e 36′. Dopo aver vinto il trofeo di Firenze ed eguagliato il suo miglior risultato negli Slam, la lucchese subisce la giornata di grazia della sua avversaria. Gara decisa dai colpi della serba che ha fatto il bello e il cattivo tempo. La toscana ripenserà a lungo a quel turno di battuta sul 5-1 che, invece, di catapultarla al terzo set, l’ha portata lentamente fuori dal Roland Garros. Nel tabellone femminile rimane la sola Elisabetta Cocciaretto a rappresentare i colori italiani; mentre Danilovic è la prima tennista serba a raggiungere il terzo turno parigino da Ana Ivanovic nel 2016.
I presupposti per fare gara pari c’erano tutti, ma è stata brava la n. 105 del ranking a comandare gli scambi e a trovare 22 vincenti a fronte dei 6 dell’azzurra.
Sarà una questione di genetica, ma anche il padre, Sasha Danilovic, in questo periodo era ancora più letale del resto dell’anno. Come in quel 31 maggio di 25 anni fa, decise un derby scudetto di basket tra la sua amata Virtus e la Fortitudo con un famoso tiro da “quattro punti” (canestro da tre più tiro libero) che diede altra inerzia a quella serata bolognese.
Come un “tiro da quattro punti”, il dritto di sua figlia Olga, la sua tenacia e anche la capacità di chiedere sempre di più a sè stessa hanno messo in campo delle qualità che hanno fatto soffrire Paolini.
Primo set a senso unico con l’azzurra sempre in difficoltà sui suoi turni di battuta, per merito della risposta di Danilovic che sin dal primo colpo ha cercato di mettere in difficoltà l’avversaria. A fronte del 72% di prime palle messe in campo, porta a casa solo il 50% dei punti. Sfumate due palle break nel primo gioco, la serba trova nel quarto gioco il break decisivo nell’economia del primo set. Ne arriva un altro anche nell’ottavo gioco e gli applausi sono tutti per lei.
Nel secondo set, comincia malissimo la serba che sbaglia tantissimo e rimette in gioco la sua avversaria. A dispetto di quanto visto nel primo set, le urla del secondo parziale sono di una giocatrice che cerca di scuotersi. Paolini ne approfitta e vola via sul 5-1, limitando gli errori. Da fondo campo la classe 2001 torna a trovare vincenti importanti che lentamente torna a sbagliare meno e a far male con i suoi colpi. A due punti dal secondo set, Paolini sbaglia due colpi e alimenta il ciclone Danilovic che infila un parziale di 10-1 per ritrovare la parità. Altre tre chances, la toscana le ha nell’undicesimo game, ma anche qui col servizio la serba si aiuta a salire 6-5. L’ultimo sforzo, vede Paolini protesa a cancellare il primo di due matchpoint, ma sulla spinta della serba può davvero poco. Ora per Danilovic c’è Ons Jabeur.
Flash
Al Roland Garros Sabalenka messa alle strette sulla guerra in Ucraina. Ecco la sua (non) risposta
Le tenniste ucraine non le stringono la mano, i giornalisti ucraini la incalzano in conferenza. Gli influssi negativi della guerra sulla numero due del mondo

C’è chi pensa che basterebbe un gesto, una stretta di mano tra atleti ucraini e russi per cominciare ad allontanare i venti di guerra. Ma, fin qui, al dolore e alla disperazione, fa seguito tanta distanza e gelo tra le atlete in campo. Siamo lontani da Città del Messico, quando nel 1986, durante la cerimonia di premiazione per la finale olimpica dei 200 metri, Tommie Smith e John Carlos sul podio alzarono il pugno in segno di protesta. Dietro quel gesto c’è la battaglia per i diritti civili degli afroamericani, la stessa che va in scena oggi dalla costa Est a quella Ovest degli Stati Uniti dopo la morte di George Floyd. Quando si parla di conflitto Ucraina-Russia nel mondo del tennis è spesso Aryna Sabalenka a finire al centro dell’attenzione. La sua presunta amicizia con il presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko (o quantomeno, sembra appurato che il dittatore stimi particolarmente questa atleta), la porta ad esser vista male e con disprezzo dalle colleghe ucraine, malgrado Aryna abbia sempre sostenuto – in termini generali – di essere contro la guerra. Vincitrice degli Australian Open 2023, bandita dall’edizione 2022 di Wimbledon, nel primo turno ha nuovamente incrociato i colori gialloblu dell’Ucraina: Marta Kostyuk a fine gara ha filato dritto senza incrociare né lo sguardo di Aryna né le sue mani. Parlandone in conferenza stampa aveva dichiarato: “Posso farci poco se non vuole stringere la mano, probabilmente è qualcosa che la fa sentire meglio, anche in relazione a quanto fatto dai suoi connazionali. Credo che la politica non dovrebbe mischiarsi con lo sport, ma io non ho potere in questo“.
