L'Australia applaude il «K2» (Crivelli), «Mamme» felicità come Li e Sharapova (Martucci), Dopo la discesa ardita ora Bolelli è in risalita (Azzolini)

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L’Australia applaude il «K2» (Crivelli), «Mamme» felicità come Li e Sharapova (Martucci), Dopo la discesa ardita ora Bolelli è in risalita (Azzolini)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

L’Australia applaude il «K2»

 

Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 20.1.2015

 

Ora la cattedrale aspetta solo i profeti. Perché da queste parti, dove si è fatta la storia, più di dieci anni senza un campione vero hanno il sapore amaro dell’eternità. Così, i quasi cinquantamila che sciamano a Melbourne Park garantendo all’Happy Slam il record di presenze già nel primo lunedì del torneo, nell’attesa di ammirarli in carne ed ossa, consumano avidamente le paginate di giornali che accompagnano e raccontano i sogni del K2. SPERANZE Sono loro, Nick Kyrgios (19 anni, numero 53 del mondo) e Thanasi Kokkinakis (18 anni, 147), figli di quel melting pot che fino alle paure suscitate dall’attentato di un paio di mesi fa a Sydney ha reso l’Australia un paese a crescita felice, i pilastri su cui poggiano le ambizioni di tornare a dominare il mondo come quando gli dei della racchetta si chiamavano Hoad, Laver, Newcombe, Rosewall o anche solo Cash, Rafter o Hewitt. Ragazzi di non ancora vent’anni con le spalle già abbastanza larghe da sopportare il peso della ricostruzione di un’armata invincibile, monelli assatanati capaci di battere Nadal a Wimbledon l’anno scorso e qui di uscire a braccia sollevate da cinque set di battaglia contro Delbonis malgrado la schiena che urla (Kyrgios), oppure talmente sfacciati e talentuosi da meritarsi una wild card «ma non per il mio taglio di capelli» e poi di onorarla scavallando quattro match point a sfavore prima di punire la folle insipienza del numero 1\3 del mondo. Mentre del nostro Quinzi, che li affrontava e spesso li bastonava da junior, si stanno ahimé smarrendo un po’ le tracce tra magagne tecniche e challenger sperduti. PROGRAMMAZIONE Del resto, un paese di così enormi tradizioni non poteva rimanere addormentato ancora a lungo e infatti nei voti a bassa voce formulati dagli esperti già si scommette su quanti Slam porteranno alla causa il servizio micidiale accompagnato da quel dritto di inaudita violenza e rapidità di Kyrgios e la straordinaria facilità di braccio di Kokkinakis. La casa dei possibili trionfi, intanto, cresce e si rafforza come le loro speranze, in un lungimirante modello di programmazione. Gli Australian Open avrebbero dovuto raggiungere i 40 milioni di dollari (28 milioni di euro) di montepremi nel 2017 e invece ci sono riusciti già quest’anno, mentre con la copertura anche della Margareth Court Arena sono diventati l’unico Slam con tre campi dotati di tetto retrattile. Ed è solo l’inizio: il progetto già approvato e per cui si sta già cominciando a lavorare prevede tra 24 mesi il raddoppio della superficie destinata al torneo, con la creazione di grandi spazi di intrattenimento extratennis. FIDUCIA Lontani ormai i tempi in cui incombeva la minaccia degli emiri ovvero della Cina: il primo Slam stagionale non si muoverà mai più da qui. Anche per una cultura sportiva che riconosce il valore: pur frementi per le imprese dei boys locali, gli organizzatori non dimenticano per chi batte ancora il cuore della gente. E così, nonostante 13 australiani in campo il primo giorno, sul Centrale e sulla Margareth Court, i rettangoli più nobili vanno Federer, Sharapova, Murray e Nadal.…..

