Nishikori, Dimitrov e Fognini: tutti a caccia della top ten

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Nishikori, Dimitrov e Fognini: tutti a caccia della top ten

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TENNIS – Nishikori, Dimitrov e Fognini vogliono un posto nella top ten, chi dei tre ci riuscirà e chi ha più chance di raggiungerla?

Nishikori e Dimitrov hanno trionfato rispettivamente a Barcellona e Bucarest. Per il nipponico il trofeo è più prestigioso in quanto il torneo è un 500 mentre il bulgaro si è dovuto accontentare, si fa per dire, di un 250. Dopo le vittorie per entrambi si sono aperte le porte della top ten che da tempo ormai inseguono. Non sono gli unici comunque, anche Fabio Fognini punta allo stesso obiettivo ma lui però questa settimana è sceso di due posizioni in classifica, finendo alla 15esima.

Loro tre in effetti sono gli unici tennisti tra i primi quindici a non essere mai stati dei top ten e tutti e tre sono visti come quel ricambio generazionale che da qui ad un paio d’anni il tennis mondiale deve fare. Fognini è il più “anziano” fra i tre e probabilmente per lui le lancette corrono più veloce. Il ligure ha meno margine in confronto ai compagni di volata, a messo che qualcuno raggiunga il traguardo, che invece sono classe ’91 (Dimitrov) e ’89 (Nishikori).

Un’altra differenza sta nella considerazione che tifosi e addetti ai lavori hanno dei tre. Il giapponese nel giugno del 2013 ha sfiorato la top ten quando si è classificato all’undicesimo posto. Le potenzialità ci sono tutte e da qui a breve una sosta tra i dieci può benissimo starci, starà a lui poi trovare il giusto spazio per restarci il più possibile. Dalla sua Kei ha il fatto di saper giocare su tutte le superfici e i risultati lo dimostrano. Su Grigor Dimitrov ne hanno, e ne abbiamo, dette tante, il talento è purissimo e ipotizzarlo top 5 da qui ad un paio di anni non è di certo utopia. I numeri ci sono tutti e si ha l’impressione che questo momento storico per lui sia solo di transizione prima dei grandi numeri e dei grandi palcoscenici. Anche lui come Nishikori può dire la sua su ogni superficie, il cemento su tutti ma anche sulla terra abbiamo visto come possa mettere in difficoltà i migliori (viene in mente Nadal a Montercarlo 2013 o la vittoria con Nole a Madrid dello stesso anno). Ultimo della nostra analisi è Fabio Fognini e come già detto qui il discorso si fa diverso, il talento è immenso e questo è un dato riconosciuto da tutti. Attacco o difesa non fa differenza, il modo di giocare di Fabio può essere devastante in entrambi i casi. La testa però spesso vacilla e questo aspetto rischia di infrangere i sogni di gloria dell’italiano che se vuole raggiungere la top ten deve sicuramente farlo nella stagione sulla terra rossa dove in un’ipotetica classifica è già da top ten (anche se a Montecarlo ha dimostrato il contrario).

Allungando un po’ lo sguardo al ranking salta agli occhi soprattutto il nome di Ernests Gulbis, altro talento puro e altro papabile top ten. Contro di lui però ci sono troppi fattori, su tutti gli anni che ormai il lettone ha buttato al vento. Anche qui le armi per essere tra i migliori non mancano, anche se qualcosa si potrebbe sistemare come l’apertura di dritto, troppo ampia e troppo “lenta” a confronto con quella dei top ten. Il lettone infine non è mai andato oltre la posizione diciotto e evidentemente ci sarà un motivo…

Insomma la situazione è questa e il ricambio generazionale è potenzialmente pronto. Chi sarà il primo dei tre a raggiungere l’obiettivo prefissatosi all’inizio della stagione? Senza dimenticare infine che nei top ten c’è già un classe ’90, Milos Raonic che ha decisamente staccato il gruppetto con il quale partiva alla pari per tagliare il traguardo della top ten già nell’Agosto del 2013.

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