La guerra in Ucraina ha tenuto banco anche nella conferenza stampa tenutasi al termine della vittoria di Sabalenka sulla connazionale Iryna Shymanovich nel secondo turno del Roland Garros. Un giornalista ucraino l’ha incalzata sui temi della guerra, rinfacciandole un presunto sostegno a Lukashenko e chiedendole di condannare esplicitamente l’invasione di Russia e Bielorussia ai danni dell’Ucraina. La n. 2 del ranking non ha rilasciato dichiarazioni, dicendo ripetutamente: “Non ho commenti per te, grazie per la domanda”, mentre si è espressa sul modo in cui il mondo dei social, per quanto le riguarda, è cambiato negli ultimi sedici mesi, da quando, cioè, è cominciato il conflitto. “E’ stata davvero dura. Quando la guerra è iniziata, ovviamente, ho raccolto molto odio. Sto cercando di stare lontana dal lato negativo dei social network e mi sto concentrando sulle persone che sono veramente interessate alla mia vita, alla mia carriera e alla mia personalità. Ci saranno molte persone che ti odieranno e ci saranno molte persone a cui piaci, quindi mi sto concentrando sugli aspetti positivi”. Sono situazioni che di certo tolgono serenità a una tennista che di certo non può incidere sulle scelte del suo governo. Ma, dall’altro lato, il tennis ha una grande responsabilità nel promuovere e diffondere messaggi positivi: pone continuamente uno di fronte all’altro russi o bielorussi contro ucraini separate da una rete. Che basti una stretta di mano per far cambiare i venti di guerra?
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Il torneo WTA San José si trasferisce a Washington e dà vita al primo combined 500
Il WTA 500 californiano si trasferisce nella capitale: sarà il primo evento al mondo combined ATP-WTA 500

L’ufficialità è arrivata nella giornata odierna dal sito della WTA: il torneo WTA San José è stato trasferito a Washington D.C. e si svolgerà dal 29 luglio al 6 agosto prossimo in contemporanea all’evento maschile. Diventerà così il primo combined del circuito di categoria “500” e si terrà presso il William HG Fitzgerald Tennis Center di Washington, DC’s Rock Creek Park della capitale statunitense. Il torneo si svolgeva a San José dal 2018, mentre dal 1971 (anno della fondazione da parte di Billie Jean King) fino al 2017 si è disputato a Stanford.
Queste le parole del CEO e presidente della WTA, Steve Simon: “La Bay Area ha ospitato tanti momenti indimenticabili in uno dei tornei più longevi di livello WTA. L’eredità di questo evento tanto amato continuerà a vivere nella sua nuova casa, a Washington, DC, dove sono entusiasta di vedere le stelle WTA e ATP competere insieme per la prima volta a livello 500, creando nuovi ricordi per molti altri anni venire“. Sparirà di conseguenza il WTA 250 di Washington, che si svolgeva nella stessa settimana del Citi Open maschile: quest’anno ci sarà quest’evento di categoria 500 che si chiamerà Mubadala Citi DC Open.