Wimbledon story: dieci finali indimenticabili

Wimbledon

Wimbledon story: dieci finali indimenticabili

Pubblicato

il

 

TENNIS WIMBLEDON CHAMPIONSHIPS – Dieci finali da rivivere tutte d’un fiato, dai successi storici fino ai domini di Sampras e Federer senza dimenticare le favole di Becker e Ivanisevic. E alla fine torna a sventolare la Union jack. 

1936 – L’ultima di un inglese
Il ’36 è l’ultimo anno nel quale un tennista inglese trionfa in madrepatria, l’anno scorso è successo a Murray che gli inglesi, forse disperati, hanno voluto adottare sventolando a più non posso la Union Jack, simbolo del Regno Unito. Quella di Perry rimane comunque un’affermazione storica, arrivata contro il barone tedesco Gottfried von Cramm con uno score netto (6-1 6-1 6-0). Erano altri tempi e di del barone stupisce soprattutto la bandiera nazista che accompagna il suo nome nelle ricerche sulla rete. Questo per Fred Perry fu sesto trionfo in un torneo del grande slam, il terzo a Wimbledon.

http://youtu.be/JYddgXlxDWM

 

1969 – L’ultimo acuto di Rod Laver
Vissuto a cavallo tra la Pre-Open e l’Era Open Rod Laver vinse Wimbledon ben quattro volte nella sua carriera, due per ogni era. Il trionfo del 1969 fu l’ultimo ai Championship ma non l’ultimo in uno slam. Pochi mesi dopo infatti trionfò agli US Open raggiungendo quota 11 slam vinti in carriera. Quell’anno Laver sconfisse in successione Stan Smith, Cliff Drysdale e Arthur Ashe prima di arrivare alla finale con John Newcombe, australiano come lui. Vinse al quarto riuscendo nuovamente a difendere il successo dell’anno prima come gli era già accaduto nel 1962. Con questo trionfo si chiude la storia vincente di Laver a Wimbledon.

 

1980 – il tie break tra Borg e McEnroe
Era l’anno dei sette americani tra le prime dieci teste di serie del torneo, tra cui McEnroe che andò a sfidare in finale Bjorn Borg con la speranza di interrompere l’egemonia svedese sui prati londinesi. Borg veniva da quattro successi consecutivi e puntava alla cinquina mentre John, indisponente americano, aveva vinto l’anno prima il suo primo titolo del grande slam a New York in finale contro Gerulaitis. La finale del 1980 passerà alla storia per il tie break fiume del quarto set dove Borg, in vantaggio due set a uno, ebbe sei match point per chiudere la pratica ma furono tutti annullati da McEnroe che al quinto set point invece portò la partita al quinto. Nell’ultimo parziale però non ci fu molto da fare per l’americano battuto 8-6 dal glaciale Borg. Per lo svedere fu il quinto Wimbledon di fila, successi tutti inaspettati per il gioco di Borg. Lo svedese però fu bravo e intelligente a capire che per trionfare anche sull’erba avrebbe dovuto modificare il suo gioco e soprattutto lavorare su servizio e volè.

http://youtu.be/uSUsIdF3rfI

 

1985 – Il Boris ragazzino
Fu un’edizione storica per Wimbledon quella che vide il trionfo di Boris Becker, ragazzo tedesco di appena 17 anni e 227 giorni. Becker divenne il più giovane vincitore di un torneo del Grande Slam nella storia (il record sarà battuto da Michael Chang che si aggiudicherà l’Open di Francia 1989 all’età di 17 anni e 110 giorni). Che quell’anno Boris avesse buone chance di far bene a Wimbledon lo si era visto già qualche settimana prima al Queen’s dove superò Kriek in finale (e lo specialista Pat Cash nei quarti). In quel torneo il giovanissimo Becker supera nei primi turni Pfister, Anger, Nyström, Mayotte. Poi nei quarti di finale riesce ad eliminare in quattro set Henri Leconte. In semifinale affronta lo svedese Anders Järryd e in finale supera l’americano Kevin Curren il tutto senza essere testa di serie. Arrivato quasi improvvisamente con il suo caschetto biondo fece impazzire quasi tutti, in primis gli avversari chiaramente. Spavaldo, sicuro di se e soprattutto imbattibile. S’impose anche l’anno successivo battendo questa volta Ivan Lendl. Quello dell’85 fu  ovviamente il primo dei sei titoli dello slam conquistati da Boris che oggi siede nell’angolo di Novak Djokovic.

http://youtu.be/yXi0Bye6JnM

 

1992 – Il capolavoro di Andre
E’ l’unico trionfo a Wimbledon del kid di Las Vegas ma è un autentico capolavoro. Andre batte Becker ai quarti, McEnroe in semifinale e Ivanisevic al quinto set della finale. Agassi arrivò a Wimbledon come testa di serie n.12 e a sua detta “ne meriterei una ancor più bassa da come sta giocando”, trova però due settimane superlative che culminano nel trionfo della seconda domenica del torneo. Vince così il suo primo slam nel posto dove amava meno stare, un posto fatto di tradizioni e di protocolli da rispettare come in accademia (non proprio l’ambiente ideale per uno come lui, chiedetelo a Bollettieri). Odiava indossare il bianco, o meglio odiava dover indossare obbligatoriamente un indumento piuttosto che un altro. Chiunque non abbia letto Open è invitato a farlo anche per leggere il racconto del match point di questa finale ma soprattutto della telefonata con il padre al termine della gara, riportarlo qui sarebbe troppo facile e forse poco corretto nei confronti dell’Agassi stesso.

