WTA Indian Wells interviste, Bencic: “Caroline era una delle mie eroine quando ero piccola”

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WTA Indian Wells interviste, Bencic: “Caroline era una delle mie eroine quando ero piccola”

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WTA Indian Wells: Bencic b. Wozniacki 6-4, 6-4. L’intervista del dopo partita a Belinda Bencic.


Puoi parlarci della differenza tra il match di oggi e la prima volta che hai incontrato Caroline?
La differenza è che allora vinsi un game (ridendo). Ero contenta, ovviamente, dopo il primo game vinto. Penso di aver giocato in maniera più solida questa volta. A Istanbul ho avuto troppo rispetto, avevo paura ed ero nervosa. Oggi avevo un piano di gioco valido e ho fatto esattamente quel che dovevo fare. Ho servito bene ottenendo qualche punto dal servizio. sì, penso sia stato un match solido.

Ti ha influenzato quella sconfitta – il fatto che sia stata una sconfitta così netta?
No, volevo vincere ma non avevo alcun tipo di pressione per il match. Quel match fa parte del passato, non mi ha disturbato per nulla.

Quando parli del tuo piano di gioco per oggi e di come l’hai eseguito, che cosa significa? Come si attacca una giocatrice come Caroline?
Be’, sì, credo che lei voglia che sia la sua avversaria a commettere molti errori, perché lei tenta sempre di giocare scambi lunghi. Questa è stata la mia strategia: ho cercato di giocare gli scambi, essere paziente e rimanere lì fino a quando non avevo una chance, di non cercare il vincente a tutti i costi perché avrei commesso troppi errori. Penso di essermi comportata in questo modo.

Penso che sia la tua prima vittoria contro una top 5.
Lo è?

Penso di sì.
Figo! Ok.

Come ti senti?
Felice, molto felice. Sono molto eccitata. Insomma, l’ho sempre guardata in tv e quando io ero una bambina lei era un idolo e un modello per me e per il mio gioco. questa vittoria mi rende fiera. È davvero un grande momento per me.

Come gestisci la pressione di essere così brava e così giovane?
Non ho pressioni, insomma, è solo un gioco. voglio dire, non ho avuto un grande inizio di stagione ma è normale che tu non sia sempre al top. Ma penso di aver lavorato duramente dopo ciò. Ho giocato match serrati e difficili ad Antwerp, a Dubai e Doha. Penso che il lavoro abbia pagato. Se lavori non hai alcun tipo di pressione perché sai bene cosa puoi fare e cerchi di metterlo in pratica sul campo. Se sei in fiducia, è meglio.

Quanto stai lavorando con Melanie Molitor?
Be’, mi alleno sempre con lei quando sono a casa. Ma lei non viaggia con me, ma sono stata a casa una settimana prima di questo torneo. Dopo Doha e Dubai.

Questa collaborazione, pensi che possa prolungarsi quando sei a casa?
Certo. Mi alleno con lei da quando ho dieci anni, lei era la mia unica coach. Penso che vada tutto bene. sono molto soddisfatta del modo in cui lei riesce ad aiutarmi, e sono grata per questa situazione. Non potrei desiderare un coach migliore di lei.

Cosa pensi che si aspetti lei da te per quest’anno?
Non si aspetta niente, soltanto le cose che mi chiede di fare per il mio gioco. vuole che io dia tutto in ogni match, ma non mi mette sotto pressione con la faccenda del ranking o altro.

Prima parlavi della gestione degli alti e bassi. So che hai avuto momenti difficili. Sembra che tu li sappi gestire in modo maturo. Cosa cerchi di fare per riuscirvi nei momenti difficili?
Era un momento basso, avevo 17 anni e ho perso tre match di fila, quindi non è che fosse proprio un momento bassissimo. A volte succede. Cerco di rimanere positiva sulle cose e di guardare avanti. Non era poi così difficile per me e per il mio team. Solo, la gente ne ha parlato un sacco.

È stata la tua prima vittoria contro una top 5. Come pensi che influenzerà la tua fiducia?
Be’, molto. È sempre fantastico quando sconfiggi un top player. Era tutto ciò che sognavo e speravo da quando ero una bambina. È irreale aver vinto una partita del genere.

Quante possibilità pensi di avere di avanzare nel torneo o addirittura di vincerlo?
Siamo tutte vicine. Chiunque tra noi può disputare una serie di grandi partite. Siamo davvero tutte molto vicine, possiamo batterci l’un l’altra.

Ti senti pronta?
Yeah! (ridendo)

Sei comunque una ex junior da poco. Pensavi che sarebbe stato così veloce il passaggio da ex junior a battere la Wozniacki o raggiungere i quarti di finale agli U.S. Open?
Non me lo aspettavo ma ci speravo. Mi sono mossa passo dopo passo. Se non hai aspettative e tutto quello che arriva è un guadagno, allora è tutto ok. Io ho fatto così.

Dal momento che Martina è spesso spettatrice dei tuoi match, ti ha mai dato dei consigli? Come un free-coach intendo.
Sì, lei è venuta oggi a vedermi, e anche l’altro ieri. Sono molto contenta del suo supporto e che trovi del tempo, anche quando è impegnata con il doppio, di darmi dei consigli e di guardare le mie partite.

Puoi parlarci del prossimo round: giocherai contro Jankovic o contro Keys. (Jankovic, n.d.t.)
Ho giocato contro la Jankovic agli U.S. Open e perciò ho dei bei ricordi contro di lei. Sarà molto bello re-incontrarla.
Madison, anche lei è una grande giocatrice, una giovane che sta emergendo. Ha giocato delle semifinali e ha molta forza. Sono contenta di giocare contro entrambe – voglio dire, contro una delle due. Darò il meglio di me, ecco tutto.

Hai mai giocato un match contro la Keys?
No, mai. O meglio, sì, una volta. Eravamo negli under-10, l’Orange Bowl? Under-12?

Come andò quel match?
Ho perso. Sì. Io avevo 10 anni e lei 12. No, io 9 e lei 11.

Buona memoria.
Mi sta aiutando.

Questo mese sei diventata maggiorenne, e le restrizioni d’età sono sparite. Hai seguito una specie di “Belinda-calendario dell’avvento” nel quale toglievi ogni giorno una casella fino alla meta?
Sì, ho fatto 18 anni lo scorso martedì, è stato un grande momento. Ora, finalmente, non devo organizzare il mio calendario in una maniera troppo complicata e posso giocare cosa voglio.

Traduzione a cura di Maurizio Riguzzi

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