 

 

«Mamme» felicità come Li e Sharapova

 

Vincenzo Martucci, la gazzetta dello sport del 20.1.2015

 

Questo è il paese del sole, questo è il paese del mare. No, non è Napoli, è Melbourne, è Australian Open: il torneo del sorriso, il primo Slam dell’anno, dove tutti sono carichi di energia e di passione. «Mio marito Dennis sta facendo un bel lavoro, ha appena fatto un ace», annuncia sul proscenio degli Australian Open la campionessa uscente, Li Na, tutta un sorriso perché in dolce attesa. «Lo seguo da quand’è junior e vederlo salire al vertice mi accende il sorriso», rivela «mamma» Maria Sharapova, 4 anni più matura del suo «Grisha» (il 23enne collega bulgaro). Il sorriso glielo strappano anche le pareti di casa, a Manhattan Beach, piene di opere di Chris Gwaltney e Tracey Emin, ed anche il karaoke: «La mia voce non è tanto male, adoro Chen,. Australia, oh, cara, che contagi di euforia, musica, easy going. Il rischio è di sentirsi in vacanza. Soprattutto a 20 anni come Eugenie Bouchard, dai 400mila followers twitter e un milione di seguaci Facebook: «LeBron James chiude il telefono durante i playoff. Forse dovrei farlo anch’io. E’ un po’ estremo, ma bisogna proprio restare nella tua bolla. Faccio un’eccezione solo per una foto, o qualcosa di divertente». Infatti, illuminata d’Australia, si scatena su Instagram. Attenta, «Genie»: Melbourne non è un torneo per giovani.

 

Australia, la rinascita arriva dal resto del mondo

 

Stefano Semeraro, il corriere dello sport del 20.1.2015

 

«Aussie-aussie-aussie!», cantano i tifosi australiani, con le facce pittate dei colori nazionali e le maschere da San Bernardo per celebrare Bernard Tomic, il figliol prodigo vittorioso sul tedesco Tobias Kamke. Impazziscono nella calda notte di Melbourne per l’impresa di Thanasis Kokkinakis, che schianta in cinque set il lettone Ernests Gulbis salvando anche quattro match-point, prima trattengono il respiro e poi esplodono per Nico Kyrgios, l’altro prodigioso teenager che l’anno scorso ha cancellato Rafa Nadal da Wimbledon e che lune-dl, con tutto il peso del suo mondo sulle spalle, riesce a battere nell’altra maratona l’argentino Federico Del Bonis. Sorridi, Australia, che forse sono finiti i tempi cupi. ANTICHI FASTI. La superpotenza degli anni 50′, ’60 e’70 del secolo scorso, abituata a dominare prima con Frank Sedgman, poi con Rod Laver, Ken Rosewall, Lew Hoad, giù fino a John Newcombe e Pat Cash, nel terzo Millennio fino ad ora era rimasta ai lampi di Pat Rafter e Lleyton Hewitt, gli ultimi grandi canguri. Un lento declino descritto da una statistica umiliante: è dal 1976 che un australiano non vince lo Slam di casa (il “benzinaio” Mark Edmonson), dal 2005 che un “local hero” non arriva in finale (l’eterno Hewitt, quest’anno alla sua diciannovesima partecipazione)….. Il lavoro di Pat Rafter come capitano di Coppa Davis e responsabile tecnico, gli investimenti su giovani e infrastrutture, come il nuovo centro federale di Canberra, dove si allena Kyrgios, adesso cominciano a pagare. Anche grazie ai talenti d’importazione. Kokkinakis è di origini greche, come Kyrgios che ha mamma malese, mentre Bernard Tomic, il Balotelli del tennis, è di origine croata, Marinko Matosevic è nato in Bosnia e Jarmila Gajdosova, la n. 3 australiana, a Bratislava. Con loro l’Australia vuole spostarsi da “down under’,’ “giù in basso; alla periferia del mondo, e tornare – come le compete – al centro esatto del tennis. Tomic, 22 anni, n. 66, gestito dal terribile papà “John” (Ivica il vero nome) è il fuoriclasse da recuperare, Sam Groth l’uomo dal servizio record (263 km/h), Kyrgios, 19 anni, n. 53, il meglio pirn.ato nel ranking e la punta di diamante insieme al “gemello” Kokkinakis, oggi n. 147, che Federer ha voluto con lui per gli allenamenti invernali a Dubai perché ha visto in lui la stoffa del campione. «Contro Gulbis ho avuto fortuna, ma anche coraggio – dice Thanasis – Forse lui non ha giocato al massimo, ma ora voglio continuare a vincere, un solo match non mi basta».

 

Dopo la discesa ardita ora Bolelli è in risalita

 

Daniele Azzolini, tuttosport del 20.1.2015

 

Un anno per risalire dalle profondità tennistiche. Da Melbourne a Melbourne, come una traversata in solitario. Un anno per ritrovare il suo tennis dimenticato, cercando qui un appiglio per non scivolare ancora, là una buona scusa per non smettere di crederci. Nell’aprile scorso Simone Bolelli era un nome sperduto nelle nebbie della classifica, 367 o giù di li. Era tornato in Australia per giocare il doppio, c’era una Davis poco avanti e un brutto infortunio gettato alle spalle, il terno della serie. Altri due anni buttati via. «Un buco nero nel quale annaspavo», disse, voglia di parlare zero, ma tante cose da raccontare. Su tute, quella vocina che gli suggeriva di provarci un’ultima volta. Tanto, Simo, che hai da perdere? Merito Le risalite sono ardite, quanto e più delle discese, dice il nuovo Bolelli, che questa canzone di Battisti conosce bene. Già, come può uno scoglio, arginare il mare? È un po’ la sua storia, ché sull’onda di voglie mai sopite ha vissuto. «Oh sono meglio del Bolelli che ricordate, quello del numero 36 in classifica, quello che batteva Gonzalez a Wimbledon». Alle soglie dei trenta, si è messo nella mani di se stesso: le esperienze vissute, la determinazione mai smarrita, gli amici scelti con cura. Giancarlo Petrazzuolo, il coach, ha la sua età, e fino all’altro ieri era tennista. «Stiamo imparando l’uno dall’altro», dice Bolelli. A Sydney ha raggiunto i quarti e il numero 48 del ranking. A Melboume, ieri, ha battuto un vecchio top ten come Juan Monaco e si è regalato un secondo turno con Federer. «È un’altra vita, finalmente». Tutto merito suo… Complimenti! Non è prassi italiana riemergere tre volte dall’incubo, nemmeno nello sport. 112014 di Simone è stato un affannarsi continuo fra i challenger e i palcoscenici più importanti….Il successo a Oberstaufen e la semifinale di Coppa Davis. «Federer mi fa sempre tanti complimenti, poi mi sbatacchia», dice Bole ricordando i giorni di Ginevra. « Errori da non fare domani? Con certi giocatori viene voglia di tentare giocate complicate. Si tende, come dire… Ecco, a specchiarsi nella loro bravura. Meglio restare coi piedi per terra, e cercare di imbrigliare il suo gioco prendendo l’iniziativa. È ciò che mi auguro di poter fare». Con Monaco, per lunghi tratti, c’è riuscito, ma l’argentino è di pasta più morbida. Confront! Non è stato il solo, a giudicare dagli score della giornata azzurra. Appena una sconfitta, quasi obbligata: la Knapp contro la Halep numero tre del tennis al femminile. Poi quattro vittorie….

 

Nadal risorge con la racchetta «intelligente»

 

Gaia Piccardi, il Corriere della Sera del 20.01.2015

 

