L'effetto Federer e la Davis hanno “salvato” la Svizzera

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L’effetto Federer e la Davis hanno “salvato” la Svizzera

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TENNIS EDITORIALI – Austria, Germania, Italia hanno visto chiudere dei club. Il presidente svizzero René Stammbach (sarà l’erede di Ricci Bitti?) ringrazia l’Italia per i 7 milioni di franchi. Come la sua Federtennis ha salvato Gstaad. “Senza Roger Federer…”

René Stammbach è il presidente della Federazione svizzera di tennis, un uomo felice dopo che sotto la sua conduzione, Roger Federer si è finalmente deciso a giocare dal primo all’ultimo incontro la Coppa Davis, persuaso anche dall’exploit australiano di Stan Wawrinka, e la Svizzera ha conquistato la sua prima Coppa Davis.

Stammbach è anche considerato uno dei più probabili successori di Francesco Ricci Bitti alla guida della Federazione Internazionale. Molti si aspettano da lui una fase meno conservatrice, più innovativa.

Secondo molti addetti ai lavori, incluso chi scrive, quella che abbiamo appena vissuta quest’anno potrebbe essere l’ultima o una delle ultime grandi Coppe Davis. Grazie, quest’anno, principalmente all’interesse suscitato dalla partecipazione di Roger Federer che non l’aveva mai vinta.

Ma la Davis ha 114 anni e li dimostra. Se quest’anno è stata vinta da il secondo e il quarto giocatore del mondo, anche se dietro di loro il terzo non sta nei primi 100 del mondo e il quarto nei primi 300, va ancora bene.

Ma non è stato e soprattutto non sarà sempre così: la Repubblica Ceca l’ha vinta per due anni consecutivi senza essere una delle nazioni tennisticamente più forti del mondo.

Ma su questo argomento tornerò con un prossimo editoriale. Con una proposta di riforma della Coppa affinchè la sua fase finale diventi un appuntamento mondiale e non circoscritto – come interesse – alle sole due nazioni capaci di raggiungere la finale, come è accaduto troppe volte.

Qui approfitto, in ritardo, della mia trasferta di Lille per riportare un’intervista resa da René Stammbach, uno dei pochi dirigenti simpatici e alla mano che si può aver occasione di frequentare nel mondo del tennis.

Lei ora è un presidente fortunato, ma com’è organizzato il tennis in Svizzera?
I nostri tesserati (diversamente dall’Italia) non sono i giocatori ma i club. E’ il club che paga le quote. Il giocatore non paga nulla alla Federazione, ma semmai al club. Tesserarsi in Svizzera costa mediamente fra i 300 e i 700 euro l’anno. Poco per il tenore di vita svizzero. Il giocatore non è obbligato ad essere tesserato, lo è solo se partecipa a gare. In tal caso paga una quota. Una volta i club dovevano pagare quote in funzione del numero dei soci, ma siccome i club “fregavano” – ehilà, tutto il mondo è Paese! – adesso i club pagano una quota in rapporto al numero dei campi che possiedono. E lì…con Google Earth siamo sicuri che non ci fregano (e ride di gusto)! Per darvi un’idea un club con 4 campi paga una quota sui 580 euro l’anno. Inoltre abbiamo 19 piccole associazioni regionali…che però non pagano niente. Anzi siamo noi che li finanziamo.

E come è organizzata la Federazione svizzera?
E’ diretta da un consiglio di 10 persone, più un presidente, tutti eletti e di varie tipologie. Un’anziana tennista, un giurista dei più noti in Svizzera, un vero esperto di marketing, un gruppo di persone che hanno vere competenze distinte.