http://youtu.be/U5jvw26H6N4

 

1995 – La fine di un’era
Il titolo in finale con Becker non fu il primo di Pete Sampras ma sicuramente fu uno dei più rappresentativi. A dieci anni dal grande trionfo da giovanissimo il tedesco riesce nell’impresa di ripresentarsi in finale a Wimbledon (cosa che non accadeva dal 1991), sarà anche l’ultima finale di Becker in uno slam. Sampras dal canto suo aveva già trionfato per cinque volte in uno slam e questa era la terza finale a Wimbledon dopo i successi con Courier e Ivanisevic. In campo non c’erano solo due campioni ma due generazioni a confronto, lo s’intuisce facilmente anche dall’abbigliamento. Becker old school con i pantaloncini a mezza coscia (per essere chiari)  e la maglia con le stampe infilata nei pantaloncini (tipiche degli anni ’80), mentre Sampras già proiettato al futuro portava pantaloncini e maglietta larghi simbolo di una nuova generazione. In campo non ci fu quasi mai partita, Becker si aggiudicò il primo set al tie break ma nei restanti tre parziali raccolse solo otto giochi dovendosi inchinare alla forza straripante di Pistol Pete lanciato più che mai al dominio assoluto sui prati di Wimbledon.

http://youtu.be/KYHR99G52VU

 

2001 – L’impresa di Goran
Vincere uno slam da wild card non era mai successo prima dell’edizione del 2001. Wimbledon attraversa due anni di transizione tra l’era Sampras a quella Federer, nel primo dei due arrivò uno dei trionfi più belli del torneo, quello di Goran Ivanisevic. Sprofondato alla posizione n. 125 il croato dopo aver perso al primo turno al Queen’s ottenne una wild card dall’organizzazione probabilmente anche come riconoscenza per le tre finali disputate. Fatto sta che nessuno si aspettava un tale epilogo, in finale Ivanisevic incontra Pat Rafter, inoltre la partita viene giocata il lunedì e sul centrale si respira di tutto tranne che l’atmosfera nobile caratteristica della competizione. In ‘fanatics’ australiani sono colorati e soprattutto chiassosi all’inverosimile, Goran però non si lascia intimidire e riesce nel sogno. Chiude 9-7 al quinto tirando praticamente di tutto, mai una seconda che viaggiasse come una seconda. Al suo ritorno in patria, a Spalato, fu accolto da 150.000 persone orgogliose di quello che il tennista aveva fatto.

http://youtu.be/_hECNfj5G_s

 

2008 – Scacco al Re
Una delle partite più belle della storia del tennis, una battaglia epica tra due tennisti simbolo di una generazione. Federer arrivava a quella domenica dopo cinque successi consecutivi mentre Nadal sapeva di avere le sue chance ma di certo non immaginava un tale successo. Dopo essersi ritrovato avanti di due set il maiorchino deve subire la rimonta dello svizzero e a quel punto l’epilogo sembra scontato, dopo la grande paura ecco che il Re torna a reclamare il suo trono. Non è così invece perché Rafa la spunta 9-7 al quinto al quarto match point (due nel quarto e due nel quinto), la sua gioia è irrefrenabile tanto da portarlo a scalare le tribune del centrale per raggiungere il suo angolo. È una partita che cambierà la storia del tennis, a Nadal riesce l’accoppiata Parigi – Londra e Federer probabilmente da quel pomeriggio vedrà il suo avversario ancor più invincibile di quanto non avesse fatto fino ad allora.
Anche se di scarsa qualità ecco la scalata di Rafa:

 

2012 – Il ritorno del Re
Sarà forse l’ultimo slam dello svizzero (i fans faranno gli scongiuri) ed è il più bello, non partito tra i favoriti il maestro mette in campo un paio di partite stratosferiche, da vedere rivedere negli anni. La semi con Nole e la finale con Murray su tutte. Il Re rispolvera la classe dei bei tempi e soprattutto a fine torneo si riprende la posizione n.1 del ranking superando così Sampras nella classifica dei tennisti con più settimane al gradino più alto della graduatoria ATP. È anche il titolo n.17 di Federer, forse non ce ne saranno più l’abbiamo detto ma anche se questa rimanesse per sempre l’ultima perla di un campione eterno non sarebbe un delitto. Vedere per credere:

 

2013 – Un successo atteso 77 anni
Hanno dovuto aspettare 77 anni i tifosi britannici per vedere trionfare di nuovo un loro tennista all’All England Club. Lo scozzese ci riesce battendo Djokovic in finale spinto ovviamente da tutto il centrale ansioso di tornare a sventolare l’Union Jack in segno di trionfo. È tra virgolette un bis questo di Andy che giusto un anno prima aveva trionfato al Wimbledon versione Olimpiadi dopo che un mese prima si era dovuto arrendere alla classe immensa di Federer. Secondo slam con Lendl da allenatore che riesce in quello che non aveva fatto da giocatore, ovvero vincere i Championship.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement