TENNIS WTA BIRMINGHAM – Ad Ana Ivanovic va la finale dell’Aegon Classic, torneo Wta Premier da quest’anno. La serba ha vinto il confronto con Barbora Zahlavova Strycova 6-3 6-2. Da Birmingham, probabilmente con l’ultimo racconto, Giulio Fedele.
Giornata molto grigia al Tennis Priory Club di Edgbaston, sede dell’Aegon Classic. Il 50% del merito va alle nuvole, che costantemente coprono o minacciano il cielo di Birmingham, e l’altro 50% va sicuramente alla vittoria dell’Italia di ieri sera. Come entro in sala stampa vedo delle facce funeree; cerco di fare lo spiritoso e domando ai giornalisti che sedevano vicini a me: ”Hey, come è andata la partita? Non sono riuscito a vederla ieri sera…”. Nessuna risposta. Ed io che speravo nell’english sense of humour.
Tornando al tennis, oggi si è giocata la finale del torneo, tra Ana Ivanovic e la sorpresa della settimana, Barbora Zahlavova Strycova. Ci ha pensato la serba ad illuminare la giornata grigia, vincendo nettamente 6-3 6-2 e rispettando il favore del pronostico. Era difficile in effetti poter pensare diversamente, dopo avervi raccontato lo stato di forma dell’Ivanovic su questa superficie nelle passate giornate. Sono comunque entrato sull’Ann Jones Centre Court speranzoso di poter vedere una partita combattuta, tra due stili di gioco diversi. E le premesse c’erano tutte: Barbora era partita bene e, sfruttando un’Ivanovic non ancora concentrata, aveva strappato il break all’avversaria. Ma, dopo la partenza col freno a mano tirato, Ana ha deciso di fare sul serio e, iniziando a caricarsi coi suoi ‘Ajde’ ha subito recuperato lo svantaggio. Sullo scambio da fondo c’erano poche possibilità per la ceca; l’Ivanovic colpiva molto bene in anticipo togliendo il tempo all’avversaria che era costretta ad una difesa strenua. Dall’1-1 Ana ha preso il controllo del primo set, strappando un’altra volta il break e portandosi poi sul 4-1. La Zhalavova-Strycova non è riuscita poi a recuperare, anzi è andata nuovamente in difficoltà sui propri turni di battuta, conquistati con qualche brivido e con i suoi serve&volley d’emergenza. Comunque 6-3 è apparso un parziale dignitoso per la ceca, speranzosa di poter fare qualcosa in più nel secondo set.
Ma Ana non ne voleva sapere di concedere chance alla avversaria, e non ha appena ha potuto ha strappato il break ed è volata 3-1 anche nel secondo set. Barbora a più riprese lamentava di scivolare sull’erba umida, e dava racchettate pesanti alle scarpe per scrollarsi il terriccio che era rimasto sulle suole. Con la perdita di aderenza faticava a trovare gli appoggi necessari per imprimere profondità alla pallina e spesso quando era costretta a difendersi alzava dei pallonetti, che però l’Ivanovic non è riuscita a sfruttare (1 su 5 gli smash azzeccati dalla serba). Ma nonostante questo il dominio era netto, e, sebbene la Zahlavova fosse ad un passo dal tracollo sul 5-1 e 0-40, è riuscita a salvare quelle palle break e ha ritardato la sua sconfitta soltanto di un game.
Per Ana il primo titolo sull’erba, il terzo titolo della stagione (dopo Auckland e Monterrey), la ritrovata posizione 11 del ranking ed il pieno diritto di essere considerata una delle pretendenti per il titolo di Wimbledon. Le va anche dato merito di possedere il più alto numero di vittorie nella stagione in corso.
”Sono così emozionata di aver vinto il mio primo titolo sull’erba. Quando sono venuta qui pensavo soltanto a prendere confidenza con la superficie, non me lo sarei mai aspettato.” – ha dichiarato Ana Ivanovic in conferenza stampa – ”Ora che ho cambiato coach sono più rilassata, riesco a trovare l’equilibrio tra il lavoro e le mie passioni, è molto importante per me. Non sono la stessa giocatrice del 2008, non sto cercando di tornare quel tipo di giocatrice. Voglio solo migliorare, e credo di poter vincere altri Slam, e lavoro per poter raggiungere quel traguardo. Nel 2008 ero molto più stressata da quello che facevo, voglio dire, non avevo amici e mi concentravo solo sul tennis. Ora sto meglio e quando sei felice nella vita riesci anche ad essere più rilassata in campo. Devo imparare a gettarmi quel Roland Garros alle spalle e cercare di pensare al futuro, non è facile ovviamente.”
E tanto per concludere, Ana s’è messa a cantare (diciamo ‘cantare’, ma in realtà sussurrava perché si imbarazza molto facilmente) con Ben Rothenberg la canzone serba vincitrice dell’Eurovision Song Contest del 2007, di cui a malapena ho capito la melodia, tante erano le risate nella sala stampa.