TENNIS ROLAND GARROS – A Parigi la prima grande sorpresa riapre antichi scenari. O vince Nadal o vince Djokovic. Le possibili sorprese? Ferrer e Berdych.
La sconfitta di Stan Wawrinka, nettissima negli ultimi due set quasi a far pensare che il peso della inconsueta responsabilità di giocare uno Slam fra i grandi favoriti lo abbia schiacciato, determina uno scenario…antico.
Questi primi mesi del 2014, infatti, sembravano aver segnato la possibile fine di un’epoca, l’inizio di un’altra.
Philippe Bouin, apprezzato collega dell’Equipe andato prematuramente in pensione, sosteneva che “tutte le dittature hanno una fine, anche le più totalitarie”.
Quella quasi decennale contrassegnata prima dal duopolio Federer-Nadal e poi spalleggiata da Djokovic e Murray, è stata una delle più “pesanti” della storia del tennis. Fra l’inizio del 2004 e la fine del 2013, Federer e Nadal hanno vinto 29 Slam su 40. Ne hanno vinti poi 6 Djokovic e 2 Murray.
Insomma ne erano rimasti soltanto 3 per gli “outsiders”, Marat Safin, Gaston Gaudio e Juan Martin Del Potro.
Se poi ci fossimo spostati un anno più in là, al 2005, avremmo lasciato fuori Safin e Gaudio, e sarebbe rimasto soltanto l’argentino l’eccezione alla regola dei Fab Four: Us Open 2009. Un’eccezione in 35 Slam!
Ma quest’anno in Australia ecco la grande sorpresa: vince Stan Wawrinka e il mondo grida alla sorpresa.
E’ il ricambio generazionale? Forse no perché in fondo Stan non è un bambino: ha 29 anni e almeno dieci sulla breccia. Semmai il cambio della guardia portato avanti oltre che da Wawrinka anche da altri giocatori approfittando di un calo di forma (tensione? Voglia? Determinazione?) dei Fab Four?
E’ un’ipotesi che sembrava aver preso corpo anche con le successive sconfitte – assolutamente inedite – di Nadal sulla terra battuta in tornei che era abituato a dominare, salvo qualche rara parentesi negativa, e comunque semmai soltanto sempre di fronte ai mostri sacri, Djokovic piuttosto che Federer. Perfino l’esile giapponesino Nishikori a Madrid era stato lì lì per batterlo prima di spaccarsi di fronte a cotanto sforzo che…non si è ancora ripreso (dopo la rinuncia di Roma qua ha perso oggi in 3 set da Klizan).
Insomma è vero che a Melbourne – ma per la verità anche dopo quando Wawrinka pareva essersi confermato… cavallo da Gran Premio vincendo a Montecarlo – l’exploit dello svizzero n.2 era stato favorito da una serie di circostanze: la schiena dolorante di Nadal in finale, l’operazione (sempre alla schiena) di cui era fresco reduce Murray, la condizione incerta di Federer sempre meno giovane … e poi più papà, un Djokovic assai poco brillante e con un Vajda poco propenso a stargli dietro 365 giorni l’anno.
Comunque Wawrinka – dicevo poc’anzi – era riuscito a Montecarlo a conquistare l’unico Master 1000 sfuggito ai soliti noti.
La sua sconfitta oggi, netta nel finale e senza alibi di sorta (“La differenza fra me, Djokovic e Nadal, sta nel fatto che loro hanno sempre vinto con grande continuità e io no…” ha dichiarato con grande onestà lo svizzero) insieme alla sfortunata assenza di Juan Martin Del Potro e al ko di Nishikori, lascia in campo pochissime alternative rispetto alle ipotesi più probabili, cioè alla nona vittoria di Nadal, alla prima di Djokovic, alla quasi inverosimile seconda di Federer. Con Murray che a Roma mi è piaciuto moltissimo per un set e mezzo con Nadal…ma appunto soltanto per un set e mezzo.
Una ipotesi si chiama David Ferrer che il suo lo fa sempre e prima o poi potrebbe anche bastare. L’altra è Berdych che invece il suo lo fa raramente, ma se gli venisse buono di farlo per due, tre partite di fila, potrebbe anche fare il grande exploit.
Ma, diciamoci la verità, la dittatura non sembra affatto finita.
Chiunque vincesse che non si chiamasse Rafa Nadal o Novak Djokovic, sarebbe per me una sorpresa abbastanza clamorosa. Su chi vincerà fra i due credo sarebbe interessante capire come la pensino i lettori di Ubitennis. Con motivazioni più tecniche, se posso sollecitarle, che sentimentali, grazie.