La sorpresa è che non ci siano state sorprese... e non che Fognini abbia perso

Editoriali del Direttore

La sorpresa è che non ci siano state sorprese… e non che Fognini abbia perso

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A Montecarlo fuori il terzo italiano su tre, ma Dimitrov è troppo forte, e quindici delle prime sedici teste di serie sono in ottavi di finale. Ci sono quattordici europei sopravvissuti di sette nazioni differenti, ma tra queste non c’è l’Italia

Il leit motiv di tanti, troppi Slam, è stato: riusciranno i tennisti italiani a sopravvivere alla prima settimana e a raggiungere la seconda? Le donne ci sono riuscite, negli ultimi 6 anni con la generazione Pennetta-Schiavone e Errani Vinci, con discreta regolarità. Gli uomini molto meno, perchè anche quello degli ottavi di finale è stato un traguardo spesso complicato da superare. Occorre, negli Slam, vincere tre partite per approdare agli ottavi. Nei Masters 1000 invece, se non si è testa di serie, bastano due.Ebbene, con enorme tristezza devo dirvi che di tre italiani che avevamo, due hanno perso al primo turno, Simone Bolelli con Estrella-Burgos (che non aveva mai superato un turno ad un Masters 1000), Andreas Seppi con Tommy Robredo ormai diventato la sua bestia nera perché prima gli dà l’illusione di poter vincere ma poi lo rimonta regolarmente e lo brucia allo sprint con un irresistibile rush finale, mentre il terzo, Fabio Fognini che aveva superato il polacco Janowicz (dalla schiena malmessa), è stato battuto con un punteggio che non rispecchia troppo il risultato da Grigor Dimitrov. Il fidanzato di Maria Sharapova è stato più forte del fidanzato di Flavia Pennetta.

In genere si scrive una frase del genere quando uno rimedia un punteggio netto ma c’era stato maggior equilibrio e lo sconfitto avrebbe meritato di più. Stavolta è il contrario. Il punteggio è più che dignitoso, 6-3 6-4, e se andiamo a vedere anche le statistiche non sono disastrose. Fognini ha subito un break per set ed ha perduto quindi di misura.
Ma chi ha visto tutta la partita dal primo minuto – come chi scrive – pur avendo constatato qualche indubbio progresso di Fognini rispetto ad altre recenti prestazioni, non ha potuto avere mai il minimo dubbio su quel che sarebbe potuto succedere.
Infatti Fabio ha subito i suoi break subito all’inizio di ciascun set, la prima volta che ha servito. Nel secondo game del primo set e nel primo game del secondo.
Ma una sola volta è arrivato a 40 sul servizio di Dimitrov, quando sul 2-0 nel primo set ha conquistato l’unica pallabreak del suo match: un dritto vincente di Dimitrov l’ha annullata e allora buona notte suonatori.

Perché in tutti gli altri 9 turni di servizio del fidanzato di Maria Sharapova – lei la chiamano Masha, lui …suo padre lo incitava chiamandolo Grisha, insomma Masha&Grisha che bella coppia! Anche onomotopeica – ha concesso la miseria di 9 punti in tutto. Ha tenuto infatti due games a zero, cinque a 15, appena due a 30. Insomma se non fosse stato per quel terzo game del match, dieci punti in tutto e quell’unica pallabreak, davvero sui games di Dimitrov non c’è stata gara.
Una sola volta, sul 2-4, e quindi nel settimo game del primo set Fabio è stato avanti 0-30.
Invece sul proprio servizio il ragazzo di Arma di Taggia aveva tenuto abbastanza bene nel primo set, ma poi man mano che la partita andava avanti ha cominciato a soffrire anche sui propri turni: ha dovuto salvare pallebreak sull’1-3 e sul 2-4.
Devo dire che Dimitrov mi ha fatto un’eccellente impressione, e quindi Fabio non ha granché da rimproverarsi a mio avviso. Ha semplicemente perso da un avversario più forte, non a caso a ridosso dei top ten (n.11) dopo essere stato anche n.8 nell’agosto 2014, un mesetto dopo la semifinale raggiunta a Wimbledon. Penso che Dimitrov tornerà presto tra i top ten e che possa senz’altro battere il suo best ranking.

