WTA Roma: Giorgi out. Pennetta, Schiavone ed Errani, cuore e testa

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WTA Roma: Giorgi out. Pennetta, Schiavone ed Errani, cuore e testa

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TENNIS WTA PREMIER 5 ROMA – Battuta ieri Dominika Cibulkova, Camila Giorgi illude il pubblico romano vincendo il primo set 6-1 contro la McHale, giocatrice certamente alla sua portata, ma finisce per raccogliere solamente quattro game nei successivi due set persi 6-3, 6-1. Vincono invece Francesca Schiavone, che rimonta 3-6 6-1 7-6(5) la spagnola Muguruza, e Sara Errani che si impone facilmente 6-2 6-3 su Makarova. Vince anche la Pennetta al terzo sulla Bencic. Roberta Vinci al Kid’s Village

Il commento di Ubaldo Scanagatta sulla giornata

Pennetta vs Bencic 6-2 2-6 6-3
Il sole cala, il vento diventa freddo e al Pietrangeli non si accede per l’inizio di Flavia Pennetta contro Belinda Bencic, nuova promessa del tennis. Entrano gli spettatori del serale e c’è ancora un’ora di tennis prima della finale di Europa League e quindi stadio stracolmo. Si parte con la Pennetta solidissima da fondo campo e molto abile in battuta: 4 a 1 per lei in un battibaleno. Di lì al 6-2 (dopo 36 minuti di gioco) passano pochi minuti. La rossocrociata Bencic subisce e non riesce ad articolare una trama di gioco.   

Nel secondo set però la svizzera cambia marcia. Subito due a zero sopra, sciupa due palle per il tre a zero (concesse da Flavia con due gratuiti) e a suon di diritti vincenti si porta sul 4 a 1. In balia della sua avversaria, che nel ping-pong sulla linea di fondo è nettamente superiore alla italiana, la Pennetta prova ad alzare le traiettorie, dimenticandosi di far correre la giovane che negli spostamenti laterali arranca e non poco. La Bencic non permette questo cambio di tattica e anticipa tutto con i piedi sulla riga di fondo: pareggia i conti del set, 6-2 per lei con Flavia letteralmente annichilita in questo parziale. E’ passata un’ora e due minuti sul cronometro.

Nel terzo set la Pennetta coglie subito un break di vantaggio che però restituisce in un game perso molto di fretta. Sul due a due nuovo break per Flavia, conquistato con uno strepitoso lungolinea di rovescio che scalda il pubblico e scatena la sua esultanza. La Pennetta torna a far muovere la sua avversaria come nel primo set e sale quattro a due l’italiana che più tardi si procura tre matchpoint sul cinque a tre in suo favore, chiudendo subito l’incontro. La Bencic sorride nel dare la mano a Flavia, evidentemente si ritiene soddisfatta della sua prestazione. Impressionante la qualità dei suoi fondamentali da fondo campo, mentre fisicamente, specie negli spostamenti laterali, ha palesalo le sue lacune. Giocatrice da tenere d’occhio assolutamente, stasera Flavia non ha voluto saperne del passaggio della guardia.

 

F. Schiavone b. G. Muguruza 3-6 6-1 7-6(5) (Giulio Fedele)
2 ore e 40 minuti di pura lotta tra la beniamina del foro, Francesca Schiavone, e Garbine Muguruza, giovane futura stella del circuito Wta, in top40, ed alla sua prima partecipazione agli Internazionali BNL d’Italia. Un rovescio molto penetrante, quello della spagnola nata in Venezuela, contro il dritto molto fluido di oggi della Schiavone. Il match, prima ancora di essere stato una questione di tattica o di forza, è stato una questione di cuore, quello che non è mancato alla nostra tennista, che è riuscita a rimanere aggrappata alla partita e poi ha rifilare la zampata decisiva nel tiebreak.

