TENNIS ROLAND GARROS – Finale, R. NADAL d. N. Djokovic 3-6, 7-5, 6-2, 6-4. L’intervista del dopopartita. Traduzione di Milena Ferrante
Congratulazioni. Dovremo modificare il nome del Roland Garros in Nadal Garros? Quante volte devi vincere perché sia così? Hai cambiato strategia? Perché oggi hai giocato 43 vincenti, uno in più Djokovic. Hai giocato moltissimi dritti sul suo dritto lungolinea, cosa che normalmente non accade. Giochi sempre molto di più sul rovescio. Era quella la strategia?
Be’, vi ringrazio molto. Il nome è molto bello, Roland Garros, quindi … (ride) Non dovete cambiare nulla. Vincevo più punti per errori suoi rispetto ai punti con i miei vincenti, e dovevo invertire il trend. Penso che nel secondo set la dinamica del match sia cambiata. Sono stato in grado di giocare in modo più aggressivo. E anche se ero 4-4, era una partita diversa. Di sicuro oggi è stata molto dura, era molto umido.
Questa è stata una vittoria molto speciale, la quinta di fila. Sei il primo a raggiungere cinque vittorie di fila al Roland Garros. La tua nona vittoria. Eguagli Pete Sampras con 14 vittorie del Grande Slam. Quanto è importante questa vittoria rispetto alla prima, e anche rispetto all’anno scorso quando sei tornato da un infortunio?
Penso di aver sempre detto la stessa cosa, che non mi piacciono i confronti. Per me, la cosa più importante è vincere il Roland Garros. Vedremo alla fine della mia carriera. La cosa più importante oggi è che ho vinto il torneo più importante del mondo su terra, probabilmente il torneo più importante dell’anno per me.
Penso sia stata una vittoria emozionante dopo quello che è successo in Australia. Sono arrivato con una grande motivazione in Australia quest’anno. Mi sono preparato bene per essere in forma, ho giocato alla grande tutto il torneo, e in finale ho giocato contro un giocatore che stava giocando in modo incredibile, come Stan. Non so se sarei stato in grado di batterlo. Ma non ho potuto competere, ed è stato un po’ difficile da accettare per me. Per alcuni mesi ho avuto un calo mentale. Lottavo, ma non mi sentivo abbastanza forte.
Da un mese a questa parte ho sentito che la mia mentalità era tornata, come la mia motivazione, le sensazioni positive sul campo. Poi nelle ultime due settimane ho cominciato a vincere di più, e sono arrivato a giocare bene qui. Ecco perché ho vinto contro l’avversario più difficile possibile oggi.
La gente parla dei tuoi grandi colpi, ma sei anche forte mentalmente. Hai una grande capacità di superare i problemi. Lo abbiamo visto oggi. Pensi che sia una delle tue più grandi qualità?
Non so. Se possiamo fare quello che facciamo è perché siamo in grado di trovare soluzioni.
Ma la cosa più importante non è la soluzione. Si trova una soluzione perché lo si vuole davvero, perché si vuole davvero combattere. Ed è per questo che Novak, io, Roger, negli ultimi otto anni abbiamo vinto tanto. È ovvio che non giochiamo al meglio ogni giorno, ma anche in quei momenti abbiamo continuato a credere nella vittoria, a lottare per la vittoria.
Raccontaci delle tue sensazioni per la stagione su erba. Giocherai ad Halle?
Sì, vado ad Halle domani. Voglio provare a giocare di nuovo bene a Wimbledon. Sono in buona salute. Questa è la cosa più importante. Spero di avere una buona risposta dal mio ginocchio su erba, perché mi sento meglio dell’anno scorso per quanto riguarda il resto delle superfici.
L’erba è sempre stata un po’ più difficile per me dopo l’infortunio. L’anno scorso ho provato, ma non ero pronto per competere a Wimbledon. Non voglio perdere due anni di fila. Dopo la durissima partita di oggi probabilmente sarò più un po’ stanco. Ma voglio allenarmi un po’ domani e prepararmi per la prima partita.
