ATP Miami interviste, del Potro: “Non ho fretta di tornare nei top10”

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ATP Miami interviste, del Potro: “Non ho fretta di tornare nei top10”

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ATP Miami: Pospisil b. Del Potro 6-4 7-6. L’intervista del dopo partita a Juan Martin Del Potro
Ovviamente eri molto frustrato verso la fine del match. Ma in generale, come hai sentito il tuo rovescio e il doppio fallo sul set point, quanto sei arrabbiato per questo?
No, non mi sento frustrato. Devo prendere le cose positive del mio rientro. Credo che giocare un altro match ufficiale dopo un anno sia un buon segnale per il futuro. Come ho detto prima, non conta il punteggio ora. Chiaramente in campo volevo vincere e ho avuto le mie chance nel primo set; poi nel secondo ho avuto set point ma non sono riuscito a chiudere il set perché ho fatto degli errori banali. Non ho servito bene nei momenti decisivi, il che è duro per me. Ma ora mi sento bene. Non ho avuto nessun problema fisico dopo il match e recupererò in fretta per il futuro.

Hai giocato senza dolore?
Non al 100%, ma mi sono sentito meglio che a Sydney. Sono passati solo due mesi dalla mia seconda operazione al polso sinistro. Mi sento meglio settimana dopo settimana, ma è troppo presto per essere al 100%. Penso che solo essere qui e giocare voglia dire molto per me, voglio rimanere qui e giocare il prossimo torneo.

Chiaramente non hai colpito il tuo rovescio bimane con molta forza oggi, spesso hai usato una mano sola. Per prima cosa, sei d’accordo con quest’analisi? Succede perché non ti fidi ancora abbastanza della mano sinistra?
Entrambe le cose, non sono ancora fiducioso al 100% per giocare i miei rovesci migliori. Ho bisogno di tempo per migliorare il mio rovescio. Sto colpendo di rovescio solo da 10 giorni ed è dura a questo livello. Ma sto lavorando sodo. Sto lavorando molto col mio rovescio ogni giorno. Credo sia l’unico modo di andare oltre tutte queste cose e stare bene in futuro.

È bello rivederti. L’infortunio al polso è stato più psicologico rispetto ad un infortunio fisico?
È solo un problema al polso. Chiaramente mentalmente devi essere forte abbastanza per gestire il problema e svegliarti ogni mattina a fare riabilitazione e stare calmo, pensando al futuro. Non ho fretta di tornare nei top10. Voglio giocare a tennis. Non importa quanto mi ci vorrà per tornare al top, voglio solo giocare senza dolore.

In alcuni momenti del match quando magari eri sotto 30-0 o nel tiebreak i fan hanno cantato il tuo nome e hanno cercato di incitarti. Come hai vissuto quei momenti?
È un torneo fantastico per me. L’atmosfera è sempre grandiosa. Tanti argentini e sudamericani sono venuti qui a incitarmi. E poi negli Stati Uniti ho molti fans dopo la vittoria agli US Open. Ma è stato fantastico divertirmi col pubblico per un po’. È stato solo un match ma per cominciare è abbastanza.

Forse non lo sai ma Laura Robson ha avuto un’operazione simile e con lo stesso chirurgo. Ha già fissato cinque volte il rientro e lo ha sempre rimandato. Quanto è importante avere pazienza ed essere assolutamente certi di essere pronti?
È la cosa più importante, oltre ad essere positivi. In passato ho avuto momenti di depressione. Ho parlato con Tipsarevic negli spogliatoi. Anche lui ha avuto tanti infortuni. Ma alla fine voglio giocare a tennis. Se dovrò imparare un altro rovescio per giocare lo farò. Ma ora sto cercando di fare tutto quello che serve per risolvere il problema e colpire il rovescio come ho sempre fatto. Sono ancora fiducioso. Credo che sia l’obiettivo principale per me provare a rimanere forte mentalmente per superare gli infortuni.

C’è stato un momento nel secondo set in cui eri chino su te stesso a mettere a posto le scarpe e ti sei piegato un mucchio di volte. Dovevi correggere qualcosa, o era solo una questione di scarpe?
No, mi ero storto la caviglia. (Sorride). Tutto qui.

Traduzione di Paolo Valente

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