Di Fabio ho notato la poca attenzione che mette nelle partite quando si procura una situazione di vantaggio. Invece di andare avanti a conquistare un punto fatto per metà resta dietro consentendo all’avversario di ricominciare a giocarsi il punto alla pari. Insomma lo deve fare due o tre volte il punto. Eppure le tre volte (su quattro) che si è presentato a rete ha fatto sempre lui il punto. Quando lo ha perso è stato perché si è fatto scavalcare da un lob che secondo me avrebbe potuto provare a smecciare. Forse l’ha giudicato male. È tornato indietro e ha provato a salvarsi con un tweener (non necessario) finito a lato.
Un aspetto curioso ve lo voglio raccontare: Fabio questa volta si è comportato bene, nessuna parolaccia, nessuna vera imprecazione, qualche ordinario esclamazione. Nessun vero lancio di racchetta. Soltanto in quel settimo game del primo set, quando è stato 0-30 sul servizio di Dimitrov e dopo un bellissimo scambio, il migliore della partita, che si è aggiudicato il bulgaro altrimenti Fabio poteva issarsi su un promettente 0-40, sul 40-30 per Dimitrov Fabio ha lasciato andare la racchetta verticalmente per terra. Chi scrive, seduto in prima linea, stava segnando come al solito tutti i punti del match…ma a quanto mi ha fatto presente il collega Simone Eterno del web di Eurosport, Fabio scorgendomi lì ad un metro avrebbe esclamato: “Che fai scrivi?”. Come per dire, “Ho appena fatto cadere la racchetta e tu subito lo scrivi?”.

Beh, non stavo proprio scrivendo della racchetta, ma del bellissimo punto di pochi istanti prima. Ho riferito quest’episodio non perché io ne sia indiretto protagonista, ma per sottolineare come Fabio sia capace di pensare e di distrarsi per qualsiasi minima cosa. Come in testa non abbia soltanto la partita e la necessità di vincerla.
Anche John McEnroe era così: se uno spettatore si spostava, si soffiava il naso nella fila 35 dello stadio di Flushing Medows lui lo notava subito, era capace di fermarsi, di dirgli qualcosa. È stato un grandissimo campione Supermac, ma se sapeste quante partite ha perso per quel maledetto vizio che lo portava a distrarsi con un nonnulla… Fabio invece di pensare a vincere quel game ancora aperto ed importantissimo, ha pensato a che se lanciava la racchetta noi saremmo stati pronti a lapidarlo. Beh, quando lo abbiamo fatto…è stato perché di lanci di racchetta, di parolacce a destra e manca, ne aveva fatti parecchi. Non uno solo e a metà.

Tutto ciò rilevato non è una sorpresa, onestamente, che Fognini abbia perso da un giocatore più forte di lui. Né che tre italiani su tre siano già finiti k.o. dopo 3 giorni e mezzo di torneo.
Semmai è una sorpresa che nel primo torneo importante dell’anno sulla terra rossa ben 15 teste di serie su 16 siano approdate agli ottavi di finale. E non solo. Ci sono arrivate passeggiando, tutte in due set salvo uno: Bautista Agut costretto al tiebreak del terzo set dal tedesco Kohlschreiber.
Non è nemmeno una sorpresa che agli ottavi ci siano 14 europei di 7 nazioni (Spagna con 4 rappresentanti, Francia con 3, Svizzera con 2, e con uno solo Croazia, Serbia, Bulgaria, Cechia e Austria) più il canadese Raonic, favorito in ottavi su Robredo per averlo battuto tre volte su tre (e due sulla terra rossa, cosa che forse non ci si aspetta, inclusa quella dell’anno scorso propri qui al Country Club).
Va detto però che Rafa Nadal, rispondendo ad una mia domanda a proposito del suo avversario, l’altro non europeo, l’americano John Isner, ha detto che questo campo è tanto veloce quanto quello del Roland Garros e quindi il servizio del gigantesco yankee fa paura anche qui, come gliela fece a Parigi quando fu avanti due set a uno e si arrese solo al quinto.

I favoriti fin qui hanno davvero passeggiato, come dicevo, ma Roger Federer e Rafa Nadal più di tutti: 6-2 6-1 a Chardy in 53 minuti (che pure lo scorso anno aveva battuto lo svizzero a Roma) e 6-2 6-1 a Pouille da parte del maiorchino in un’ora ed otto minuti.
Partite assai poco elettrizzanti. Come del resto quella di ieri vinta da Djokovic su Ramos-Vinolas.
Questo giovedì il torneo entra però finalmente nel vivo, il tempo delle schermaglie è finito, qualche sorpresa me l’aspetto, e più ancora che quelle qualche bella partita. Dovessi scegliere, forse Federer-Monfils, dopo quanto accadde all’ultimo US Open con Monfils avanti due set e poi anche con il matchpoint a favore. Poi Federer, che avrebbe perso da Cilic, avrebbe incontrato nuovamente Monfils a Lille nella finale di Coppa Davis, quando Roger era sceso in campo senza la dovuta preparazione. La Francia si illuse, ma la Svizzera conquistò alla fine la sua prima Coppa Davis.

I confronti diretti vedono Federer avanti per 8 duelli a 3, ma il match è di quelli che – anche per il contrasto di stile – può essere assai piacevole a vedersi. Quando, del resto, Federer non è piacevole a vedersi? Se poi dall’altra parte c’è un tennista un po’ istrionico come Monfils, con quel suo orribile pigiamino verde, lo show pare assicurato.
Incuriosisce anche il confronto Wawrinka, campione uscente, Dimitrov. Si vedrà se il bulgaro è davvero maturato o no. Lo svizzero quest’anno non è sembrato forte come un anno fa.

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