La racchetta intelligente in mano al tennista stupido è come la clava di Fred Flintstone, ma la nuova Babolat Aero Pro Drive Play nel pugno mancino di Rafa Nadal produce un piccolo miracolo al primo turno dell’Australian Open. Reduce da 6 mesi di stop e bastonato duro al rientro a Doha, Rafa a Melbourne doveva essere uno zombie e invece infila il pollo Youzhny sullo spiedo e lo rosola per tre set (6-3, 6-2, 6-2) mettendo in cascina tennis e dati preziosi. «Io so che per giocare bene, in un match ho necessità di colpire i170% di dritti e i130% di rovesci». La racchetta gli permette di non perdersi un colpo: il sensore nel manico, acceso prima del match, registra le caratteristiche di ogni palla colpita dallo spagnolo durante la partita. Scaricati su uno smartphone, i dati consentono a Rafa e allo zio Toni un’analisi mai così dettagliata della prestazione del n.3 del mondo. E tutto in regola: la Federtennis internazionale ha sdoganato la tecnologia in campo da quest’anno, però proibisce di analizzarla a match in corso. Non vedremo, cioé, giocatori impegnati a scervellarsi al cambio di campo, quell’intervallo che l’americano Jim Courier amava riempire leggendo le pagine di un buon libro. «Ora ho gli elementi per dimostrare a Rafa che quando lo riprendo perché colpisce male, ho ragione» ha commentato zio Toni. «Ora hai gli elementi per capire che hai torto» ha ribattuto Rafa.

 

Poker azzurro a Melbourne, avanti Federer

 

Alberto Giorni, il Giorno del 20.1.2015

 

L’Italia serve un bel poker nella prima giornata sul cemento di Melbourne. Quattro azzurri su cinque si qualificano al secondo turno degli Australian Open, primo Slam stagionale; eliminata solo Karin Knapp che non poteva fare di più con la n.3 del mondo Halep, impostasi 6-3, 6-2. Brilla Simone Bolelli, tornato finalmente tra i primi 50 del mondo e deciso a restarci: ha superato 6-3, 3-6, 6-3, 6-1 l’argentino Monaco, ex top ten, in un match che nascondeva parecchie insidie, e ora non avrà niente da perdere con Roger Federer, che ha passeggiato con il taiwanese Lu. Nell’ultima sfida tra i due, in Coppa Davis a settembre, Bolelli non sfigurò. «Per gran parte di quel match mi sono sentito vicino a Roger— sottolinea Simone —, poi lui nel momento decisivo ti sfugge. Dovrò cercare di impedirgli di comandare il gioco, anche se si rischia di andare fuori giri». Bene anche Andreas Seppi, che con l’uzbeko Istomin va sempre al quinto set; stavolta l’ha spuntata 5-7, 6-3, 2-6, 6-1, 6-4 e adesso se la vedrà con l’ostico francese Chardy, con l’obiettivo di vendicare la sconfitta subita qui due anni fa agli ottavi. Tutto facile per Nadal (che ha dichiarato di non essere al top ma intanto ha sotterrato in tre set Youzhny) e Murray, mentre gli australiani si esaltano per il 18enne Kokkinakis, che ha sgambettato Gulbis 8-6 al quinto. TRA LE DONNE, avanzano le inseparabili Sara Errani e Roberta Vinci. Importante soprattutto il successo della Errani 6-1, 6-0 con l’americana Min, visto che la romagnola nelle scorse settimane non ha potuto allenarsi al meglio per una frattura a una costola: ora è attesa dalla spagnola Soler-Espinosa. «Sapevo che avrei fatto i tornei vinti da Roger Federer in carriera, dei quali 17 del Grande Slam con la vittoria all’esordio a Melbourne lo svizzero ha inoltre raggiunto le 1001 partite vinte in carriera: è il terzo più vincente nella storia del tennis fatica a inizio anno — le parole di Sara —, ora per fortuna non avverto più dolore e da qualche giorno non prendo più antinfiammatori». Pochi problemi anche per la Vinci, sbarazzatasi 7-5, 6-1 della serba Jovanovski; al prossimo turno affronterà la russa Makarova. La Sharapova ha lasciato cinque game alla Mantic, mentre la sorpresa più clamorosa è l’eliminazione della n.5 Ana Ivanovic, battuta 1-6, 6-3, 6-2 dalla n.142 Hradecka. Oggi (diretta tv su Eurosport fino alle 14) gli altri cinque italiani: occhi puntati sul derby fra Pennetta e Giorgi. Intanto una bella notizia da fuori dal campo: la cinese Li Na, campionessa uscente a Melbourne ma ritiratasi dal tennis professionistico a settembre, ha annunciato di aspettare un bambino.

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