 

Francesca ha perso il primo set pur essendo partita in vantaggio 2-0, avendo strappato il break nel game iniziale. La Schiavone aveva scelto di ricevere, ed aveva approfittato del vantaggio togliendo il servizio a 0 ad una Muguruza per la verità un po’ contratta, che aveva addirittura iniziato con un doppio fallo. Quando però la spagnola è entrata in partita, la Schiavone ha dovuto subire l’offensiva dell’avversaria, che faceva costante pressione e manteneva ogni colpo profondo. Garbine però aveva più spesso il controllo degli scambi ed una solidità da fondo encomiabile, e l’italiana, piuttosto che imporre il suo gioco di variazioni e cambi di ritmo, così come aveva fatto contro Bouchard, accettava di giocare alle condizioni dell’avversaria, a cui molte volte doveva soccombere. Era così che una Schiavone un po’ troppo passiva si vedeva raggiunta e poi superata. Sul 4-2 Francesca veniva perfino punta da un insetto, ed ha richiesto l’intervento del fisioterapista. La pausa non le aveva giovato e la Muguruza chiudeva il set sul 6-3.

Reazione d’orgoglio della leonessa nel secondo set, in cui aveva riconquistato di nuovo il break all’inizio e si era portata 3-0. In quel momento il pubblico del Granstand era raddoppiato e lo stadio iniziava a riempirsi. A dir la verità, non che Francesca avesse cambiato la sua tattica, probabilmente è stata la spinta del pubblico, insieme ad una Muguruza più fallosa o semplicemente meno centrata, a dare la forza all’italiana per tornare a ruggire. Solo un game conquistato dalla spagnola, quello del 3-1, poi il buio e il nervosismo l’hanno costretta al terzo set. Emblematico l’episodio nel quinto game, dove Garbine è stata letteralmente esasperata dalle soluzioni di Francesca, e dopo la seconda riga presa dall’italiana si è lasciata andare ad un urlo rabbioso. Zero palle break per lei e quattro doppi falli, oltre che una bassa percentuale di prime palle.

Il terzo set è stata una questione di nervi. Muguruza interrompeva l’emorragia vincendo il primo game iniziale. Le due se le suonavano di santa ragione senza risparmiarsi ed il pubblico pareva apprezzare lo spettacolo. Il quinto game è stato quello più combattuto. Le due erano pari nel punteggio, e non vi erano state palle break fino a lì. La spagnola conduceva 40-15 ma sprecava il vantaggio con due errori con il rovescio in avanzamento. Ma ecco un vecchio amico di Francesca: lo schema slice di rovescio corto a chiamare l’avversaria a rete per poi passarla. Arrivava così la prima palla break del terzo set. Quell’opportunità veniva però non sfruttata per colpa di pochi millimetri, una palla corta finita fuori di un nulla, che l’arbitro è stata l’unica a vedere. “Sei stata brava, ma porca miseria come hai fatto a vederla?!” – esclamava divertita Francesca tornando a rispondere. La Muguruza portava a casa il game dopo il quinto deuce, ma questo non ha avuto ripercussioni sulla psicologia della Schiavone, che rimaneva attaccata al match fino al 5-5.

Nessuna palla break da quel 2-2 e le giocatrici si avviavano al tiebreak, in quella bolgia che era diventato il Grandstand. Urli di rabbia mista a gioia, e Francesca che aizzava la folla ad ogni punto vincente. Due minibreak e 4-0 iniziale. Il vantaggio però sembrava non bastare e la Muguruza si faceva sotto 5-4. Francesca si conquistava due matchpoint sul 6-4. Il secondo è quello giusto, quello che vale gli ottavi di finale agli Internazionali d’Italia. La leonessa è impazzita di gioia e ha iniziato a saltellare in giro per il campo. La Muguruza invece ha sfogato tutta la sua rabbia scaraventando la racchetta a terra.

 

 

C. McHale b. C. Giorgi 1-6 6-3 6-1
In una partita fortemente condizionata dal vento, la barca di Camila Giorgi va a gonfie vele per un set e mezzo, ma naufraga alla distanza. Dopo aver battuto la Cibulkova, l’azzurra non supera la prova del nove e deve salutare gli Internazionali d’Italia, battuta 1-6, 6-3, 6-1 dall’americana Christina McHale. Si sono viste due partite in una. Fino al 6-1 2-0 (e poi 3-2 e servizio), la Giorgi è quella vista il giorno prima con la Cibulkova: gioco spettacolare e un vincente dopo l’altro. A quel punto, però, la luce si è spenta e Camila ha subìto un severo parziale di 8 game di fila, decisivo per le sorti del match.

All’inizio il vento è molto fastidioso (una prima di servizio della Giorgi finisce contro l’orologio posto su un angolo del campo), si alzano folate impetuose che fanno arrivare granelli di terra rossa negli occhi anche nelle file più elevate del Pietrangeli, le cui tribune sono gremite fin dai primi scambi.