Il vostro budget qual è?
Dipende molto dalla…Coppa Davis. Il nostro fatturato è di circa 10 milioni di euro (12 milioni di franchi svizzeri e circa un terzo di quello della federazione italiana, che però per circa la metà è quasi una partita di giro degli Internazionali d’Italia) ma quest’anno abbiamo raddoppiato! L’incontro di Ginevra con il Kazakhstan ci ha procurato 5 milioni e quello contro l’Italia, sempre a Ginevra, 7 milioni. 12 milioni di franchi svizzeri in più (20 milioni di euro dunque). Se si fosse giocata anche la finale in Svizzera…(magari l’avrebbero persa come l’ultima contro la Francia! Ma sotto il profilo finanziario sarebbe stato un boom). Però attenzione, non tutti gli incontri casalinghi procurano profitti del genere: se Federer non gioca si possono anche perdere dei soldi! Ad ogni modo, proprio per questo, i ricavi netti degli incontri di Davis vanno a finire in un fondo che eviti queste fluttuazioni negative da un anno all’altro. Per quanto riguarda le nostre entrate il budget lo si ottiene con la somma delle quote dei club, dei prezzi pagati da 55.000 tesserati a fronte di vari servizi, dei fondi pubblici dello Stato, del comitato olimpico svizzero, di vari sponsor.

In Francia la Federazione gode dei grossi profitti del Roland Garros (in Italia uno Slam non l’abbiamo e gli Internazionali d’Italia non hanno mai procurato guadagni importanti, una volta fatta la divisione degli utili fra FIT e Coni Servizi non è mai rimasto granchè per la Federtennis: per anni addirittura è stato un debito, ultimamente un guadagno fra i 500.000 euro e 1 o 2 milioni, briciole…), in Svizzera avete due tornei internazionali, Gstaad e Basilea. Vi apportano vantaggi finanziari?
Gli Swiss indoor di Basilea sono un torneo privato e non abbiamo rapporti ufficiali. L’Open di Gstaad è stato sul punto di sparire anni fa e la Federazione svizzera ha allora “acquistato” il 50 per cento dei diritti (cosa che avrebbe potuto e dovuto fare anche la nostra FIT a suo tempo, prima che sparissero tutti i tornei ATP e WTA italiani, nota di Ubs). Era assolutamente indispensabile salvare quel torneo che l’anno prossimo celebrerà il suo centenario. Le nostre “proprietà” quindi sono Gstaad, la Coppa Davis e la Fed Cup. Noi, d’altra parte, sovvenzioniamo una ventina di tornei da 10.000 e 25.000 dollari, alcuni Futures e Challenger. Investiamo circa 400.000 euro l’anno per queste sovvenzioni.

Insomma siete soddisfatti della vostra situazione economica?
Nel 2006 i fondi della Federazione erano 2,5 milioni di franchi svizzeri. A fine 2014 saremo a 10 milioni. I nostri debiti nei confronti delle banche sono calati, il che è naturalmente importante, perchè abbiamo investito 6,5 milioni nella costruzioni di nuove strutture per il centro di allenamento. Va detto che diversi milioni ci sono stati donati da un mecenate molto ricco, una delle mie vecchie conoscenze. Se non avessi ricevuto questo regalo non so se avremmo avuto un centro di allenamento così efficace e performante. Per quanto riguarda i club tesserati aumentano dello 0,5 per cento l’anno, direi che si tratta di una situazione piuttosto stabile.

Ha un’idea di quanto possa avere inciso l’effetto Federer sulla popolarità del tennis in Svizzera?
Non lo si è potuto misurare. I nostri Paesi vicini e confinanti, Austria, Italia, Germania hanno tutti – tranne che la Francia – visto diminuire il numero dei club, penso anche a causa degli sport emergenti, oltre che per la crisi. Da noi la pratica del tennis è rimasta stabile. E allora io penso che la differenza che spiega la nostra stabilità di fronte alla regressione subita dagli altri Paesi sia proprio dovuta all’effetto Federer. Tuttavia adesso non sono troppo preoccupato per il dopo Federer, perchè abbiamo organizzato un programma di promozione del tennis in tutto il Paese…

E il presidente Stammbach, nel restare ottimista, sorride. Chi non sorriderebbe al suo posto, dopo aver conquistato una Coppa Davis e aver vissuto l’effetto Federer…con un Wawrinka di scorta?

 

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