Qual è stata la chiave per vincere oggi? Perché Novak ha iniziato con un livello di tennis molto alto.
Ci sono stati credo diversi momenti chiave. Ora che è finita, ci sono stati momenti più significativi di altri. Vincere il secondo set per me è stato qualcosa di molto importante. Mi riferisco alla mia condizione fisica. Dopo di che, sono riuscito a tenere duro. Ero 4-2 nel terzo set. È stato un gioco molto lungo, e poi nel quarto set il momento chiave è stato sul 4-2. Ma ero così stanco, e non ho giocato bene in quel momento. E inoltre, c’è stato un altro momento, sul 5-4. Ho dovuto cogliere questa opportunità e poi metterci in un piccolo sforzo in più. Lui però ha giocato benissimo. Ero su 5-4. La pressione era tutta sul giocatore al servizio. Il mio obiettivo era quello di andare 30-30. A quel punto, tutto può succedere.
E poi è una questione di scelte, di decisioni che ho preso. C’è stato un momento in cui lui era un po’ stanco. È stato lì che ho deciso di reagire. Sentivo che per vincere questa partita avrei dovuto pensare forse a scambi più lunghi, ma fisicamente ero esausto. Ho cercato di giocare più dritti e ho cambiato l’angolazione del rovescio. Però anche se ero molto stanco, riuscivo a indirizzare i colpi dove volevo.
Hai detto che uno dei tuoi obiettivi era Rio e raggiungere lo stesso livello di Roger Federer.
Voler andare a Rio è stata una motivazione, quando non potevo andare a Londra.
Ora, parlando di Federer, lui ha conquistato 17 Slam e io 14. Ma non è una motivazione per me. Seguirò la mia strada. Poi, quando la mia carriera sarà finita, faremo i conti. Non mi interessano più di tanto i record. Giocherò ancora con molta intensità. Sarò ancora motivato. Poi vedremo. Il tempo ci dirà se posso conquistare un altro record o no. Per il momento, sono felicissimo di aver conquistato 14 Slam.
Avete tutte e due pianto oggi. Potresti dirci qualcosa di più sulle vostre emozioni?
Sono momenti davvero emotivi, per tutti e due. Lui non ha mai vinto qui. Si merita una vittoria. È così continuo come giocatore. Merita di vincere. Il pubblico lo sosteneva, il che è normale. È stato sopraffatto dall’emozione. Dopo l’Australia, abbiamo passato momenti difficili, ma poi ognuno ha o ha avuto i suoi momenti positivi. Siamo riusciti ad affrontare i nostri dubbi, a trovare soluzioni a questi momenti difficili. Avevo perso 4 volte con Novak e quindi questa vittoria era molto importante per me. Poi sei sul podio con l’inno nazionale e tutta la gente che urla il tuo nome e quindi è normale: sei sopraffatto dall’emozione.
Hai appena detto che fisicamente è stata una partita durissima.
Fisicamente mi sentivo completamente svuotato, esausto. Non lo so. Non so se avrei potuto giocare cinque set. Non mi sentivo affatto bene fisicamente parlando. La motivazione e anche la speranza che avrei potuto vincere questa partita, vincere il torneo, la fame di vittoria, queste sono le ragioni per cui sono riuscito a rimanere lì fino alla fine. Mentalmente ero forte. Volevo davvero batterlo.
Che cosa significa per te il Roland Garros e il fatto di averlo vinto nove volte? Non è mai accaduto prima per nessuno dei tornei Grand Slam.
Per me, questo dimostra il mio impegno. È sempre stato così da quando ho iniziato la mia carriera. Ho vinto nove volte. Perché l’ho voluto davvero. Fai del tuo meglio per raggiungere il tuo obiettivo. Questo è ciò che significa. Dove c’è la volontà, si trova un modo per farlo.