Sfoggiando un bel completino rosa, Camila perde il servizio d’apertura con due doppi falli, ma si riscatta subito ottenendo il controbreak. E qui la Giorgi dà vita a uno show, tirando fuori dal cilindro spettacolari colpi vincenti, in particolare con il rovescio lungolinea, che lasciano completamente ferma la McHale e sono sottolineati da scroscianti applausi.

Un rovescio lungo dell’americana dà il 3-1 alla Giorgi, che non si ferma più, vola sul 5-1 e non trema quando va a servire per il set, conquistando un 6-1 senza storia.

L’inizio del secondo set sembra seguire lo stesso copione. Una splendida risposta vincente consente a Camila di ottenere un break in apertura, prima di volare 2-0. A questo punto, nessuno scommetterebbe su una rimonta della McHale. L’azzurra con un doppio fallo permette all’avversaria di agganciarla sul 2-2, ma poi le strappa ancora il servizio con un’altra fantastica risposta vincente.

Dal 3-2, però, la nostra giocatrice inizia a commettere errori in serie e il match cambia completamente direzione. Un suo rovescio in rete regala il 3-3 all’americana, che prende sempre più fiducia, senza fare niente di eccezionale. Un brutto errore di rovescio della Giorgi serve su un piatto d’argento il 5-3 alla McHale, che con un ace sigilla il 6-3.

Gelo fra il pubblico, che fino a poco prima applaudiva estasiato. Ma il Pietrangeli dedica alla Giorgi un lungo applauso di incoraggiamento, con l’auspicio di rivederla ai livelli mostrati nel primo set. Speranza vana purtroppo perché Camila prosegue negli errori e un dritto in corridoio le fa perdere il servizio del game d’apertura del terzo set.

La McHale si limita ad approfittare degli errori della maceratese, che proseguono e lo 0-4 è la logica conseguenza. Finalmente la Giorgi interrompe la striscia di otto game di fila per l’americana, ma ormai è tardi: l’ultimo errore di rovescio mette la parola fine al match.

S. Errani b. E. Makarova 6-2 6-3 (Giulio Fedele)

Sara Errani “vendica” Roberta Vinci, battendo facilmente Ekaterina Makarova, che aveva eliminato la tarantina nel turno precedente. Sara, dopo le difficoltà iniziali patite con la Scheepers, vince in scioltezza, regolando l’avversaria nella cornice strapiena dello stadio Pietrangeli. Agli ottavi affronterà la Cetkovska e non la Kerber, come già pronosticammo a partire dall’uscita del tabellone.

Errani e Makarova sono due giocatrici agli antipodi. Sara è sicuramente una terraiola, che conta molto sul topspin e le variazioni, oltre che su un’ottima preparazione fisica. Ekaterina è giocatrice più da superfici veloci, come quasi tutte le russe in circolazione, e di certo non poteva esprimersi al meglio su questi campi. Nonostante questo la russa cercava di fare la partita, spingendo i colpi e cercando il vincente. Ma Sara quest’oggi ha avuto una difesa straordinaria, facendo giocare all’avversaria almeno 3 colpi in più prima di farle conquistare il punto, se ci riusciva. E soprattutto Errani sfruttava ogni minima occasione per infilare l’avversaria. Così subito balzava 2-0, e mai si sarebbe fatta riprendere. Solo due i game conquistati dalla Makarova, per un parziale di 6-2. 

Il secondo set ha ripetuto lo stesso copione: la Makarova che cercava di spingere, ma Errani che non cedeva un centimetro. Anche questa volta Errani tagliava le gambe all’avversaria conquistando il break abbastanza presto. La russa, almeno in questo secondo parziale, è rimasta di più attaccata al match, ma la forza del Pietrangeli imprimeva a Sara una spinta in più, una sicurezza maggiore. Emblematico è il dato delle palle break: zero concesse; eppure sappiamo tutti quali sono i grandi limiti del servizio dell’Errani. Confermando quindi il break game dopo game, la Makarova sul 5-3 ha dovuto cedere un’altra volta il servizio, valevole l’incontro, al primo matchpoint, per la gioia di Sara e dell’intero stadio, scoppiato in un’ovazione.

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