Roma, la passione Italia (Azzolini)

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Roma, la passione Italia (Azzolini)

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Roma, la passione Italia (Daniele Azzolini, Tuttosport)

IN FORMAZIONE sparsa. Procedono così gli italiani del tennis verso gli Internazionali, che sono già lì, dietro la prima curva. A tentare una mappatura delle correnti, più o meno trascinanti, più o meno temperate, si potrebbe disegnare un quadro d’assieme a suo modo esaustivo, quanto rappresentativo sta a voi giudicare. Porremmo al centro, non ampia ma impetuosa, la Corrente dei Filarini, i morosi infatuati, pronti a gettare il cuore oltre l’ostacolo, e qualche volta pure la racchetta. Alla destra, gorgogliante d’orgoglio e di borborigmi amareggiati, disporremmo la Corrente dei Disillusi, al momento riservata alle sole donne. E all’altro capo, facilmente individuabile dal tracciato simile a una rilevazione antisismica, quella degli Umbratili. Dietro, la più ampia, la Corrente cosiddetta “dei Pacificati”, con accanto, rivoletto incerto e nervoso, quella “degli Impazienti”.

VITTORIA Trarre auspici di vittoria da siffatto quadro, capirete, è operazione rischiosa, quanto rassicurare i lettori della raggiunta maturità del nostro tennista di punta, Fabio Fognini, senza riflettere su come a certi caratteri di sportivi non occorra maturità per soddisfare le ansie, quanto liberare gli estri dalle stesse inquietudini che premono dentro, in quell’eterno gioco dei “doppi” che riempie pagine e pagine dei moderni testi di psicologia. Ciononostante, il giochino delle Correnti crediamo risponda piuttosto bene agli attuali canoni del nostro sport, laddove il prodotto tennistico, se diversificato e in grado di sottrarsi alla mortifera omologazione, funziona anche in mancanza di grandi affermazioni. Immaginate tanti players simili a piccole aziende in competizione fra loro, qualche multinazionale che fagocita un bel po’ di mercato, un manipolo di s.p.a. pronte a dar di gomito, e tante imprese di tipo familiare, ma comunque organizzate, con alcuni dipendenti a libro paga, vuoi il fisioterapista, vuoi il preparatore atletico. Il prodotto da mantenere sul mercato, lo avete capito, è lui, il tennista… Si gioca per la vittoria, certo, ma non solo per quella. E nell’epoca dei tweet a 140 caratteri, cucirsi addosso una definizione che valga, può attrarre il pubblico quanto un’impresa.

COPPIE Così, quanto valga un filarino con la nostra migliore tennista del momento, sarà una delle domande al centro dei prossimi Internazionali. Fognini, Pennetta, lo stesso Seppi che a Monte-Carlo rispondeva di essere pronto a risalire la china perché innamorato pazzo della sua Michela, si son portati avanti con il lavoro e hanno trovato il modo di essere nel cuore del pubblico. Grazie a loro la Corrente dei Filarini appare già ora impetuosa. Si cercherà Fabio nel box della Pennetta, e Flavia in quello di Fogni-ni. Si tenterà di captare i loro cenni, gli sguardi, e vittorie e sconfitte subiranno la trafila delle domande interessate, o delle battute magari grossolane. Un occhio al campo e uno fuori… Per gli appassionati italiani, i prossimi Internazionali si proporranno come il torneo dello strabismo tricolore.

PASSIONE E sì che il Fognini, in tempi di palesi difficoltà nadaliane (battuto a Monte-Carlo e Barcellona dai vassalli Ferrer e Almagro), può persino pensare di salire in quota, se il sorteggio sarà benevolo. Le prove generali le ha fatte a Napoli per la Davis, e lì s’è visto come il nostro si trovi a suo agio nella passione infuocata. Conoscendo il personaggio, e i suoi istinti autolesionisti, fa più paura saperlo di fronte a un Ferrer, o a un Dolgopolov (le sue bêtes noires) che non opposto a un Wawrinka o a un Federer. Ma dal numero 13 del mondo (oggi 15, vabbè, fa niente), è logico aspettarsi che il torneo cominci sempre dai quarti. Questa è la dimensione che Fognini deve cercare dentro se stesso, o dentro il suo “doppio” più utile alle circostanze.

SORRISO Di poco in ribasso l’innamorata Flavia. Con quel polso sfruguliato è costretta ad alternare periodi di buon agonismo ad altri, necessariamente meno incalzanti. Si vedrà in quale settore capiterà Roma. Poi Seppi, che a Monte-Carlo è giunto più su di quanto non abbia mai fatto. Dice di essersi preparato al meglio per la terra rossa, con l’obiettivo di una testa di serie a Parigi e a Wimbledon. L’amore, aggiunge, può riportarlo in alto, in zona “primi venti”. E nel dirlo se la rideva, cosa che non gli avevamo mai visto fare.

GLI ALTRI Fra i Disillusi ci sono Errani e Vinci. Stoccarda ha regalato un pizzico di autostima in più a Sara, semifinalista, meno alla Vinci, che dall’inizio della stagione gioca come avesse una camicia di forza a trattenerla…Servono vittorie», dice. Per l’una e per l’altra Roma capita a proposito (anche in doppio). Sappiano però che se serviva tempo per rifiatare dopo i molti sovraccarichi degli anni passati, il periodo è giunto a scadenza. Oltre, resterebbe solo una stagione da buttare. Fra gli Umbratili, gli introversi, la Giorgi e un po’ la Knapp. Camila, nel giro, la temono un po’ tutte. Lei picchia, e se picchia bene, sfonda. Poche riescono a sedarla, pochissime a pestare più di lei. Il suo problema è quello di riuscire a picchiare al meglio il più a lungo possibile. Non di facile soluzione nel tennis di oggi. Lo stesso vale per la Knapp, seppure portatrice di un tennis meno impulsivo. Si è un po’ persa, ora è in cerca di vittorie in grado di sedarne le ansie. Gli altri, e le altre, seguono nella Corrente dei Pacificati. Nuotano a vista (…)

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