ITF Firenze, oltre il tabellone: le parole di un coach

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ITF Firenze, oltre il tabellone: le parole di un coach

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TENNIS – Abbiamo parlato con la madre di una junior impegnata a Firenze, Beatrice Reda, e con il suo coach Gonzalo Vitale: “Il livello del torneo è un po’ più basso perché è scesa l’età media. Quinzi? Ha un gran potenziale. Gli italiani non si comportano peggio degli altri”.

Chiacchierata informale, intorno ad un tavolo all’aperto, in area relax del CT Firenze: sotto lo sguardo attento di Beatrice (ancora in gara nel doppio, dopo aver perso al secondo turno di qualificazioni per il singolare dalla testa di serie n°4) parliamo di lei, del tennis e di altro ancora.
Ne parliamo prima con la madre e poi con il coach, figura importante (lo scopriremo dopo) non soltanto nel tennis per Beatrice.

D: È la prima esperienza al Torneo Città di Firenze?

R: Sì, questa è la prima volta.

D: Da dove venite?

R: Da Monza, Beatrice è tesserata per il CT Monza anche se, da alcuni mesi si allena a Cantù con Gonzalo Vitale insieme alle sue amiche Georgia Brescia e Silvia Chinellato.

D: Perché questa scelta non proprio comoda logisticamente?

R: Per la verità c’è stato un momento, l’anno scorso, in cui mia figlia ha vissuto una “crisi tennistica” dovuta principalmente al passaggio dalla scuola media inferiore al liceo, che l’ha distratta da quella che fino ad allora era la sua principale ragione di vita, cioè il tennis. Nuove amicizie, nuovi impegni, nuove curiosità e la “fatica” del tennis ha cominciato a perdere appeal fino a farci temere la volontà di abbandonare tutto. C’è voluto un po’ di pazienza da parte nostra e, soprattutto, l’incontro (abbastanza fortuito) con il suo attuale coach, Gonzalo Vitale, che ha saputo rimotivarla facendole vedere il tennis sotto una luce nuovamente attraente. È scoppiato un grande feeling nei confronti di questa nuova situazione e dei nuovi metodi di lavoro e di approccio al tennis: ora Beatrice si impegna di nuovo come prima e noi siamo contenti per lei. Dopo essere scesa in classifica nazionale da 2.8 a 3.1, quest’anno ha già giocato diversi tornei di terza categoria ottenendo ottimi risultati, che sono serviti per recuperare fiducia, ed un torneo U16 in Svizzera dove ha raggiunto i quarti in singolare.

D: Tutto questo comporta un grande impegno per tutti?

R: Basta dire che la cosiddetta Milano-Meda, che è la strada che quotidianamente percorriamo per raggiungere Cantù, è stata scherzosamente ribattezzata Milano-REDA…

D: Allenamenti e scuola, come si fa?

R: Scuola al mattino, pranzo veloce, corsa in auto, tre ore circa di allenamento, doccia e… compiti per l’indomani. Sei giorni alla settimana e la domenica, spesso, ancora tennis se ci sono tornei!

A questo punto coinvolgo il magico coach autore di tanta resurrezione, Gonzalo Vitale, tecnico di origine uruguaiana con grande esperienza internazionale di coaching anche ad alti livelli e, soprattutto, giovanile.

D: Come gioca Beatrice?

R: È migliorata molto da quando abbiamo iniziato a lavorare ma il merito non è mio: io ho solo indicato a Beatrice il modo più redditizio di giocare a tennis date le sue caratteristiche tecniche e fisiche. L’ho aiutata a tirare fuori il suo potenziale tennistico lavorando su una già buona mobilità e dandole regole di alimentazione utili per rendere al massimo sia in partita che nelle sedute di allenamento. Per la tecnica non ho fatto interventi particolari: si tratta di una giocatrice mancina, già impostata con rovescio bimane ed impugnature orientate al top spin accentuato. Ho cercato di farle capire che il quindici deve conquistarlo con pazienza, cercando di mettere in difficoltà l’avversaria progressivamente, scoprendone le debolezze e aprendosi il campo prima di provare a finire il punto. I risultati stanno piano piano arrivando e, da questo punto di vista, nessuno ha fretta di sfornare la campionessa precoce: vedremo più avanti dove riuscirà ad arrivare, l’importante è che il tennis serva a farla crescere e ad abituarla a lottare tirando fuori tutte le sue capacità.

D: Come ti sembra il livello di questo torneo?

R: Ho visto edizioni, anche recenti, forse mediamente più “forti” ma, credo, che sia dovuto principalmente al fatto che l’età media dei partecipanti è scesa e, a questa età, un anno in più o in meno fa tanta differenza.

D:  Qualche nome?

R: Preferisco non fare nomi, ma c’è qualche buon elemento con buon potenziale.

D: Approfitto della tua esperienza di tennis giovanile e della tua imparzialità, non avendo origine italiana, per chiederti se il giovane in cui tutti gli appassionati italiani sperano di aver trovato un futuro campione, ha davvero questo potenziale. Sto parlando di Gianluigi Quinzi, ce la può fare?

R: Senza dubbio c’è un gran potenziale e i risultati parlano in suo favore, non si vince un Slam per caso, sopratutto da favorito. Ha anche dimostrato di essere competitivo a livello professionistico. Ma a dire la verità non sono la persona giusta per parlare di Quinzi dal momento che non sono mai stato dentro un campo con lui.

D: Ultima domanda: non ti sembra che, in generale, i ragazzi italiani abbiano in campo comportamenti un po’ più infantili e teatrali dei loro coetanei stranieri?

R: No, non mi sembra, anche fuori dall’Italia si vedono racchette scagliate per terra e comportamenti poco “professionali”. In ogni caso non è colpa dei ragazzi ma di chi li segue e deve insegnar loro a stare in campo, io cerco sempre di far capire il valore anche materiale delle cose ed il rispetto verso la propria attrezzatura.

Mezz’ora di conversazione, sotto lo sguardo attentissimo di Beatrice, con due persone, la mamma ed il coach, molto cordiali e dalle risposte immediate e sincere. Faccio gli auguri alla ragazza che, ha detto la mamma, è una fan di Victoria Azarenka e mi dirigo verso il campo centrale dove sta per iniziare una partita interessante di singolare maschile.

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